Si puo’ leggere nel pensiero? L’intelligenza artificiale di Meta ci e’ riuscita

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Si puo’ leggere nel pensiero? L’intelligenza artificiale di Meta ci e’ riuscita

Un team di ricercatori di Meta ha messo a punto un sistema di IA capace di decodificare l’attività
delle aree cerebrali deputate alla comunicazione.

18 settembre 2022 | Rebecca Mantovani

Si può leggere nel pensiero? L’intelligenza artificiale di Meta ci è riuscita

Un nuovo algoritmo di IA messo a punto da Meta aiuterà i pazienti impossibilitati a comunicare. Ma
la tecnologia utilizzata solleva qualche interrogativo etico.

Un team di ricercatori di Meta – la società californiana che possiede, tra gli altri, Facebook,
Instagram e Whatsapp – ha sviluppato una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale in grado di
leggere i pensieri delle persone e tradurli in parole comprensibili. Obiettivo? Fornire uno
strumento di comunicazione a tutti quei pazienti vittime di gravi traumi al cervello che non sono
più in grado di parlare, di utilizzare la scrittura o il linguaggio dei segni.

COME FUNZIONA IL LINGUAGGIO. Nel cervello umano l’area deputata alla formazione delle parole e alla
comprensione del linguaggio è separata da quella che gestisce i muscoli volontari, tra cui quelli
della bocca. I ricercatori di Meta hanno sfruttato questa divisione funzionale per mettere a punto
il loro progetto.

Hanno quindi chiesto a 169 volontari di sottoporsi a risonanza magnetica ed elettroencefalogramma
mentre ascoltavano la lettura di audiolibri in inglese e in olandese. Il risultato sono state oltre
150 ore di registrazione che mostrano nel dettaglio l’attività cerebrale durante la comprensione di
un testo. Queste immagini però sono caratterizzate da un rumore di fondo, che rende complesso
isolare, all’interno di tutta l’attività del cervello che accompagna in ogni momento un individuo, i
processi legati alla comprensione di ogni singola parola dell’audiolibro.

E L’ETICA? L’algoritmo al momento funziona solo sui testi degli audiolibri utilizzati per
l’addestramento: mentre il volontario ascolta la narrazione in cuffia, è cioè capace di estrapolare
il testo dall’attività cerebrale. Il prossimo passaggio è quello di estendere la capacità del
sistema in modo che possa funzionare anche senza un dataset predefinito a supporto.

Questa tecnologia potrà aiutare migliaia di pazienti che, a seguito di un trauma, non sono più in
grado di comunicare con l’esterno, ma solleva anche non pochi problemi di natura etica, perché di
fatto permette di entrare nel cervello delle persone e di leggerne i pensieri.

CANCELLAZIONE DEL RUMORE. Per “ripulire” il segnale cerebrale legato all’identificazione del testo,
gli ingegneri di Meta hanno riadattato un algoritmo di IA sviluppato nel 2020 per estrarre una
traccia nitida da un file audio registrato in un ambiente molto rumoroso.

Questo sistema, riadattato e applicato alle registrazioni dell’attività cerebrale dei volontari, ha
permesso di isolare l’attività cerebrale legata alla comprensione di un testo. I ricercatori hanno
potuto così creare un ampio dataset che mette in relazione la comprensione di singole parole, per
esempio “gatto”, all’attività dei neuroni che formano nel cervello quella parola.

Il sistema a questo punto è in grado di leggere, attraverso una risonanza magnetica e un
elettroencefalogramma, l’attività di creazione delle parole nel cervello, e di riprodurla
all’esterno sotto forma di file testuale o audio.

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da focus.it

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