SINCRONICITÀ E CHANNELLING
(Pubblicato su “Quaderni di Parapsicologia”, 1995, p.37-53.
di William Giroldini
Introduzione
La moderna Ricerca Psichica, più popolarmente conosciuta come parapsicologia, negli ultimi 20 anni
ha sviluppato metodologie scientifiche sempre più raffinate ed ottenuto risultati sperimentali che
cominciano a soddisfare tutti i criteri di scientificità e riproducibilità che si richiedono ad una
qualsiasi disciplina scientifica.
Gli studi sulla telepatia (o la percezione extrasensoriale in genere), continuano tuttavia ad essere
realizzati seguendo uno schema relativamente classico che consiste nel porre un soggetto in uno
stato più o meno rilassato, cioè più recettivo della informazione psi, quindi il soggetto deve
fornire una descrizione verbale o grafica della “percezione” relativa ai bersagli dell’esperimento.
La tecnica dì rilassamento più utilizzata e’ denominata “ganzfeld” e consiste essenzialmente nel
creare un campo sensoriale (visivo ed auditivo) omogeneo e privo di reale contenuto informativo. Il
soggetto vede una illuminazione debole e costante. di colore rosso, sull’intero campo visivo, e
ascolta un leggero fruscìo prodotto da una cuffia stereo.
In queste condizioni dì deprivazione sensoriale, il soggetto tende spontaneamente a visualizzare
immagini come nella fase che precede il sonno, senza perdita di coscienza, e senza addormentarsi
come succederebbe se fosse semplicemente posto al buio in silenzio.
Questa tecnica e’ tuttora impiegata soprattutto negli studi sulla telepatia, come quelli attualmente
condotti in diverse Università, per esempio a Princenton (USA), Edimburgo (Scozia), Utrecht
(Olanda), Friburgo (Germania) ed alla Cornell University (USA) oltre che in numerosi centri di
ricerca privati (Honorton et al., 1990; Honorton and Ferrari, 1989; Morris. 1990; Radin and Nelson,
1989).
Per quanto riguarda il “trasmittente”, questi viene stimolato sensorìalmente in modo ampio ed
intenso, per esempio mediante immagini videoregistrate e suoni riprodotti con elevata qualità, in
modo da ottenere una “immersione sensoriale” quanto più completa e realistica, nell’intento di
favorire la “trasmissione” dei suoi contenuti mentali al percipiente.
Occorre ricordare, a questo punto, che sussiste sempre l’ambiguità sperimentale relativa al fatto
che il percipiente potrebbe realmente “leggere” nella mente del trasmittente (telepatia) oppure
attingere direttamente informazioni dal bersaglio (chiaroveggenza).
Al di là di questa ambiguità, il primo e principale problema di questo schema classico è la
necessità per il percipiente di “esternare”, in un qualche modo, il contenuto della propria
coscienza, cioè le immagini e le sensazioni relative al bersaglio, il secondo problema riguarda
invece la valutazione statistica dei risultati.
L’operazione dì “esternazione in generale, implica pressoche’ inevitabilmente un abbandono
temporaneo dello stato di rilassamento che faticosamente si cerca di ottenere col ganzfeld o con
altre tecniche (ipnosi, meditazione etc.) perché quando si fornisce una risposta verbale o si
traccia un disegno, di solito si passa in uno stato di coscienza molto vicino o coincidente con la
normalità, ovvero con la piena coscienza della veglia attentiva.
Ciò è particolarmente vero nel caso dei soggetti degli esperimenti di telepatia, che non sono nè
sensitivi né medium più o meno professionisti, ma semplici volontari (in genere studenti) così come
è stato fatto negli esperimenti di Honorton, Morris ed altri.
Inoltre il responso fornito è generalmente un miscuglio di fugaci impressioni primitive e di
razionalizzazione delle stesse, vale a dire l’impressione psi originale (qualora esista) viene
distorta almeno due volte: la prima nella ricerca di una descrizione verbale o grafica appropriata,
la seconda nelle operaziom razionali che vengono effettuate, anche a livello inconscio, da parte del
soggetto nel tentativo di fornire una risposta la più coerente e razionale possibile.
Una ulteriore complicazione è rappresentata dalla elaborazione statistica dei dati ottenuti, che
richiede una valutazione da parte di più “giudici” del grado di somiglianza fra ogni singola
risposta e tutti i bersagli presentati, fino a costruire un insieme numerico di dati che può in
seguito essere elaborato col computer.
In altre parole, esiste una grossa quantità di lavoro che deve essere effettuato successivamente
alle sedute sperimentali, e per giunta dipendente da valutazione personali di ciascun giudice (da
qui la necessità di utilizzare più giudici, per avere un responso statistico più accurato).
In questo articolo vorrei descrivere una nuova tecnica per l’indagine della comunicazione
extransensoriale fra due o più soggetti, che non richiede la esternazione di alcuna impressione o
sensazione soggettiva durante l’esperimento, quindi non interrompe un eventuale stato alterato di
coscienza, ed inoltre permette una analisi statistica immediata dei dati, senza alcuna lacuna
soggettiva di valutazione dei dati stessi.
Questa tecnica è basata sulla registrazione computerizzata simultanea dei dati
elettroeneefalografici di due o più persone che devono ovviamente essere sensorialmente isolate fra
dì loro.
Un po’ di cronistoria
Il mio interesse si è concentrato in anni recenti sull’uso di tecniche elettroencefalografiche
in relazione ad esperimenti di psicocinesi ed in generale di percezione extrasensoriale (Giroldini
W. 1991). Utilizzando le mie conoscenze professionali nei campi della elettronica, analisi ed
elaborazione statistica di dati digitali, e combinando il tutto con l’esperienza ulteriore che ho
acquisito in esperimenti di elettroencefalografia condotti in collaborazione con l’Istituto di
Farmacologia di Milano (Cerati E., Giroldini W.. 1994), e presso il centro Cyber Ricerche Olistiche
di Milano, ho potuto realizzare le apparecchiature ed i programmi per computer necessari per
esplorare questa nuova strada di ricerca. In questa relazione vorrei descrivere i risultati
ottenuti in un esperimento pilota condottonell’ottobre 1993 messo il Centro Milanese Metafonia, una
Fondazione privata diretta da Virginia Ursi.
Descrizione dell’esperimento e risultati
Due soggetti volontari, marito e moglie, furono posti in condizioni di leggero rilassamento, quindi
fu loro chiesto di effettuare una seduta di “channelling”, più comunemente nota come “seduta
medianica’.
Essi realizzano abitualmente questo tipo di esperienza nella loro vita privata, ed hanno accettato
di ripetere questa esperienza in presenza di vari sperimentatori, e con la registrazione
contemporanea di dati elettroencefalografìci (EEG).
Più precisamente i due soggetti furono collegati ognuno separatamente con un apparecchio EEG Brain
Olotester a 6 canali, ed i dati EEG provenienti dai due apparecchi furono raccolti in contemporanea
e memorizzati su computer in forma digitale tramite un opportuno programma (realizzato ad hoc) che
permetteva quindi di raccogliere e registrare dati su 12 canali.
E’ importante sottolineare che i dati EFG provenienti dai due apparecchi erano rigorosamente
indipendenti fra di loro, non avendo i due soggetti alcun elettrodo in comune, nemmeno gli elettrodi
di riferimento, che erano del tutto indipendenti.
Gli elettrodi furono posti simmetricamente sui lobi frontali (F1, F2), temporali (T3, T4 ed
occipitali (01, 02) di ciascun soggetto, con riferimento sui lobi auricolari (A1+A2) e con
particolare cura nell’assicurare un ottimo contatto elettrico con gel conduttore.
Dopo avere posto i due soggetti in condizioni di rilassamento comodamente seduti su due poltrone
reclinate, essi hanno iniziato la seduta di channelling secondo la loro abituale tecnica.
Fra le due poltrone era posto un piccolo tavolino su cui era posata una tavola con disegnate le
lettere dell’alfabeto ed un piccolo bicchierino di vetro che serviva per comporre i messaggi
ricevuti dalla medium (la signora Cristina),Era stato inoltre chiesto ai due soggetti di limitare
per quanto possibile i movimenti della testa per non introdurre
eccessivi artefatti da movimento nei dati.
I dati EEG grezzi erano osservati dallo sperimentatore sul monitor del computer. Furono registrati
solo i dati EEG contenente pochi o nessun art.efatto da movimento. Sono state registrate in tutto
venti schermate che rappresentano una campionatura abbastanza omogenea distribuita sull’arco
dell’intero esperimento, che è durato circa 20 minuti, oltre a circa 10 minuti iniziali di
controllo.
All’inizio furono registrate le condizioni basali, sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi.
Per entrambi i soggetti si osservano inizialmente tracciati relativamente normali con qualche
artefatto da ammiccamento ed una leggera attività alfa prevalente sui lobi occipitali ad occhi
chiusi.
Tuttavia appena inizia la seduta medianica (ovvero la composizione dei messaggi lettera per
lettera), la medium mostra una importante modificazione dei segnali EEC che diventano caratterizzati
da onde molto ampie, fortemente simili ed altamente sincrone su tutte le posizioni dello scalpo,
così come si osserva spesso in manifestazioni epilettiche.
Durante questa attività EEG, Cristina è relativamente ferma ed ad occhi aperti, ed è apparentemente
in condizioni normali di coscienza.
L’altro soggetto (Filippo) mostra invece una attività EEG abbastanza normale caratterizzata
tuttavia da frequenze armoniche in banda theta ed alfa soprattufto in sede occipitale. L’attività
EEG paradossale di Cristina sì alterna a periodi di normalità mentre Filippo continua a mostrare
frequenze armoniche occipitali e temporali.
E’ interessante notare come anche nei periodi di diminuizione dell’attività EEG i segnali di
Cristina sono sempre fortemente simili e sincroni su tutte le posizioni registrate.
Questo comportamento dura per almeno 15 minuti dall’inizio della seduta di channelling.
La seduta termina con un improvviso cambiamento dello spettro EEG di Cristina che torna ad un
aspetto normale per rimanere in seguito normale. Per quanto riguarda il contenuto dei messaggi”
ottenuti nel corso della seduta, non vi fu nulla di significativo e degno di interesse. Furono
ottenuti solo due brevi messaggi provenienti dalla presunta “guida”
evocata normalmente dalla coppia.
L’interesse immediato per i risultati EEG ottenuti nel corso della seduta sarebbe quindi rimasto
confinato al peculiare comportamento EEG di Cristina, caratterizzato come già detto da raffiche di
onde ampie e notevolmente simili su tutte le posizioni dello scalpo. Tuttavia, circa 20 giorni
dopo, ho potuto rilevare un fatto ancor più interessante effettuando una particolare analisi
matematica sui dati registrati.
Questa analisi matematica puo’ essere chiamata “analisi della sincronizzazione” e consiste
essenzialmente nel calcolo di un parametro che indica quanto due tracce EEG sono simili.
Per una precisa definizione matematica si rimanda il lettore interessato alla nota al. termine di
questo articolo.
Il valore della sincronizzazione fra i segnali EEC delle posizioni simmetriche destra/sinistra dello
scalpo di un soggetto, è normalmente abbastanza elevato e varia fra il 40% e l’80% circa ed è
maggiore sulle posizioni occipitali e frontali.
Cio’ deriva dal fatto che i due emisferi cerebrali sono interconnessi tramite il corpo calloso,
quindi scambiamo moltissime informazioni che tendono a produrre una elevata correlazione fra
l’attività dei due emisferi.
In condizioni patologiche, quali depressione o forte stress, questa sincronizzazione invece si
abbassa (può diventare vicina a zero o addirittura negativa).
I valori di sincronizzazione destra/sinistra dei sue soggetti erano nel range normale, e nei dieci
minuti di controllo iniziali ho potuto rilevare che il secondo soggetto (Filippo) presentava una
elevata sincronizzazione (intorno al 90%) in sede occipitale.
Osservando i grafici di fig. 1, si può notare che il primo soggetto (Cristina) presenta un altissimo
grado di sincronizzazione fra quasi tutte le posizioni della corteccia non appena entra in quello
stato particolare (forse una particolare trance) corrispondente per lei al channelling, mentre
Filippo mostra una elevata ma abbastanza costante sincronizzazione soprattutto fra i lobi occipitali
dx/sx sia prima che durante l’esperimento di channelling.
La sorpresa è arrivata quando ho effettuato l’analisi della sincronizzazione incrociata fra i due
soggetti. vale a direcalcolando la sincronizzazione fra le stesse posizioni, per esempio, frontale
sinistro del primo e del secondo soggetto, oppure temporale destro del primo e del secondo soggetto,
e così via, per un totale di 6 combinazioni (fs-fs, ts-ts, os-os, fd-fd, td-td, od-od).
Si assume comunemente che l’attività elettrica di due cervelli sia indipendente (cioè non correlata)
se essi sono sensorialmento separati. Nel nostro caso, i due soggetti non erano separati
sensorialmente, ma in condizioni normali la presentazione di semplici stimoli uditivi e visivi (come
il vedere una stessa scena o sentire una musica o delle voci) non produce un aumento significativo
della sincronizzazione EEG incrociata.
Pertanto non sussistevano particolari ragioni a priori per cui il grado di sincronizzazione
incrociata dovesse assumere valori superiori all’attesa casuale, cioè un valore medio intorno a
zero.
Si è potuto invece osservare che verso la fine dell’esperimento, le sincronizzazioni incrociate
diventavano positive ed altamente significative, superando ripetutamente i livelli di probabilità di
P=0.05 e P=0.001 specialmente in sede temporale. Questo fatto era inaspettato ed ha costituito
l’aspetto più interessante della seduta.
Discussione
Un fenomeno del tutto analogo di aumento della sincronizzazione incrociata è stato osservato
talvolta anche dal Dr. Nitamo Montecucco nel corso di sedute di Meditazione collettiva con due
persone collegate allo stesso elettroencefalografo Brain Olotester. Nel nostro caso, le particolari
condizioni sperimentali non offrono una spiegazione semplice ed ovvia del fenomeno: i segnali EEG
erano rigorosamente indipendenti fra i due soggetti, e non sussistevano input sensoriali comuni con
caratteristiche tali da introdurre una sincronizzazione significativa fra le due attività EEG. Ho
potuto infatti stabilire, successivamente, che la presentazione contemporanea a due soggetti
qualsiasi di semplici musiche o la fissazione di uno stesso bersaglio visivo, non produce alcuna
significativa sincronizzazione incrociata dei rispettivi tracciati EEG.
Nella fase iniziale di controllo con Cristina e Filippo, non si osserva infatti nulla di ciò, pur
essendo i soggetti in condizioni sensoriali simili a quelle della fase finale dell’esperimento.
Per ottenere una significativa sincronizzazione incrociata è necessario in effetti presentare uno
stimolo ottico o acustico ripetitivo ed intenso ad una frequenza compresa fra 1 e 10 stimolazioni al
secondo circa.
Poiché le condizioni sperimentali escludono una situazione di questo tipo, a mio avviso resta aperta
la possibilita’ che il fenomeno, almeno in parte, possa essere dovuto ad una reale forma di
comunicazione extrasensoriale fra le menti dei due soggetti, con produzione di una “risonanza”
comune anche a livello delle onde cerebrali.
Se questa ipotesi potrà essere confermata da futuri esperimenti. potrebbe aprirsi una strada
completamente nuova per osservare in tempo reale un fenomeno dì “comunicazione extrasensoriale” fra
due menti, mediante il calcolo della sincronizzazione EEG incrociata fra due o più soggetti.
Il fenomeno è osservabile solo per via strumentale e non richiede l’esecuzione di alcun particolare
compito di trasmissione o ricezione di “immagini mentali” come negli studi classici di telepatia, né
richiede la descrizione delle sensazioni interne da parte di un soggetto.
Questa nuova tecnica permette di porre entrambi i soggetti in un qualunque stato alterato di
coscienza, per esempio il rilassamento, la meditazione, la trance, l’ ipnosi ed il sonno.
Al fine di ottenere risultati interessanti, potrebbe essere importante una scelta oculata delle
coppie di soggetti, che dovrebbero avere già in partenza un elevato grado di “feeling” fra di loro,
così come hanno sempre sostenuto Honorton ed altri ricercatori di pari valore.
Notevolmente interessante è stato il fatto che il grado maggiore di sincronizzazione incrociata sia
stato osservato a livello dei lobi temporali dei due soggetti.
E’ ben noto infatti che le esperienze psichiche e mistiche sono correlate con una maggiore attività
del lobo temporale (Persinger, 1983; Neppe, 1938). Nel caso della percezione extrasensoriale, è
particolarmente difficile stabilire tramite esperimenti classici se e quali aree cerebrali siano più
coinvolte. Questa nuova tecnica sembra
permettere anche una più facile individuazione delle zone eerebrali coinvolte nella psi e conferma
l’importante ruolo del lobo temporale.
E’ mia intenzione studiare più a fondo questa fenomenologia in futuro per la grande importanza che
può assumere questo fenomeno nella comprensione delle capacità psichiche più importanti e meno
conosciute della mente umana.
Gli studiosi interessati ad esaminare i dati EEG raccolti nel corso dell’esperimento, possono
richiedere all’Autore una copia del dischetto per PC-IBM compatibile contenente i dati ed i
programmi di lettura ed analisi.
NOTE SUL CONCETTO DI “ANALISI DELLA SINCRONIZZAZIONE EEG”
Queste note sono dirette al lettore interessato a comprendere meglio il concetto in questione,
eventualmente per replicare gli esperimenti con adeguate strumentazioni e programmi per computer.
L’analisi della sincronizzazione consiste nel calcolo della correlazione lineare di Pearson fra due
segnali EEG.
Il risultato è un numero R che varia fra R = 1 (i due segnali sono del tutto simili) a R = -1 (i
due segnali sono simili ma in opposizione di fase). Quando e R = 0 i due segnali sono
completamente non correlati.
Il valore della sincronizzazione vale normalmente R=0.5 – 0.8 fra le posizioni simmetriche destre
e sinistre degli emisferi cerebrali. Si può esprimere la sincronizzazione anche percentualmente
moltiplicando R per 100.
Da un punto di vista più strettamente tecnico, supponiamo di avere due segnali analogici qualsiasi,
checonsistono essenzialmente in una variazione di una tensione o di una corrente in funzione del
tempo.
E’ possibile allora digitalizzare questi segnali tramite un convertitore analogico-digitale che
trasforma i segnali in una successione di numeri proponionali al valore istantaneo del segnaleUn
segnale viene così convertito in un vettore numerico S1(X) che contiene N campionamenti del segnale
nell’intervallo di tempo T1. Un secondo segnale fornirà un’altro vettore S2 (X) contenente N
campionamenti nello stesso intervallo di tempo T1. La frequenza di campionamento è quindi pari a
N/T1 campionamenti/ secondo.
E’ assolutamente indispensabile che ogni campionamento sia contemporaneo su tutti i diversi segnali
in ingresso, in modo da ottenere dati in fase fra di loro.
Il calcolo del grado di “sincronizzazione fra due segnali” diventa allora il calcolo della
correlazione lineare di Pearson fra i vettori S1(X) e S2(X) che fornisce un numero decimale
(definito come “R”) compreso fra -1 e +1 , dove +1 significa che i due segnali sono perfettamente
in fase (massima sincronia), zero significa che i due segnali non sono correlati, e -1 significa
che sono in perfetta controfase (sincronia negativa).
Moltiplicando per 100 il numero R si ottiene la sincronizzazione percentuale fra due segnali.
Tutta questa elaborazione, inclusa la conversione analogico-digitale dei dati, richiede
strumentazioni relativamente sofisticate e programmi per computer specificamente scritti per questi
scopi.
Riferimenti Bibliografici
Cerati E., Giroldini W., (1994)”Occipital alpha rhythm and personality traits assessed with the EPI
and MHQ tests”, in fase di pubblicazione.
Giroldini W., (1991)”Eccles’s model of mind-brain interaction and psychokinesis: a preliminary
study”. Journal of Scientific Exploration, 5, 145-161
Honorton C., Berger R., Varvoglis M.. Quant M., Derr P., Schechter E., Ferrari D., (1990)
“Psi communication in the ganzfeld: experiments with an automated testing system and a comparison
with a meta-analysis of earlier studies”, Journal of Parapsychology 54, 99-139 .
Honorton C., Ferrari D., (1989) “Future telling: a meta-analysis of forced choice precognition
experiments 1935-1987″, Journal of Parapsychology, 53, 281-308.
Morris R., (1990) “Parapsychology in the 1990: Addressing the challenge”. European Journal of
Parapsychology, 8. 1-26.
Neppe V., (1983) “Temporal lobe symptomatology in subjective paranormal experiences” Journal of
the American Society for Psychical Research. 77, 1-29.
Persinger M. (1983) “Religious and mystical experiences as artifacts of temporal lobe function:
a general hypothesis”, Perceptual and Motor Skills. 57, 1255-1262.
Radin D.I, and Nelson R.D. (1989) “Evidence for consciousness-related anomalies in random physical
system”, Foundations of Physics, 19, 1499-1514.
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