Siete più spesso vincitore o vittima?

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Siete più spesso vincitore o vittima?

di Lise Bourbeau

Perché ci sono tante persone “vittime”?

La risposta non è ovvia perché queste persone non sono coscienti di giocare questo ruolo. Dico bene,
“giocare un ruolo”, perché esse hanno scordato il loro potere di creare e la capacità di poter
cambiare la loro sorte.

Guardiamo insieme cos’è una vittima. Secondo il dizionario, una vittima è “una persona che subisce
le ingiustizie di qualcuno o che soffre per uno stato di cose”.

E’ una persona che si sente impotente; è convinta che qualcun altro o qualcos’altro abbia il
sopravvento su di lei. Ecco alcuni esempi:

La moglie si lamenta perché il marito non vuole andare da nessuna parte. Lei perciò è relegata in
casa.
Una madre si lamenta del fatto di avere dei figli che non le lasciano un attimo di tempo per se
stessa.
Il marito si lamenta del fatto che la moglie è fredda e vuole fare l’amore raramente.
Un impiegato si lamenta perché il suo capo se ne approfitta di lui e più ne fa e più gli chiede di
fare. Inoltre, il suo capo non è nemmeno riconoscente.
Benché una vittima sembri soffrire di una certa situazione, non fa nulla per migliorarla perché nel
più profondo di se stessa non conosce altri mezzi per avere la stessa attenzione che ottiene con i
suoi problemi. Così, più una persona utilizza i problemi per avere attenzione, più pensa che la vita
sia ingiusta e più si approfittano di lei. Sono persone che si fanno violentare, derubare,
imbrogliare, aggredire in vari modi. Ho potuto constatare che la gran maggioranza di noi ha una
parte vittima che si manifesta a diverso grado e in ambiti diversi, anche se non è facile
rendersene conto perché ci crediamo degli esperti in materia e ci permettiamo di diventare salvatori
proprio in quel certo ambito.

Quando una persona agisce così, da salvatore, si crea l’illusione, l’impressione di essere nel suo
potere. Nasconde a se stessa la propria impotenza e la paura di farsi imbrogliare. Conoscete
certamente delle persone che agiscono come negli esempi seguenti:

La persona che si lamenta per mancanza di soldi, è la prima a dare consigli agli altri per aiutarli
a non mancarne.
Quella che è sempre malata è la prima a consigliare gli altri che sono malati dicendo loro quale
specialista consultare. Conosce tutti i medici, le medicine, le cure necessarie.
E voi, in quale ambito vi lamentate? I soldi, l’attenzione, la comprensione, la giustizia,
l’energia, la salute, il sesso, la riconoscenza, il tempo, ecc? Se non ne siete certi, chiedete a
coloro che vi conoscono bene. Per quel che mi riguarda, è così che ho scoperto di essere vittima del
tempo.

Ero spesso infastidita e in reazione con le persone che si lamentavano. Avevo voglia di scuoterle,
volevo che si facessero forza. Mancavo veramente di tolleranza. Allora ho deciso di fare lo specchio
e chiedermi in quale ambito potevo lamentarmi molto. Poiché non lo trovavo, ho chiesto alle persone
che lavoravano con me di illuminarmi e loro mi hanno detto che spesso mi lamentavo per la mancanza
di tempo. Per diventarne veramente cosciente, ho avuto bisogno d’aiuto perché sono sicura che da
sola non mi sarei resa conto del numero di volte in cui mi lamentavo perché sono rari coloro che
riescono a diventare coscienti da soli.

In seguito, per venirne a capo, ho chiesto a quelle persone che lavoravano con me di dirmi: “Povera
Lise!” ogni volta che mi lamentavo della mancanza di tempo.

Questo metodo è molto efficace, ma non è facile per l’ego. All’inizio, poiché me lo dicevano spesso
e sembrava divertirle, non lo trovavo piacevole. Dopo alcuni giorni, ho cominciato a riderne con
loro e, a partire da quel momento, il mio atteggiamento interiore ha iniziato a cambiare. Ora spesso
mi sento dire: “Come sono fiera di me oggi; sono riuscita a fare più di quanto avevo pianificato.”
La mia coscienza del tempo si è trasformata.

Gli elementi interessanti da considerare nella mia storia sono che avevo sempre creduto di non
avere problemi di tempo e che ero diventata l’esperta per aiutare gli altri a gestire il loro tempo.
Inoltre, credendo di non aver alcun problema a questo livello, detestavo ricevere un consiglio su
questo tema. Non ascoltavo gli altri.

Vi consiglio fortemente di fronteggiare la vostra parte vittima perché altrimenti la situazione di
mancanza che vivete peggiorerà. Perché? Per due ragioni. La prima: per riuscire ad avere
l’attenzione, dovrete farvi arrivare delle situazioni sempre più drammatiche e la maggior parte
delle persone tendono ad allontanarsi dalle vittime perché finiscono con l’averne abbastanza dei
loro piagnistei.

La seconda ragione è che la vittima riceve continuamente una proiezione di “povero” o di “mancanza”
proveniente dalle persone nella sua cerchia perché, quando pensano a lei, dicono o pensano: “Povero
Mario” o “Povera Lise”, e questo nutre molto l’elementale di vittima.

Ecco gli strumenti che vi propongo per uscire da questo ruolo di vittima:

1. Chiedete a chi vi conosce di dirvelo, quando vi lamentate;

2. Datevi il diritto di non gradire di farvelo dire;

3. Non esercitate il controllo, in altre parole non cercate di non lamentarvi più. Piuttosto
datevi il diritto di farlo.

4. Accettate che questa mancanza vi arreca una certa attenzione.

Come saprete che avrete superato questo stato di vittima? Quando non proverete più la sensazione di
mancare di quella data cosa o stato. Sono convinta che tutti quelli e quelle che giocano un ruolo di
vittima hanno tutto ciò che serve per diventare forti, incrollabili e prosperi nell’ambito in cui
hanno una mancanza.

Non vi resta che decidere da quale parte volete stare: vittima o vincitore!

Lise Bourbeau

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