Siedi in silenzio e aspetta! – Osho

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Siedi in silenzio e aspetta!

di Osho

Tratto da: “Il Libro Arancione” – di Osho

“Siedi in silenzio e aspetta!”

A volte accade che la meditazione ti sia molto vicina, ma tu sei
troppo impegnato in altre cose. Quella piccola calma voce silente è
dentro di te ma tu sei soffocato dal rumore, dagli impegni, dalle tue
attività, dalle responsabilità. E la meditazione viene come un
sussurro, non bussa alla tua porta gridando slogan, affiora in
silenzio. Non fa alcun rumore. Non ne senti neppure il passo. Per cui
se sei troppo occupato, aspetta un po’ e poi se ne va.

Quindi fanne un impegno, almeno un’ora al giorno siedi semplicemente
in silenzio e aspettala. Non fare nulla, siedi semplicemente in
silenzio ad occhi chiusi in profonda attesa, con il cuore in attesa,
aperto. Aspetta semplicemente, e se qualcosa accade sarai pronto a
riceverla. Se non accade nulla, non sentirti frustrato. È salutare
anche sedere per un’ora senza che accada nulla, è rilassante. Ti
calma, diventi silenzioso, più centrato, più radicato nell’esistenza.
Allora la meditazione accadrà sempre più spesso e pian piano sorgerà
un’intesa tra te e lo stato meditativo; perché se tu l’aspetti ogni
giorno alla stessa ora nella stessa stanza, verrà sempre più spesso.
Non è qualcosa che proviene dall’esterno, viene dal tuo centro più
profondo. E ricorda che l’incontro è molto più probabile se la tua
consapevolezza interiore sa di essere attesa dalla tua con­sapevolezza
esterna.

Per qualche condo fermati, non fare altro: tu non esisti e il mondo va
avanti. Man mano che aumenta in te la consapevolezza che il mondo va
avanti perfettamente anche senza di te, allora sarai in grado di
conoscere un’altra parte del tuo essere che per lungo tempo, hai
tralasciato.

Siedi semplicemente sotto un albero. La brezza che soffia fa
ondeggiare le foglie sui rami. Il vento ti sfiora, danza intorno a te
e se ne va. Non lasciare che ti passi accanto, fai che si muova con
te, lascia che ti attraversi, Chiudi semplicemente gli occhi, sentiti
anche tu simile a un albero, sii aperto, e lascia che il vento ti
attraversi, cosi come passa tra gli alberi e ne muove le foglie.

Qualsiasi cosa la mente possa fare, non può essere meditazione, perché
la meditazione è al di là della mente. In questa dimensione la mente è
assolutamente inutile; la mente non è in grado di penetrare nella
meditazione. Là dove finisce la mente, inizia la meditazione.

A volte puoi semplicemente scomparire.

Siedi sotto un albero, senza pensare al passato né al futuro, stai
semplicemente li: dov’è l’io? Dove se n’è andato? Non riesci a
vederlo, non c’è più. Nel presente l’ego non esiste, non è mai
esistito. Il passato non è più, il futuro non è ancora: entrambi non
esistono. Il passato si è dissolto, il futuro non è ancora comparso:
esiste solo il presente. E nel presente non troverai mai nulla che
assomigli all’ego.

In alcuni monasteri del Tibet si pratica tuttora una delle meditazioni
più antiche: è un metodo che si basa sulla verità che vi ho appena
enunciato. Viene insegnato come talvolta puoi semplicemente
scomparire; siedi in giardino e cominci a sentire che pian piano stai
scomparendo. Prova a vedere come appare il mondo quando te ne sei
allontanato, quando non sei più partecipe, quando diventi assoluta
trasparenza. Prova anche solo per un secondo a non essere.

A casa tua: vivi come se non esistessi. È veramente una meditazione
bellissima. In 24 ore puoi provarci diverse volte: mezzo secondo sarà
sufficiente.

– La meditazione della ghigliottina –

È una delle meditazioni tantriche più belle: cammina e immagina di non
aver più la testa, ma solo il corpo. Siedi e immagina di non aver più
la testa, hai solo il corpo. Ricorda continuamente che la testa non
c’è più. Visualizzati privo di testa. Fatti una fotografia senza la
testa e ingrandiscila: guardala! Abbassa lo specchio del bagno, cosi
quando ti specchi puoi vedere solo il corpo e non la testa.

Bastano pochi giorni di costante ricordare e sentirai nascere in te
una leggerezza incredibile, un silenzio straordinario perché il
problema è la testa. Se riesci a concepire te stesso privo di testa —
e non è difficile: è facile concepirlo — allora ti centrerai sempre di
più nel cuore.

Puoi immaginarti senza testa in questo preciso momento. E cosi capirai
immediatamente cosa intendo dire.

« Io non sono questo »

La mente è stupida! La questione non è che tu sia pieno di
stupidaggini e qualcun altro no. È tutta spazzatura, e se continui a
scaricarla all’esterno puoi andare avanti all’infinito; non arriverai
mai a toccare il fondo. È spazzatura che si ricrea da sola: non è
morta, è dinamica. Cresce e ha una vita propria. Anche se la
sfoltisci, spunteranno sempre nuove foghe.

Scaricarla all’esterno non vuol dire diventare vuoti. Ti renderà
semplicemente consapevole che tu non sei la mente che pensi di essere,
con cui ti sei identificato finora: tu non sei questo.

– Metti per iscritto i tuoi pensieri –

Un giorno fai questo: è un piccolo esperimento. Chiuditi in camera,
siediti e inizia a mettere per iscritto i tuoi pensieri: qualunque
cosa ti venga in mente. Non cambiarli, perché tanto non devi mostrare
questi fogli a nessuno! Continua a scrivere per dieci minuti e poi
rileggili: questi sono i tuoi pensieri. Leggendoli, penserai che siano
opera di un pazzo. Se mostri questi fogli al tuo amico più intimo,
anche lui ti guarderà chiedendosi se non sei impazzito.La meditazione
è una tecnica per liberare la tua intelligenza. Più diventi
meditativo, più diventi intelligente. Ma ricorda: con intelligenza non
intendo intellettualità. Essere intellettuali fa parte della
stupidità.

Inventa nuove smorfie, nuove posizioni divertenti, e strane. Fai
qualsiasi cosa se ti riesce e ne otterrai un profondo rilassamento;
inizierai a non considerarti più un corpo né un volto, ma pura
consapevolezza: ti aiuterà moltissimo.

La meditazione è la tua natura intrinseca, sei tu. È il tuo essere.
Non ha nulla a che vedere con ciò che fai: non puoi possederla, non
puoi non possederla, non può essere posseduta, non è un oggetto, sei
tu, è il tuo essere.

– Guarda semplicemente il cielo –

Medita sul cielo: ogni volta che ne hai l’occasione, sdraiati per
terra e guarda il cielo. Lascia che questa sia la tua contemplazione.
Se vuoi pregare, prega il cielo. Se vuoi meditare, medita sul cielo; a
volte con gli occhi aperti, altre volte con gli occhi chiusi. Perché
il cielo è anche dentro di te: è tanto vasto all’interno quanto lo è
all’esterno.

Noi ci troviamo al confine tra il cielo interiore e il cielo esterno
ed essi hanno esattamente la stessa dimensione. Come è infinito il
cielo esteriore, cosi lo è il cielo interiore. Noi ci troviamo
esattamente sul confine: ti puoi dissolvere sia in una direzione che
nell’altra. Queste sono le due vie per dissolversi.

Se preghi, ti dissolvi nel cielo esteriore; se mediti, ti dissolvi nel
cielo interiore: ma il risultato è identico, ti dissolvi. E questi due
cieli non sono due spazi separati. Sono due, solo perché ci sei tu di
mezzo, tu rappresenti la linea di separazione. Quando tu scompari,
scompare la linea di separazione, allora l’interno è esterno e
l’esterno è interno.

– La fragranza di un fiore –

Se hai un buon naso, avvicinati ad un fiore e lascia che il suo
profumo ti riempia. Quindi pian piano allontanati dal fiore, ma
continua a prestare attenzione al profumo, alla fragranza. Man mano
che ti allontani, la fragranza diventerà sempre più sottile e
occorrerà più attenzione per percepirla. Diventa il tuo naso. Scordati
il resto del corpo e concentra sul naso tutta la tua energia, come se
esistesse solo quello. Se perdi contatto col profumo, riavvicinati di
alcuni passi fino a ristabilire il con­tatto, quindi retrocedi di
nuovo.

Col tempo riuscirai a sentire il profumo di un fiore da distanze
lontanissime. Nessun altro riuscirà a sentire il profumo di quel fiore
da quelle distanze. A quel punto continua ad operare in modo sottile,
rendi la meta sempre più sottile, e verrà il momento in cui non sarai
più in grado di percepire neppure il profumo. Ora senti l’essenza dove
solo un istante prima era presente la fragranza. Adesso non c’è più…

Questa è l’altra parte del suo essere: la parte assente, il lato in
ombra. Se sei in grado di percepire l’assenza della fragranza, se
riesci a percepire la differenza, penetrerai in una dimensione
differente. A quel punto l’oggetto è diventato impercettibile.

Ora ti stai avvicinando allo stato di non-pensiero del samadhi.

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