Sri Matsya e la Teoria delle Superstringhe

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Sri Matsya e la Teoria delle Superstringhe

Varie civiltà antiche affermano che nel lontano passato ebbe luogo una grande inondazione. Esse
concordano anche nell’affermare che Dio o gli Dei mandarono questa inondazione per distruggere
l’umanità con un atto di punizione divina, perché l’uomo era diventato così depravato che Dio voleva
ricominciare da capo. Troviamo questa inondazione nel racconto biblico dell’Arca di Noè, nella
descrizione puranica di Matsya Avatara e nel racconto di Utnapishtim nell’Epica di Gilgamesh e in
altre tradizioni. Nella tradizione vedica, Dio ricomincia ripetutamente da capo, mentre le grandi
ere si susseguono, a volte con inondazioni che pongono fine ad una di esse prima che ne inizi
un’altra. La maggior parte delle persone considera questa inondazione un mito, intendendo dire con
ciò sia che essa non può essere provata con mezzi empirici sia che non sia avvenuta affatto.

L’autore di un articolo di World Culture, una rivista universitaria online, non è d’accordo, in
particolare perché alcune culture del mondo, separate fra loro dal tempo, dallo spazio e dalla
visione del mondo, assicurano tutte che questo fatto è avvenuto. Questa unanimità di visione, dice
l’autore, sarebbe molto improbabile se il racconto non avesse qualche fondamento di realtà. La
versione puranica, da parte sua, viene chiaramente presentata come una storia vera. La prima
incarnazione di Visnu, nella sequenza storica, prese la forma di un pesce, di nome Matsya. (Matsya
significa “pesce” e a questa sua incarnazione ci si riferisce con i nomi Matsya o Matsya Avatara.)
Nel Moby Dick Herman Melville si riferisce a quello che considera come il “mito indù”
dell’incarnazione di Visnu come balena, ma per i devoti di Krishna sono veri sia Visnu che Matsya.

La Storia di Matsya

La storia di Matsya si svolge in questo modo. Nella prima era dell’universo, il Satya-yuga, un re di
nome Manu compì severe austerità per migliaia di anni, come erano soliti fare i re dell’epoca. Un
giorno, mentre faceva abluzioni con l’acqua di un fiume, un piccolo pesce apparve nelle sue mani.
Proprio mentre stava per gettare di nuovo la piccola creatura nel fiume, il pesciolino gli chiese di
salvargli la vita. Accogliendo la sua richiesta il re mise il pesciolino in una brocca d’acqua, ma
esso cresceva così tanto che nessuna brocca poteva contenerlo. Il re allora lo gettò in un lago, ma
il pesce, continuava a crescere così tanto che il re fu obbligato a gettarlo prima nel Gange e poi,
poiché continuava ancora a crescere, nell’oceano. Il re comprese che si trattava di Sri Visnu
stesso, che allora rivelò la Sua identità divina.

Matsya disse al re che il mondo sarebbe finito entro sette giorni a causa di una terribile
inondazione. Egli chiese al re di costruire una barca molto grande dove far salire a bordo sette
grandi saggi, i semi di tutte le piante e un animale per ogni razza. Egli sarebbe venuto nella forma
di pesce, disse, per tirare la barca fino al Monte Himavan, dove i superstiti avrebbero dato inizio
al prossimo yuga (eone). Fedele alla Sua parola, il Signore apparve dopo sette giorni. Il re legò la
barca a Lui usando il serpente reale Vasuki. Matsya Avatara li portò tutti sul Monte Himavan dove li
tenne finché l’inondazione ebbe fine. Dopo iniziò una nuova era e il re cominciò a procreare secondo
le istruzioni di Matsya Avatara.

Realtà polidimensionali

Tutto questo che cosa ha a che fare con la Teoria delle Superstringhe? Recentemente mi è capitato di
leggere The Fabric of the Cosmos, il libro bestseller di Brian Greene sulla teoria delle Stringhe.
L’autore è il fratello di Joshua Greene, conosciuto anche come Yogesvara Dasa, mio intimo amico e
membro anziano del movimento Hare Krishna. Perciò, anche se non sono molto interessato alla scienza,
su indicazione di Yogesvara ho letto il libro. Leggendolo – un libro, che, sia chiaro,
apparentemente non ha niente a che fare con la coscienza di Krishna – mi sorprendeva il fatto che
non potevo fare a meno di pensare ai nostri maestri spirituali predecessori. Le opere dei maestri
coscienti di Krishna possono essere lette come manuali della Teoria delle Superstringhe in quanto
sembrano anticipare la scoperta di universi alternativi e di realtà polidimensionali. La Teoria
delle Superstringhe o semplicemente la Teoria delle Stringhe suggerisce che ci sono ben dieci
dimensioni spaziali, non solo le quattro convenzionali (le tre dimensioni spaziali e la quarta
temporale).

Si potrebbe argomentare che noi possiamo accettare la realtà di Matsya – o di altre descrizioni
soprannaturali della letteratura vedica, come quella di Visnu con quattro braccia o di Dio come un
pastorello dal carnato bluastro – con l’aiuto di queste dimensioni extra, perché senza di esse una
persona si troverebbe in grande difficoltà a spiegare cose come queste. Visnu e il mondo spirituale,
ovviamente, non hanno bisogno di questo tipo di spiegazione, perché, come i maestri coscienti di
Krishna hanno ripetutamente messo in evidenza, il mondo aldilà del tempo non deve essere conforme
alle leggi fisiche. Quando però questa realtà più elevata irrompe nel mondo che conosciamo, come nel
racconto di Brahma che crea l’universo o di un pesce che raggiunge proporzioni astronomiche, una
spiegazione razionale è certamente opportuna. La Teoria delle Stringhe potrebbe fornire una
spiegazione.

Questa teoria fu diffusa negli anni ’80, quando Michael Greene del Queen Mary College e John Schwarz
del California Institute of Technology dimostrarono che ci può essere davvero la teoria unificatrice
che concilia la meccanica quantistica con la relatività generale. Coloro che la proposero per primi
non la videro a sostegno della realtà spirituale. Per estrapolazione, però, la spiegazione che ne
dettero porta solo in un’unica direzione: ci sono livelli alternativi di realtà, cose che non
possiamo vedere e dimensioni di esistenza di cui non siamo a conoscenza.

Un Passo nella Direzione Giusta

Prima che la Superstringa fosse mai stata pensata, J. Stillson Judah, professore emerito dell’Unione
Teologica universitaria di Berkeley e amico di lunga data del movimento Hare Krishna, riconosceva la
necessità di ampliare la nostra percezione della realtà e spesso lo aveva messo per iscritto.
L’articolo di World Culture lo cita: Se ad un estraneo “i divertimenti di Krishna” appaiono
miracolosi e illogici, sorge la necessità di porre la seguente domanda. La consapevolezza di una
realtà più elevata, che tutte le religioni definiscono come un mistero divino, viene nella maggior
parte dei casi attraverso la partecipazione all’irrazionale, al paradosso e, per il non credente,
all’assurdo? Per molti buddisti essa nasce dalla meditazione sui paradossi del prajna-paramita o sui
paradossali ko-ans; per i Pentecostali essa parla per mezzo dell’incoerente balbettio di glossolalia
(parlare in varie lingue); per i cattolici romani essa implica il mistero della transustanziazione
del pane e del vino nel corpo di Cristo durante la Messa; per i Musulmani, può realizzarsi durante
il pellegrinaggio alla Mecca, quando il fedele cammina veloce tra le colline di Safa e Marwah
imitando Hagar che cercava l’acqua.

In altre parole, la religione ha una precisa relazione con realtà più elevate e con fenomeni
spirituali e non materiali. Racconti associati allo spirito saranno naturalmente concentrati su
avvenimenti dell’altro mondo o soprannaturali e questo è ciò che ci si aspetta. È soltanto quando
questo è visto da un punto di vista materialistico che tali racconti appaiono strani. Infatti la
Teoria delle Superstringhe, frutto della scienza, che in genere è materialistica, svela una verità
capace di rendere comprensibili racconti come quelli di Matsya Avatara. Un devoto accetta queste
verità senza bisogno di parlare di stringhe, ma per coloro che hanno bisogno di prove, la Teoria
delle Superstringhe può essere un passo nella giusta direzione e Judah sarebbe un convinto
sostenitore di questa indicazione.

Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, è condirettore di BTG. Egli ha scritto più di venti
libri sulla coscienza di Krishna e vive vicino a New York City.

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