Sindrome metabolica: di cosa si tratta?
Ce lo spiega la dottoressa Anna Villarini
Alimentazione e SaluteSindrome metabolica: di cosa si tratta?
Sindrome metabolica o sindrome X, che patologie scatena? Come rendersi conto di averla e come
prevenirla con lalimentazione e gli stili di vita? Ce lo spiega la dottoressa Anna Villarini che sarà presente al Congresso Nazionale di Saluscienza
Redazione Scienza e Conoscenza – 12/11/2018
Sindrome metabolica, chiamata anche sindrome X colpisce, dopo i sessantanni, il 35 per cento della
popolazione, ovvero oltre una persona su tre e, se non presa sul serio, è lanticamera per numerosa
e gravi patologie, dal diabete al cancro. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo posto alcune
domande alla biologa nutrizionista Anna Villarini, stretta collaboratrice di Franco Berrino allIstituto Tumori di Milano.
Che cosè la sindrome metabolica e quali sono i segnali della sua comparsa?
La sindrome metabolica, innanzitutto, non è una patologia, ma un insieme di fattori di rischio. La
si potrebbe quindi definire uno stadio pre-clinico di alcune patologie. Le persone a cui viene fatta
diagnosi di sindrome metabolica hanno cioè un maggior rischio di ammalarsi di malattie
cardiovascolari, di alcune malattie istologiche, di diabete e di tutta una serie di patologie
importanti, legate anche all’avanzare dell’età. La prima cosa da chiarire è quindi la differenza fra
una malattia vera e propria e le fasce più a rischio, tant’è che la Sindrome metabolica quando in
fase iniziale e quando non sottende altre patologie non si cura con i farmaci, ma con lo stile di vita, perché i parametri che la compongono non sono ancora parametri patologici.
Di sindrome metabolica prima si chiamava “Sindrome X” si parla dalla prima metà del Novecento.
Già allora si era visto che alcuni valori un po’ fuori norma si associavano ad alcune patologie,
però non era stata definita correttamente come oggi. Nel 2005, l’International Diabetes Federation,
ma anche l’American Heart Association, hanno cercato di dare delle definizioni più corrette.
L’International Diabetes Federation ha diviso per etnie i parametri che definiscono la Sindrome
metabolica, perché uno dei parametri più importanti è quello dell’obesità addominale. Poiché le
persone, a seconda della razza, sono strutturalmente diverse, non si è trovato un modo di misurare
l’obesità addominale ovviamente, senza fare dei test invasivi quali la TAC uguale per tutti. È
stato quindi stabilito che nelle popolazioni dove le persone sono tendenzialmente più grandi (ad
esempio, l’America del Nord), il giro vita, che è appunto la stima del grasso addominale, nella
donna non deve superare gli 88 centimetri e nel maschio i 102 centimetri. Per l’etnia europea, però,
la donna non dovrebbe superare gli 80 centimetri di giro vita e l’uomo non dovrebbe superare i 94
centimetri. Il giro vita si misura nel punto più stretto, che solitamente corrisponde a due o tre
dita sopra l’ombelico. Non si misura mai nell’ombelico, perché all’ombelico siamo tutti più sporgenti.
Al giro vita elevato si associamo altri quattro fattori di rischio, che sono: la pressione arteriosa
superiore a 130/85; i trigliceridi superiori a 150; la glicemia superiore a 100; il colesterolo buono (HDL) inferiore a 40 nel maschio e inferiore a 50 nella femmina.
Come dicevo la sindrome metabolica non è una patologia: faccio un esempio per chiarire meglio. La
pressione arteriosa diventa patologica, quindi necessita di un farmaco, quando è sopra 140/90. Qui,
però, il limite che viene messo è più basso di 140/90, infatti è di 130/85. La glicemia diventa
patologica quando il glucosio è sopra 126 e si associa anche, tra l’altro, ad emoglobina glicata
alta. Pertanto una glicemia a 100 non porta alla diagnosi di diabete e non deve essere trattata farmacologicamente.
Questi sono parametri che aumentano il rischio di avere una patologia, che però posso correggere
modificando gli stili di vita, quindi non devo prendere un farmaco. La diagnosi di sindrome
metabolica si fa quando, di questi cinque fattori di rischio di cui abbiamo detto, se ne presentano
almeno tre. Da tre a cinque, è Sindrome metabolica, mentre da uno a due non si fa ancora diagnosi,
ma anche in questo caso si dovrebbero consigliare stili di vita adeguati per riportare nella norma i parametri.
I 5 fattori di rischio della sindrome metabolica
1) Misura del girovita non superiore a 80 cm per le donne e 94; per gli uomini per la razza europea.
2) Pressione arteriosa superiore a 130/85;
3) Trigliceridi superiori a 150;
4) Glicemia superiore a 100;
5) Colesterolo buono (HDL) inferiore a 40 nel maschio e inferiore a 50 nella femmina.
La diagnosi di sindrome metabolica si ha quando si manifestano almeno 3 fattori di rischio su 5.
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Rivista – Settembre 2018
Nuove scienze, Medicina Integrata, Coscienza
www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-66-settembre-2018.php?pn=1567
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