Sole e Natura: un Inno alla Vita

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Sole e Natura: un Inno alla Vita

Il Sole e la Natura possono essere vissuti come risorse interiori che ci aiutano a cogliere il sapore della Vita e risvegliare il nostro archetipo Luminoso

di Bruno Fuoco – 08/07/2015

Sole e Natura: un Inno alla Vita

In alcuni momenti della nostra Vita si acuisce il bisogno di uscire dal “torpore psichico” e di tornare a provare il gusto della vita: “molti di noi hanno imparato a guardare e ascoltare di meno, a intorpidire i propri sensi rispetto alla bellezza del mondo naturale… sentendoci vuoti ci lanciamo in attività compulsive insoddisfacenti che non ci nutrono” (1).
Con il trascorrere degli anni, tendiamo, purtroppo, a perdere il sapore della Vita. Ci ricorda Aïvanhov: “gli uomini respirano, mangiano, camminano, vedono, ascoltano, senza che la loro coscienza prenda parte attiva a queste attività; si direbbe che la loro sensibilità sia andata affievolendosi a poco a poco. Ma ecco che qualcuno si ammala… poi, un giorno, entra finalmente in convalescenza, e allora, all’improvviso, il cibo, l’aria e la luce gli appaiono deliziosi. E che gioia potersi di nuovo spostare liberamente, uscire a contemplare il cielo, gli alberi e tutta la natura, ascoltare il vento e il canto degli uccelli!” (2).
Ma come possiamo cogliere, proteggere e ampliare questo ‘sapore’ nella vita di tutti i giorni? L’esempio appena citato, ci indica la strada: dobbiamo partecipare “interiormente” alla vita che viviamo.

A ben vedere, il ‘gustare’, anche al solo livello fisiologico, comporta una assimilazione dell’oggetto: se facciamo nostre le bevande e i cibi, possiamo coglierne il sapore. Lo stesso vale per la vita che viviamo: se proviamo a sperimentare la sacralità della Vita e della Natura, allora, potremo conoscerne il sapore. Il ‘gusto della vita’ è, dunque, una esperienza vissuta consapevolmente dal nostro intero organismo psico-fisico, quando si nutre, respira, agisce, contempla… (3). La vita vissuta, in modo inconsapevole e automatico, impedisce di cogliere il gusto e il senso della Vita.

La vita che viviamo non ha una intensità standard, ma presenta diverse gradazioni che tutti abbiamo sperimentato: quando ci siamo sentiti compressi, oppure, dilatati; sprofondati, o al contrario, elevati. Quando, ad esempio, abbiamo vissuto una sensazione di pienezza interiore e ci siamo sentiti parte viva e integrante della Natura, abbiamo sperimentato una qualità elevata della Vita.
Peraltro, anche Fritjof Capra osserva che vi sono diversi gradi di intensità della vita: “i nostri momenti spirituali sono quelli in cui sentiamo la nostra vita con maggiore intensità. Il punto culminante di questi momenti consiste in un profondo senso di unità con il Tutto, un senso di appartenenza all’intero universo… la nuova concezione scientifica della Vita è in grado di rendere ragione di questo senso di Unità con il mondo naturale” (4).

In relazione con la Natura per viveve con pienezza

Rinnovare la relazione interiore con il mondo naturale, in effetti, appare fondamentale per ravvivare l’intensità e il sapore della nostra stessa Vita. Se non nutriamo relazioni vive e autentiche con la Natura impediamo a noi stessi di provare stati di pienezza interiore, come ha ben precisato Aïvanhov (5). Purtroppo, per molto tempo, abbiamo preferito immaginare una Natura muta e vuota. Affermazioni di segno diverso, venivano considerate quali espressioni di visioni panteiste. Rifkin evidenzia, infatti, che le narrazioni di alcune religioni sono rimaste per lungo tempo “disincarnate ed extramondane, tagliando fuori così l’estensione empatica, la ricerca di comunione tra gli esseri e l’immanenza di Dio nel cosmo” (6). Ma queste interpretazioni materialistiche ed egocentriche, paradossalmente anche di matrice religiosa, non appaiono più in sintonia con le nostre sensibilità e le acquisizioni scientifiche. Ci ricordano Boff e Hathaway che “tutti i biografi di San Francesco attestano il suo straordinario affetto per tutte le creature; lo riempiva di una gioia mirabile e indicibile guardare il Sole o la Luna o le stelle del firmamento” (7). D’altronde, anche la recentissima Enciclica, ‘Laudato si’, va in questa ultima direzione.

La rinnovata relazione interiore con la Natura, non va confusa, però, con la ricerca delle tradizioni legate al culto delle forze della natura e degli istinti. È opportuno fare un distinguo. Come nell’uomo sono riscontrabili una natura “inferiore”/“superiore”, come si evince da ciò che accade nella vita collettiva e dalla nostra introspezione, così analoghe manifestazioni sono osservabili nel mondo naturale (8): infatti, alcuni uomini adottano modelli comportamentali ispirati a ciò che accade (violenza, astuzia etc.) nella savana, altri adottano modelli ispirati alla generosità e al calore solare, alla purezza delle cime innevate delle montagne e alla calma interiore dei limpidi laghi. La Natura, effettivamente, ci offre un grande insegnamento pedagogico che sarebbe nobile offrire già nella prima infanzia per preparare nuove generazioni in grado di apportare valori autentici nella vita sociale. La Natura, così concepita, può diventare per noi, realmente, “Madre natura”.
La rinnovata relazione interiore con la Natura non va, nemmeno, confusa con la sola speculazione intellettuale giacché deve coinvolgere, per essere tale, il nostro cuore, la nostra condotta di vita e la nostra moralità.

La potenza vivificante del Sole

In questa prospettiva, occupa un posto importante la relazione interiore con il Sole, modello della Natura “Superiore” a cui prima facevamo riferimento. La “potenza vivificante del Sole” su cui anche Leonardo investigava (9), è una fondamentale risorsa per la nostra vita non solo fisica ma anche psichica e mentale. Molti studi sono stati condotti sulla influenza della luce del Sole.
Ad esempio, lo scienziato C. R. Rossi, nel ricostruire la catena della Vita, afferma: “il mio Pensiero, la parola o la scrittura… la musica, la pittura, l’arte sono espresse tramite il potenziale elettrochimico transmembrana neuronale che viene dalla luce del Sole… le cellule, con la loro straordinaria e armonica complessità intesa a dare a noi la vita, parlano di Dio. La vita delle cellule: una piccola corrente elettrica dalla Luce del Sole al pensiero. Guardo stupito. Ammirato, commosso…” (10). Ma se le cellule alimentate dal Sole ci parlano di Dio, occorre ammettere che il Sole, con la sua “potenza vivificante”, deve contenere, a maggior ragione, un Suo elevato messaggio a noi destinato: infatti, “de Te Altissimo porta significatione” affermava San Francesco di Assisi nel suo famoso Cantico (11). Dovremmo, allora, chiederci nell’ambito di una riconciliazione onesta con la Natura, come può non essere ritenuta cosciente quella energia che, come sopra evidenziato, ci permette di pensare e di parlare. La rinnovata relazione interiore con il Sole, comporta, dunque, l’esigenza di considerare la luce solare, viva e cosciente, e non soltanto come un flusso di fotoni o una vibrazione fisica (12).

Qual è, pertanto, la “significatione” del Sole per la nostra vita? Con quali modalità possiamo cogliere questa significatione? Come possiamo ravvivare la nostra vita tramite la Natura?
Una delle modalità più efficaci in grado di ripristinare il collegamento tra la nostra vita interiore e la Natura è la contemplazione del sorgere del Sole (13). Lungi dall’essere manifestazione di una concezione panteista, la contemplazione del sorgere del Sole esprime il profondo desiderio di cogliere quella “significatione” al fine di portarla nella nostra esistenza quotidiana.
Il fatto che nel passato il Sole sia stato oggetto, talvolta, di culto fine a se stesso, non è un motivo intelligente per rifiutarne oggi il suo valore sapienziale, soprattutto, nel quadro della cosmologia “vivente e vitale” quale quella, ad esempio, recepita dalla Carta della Terra (14).
Il timore di legittimare antichi culti ci ha, talvolta, indotti nell’errore di porre nell’ombra la ricchezza della Natura, affettiva e cognitiva, della quale abbiamo bisogno per il nostro sviluppo etico. Il Sole con il quale siamo già naturalmente connessi nella comune Rete della Vita (15), può risvegliare in noi la nostra natura solare, il nostro Sé superiore, la nostra supercoscienza.

Riprendere i contatti vivi con la Natura, entrare in relazione con i suoi “Significati”, contemplarne la bellezza e la purezza, può solo renderci uomini migliori e può spingerci non verso il culto delle forze o la liberazione degli istinti, ma, al contrario, ad assumerci le nostre responsabilità e a esprimere la nostra vera Natura empatica e collaborativa, in sintonia anche con la “Significatione” oblativa del Sole.
Le stagioni primaverili ed estive (16) offrono una grande occasione, tramite la contemplazione del sorgere del Sole, per ripristinare con equilibrio e gioia il collegamento con la nostra Natura più autentica, interiore ed esteriore.

***
(1) L. Boff – M. Hathaway, Il Tao della liberazione, Fazi, 2014, p. 198.
(2) O.M. Aïvanhov, Pensieri Quotidiani, 30 aprile 2014, Prosveta.
(3) Idem, I semi della Felicità, Prosveta.
(4) F. Capra, La scienza della vita, Rizzoli, pp. 114-115.
(5) O.M. Aïvanhov, Conférence “La plenitude”, 3 mai 1947, Prosveta. Cfr. Idem, Regole d’oro per la vita quotidiana.
(6) J. Rifkin, La civiltà dell’empatia, Mondadori, p.159.
(7) L. Boff – M. Hathaway, op.cit., p. 563.
(8) O.M. Aïvanhov,La natura naturale e la natura antinaturale in La Chiave essenziale, Opera Omnia, Prosveta. Maturana osservava: “a che scopo educare? Per recuperare questa fondamentale armonia che non distrugge, che non sfrutta, che non abusa, che non pretende di dominare il mondo naturale, ma che vuole conoscerlo nell’accettazione e nel rispetto, nello stupore della sua bellezza, affinché il benessere umano si produca nel benessere della natura nella quale si vive” Emozioni e linguaggio, p. 39.
(9) F. Capra, L’anima di Leonardo, Rizzoli, p. 326. Leonardo da Vinci aveva riconosciuto che “l’energia che guida i cicli biologici di crescita e rinnovamento, vita e morte, proviene dal Sole. I cicli della vita nel mondo naturale e la potenza vivificante del Sole furono le fondamentali caratteristiche della vita che Leonardo osservò e studiò”, ivi.
(10) Citato da B. Fuoco, Le nostre scelte nella rete della vita, 2015, www.nuoveattitudini.it. Una affermazione analoga è attribuita ad Albert Szent-Györgyi (premio Nobel per i suoi studi sulla vitamina C): “ciò che sostiene la vita… è una piccola corrente elettrica di luce mantenuta dal Sole“.
(11) Peraltro, anche Filone Alessandrino aveva scritto che tutte le opere che ci circondano sono anche poemi e messaggi per l’umanità, cfr. G. Ravasi, www.avvenire.it, 19 aprile 2008. Nei testi sacri è presente l’idea della “Natura”depositaria di significati. Certamente, questa presenza divina nella Natura non significa identità panteistica tra creato e Creatore. Ci ricorda Ravasi: “nel Salmo 19 dedicato al Creato è il sole che, come un atleta o un eroe gagliardo, corre la sua orbita quotidiana divenendo quasi un araldo del suo Creatore”, L’armonia della creazione nella Scrittura, Convegno Nazionale “Costruire bene per vivere meglio”, Roma, aprile 2008.
(12) O.M. Aïvanhov, La Luce, Spirito vivente, Prosveta.
(13) Sul Sole fisico e sul sole spirituale, nonché sui metodi per esercitare questa disciplina e conoscere i relativi benefici, rinviamo a O.M. Aïvanhov, Lo yoga del sole, Opera Omnia n.10; Idem, Meditazioni al Sorgere del Sole, Prosveta edizioni.
(14) Cfr. L. Boff – M. Hathaway, Il Tao della liberazione cit.
(15) F. Capra, la Rete della vita, Rizzoli; B. Fuoco, Le nostre scelte nella Rete della vita cit., www.nuoveattitudini.it.
(16) Vedi nota 13.

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