Similitudini di vedute tra fisici e mistici

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Similitudini di vedute tra fisici e mistici

di Isabella Di Soragna

Esaminiamo alcuni testi di vari scrittori che appartengono al mondo della
fisica e a quello del misticismo attuale e vediamone le somiglianze.

Sono di Alan Watts, Stephen Jourdain e Michael Talbot.

Il testo seguente è tratto da un discorso di Alan Watts (noto filosofo
inglese che introdusse lo zen negli U.S.A nel 20° secolo) nel 1965,
intitolato ”Nuotando senza testa”. E’ stato stampato nel libro ”Talking
zen” e faceva parte di un seminario sul taoismo a Big Sur in California.

– L’arte di vivere è di agire nel mondo come se foste assenti: questa
situazione è realmente costruita nella fisiologia stessa del nostro corpo.
Vi faccio una semplice domanda:-Che colore ha la vostra testa dal punto di
vista dei vostri stessi occhi?-

Percepite che la vostra testa è scura o che non ha un colore definibile;
all’esterno
poi vedete il vostro campo visivo come fosse un’ovale, poiché i vostri occhi
funzionano come due centri di un’ellisse. Cosa c’è tuttavia al di là del
campo visivo? Di che colore è il luogo in cui non potete vedere nulla?.

Non c’è affatto colore al di là del campo visivo e il carattere cinese hsuan
(profondo, oscuro) si riferisce a questo tipo di ”non-colore” che è il
colore della vostra testa, dal punto di vista dei vostri occhi. Forse
potremmo dire che l’invisibilità della propria testa, in un certo senso la
mancanza di una testa è il segreto dell’essere vivi.

Essere senza testa (non avere una testa nel senso a cui mi riferisco ora) è
il nostro modo di parlare dell’espressione cinese wu hsin ossia ‘senza
mente’.

Infatti se volete vedere l’interno della vostra testa, tutto quello che
dovete fare è tenere gli occhi ben aperti, perché tutto quello che
esperimentate nel campo visivo esterno è uno stato del vostro cervello.

Tutti i colori e le forme che voi vedete, sono il modo in cui i neuroni del
cervello traducono gli impulsi elettrici nel mondo esterno, fuori
dall’involucro
corporeo, all’esterno cioè della nostra pelle. Essi producono cio’ che
avviene in impulsi che a noi appaiono come forme e colori. Forme e colori
sono dunque stati dei nostri neuroni, quindi cio’ che vedete quando i vostri
occhi sono aperti è quello che succede all’interno della vostra testa.
(N.d.T. Pribram grande neurofisiologo, afferma che il mondo è nelle nostre
retine, non al di fuori). Voi non vedete il vostro cervello come una
struttura ondulatoria interna, vedete il vostro cervello in cio’ che appare
come esterno a voi!

In tal modo il ”vuoto” della vostra testa è la condizione per vedere
qualcosa e la trasparenza del cristallino degli occhi è la condizione per
vedere colore e forma.

Il mistico del 13 °secolo Meister Eckart diceva:”Poiché il mio occhio non
ha colore, puo’ discernere il colore”.Questa è una riaffermazione dell’idea
fondamentale taoista dell’essere assenti come condizione dell’essere
presenti.

– Tratto da ‘Misticismo e nuova fisica ‘ di Michael Talbot –

Secondo la nuova fisica non esiste un mondo ”là fuori ”. La coscienza crea
tutto questo. Non c’è limite ai meccanismi di coscienza che strutturano una
realtà. Cosi’ come la mente puo’ alterare il super-ologramma* della realtà,
cosi’ puo’ anche creare realtà interamente nuove. Il meccanismo che
struttura la realtà è associato al sistema nervoso umano e cio’ si effettua
considerando il cervello umano come se fosse un biocomputer. Cosi’ anche
vari metodi di yoga o controllo mentale sono viste come dischetti usati per
raggiungere porzioni del sistema nervoso umano che struttura la realtà.

Keith Floyd in ”Of time and mind” asserisce:- E’ assai plausibile che un
neurochirurgo non possa mai trovare la sede della coscienza, poiché essa non
implica uno o piu’ organi, ma l’interazione di campi d’energia all’interno
del cervello. I neurofisiologhi non troveranno quello che cercano al di
fuori della loro coscienza, poiché quello che cercano è cio’ che sta
cercando.-

Come in un ologramma la coscienza contiene in ogni singola parte il
programma del tutto.

K. Floyd propone che un modello olografico di coscienza possa spiegare
chiaramente i processi di memoria, percezione e immaginazione. Se questo
ologramma organico non puo’ processare percezioni in 3D creerà la propria
realtà da percepire/concepire.

Individui posti in camere, private totalmente dalle sensazioni, cominciano
ad allucinare e sintetizzare le loro realtà interne. Se la mente umana è
tagliata fuori dal cosiddetto mondo fisico, ha la proprietà notevole di
creare il proprio mondo. Come dice John Lilly, l’universo è soltanto un
pacco di moduli di energia neuronale accesi nella nostra testa.

Quindi non c’è molta differenza tra queste allucinazioni e cio’ che
percepiamo come realtà esterna.

Cio’ vale a dire che tutti i mondi sono nella mente.

Il neurofisiologo Karl Pribram di Stanford ipotizza anch’egli un modello
olografico di coscienza. Le rappresentazioni olografiche sono incredibili
meccanismi associativi.

K. Floyd pensa che l’area immediatamente posteriore al chiasma ottico sia la
sede della placca olografica neuronale. La ghiandola pituitaria, il talamo,
l’ipotalamo e la ghiandola pineale sono associate al senso di essere
coscienti. La ghiandola pineale, sensibile alla luce è simile alla retina
dell’occhio e sembra servire a costruire percezioni e memoria.(il ‘terzo
occhio ‘ della tradizione orientale). Tuttavia se si recide questa ghiandola
ad un topo, questo fa solo spostare il suo orologio biologico, niente di
piu’. Quindi questa placca olografica che egli credeva fosse un organo è
invece solo una funzione. Di qui la comprensione che la coscienza è
interazione di campi d’energia all’interno del cervello.

Il filosofo Charles Muses conclude:-Viviamo in un mondo proiettato di solidi
ologrammi neuro-elettrici, un mondo di simulacri. le foglie, la montagna.
sono configurazioni di microscopiche, turbolente particelle/onde.-

Se vogliamo capire il fenomeno della visione collettiva, dobbiamo esaminare
le nostre nozioni di realtà oggettiva. Fin dall’infanzia ci insegnano che
c’è
un consenso alle nostre percezioni. Se uno vede qualcosa come albero, un
altro lo vedrà come tale: se c’è discordanza tra due osservatori sospettiamo
giustamente che qualcosa non va. Questo perché crediamo che vi sia un
universo fisico ”là fuori ”.

Perché quest’urgenza di conformità di percezioni? Perché l’abbiamo insegnato
a noi stessi. Uno scienziato, J.R. Smithies fa notare che l’universo del
neonato è quasi allucinatorio, ma quando cresce egli impara ad ignorare
alcune realtà, considerate allucinatorie dagli adulti. Secondo Piaget (‘Il
bambino e la realtà’) la percezione è imparata, egli impara a vedere le
forme geometriche, egli impara a vedere in 3D. L’abilità di percepire puo’
essere innata, ma è chiaro che impariamo cosa percepire.

La mente umana non percepisce quello che è là, ma quello che crede sia là.
Vediamo perché la retina assorbe la luce e porta segnali al cervello e cosi’
per altre sensazioni. Le retine non vedono i colori. Là fuori non ci sono né
luce, né colore, solo onde elettromagnetiche; là fuori non c’è né suono né
musica, solo variazioni di pressione periodiche. Non siamo nati nel mondo,
siamo nati in qualcosa che creiamo come mondo- dice von Foerster.

L’ambiente che percepiamo è la nostra invenzione.

* (v.’ testi ‘ sul paradigma olografico)

Nella speranza di trovare elettroni i fisici hanno trovato quello che la
coscienza voleva trovare.

Alexandra David-Neel, scrittrice inglese che visse in Tibet all’inizio del
sec. XX, racconta di studenti tibetani trovati morti dopo la cerimonia di
visualizzazioni del chöd.

Ne chiese la ragione ad un lama che le spiego’:-Quelli che sono morti furono
uccisi dalla paura. Le loro visualizzazioni erano la creazione della loro
immaginazione. Colui che non crede nei dèmoni non sarà mai ucciso da essi.
Uno studente domando ‘:- Allora se un uomo non crede nell’esistenza delle
tigri non sarà mai divorato da una di esse?-

Il lama replico’:-Le visualizzazioni o forme mentali volontarie o meno, sono
un processo misterioso. Cosa diventano queste creazioni? Forse che – come
bambini nati dalla carne- questi bambini della nostra mente, si separano da
noi, fuggono dal nostro controllo e recitano la propria parte?-

Lo scopo delle visualizzazioni della scuola tibetana vajrajana è di
diventare abili nel creare costruzioni mentali e poi farle sparire nel
vuoto, .in modo che la manifestazione non-duale della realtà sia trasformata
da concetto intellettuale in esperienza. La non-dualità non è solo creduta,
ma sentita, vissuta.

J.C. Pearce dice:-La nostra realtà è costruita da parole, perché la
coscienza crea la realtà e la coscienza come ce l’hanno insegnata a
conoscerla, è inizialmente sperimentata linguisticamente.

Le nostre menti creano una stabile somiglianza dei fatti e poi
trovano conforto in questa stabilità. Sri Aurobindo dice:- L’apparente
stabilità dei fenomeni è data dalla costante ripetizione delle stesse
vibrazioni e formazioni. –

Satprem(discepolo di Aurobindo) conferma che sono sempre le stesse lunghezze
d’onda a cui ci agganciamo inconsciamente, secondo le leggi (abitudini) del
nostro ambiente, della nostra educazione. ma in realtà tutto è un costante
flusso d’energia.

J.C. Pearce afferma che la nostra costruzione della realtà diventa un uovo
cosmico che ci protegge dall’arbitrarietà delle nostre regole, essa è
contingente al fatto che noi la crediamo. ma non dobbiamo forzarci a non
considerare altre uova cosmiche. Il malinteso è credere che vi sia solo un
uovo cosmico giusto.

Come ci insegnano gli yogi vajrajana, nessun uovo è migliore di un altro.
Tutti i valori sono creati dalla mente. Per evitare un collasso emozionale
dobbiamo prendere la posizione dello yogi e sinceramente né credere né non
credere in ogni insieme di leggi.

Quali cambiamenti cio’ potrebbe produrre nel mondo da noi creato? Un gruppo
di storici potrebbe decidere quale genere di storia vuole trovare e poi
farne la scoperta. Forse un giorno la storia invece di essere scientifica,
farà parte della letteratura fantastica.
Come dice don Juan (nei libri di Castaneda):- Le cose sono reali solo dopo
che si è imparato a mettersi d’accordo sulla loro realtà.
Abbiamo sognato il mondo e forse un giorno si scioglierà davanti a noi e
diventerà altrettanto allucinatorio quanto le prime percezioni di un
neonato.
Satprem dice:-Ci sono due vie per uscire da questo uovo che ci
opprime.dormire( che equivale anche ad andare in estasi, meditare, ecc. ) o
morire. Ma c’è una terza via, quella di svegliarci dal nostro sogno .-
Il noto fisico J.Wheeler è d’accordo sul fatto che la mente è la forza
operante che rende il mondo manifesto… ed ha la capacità di trascendere il
tempo per cui l’atto di osservare puo’ alterare eventi che sono accaduti
milioni di anni prima.
(n.d.t . le cosiddette ‘regressioni’ nelle vite passate sono in effetti la
prova dell’assenza di spazio-tempo, in realtà sono memorie accessibili a
tutti e in sintonia con il ‘programma di nascita’ dell’individuo.)

Tratto da alcuni dialoghi di Stephen Jourdain.

(N.d.T. notare che S. J. non ha avuto nessuna educazione religiosa di alcun
tipo)

Stephen Jourdain:-Prima del risveglio ero rinchiuso in un’identità, quella
del soggetto interno che sta pensando a questo o a quello. Dopo il
risveglio, il sogno si è dissolto ed ho scoperto che quello che ero
realmente non era mai riducibile ad una qualunque identità.

Quest’affermazione porta lontano: si tratta del rifiuto di dare una realtà
oggettiva a qualunque situazione in cui venga a trovarmi. Non è poco. Cio
‘equivale a trattare l’ ‘io’ che pensa a questo o a quello – che sia una
questione filosofica o un pensiero banale – come scevro di realtà intrinseca
in relazione a quello che sono veramente. Non c’è pericolo che mi chiuda in
una qualsiasi identità. –

Domanda: Cos’è per te la morte?

S.J.: – La morte è un pensiero.Quando hai svuotato la morte da qualsiasi
substrato oggettivo, da qualunque realtà, non puo’ farti molta paura. E la
morte fisica? Idem. Non credo all’esistenza di una realtà fisica. Né
intellettualmente, né filosoficamente e soprattutto nelle mie sensazioni.
Ignoro cosa sia il corpo fisico. –

– Ma – mi dirai – avrai pure un corpo, degli organi!-

– No! Sono solo del ‘ sapere ‘, (delle conoscenze) dei pensieri che si
devono cancellare – cosi’ come il cuore e la pallottola che lo trafigge, la
mia morte, l’universo. Tutto questo va sradicato e cosi’ la lavagna dov’è
notato, deve essere cancellata.

Gli occhi del pensiero sono occhi di vetro che non hanno mai visto nulla,
poiché non esistono. Si deve portare l’interlocutore davanti a questa
percezione del nulla. Un colpo di sciabola che poi deve essere esso stesso
incluso in quello che viene sciabolato. Allora si elimina tutto: l’essere,
il nulla, il domani, l’ieri, l’universo, dio, la storia. Purtroppo capirà
intellettualmente, non con la propria vita.-

Da un incontro di Stephen Jourdain con Roger Godel (autore di un libro
sull’esperienza
della liberazione).

S.J.: -Abbiamo cominciato a parlare delle sigarette ‘gauloises’ esposte
nella tabaccheria di St. Cloud,(nei pressi di Parigi) la loro esistenza e
non-esistenza. Godel rifiutava l’esistenza oggettiva di quei pacchetti di
sigarette, il che era sorprendente nel dire di uno scienziato(era
cardiologo)come lui. Non credeva ad un substrato oggettivo. Il virus
allucinatorio dello stato di coscienza abituale consiste inoltre nel credere
ad una realtà oggettiva. Dunque Godel non credeva né a de Gaulle, né alla
sfericità della terra.

Tutto ciò è puro pensiero, nulla, un po’ dei propri pensieri che portano la
maschera della realtà. Rifiutare l’esistenza di un pacchetto di sigarette
significa annientare tutto.-

-Tutto questo è un sogno. Ogni istante, quello che designiamo all’esterno
della nostra coscienza e che ci appare cosi’ reale, dotato di una realtà
autonoma, quello che percepiamo fuori di noi attraverso la finestra del
nostro pensiero, tutto cio’ è allucinatorio. Non c’è un atomo di realtà. E’
un fenomeno immaginario. Sono effetti soggettivi a cui la tua coscienza
addormentata, subdolamente, dà il marchio di una realtà autonoma e separata
da te. Ecco la caratteristica dell’allucinazione.

Sentire reale il tuo passato, l’avvenire, Parigi, come realtà separate da te
è essere allucinati, come il pazzo che cammina per strada e parla con un
interlocutore inesistente! Una volta fatta questa conversione enorme, non
c’è
nulla di male se agiti le marionette e ti diverti.

Tuttavia si deve assolutamente percepire che la mia morte, io che produco
questi pensieri, il diplodocus, Carlo Magno, sono solo marionette agitate
dalla mia mente, ma in virtu’ di un’orribile malattia spirituale abbattutasi
miliardi di anni fa, cioè adesso, subito, su di me, la mia mente non sente
più le proprie dita che agitano la marionetta e la considera una realtà
estranea a se stessa. La distruzione deve essere enorme. Non si puo’
attaccare il sogno solo per frammenti. Cosi’ come al mattino, il sogno
sparisce totalmente, quando si è svegli.
– Il cosmo è una bolla che la nostra mente mantiene soffiandola. Bisogna far
scoppiare la bolla.

La vita dell’uomo nello stato di cose ordinario, si snoda in seno ad una
bolla soggettiva che egli contiene ed alimenta, una contraffazione
dell’universo
che include un soggetto pensante. Quando si produce il clic!, la bolla
scoppia, poiché lo stato abituale di coscienza non ha alcuna solidità e puo’
scoppiare da un momento all’altro.

Il nucleo dell’allucinazione è solo la credenza assoluta nel fatto che io
produco un pensiero e, pur avendo l’intuizione che non sono miei i pensieri,
conferisco loro uno statuto oggettivo, reale.-

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