Sonicoterapia ed applicazioni

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Sonicoterapia ed applicazioni

Sonicoterapia

La Sonicoterapia con polistimolazione sincrona multi-imput mediante onde soniche (metodo
sonicoterapico), è una nuova tecnica di stimolazione sensoriale audio-tattile del paziente, che
induce risposte neurologiche efficaci in tempi molto più rapidi rispetto ai metodi di
monostimolazione recettoriale già noti. Si caratterizza per la sinergia e la simultaneità d’azione a
livello fisico e psichico.
Il risultato della ricerca medica e tecnologica più avanzata sull’applicazione terapeutica delle
onde infrasoniche e soniche è stato messo in atto come metodo per conseguire un’esperienza esclusiva
che riesce ad evocare stati emozionali indimenticabili con sensazioni soggettive di benessere.
Costituisce un nuovo supporto per il trattamento non farmacologico della depressione, dell’ansia,
dello stress. Rappresenta un’evoluzione nella psicomusicoterapia, nel training autogeno e nella
medicina antalgica, riabilitativa, estetica, in relazione alle specifiche esigenze. Sul piano fisico
trova impiego come tecnica di micromassaggio cellulare per la tonificazione e la decontrazione
muscolare, in particolare può contribuire a restituire elasticità alle articolazioni della colonna
vertebrale, con possibili effetti antalgici mirati. Coadiuva nel trattamento dietologico
dell’obesità di origine alimentare con componente stressogena, agisce sul microcircolo
emato-linfatico e sulla lipolisi. La sonicoterapia rappresenta un importante mezzo di prevenzione,
utile a migliorare la qualità complessiva della vita, sia nel soggetto sano, che in numerose
patologie dove sono presenti cofattori legati allo stress e al dolore cronico.

L’Unità Sonica per micromassaggio può essere impiegata sia in ambito benessere, che come ausilio
terapeutico, con applicazioni della durata di 25/30 minuti, modulate in intensità e frequenza. Il
sistema utilizza onde soniche che agiscono a livello fisico sul tono muscolare, stimolando la
contrazione e la decontrazione delle fibre muscolari con effetti antalgici e antispastici. A livello
psichico è possibile ottenere in breve tempo uno stato di rilassamento profondo, con sensazioni
soggettive di benessere. La polistimolazione sensoriale viene ottenuta con musica o frequenze
specifiche, percepite in modo tattile a livello corporeo.
I principali effetti generati dalle onde soniche consistono in:

Contrazione/decontrazione delle fibre muscolari singole e associate
Stimolazione del tono muscolare
Azione antispastica e antalgica
Azione sugli edemi periferici
Micromassaggio profondo
Riequilibrazione posturale e della colonna vertebrale
Riduzione della stanchezza (astenia fisica e psichica)
Polistimolazione sensoriale, antistress e antidepressiva
Percezione del suono musicale per via corporea
Sensazione di benessere e relax psicofisico
Miglioramento complessivo della qualità della vita

Applicazioni Sonicoterapia

La sonicoterapia permette di ottenere specifici effetti neurofisiologici e biologici, con
implicazioni somatopsichiche.

Questo sistema di stimolazione penetrante nei tessuti, oltre ad attivare la sensibilità tattile,
pressoria e vibratoria (flutter), può operare con differenti parametri di intensità, durata,
frequenza ed ampiezza d’onda, su:

1)Fibre muscolari (contrazione isometrica e rilassamento con progressivo miglioramento del tono
muscolare – frequenza < 150 Hz/ampiezza onda picco-picco 0,5/2 mm). 2)Cellule tissutali di altro genere, comprese quelle adipose e cartilaginee (oscillazioni
volumetriche).

3)Sinapsi neuromuscolari e neurorecettori (trasmissione degli stimoli motori, viscerali e sensitivi
indotti).

4)Ricambio cellulare incrementato (si ipotizza una più celere eliminazione delle cellule somatiche
in fase senile/degenerativa per lisi delle membrane cellulari più fragili, sottoposte a stress
meccanico da onde soniche a bassa frequenza). Al contrario le cellule integre, più giovani e vitali,

potrebbero rispondere alla medesima stimolazione migliorando la propria tonicità, il trofismo e
l’efficienza, sia a livello energetico che degli scambi metabolici intra/extra cellulari. Inoltre
potrebbe essere favorita sul nascere l’eliminazione di singole cellule cancerose e un’azione diretta
sul tumore, associata con chemio o radioterapia, potrebbe determinare una più rapida riduzione della
massa tumorale per necrosi di quelle cellule cancerose divenute meno vitali dopo le suddette
terapie. La possibilità che la sonicoterapia possa essere efficacemente impiegata in ambito
oncologico deve al momento, essere considerata essenzialmente teorica.

5)Riduzione del livello di stress psicofisico e del dolore cronico (agente stressogeno). E’
confermato da molteplici studi che questi fattori interagiscono con le difese immunitarie,
diminuendone l’efficacia.

6)Stimolazione della secrezione di endorfine e più in particolare di neurotrasmettitori come la
serotonina, con attività antidepressiva ed effetti positivi sul comportamento alimentare e sullo
stress cronico, inteso come fattore concausale dell’obesità (o da essa derivante), della colite
ulcerosa, del tumore del colon. Con la sonicoterapia è ottenibile un miglioramento della qualità
della vita globale, il cui impatto può essere misurato valutando i risultati del cambiamento. Nei
pazienti oncologici l’obiettivo è quello di migliorare la loro qualità di vita, riducendo l’ansia,
lo stress post-traumatico, la sintomatologia depressiva e possibilmente il dolore. Il risultato può
essere auto valutato come incremento della sensazione di benessere soggettivo dal punto di vista
fisico, mentale, psicologico-emotivo e sociale. Le lunghe sedute di chemioterapia effettuate
contemporaneamente alla sonicoterapia sull’apposito lettino, saranno meno sgradevoli, meno
traumatizzanti e più sopportabili.

Terapia antalgica locale o generale per il controllo del dolore somatico superficiale e profondo,
acuto e cronico (utilizzo di onde soniche con frequenza di 100 Hz – ampiezza picco-picco 1,5 mm):
inibizione segmentaria spinale delle afferenze 1a sulla trasmissione degli input nocicettivi /
barrage afferente (fibre mielinizzate a rapida velocità di trasmissione dei segnali nocicettivi:
tipo 1a) con attivazione del controllo midollare sulle informazioni trasportate dalle fibre tipo A
delta e C (scarsamente mielinizzate / non mielinizzate a lenta velocità di conduzione), azione
antalgica centrale sul dolore somatico superficiale e profondo / effetto gate-control / modifica e
interruzione del percorso preferenziale instauratosi nella trasmissione del dolore; – possibile
azione a livello di fattori infiammatori nel caso siano corresponsabili del dolore cronico; –
probabile interferenza dovuta alle endorfine che esplicherebbero attività analgesica legandosi a
particolari recettori, i medesimi sui quali si legano gli oppioidi (es. morfina).

Il livello di endorfine contribuisce a determinare il valore soglia al di sopra del quale
l’organismo può avvertire dolore. In effetti questo tipo di terapia potrebbe indurre un aumento
delle endorfine, percepito soggettivamente come sensazione di benessere che si tradurrebbe
nell’innalzamento del valore soglia. Per quanto riguarda la percezione del dolore la questione è più
complessa. L’aumento delle endorfine di per sé non esclude la trasmissione degli impulsi nocicettivi
e la percezione residua del dolore. Pur considerando le molteplici variabili in gioco, sarebbe
comunque importante conoscere il livello raggiunto dalle endorfine, se questo vari prima, durante o
dopo il trattamento e se l’eventuale scomparsa del dolore sia concomitante con un loro significativo
aumento o avvenga per interferenza sensoriale dovuta a stimolazione cinestesica o ad altra causa.
Oltre alle endorfine, anche l’eventuale incremento della serotonina potrebbe risultare importante
nel trattamento del dolore cronico per l’effetto inibitore che ha sui neuroni del trigemino ed a
livello spinale, su quelli di secondo ordine. E’ importante sottolineare che l’analgesia ottenibile
su pazienti con sindromi algiche di varia natura non è né un effetto placebo, in quanto non viene
somministrata alcuna sostanza (es.: eccipienti inattivi dal punto di vista farmacologico), né
un’interferenza da suggestione o di tipo ipnotico che non può avere un’azione diretta a livello
recettoriale. Un’azione ipnotica addizionale può invece essere prodotta mediante infrasuoni ed
effetti ottici. Viene comunque facilitato il rilassamento e migliorata la collaboratività del
paziente.

A) La sonicoterapia (trattamento strumentale con mezzi fisici) può essere eseguita localmente
(terapia antalgica, riabilitazione neuromuscoloarticolare, fisioterapia con effetto decontratturante
antispastico che riduce l’ipertono muscolare, azione di micromassaggio muscolare profondo, di
linfodrenaggio dovuto alle onde soniche che in fase di compressione compattano la matrice cellulare
con conseguente riduzione degli spazi interstiziali ed all’azione di spinta sui liquidi
extracellulari presenti; riattivazione del microcircolo ematico, azione su discopatie, artrosi,
calcificazioni articolari post traumatiche, inestetismi di vario tipo). La stessa potrebbe risultare
utile in oncologia (rif. punto n. 4), previa sperimentazione in vitro e clinica.

B) La terapia praticata sul paziente in toto, disteso su un apposito lettino (unità per
sonicoterapia generale), potrebbe trovare indicazioni in ambito psicoterapico, nell’ipnosi clinica e
nelle cure palliative, favorendo il rilassamento con effetti antalgici diffusi e
l’induzione-mantenimento del sonno. La sonicoterapia è di supporto nella cura della depressione, in
quella dello stress acuto o cronico e nell’ambito della prevenzione oncologica (rif. punto n. 5 e 6:
immunodeficienze da stress e dolori cronici). La stimolazione polisensoriale simultanea, prodotta
dalle onde soniche e sonore ad opportune frequenze, potrebbe favorire la ripresa del contatto con la
realtà e l’ambiente circostante nei pazienti in coma, negli autistici e in alcuni casi di soggetti
con deficit sensoriali o disturbi neuromuscolari, nella malattia di Alzheimer*, nella sindrome di
Rett, nella fibromialgia, nell’osteoporosi** e in altre patologie attualmente in fase di
valutazione,
comprese quelle psichiatriche, quando sia utile l’azione calmante/rilassante ottenibile con
infrasuoni e onde sinusoidali digitalizzate a bassa frequenza in pazienti inclini all’agitazione o
all’iperattività. Le medesime attrezzature possono invece stimolare pazienti passivi o depressi.

In psicanalisi e in psicoterapia, con la tecnica di stimolazione multisensoriale (cinestesica
tattile, uditiva) si determina il raggiungimento di uno stato di pre-sonno che favorisce l’induzione
ipnotica. In questa fase diminuisce la capacità di vigilanza con conseguente riduzione della
predominanza del pensiero logico sull’illogico. E’ agevolata l’entrata in rapport col terapeuta, la
presa di coscienza e l’esposizione di problematiche individuali, la meditazione, l’intuizione
creativa (intesa come riassetto delle informazioni e conoscenze associate, con nuove interpretazioni
di fatti, esperienze e stati d’animo), la risoluzione dei quesiti può mostrarsi più agevole.

Nei trattamenti psicoaudiosensoriali la durata standard per le singole applicazioni è di circa 20
minuti a seduta, ma il trattamento può arrivare a tempi di 12-24 ore al giorno (pazienti in stato
comatoso, malati terminali, disturbi del sonno, ecc.), variando opportunamente le frequenze
impiegate nel range di riferimento e modulandone l’intensità. La terapia può essere applicata a
tempo indeterminato. Il soggetto viene fatto sdraiare sull’unità per la sonicoterapia dove frequenze
specifiche preselezionate vengono trasmesse attraverso l’apparato e possono essere avvertite in
punti precisi del corpo.

Il terapeuta è in grado di avvalersi di più programmi per trattare casi distinti in modo mirato.
Durante le sessioni o al loro termine possono essere utilizzati test psicologici, misurazioni
fisiche o di parametri fisiologici per la valutazione dei risultati (EEG, EOG, EMG, ECG, ecc.).

L’azione si basa sull’emissione delle onde soniche alle frequenze di stimolazione, oscillazione e
risonanza intrinseche del sistema neuro-sensoriale umano (onde cerebrali, meccanororecettori,
recettori nocicettivi, recettori delle fibre muscolari, ecc.). Queste frequenze sono generate e
visualizzate da programmi computerizzati o vengono preregistrate su supporti di memoria digitale.

A livello centrale esiste una correlazione tra frequenza e ampiezza d’onda dello stimolo esterno
indotto e il tipo di onde cerebrali emesse dal soggetto in esame. Si ipotizza che i neuroni
corticali sottoposti a polistimolazione audiotattile simultanea di intensità superiore alla soglia
fisiologica di percezione, rispondano in frequenza mediante modulazione sincronizzata e adattamento
delle onde cerebrali emesse per risonanza. Il cervello tenderà quindi a modificare progressivamente
la propria attività in direzione della frequenza specifica dello stimolo ricevuto, anche se di
differente natura. L’obiettivo è quello di condurre i predetti neuroni ad un determinato stato di
emittenza. Si procede alla stimolazione impiegando una frequenza prossima a quella delle onde
cerebrali evidenziate mediante EEG. Successivamente si varia (+ / -) la frequenza e l’ampiezza
d’onda dello stimolo applicato, seguendo la velocità di risposta all’adattamento delle onde
cerebrali sincronizzatesi, fino al raggiungimento dello stato desiderato.

Esempi d’impiego:

N°-1) Lo stato ansioso o di stress in condizione di veglia è abitualmente associato ad una
produzione di onde Beta con frequenze superiori ai 21 cicli per secondo, l’obiettivo è quello di
diminuirne la frequenza fino a raggiungere quella delle onde Alfa, spesso accompagnata da
incrementata produzione di endorfine, sensazione soggettiva di benessere, assenza di pensieri
ossessivi ad occhi chiusi.

N°-2) L’insonnia è caratterizzata da difficoltà nel raggiungere e mantenere il ritmo Delta per un
tempo adeguato. Si procede come in precedenza, agevolando il rallentamento dei ritmi cerebrali da
Beta (14-35 Hz / 5-10 microvolts) ad Alfa (8-13 Hz / 50 microvolts di media), Theta (5-7 Hz) e Delta
(0,5-4 Hz / fase NREM) fino allo stato inconscio del sonno profondo, previo passaggio tramite i tre
stadi precedenti del sonno. Questa tecnica potrebbe essere utilizzata nelle cure palliative con
finalità antalgiche, abbinandovi onde sinusoidali con frequenze entro i 100 Hz, trasmesse su canale
parallelo.

N°-3) Ove possibile, partendo da una condizione di coma reversibile, potrebbe essere tentato il
procedimento inverso per agevolare l’accesso allo stato vigile, aumentando progressivamente la
frequenza di stimolazione.
La tecnica di polistimolazione simultanea (audiotattile-biauricolare a frequenza differenziata)
induce una risposta molto più rapida ed efficace rispetto alla mono stimolazione. Il ritmo raggiunto
dalle onde cerebrali tenderà a mantenersi per qualche tempo anche dopo che sarà stata interrotta la
stimolazione.

L’unità per la sonicoterapia è stata messa a punto anche per coloro che hanno disabilità multiple
con compromissioni verbali e non, ad esempio con deficit uditivi, visivi e tattili. Vengono
utilizzati input sensoriali del tatto per implementare quelli uditivi e della vista. Le probabilità
che anche bambini autistici rispondano a questo particolare mezzo di comunicazione, potrebbero
diventare maggiori. In tutti i bambini è possibile aiutare a sviluppare e rafforzare i concetti di
base incluso il ritmo, il tempo, la dinamica, la verbalizzazione, la socializzazione, il
coordinamento, le capacità motorie generali e l’autoconsapevolezza. Quelli che hanno difficoltà a
muoversi non solo udranno la stimolazione sonorotattile, ma la avvertiranno come una sensazione
fisica piacevole. Questa esperienza emozionante potrà essere d’aiuto ai bambini inattivi e non
partecipi per identificare meglio le percezioni che provano, suscitare in loro il desiderio di
muoversi e continuare a sperimentare nuove sensazioni. I bambini che non rispondono alle
sollecitazioni verbali ma a quelle motorie, potranno arrivare ad essere più attivi, battere a tempo
le mani, i piedi, saltare spontaneamente, etc.

La stimolazione precoce dei bambini sordi o ciechi risulta vitale per il loro sviluppo intellettivo.
Per queste persone le compromissioni sensoriali sono quelle più gravi in quanto le fanno vivere in
un mondo isolato. Attraverso il contatto con la struttura di cui trattasi, sarà possibile comunicare
più facilmente il concetto di suono e quello del ritmo in modo tangibile.

Un adattamento molto interessante di questo sistema riguarda il collegamento di un microfono per
poter percepire simultaneamente le vibrazioni della voce del terapeuta o della propria voce mentre
si parla o si canta utilizzando il microfono stesso. Tutta la struttura risuona mentre avvengono le
vocalizzazioni. In particolare questa tecnica può essere usata con soggetti che hanno ritardi
verbali, dato che un input sensoriale coordinato rappresenta una sollecitazione aggiuntiva che
arriva ad agire per altri canali di comunicazione.
L’intervento sonicoterapico in situazioni di grave compromissione delle funzioni psicomotorie,
nonché di quelle sensoriali ed espressivo-comunicative, è utilizzabile per individuare le tracce di
una relazione possibile tra terapeuta e paziente, che superi il concetto di accudimento, attraverso
la ricerca di elementi comunicativi rintracciabili nel parametro sonoro- tattile e attivabili
mediante una consapevole strategia riabilitativa. Tale strategia è indicata nell’ottica della
possibile integrazione della personalità sul piano spaziale, temporale e sociale, in vista della
migliore armonizzazione raggiungibile a partire dai meccanismi neurofisiologici di base.

L’obiettivo del trattamento è il sostegno al benessere psicofisico, al rilassamento e
all’armonizzazione delle funzioni primarie quali il respiro, il battito cardiaco, la pressione
arteriosa, fino all’attenzione comunicativa.
Il terapeuta dovrà porsi degli obiettivi effettivamente compatibili con le caratteristiche delle
persone trattate, contribuendo all’integrazione sensoriale attraverso la transmodalità applicata a
quei pazienti che possano percepire, almeno a livello subliminale, la stimolazione polisensoriale
loro trasmessa. Nel caso di bambini che presentino un grave ritardo generale dello sviluppo
psicomotorio, tali obiettivi dovranno configurarsi ragionevolmente come micro-obiettivi realizzabili
nel contesto di una strategia di integrazione tra corpo, suono e movimento. Il trattamento sarà
finalizzato all’armonizzazione psico-fisica, allo sviluppo di abilità comunicative di base,
all’incoraggiamento delle abilità sonore/verbali, allo sviluppo dell’orientameno spazio-temporale,
nonché all’incoraggiamento della mobilità, compatibilmente con i risultati ottenibili con la
sonicoterapia anche in tema di rilassamento psicofisico e riduzione della spasticità muscolare,
qualora presente.

estratti da www.ricercamedica.com

approfondimenti su: www.sublimen.com

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