Un nuovo studio rivela in che modo il nostro sonno cambia con l’età, e come questo cambiamento è
connesso con lo sviluppo del nostro cervello.
7 OTTOBRE 2020 | CHIARA GUZZONATO
Per decenni la scienza si è interrogata sui misteri del sonno, e molti rimangono ancora irrisolti.
Quello che possiamo affermare con ragionevole certezza è che più il nostro cervello cresce, meno
abbiamo bisogno di dormire. Una ricerca pubblicata su Science Advances ha cercato di approfondire la
questione, scoprendo che attorno ai due anni e mezzo di età cambia il motivo per cui dormiamo, e con
esso il modo in cui lo facciamo.
SONNO RISTORATORE. Vi sono due principali ragioni per le quali dormiamo: per permettere alle nostre
connessioni neurali di riorganizzarsi (in altre parole apprendere) o di ripararsi. Durante le ore di
veglia, infatti, il cervello viene logorato dal flusso sanguigno e dalla produzione di sostanze
chimiche nocive, e il sonno ha la funzione di “ripulirlo”: «Funziona un po’ come per le linee della
metropolitana», spiega Geoffrey West, uno degli autori, «che vengono riparate di notte per evitare
interruzioni durante il giorno».
Il sonno si divide in due fasi principali: la REM (dall’inglese random eye movement), una fase
caratterizzata da movimenti rapidi degli occhi, e la non-REM, composta da fasi di sonno leggero
alternate a periodi di sonno profondo. Durante la fase REM, prevalente nei primi anni di sviluppo
del nostro corpo, il nostro cervello impara e si riorganizza; la fase non-REM caratterizza invece il
resto della nostra vita, e serve a riparare i “danni” arrecati al cervello durante il giorno.
IL PUNTO DI NON RITORNO. I ricercatori hanno osservato che poco prima dei 2 anni e mezzo di età il
nostro sonno cambia radicalmente, passando da essere maggioritariamente di tipo REM a principalmente
non-REM. In altre parole, crescendo non abbiamo più bisogno di dormire per riorganizzare le
connessioni neurali e imparare, ma riposiamo per riparare ai danni causati durante il giorno e
“azzerare” lo stress accumulato. Mentre i neonati passano in fase REM circa il 50% del sonno, questa
percentuale scende al 25% per i bambini di dieci anni e crolla al 15% per un ultracinquantenne.
«Dovremmo indagare a fondo sulla questione», sottolinea Van Savage, autore dello studio, «e capire
esattamente che cosa accade quando avviene questo cambio repentino».
advances.sciencemag.org/content/6/38/eaba0398/tab-article-info
da Focus.it
Lascia un commento