“Star bene in ufficio”

pubblicato in: AltroBlog 0
“Star bene in ufficio”

di Antonella Lucato

Come fare della propria attività lavorativa uno strumento di crescita personale?

E’ una questione particolarmente d’attualità….

Provate a seguire questi consigli pratici ed a scoprire in quale dei quattro tipi di “energia
applicata al lavoro” delineati dalla nostra esperta riuscite a riconoscervi.

Quello relativo alla salute psicofisica di chi lavora in ufficio è un tema che compare spesso nei
discorsi tra amici, colleghi, compagni, conoscenti. Io stessa ho lavorato molto su questi argomenti
negli anni della mia vita, vissuti in un’azienda ad occuparmi di Comunicazione.

Secondo i dati di un sondaggio, in effetti, pare proprio che questo argomento riguardi molte
persone:

– Il 65% degli Italiani dichiara di non sentirsi realizzato nel lavoro che svolge. Nel 70% dei casi,
l’attività svolta non corrisponde al lavoro desiderato Per il 20% è un’occupazione accettabile Solo
il 10% dichiara di aver realizzato la propria aspirazione. Ad incidere più di ogni altra cosa sul
benessere nelle ore di lavoro è la mancanza di gratificazioni verbali da parte dei “capi” nel 30%
dei casi, mentre il 25% non sopporta di ricevere scorrettezze, o subire pettegolezzi. Il 20% si
sente sotto-utilizzato, il 15% odia la ripetitività, il 10% soffre per l’eccessiva competitività.
Per il 55% degli intervistati, la carica di energia per lavorare arriva soprattutto dagli incentivi
economici, mentre il 30% è stimolato dall’idea di avere ogni giorno una sfida nuova con cui
misurarsi, e per il 15% è fondamentale sentirsi utili. Star bene sul lavoro significa: non avere
orari fissi per il 30%, sentirsi rispettati per il 25%, poter dire quello che si pensa 20%,
raggiungere gli obiettivi 15% e per il 10% è indispensabile poter ridere e divertirsi mentre si
produce.

Secondo il sondaggio, tra colleghi si litiga poco anche quando ce n’è motivo. La strada della
diplomazia resta per tutti la più praticata.

*Una nuova dimensione del lavoro*

La mente e il pensiero razionale possono farci vedere tutto piatto e identico, sino a convincerci di
come la vita, e quindi il lavoro, siano noiosi e ripetitivi. Recuperare una dimensione positiva del
lavoro è essenziale per vivere un’ esistenza completa. Le frustrazioni più forti nascono
dall’impossibilità di sviluppare il proprio potenziale creativo. A chi è capitato di porsi domande
del tipo: Come posso essere me stesso nel lavoro che svolgo? Come faccio ad esprimermi al meglio?
Come posso rendere significative le ore che passo in ufficio? Come dare una mia impronta personale?
Il lavoro, in questo senso, può essere una via per arrivare a noi stessi.

Contano molto, naturalmente, anche la retribuzione, i risultati, la carriera, i rapporti con il capo
e con i colleghi; ma, troppo spesso, questi diventano il nostro principale punto di riferimento e,
di conseguenza, anche il nostro primo problema. Continuando a fissare l’attenzione sulla realtà
contingente si può perdere la visione dell’insieme. Provate a chiedervi come state sviluppando la
vostra attività, se c’è un modo migliore per esprimervi, cosa vi farebbe rendere al massimo.
Fermatevi un attimo a ricordare quella volta che avete lavorato “alla grande”, con entusiasmo, senza
neppure sentire la fatica…

Cosa c’era in quel momento che vi faceva stare così bene? Sicuramente qualcosa si era acceso dentro
di voi. Le conferme esterne, il guadagno, la promozione, sono arrivati dopo. Noi non siamo solo ciò
che guadagnamo, siamo molto di più. E trovare l’ opportunità di un lavoro che ci piace, che sentiamo
essere in sintonia con le nostre caratteristiche, ci dà la possibilità di stare bene e di esprimerci
al meglio.

Ogni volta che lavorando ci si sente annoiati, stanchi, insoddisfatti, frustrati è il momento di
guardare dentro se stessi per vedere cosa c’è che non va e modificarlo. In particolare, quando
attribuiamo tutte le cause del nostro sentirci insoddisfatti fuori di noi, c’è qualcosa che non va
dentro di noi. Partire da se stessi, conoscendo le proprie energie, qualità e caratteristiche, ma
anche i propri limiti: così si può trovare benessere nel proprio lavoro. Scoprire “che tipo di
energia siamo” è utile per trovare il modo di vivere il proprio lavoro in maniera più appagante e
soddisfacente. Il nostro lavoro ci può dare tanto più benessere, quanto più diventa il tramite per
incontrare le nostre energie profonde.

Riuscire ad esprimerle anche attraverso il lavoro ci farà stare bene. *I 4 tipi di energia applicati
al lavoro* Provate a scoprire tra le quattro “tipologie di energis” che stiamo per presentarvi
quella che sentite più vostra. Scoprirete magari anche qualcosa di nuovo sul vostro modo di lavorare
e quello delle persone con le quali avete a che fare.

1) L'” Energia diretta al fine ” Caratterizzata da grandi capacità di concentrazione, questo tipo di
energia, come un motore diesel, marcia lenta – ma, inarrestabile – verso il suo obiettivo.
Silenziosa e precisa, non si fa deviare da nulla. Dal lavoro non stacca mai, sino a che non ha
finito. Parla poco e accumula a lungo le rimostranze prima di esplodere. In ufficio è facile
riconoscerla: è quella di chi sta sempre seduto alla scrivania e non si alza finchè il lavoro non è
finito. Quando inizia un lavoro, questa persona non “molla”, finchè non l’ha finito. Raramente si
concede una pausa o scambia quattro chiacchiere con i colleghi. La comunicazione tipica di questa
energia è… silenziosa! L’individuo che la incarna parla poco, non discute le sue posizioni,
difficilmente esprime esigenze o rimostranze, e tanto meno le emozioni trattenute, come
imbavagliate.

Talvolta, preferisce mandare messaggi trasversali o “mandar giù” in silenzio, salvo poi “sbottare”
di colpo, magari esplodendo male. Si veste in modo essenziale, con abiti comodi e poco appariscenti,
con uno stile pratico. Ciò che più conta per lui è la funzionalità. Il rischio che corre è quello di
isolarsi. Parlare poco o niente può essere interpretato come un segno di superbia o di superiorità e
provocare negli altri reazioni negative. E’ necessario quindi mettere in conto una buona dose di
possibile incomprensione.

Non confrontarsi con gli altri, questo tipo di persona può inoltre irrigidirsi nelle proprie
posizioni, andando ostinatamente in un’unica direzione. Cosa può essere utile a questo tipo di
energia? Poiché si tratta di un’energia che ha bisogno di sciogliersi, è importante fare del
movimento durante la giornata. Interrompere il lavoro per una breve pausa, per scambiare qualcosa
insieme ai colleghi e comunicare con loro, “uscire da sé”, non sarà una “perdita di tempo”. Al
contrario, darà nuova energia dinamica, per riprendere con più efficacia il lavoro e migliorare le
relazioni. E’ da evitare, invece, la “comunicazione trasversale”.

Uno sguardo “di traverso” può essere infatti più irritante di un no detto in modo diretto. Per
questo tipo di energia è adatto un lavoro strutturato, in cui siano richieste precisione e
responsabilità. E’ invece un’energia meno adatta a ruoli che la mettano al contatto con il pubblico
o che comportino rischi.

*Suggerimenti per equilibrarla*:

– Bere spesso: questa energia ha bisogno di sciogliersi, di stemperarsi. Oltre all’acqua, può molta
tisana al rosmarino, che aiuta a ridistribuire i blocchi energetici e di calore; – fare movimento:
discipline orientali quali il Tai ji e il Qi Gong; ma, anche la danza, o uno sport. L’importante è
praticare costantemente, per bilanciare la staticità di quest’energia; – massaggio al cuore: per
almeno 5 minuti al giorno. Potete farlo a casa, o in ufficio in un momento di relax. Con il palmo
della mano procedete con movimenti rotatori e delicati, socchiudendo gli occhi; – un tocco di
calore: accendere qualche candela o diffondere degli aromi. In particolare quello al rosmarino, per
le sue proprietà dinamizzanti, servirà a prendere contatto con il calore, dato che quest’energia
lenta e silenziosa tende a mettere a tacere anche il “fuoco” delle emozioni.

2) L'”Energia labirintica”?

Chi manifesta questo tipo di energia ama fare contemporaneamente più cose, vive sempre in movimento
frenetico e raggiunge i suoi obiettivi attraverso numerosi cambi di rotta. Non è certo un tipo
abitudinario. La parola è il suo territorio. La comunicazione, però, può essere intermittente,
iniziare con un obiettivo e poi perdersi per altre strade. E’ un’energia più cerebrale che emotiva.
In situazioni lavorative nuove, la persona che la esprime spesso non riesce a controllare del tutto
le sue reazioni: si commuove, entra in ansia, si deprime. Il tutto nell’arco di un’ unica giornata!

Cambia stile ogni giorno; così, anche il modo di vestire non ha continuità, indossa
indifferentemente abiti da giorno o da sera, eleganti o casual. Sbilanciata nel futuro, rincorre
sempre nuovi progetti. Tutto ciò che è nuovo la affascina, mentre il passato è alle spalle e il
presente è già trascorso. Mal sopporta gli orari rigidi e fa fatica a distribuire il lavoro nella
giornata. E’ quella/o dell’ultimo minuto: ciò che conta è il risultato finale, non i passaggi
intermedi. Può lavorare per ore a perdifiato, o perdersi in cose inutili per tutta la giornata,
facendo fatica a distinguere le cose sostanziali dai dettagli.

Di solito non ha un buon rapporto con il proprio corpo, proprio perché è tutta su, nella testa, in
frenetico movimento. L’energia labirintica ha un rapporto disordinato con il cibo, sia per gusto che
per quantità. Magari salta il pasto durante le ore di lavoro, per mangiare poi il doppio la sera.
Detesta le abitudini e le costrizioni, e non sopporta di andare a pranzo sempre nello stesso posto,
o con le solite persone. Si annoia facilmente; soprattutto, se costretta a ripetere per un tempo
prolungato le stesse cose.

Il rischio maggiore è la dispersione: questo tipo di persona, per sua natura, tende a raggiungere
gli obiettivi, passando per la strada più tortuosa e difficile e consumando il doppio dell’energia
necessaria. Questo tipo di energia è veloce come l’aria. La persona è sempre in movimento; ma, non
procede in linea retta, va a zig-zag. Magari parte di scatto, per poi frenare bruscamente, fino ad.
attorcigliarsi su se stessa. Fatica a mantenere la postazione di lavoro: sovente si trova fuori dal
suo spazio e talvolta invade quello degli altri. Può fare una fatica enorme a rispettare tempi e
scadenze, perché non è costante. Tende ad enfatizzare la fantasia che le è propria e ad utilizzarla
per disegnare la sua immagine delle cose.

E’ portata a passare da facili entusiasmi a profonde delusioni. All’energia labirintica fa bene
incontrare la dimensione del silenzio. Contare fino a dieci prima di parlare, cercando di dare
un’importanza diversa alla parola; che, spesso, diviene un’arma a doppio taglio. Nonostante la sua
dimestichezza con la comunicazione, l’energia labirintica deve fare i conti con le reazioni
provocate dalle sue “uscite” fuori luogo, dalle opinioni espresse senza pensarci troppo, dai
continui tentativi di modificare lo status quo.

Deve prestare attenzione anche alla comunicazione non verbale, cercando di mantenere una posizione,
per tutta la durata della conversazione, senza agitare troppo mani, gambe o testa, poiché ciò
disperde energia e distrae l’ interlocutore. Un modo per risparmiare le energie consiste nello
sforzarsi di fare una cosa per volta. Non raccontare in ufficio tutti i fatti propri (e soprattutto
tenere qualche segreto, anche professionale, per sé) e mettere ordine, almeno una volta alla
settimana, sulla propria scrivania.

Un lavoro autonomo in continuo mutamento, dove non ci sia la necessità di incanalarsi in un binario
mentale prestabilito; ma, ci sia spazio per esprimere creatività e fantasia, è l’ideale perché
questo tipo di energia si esprima al meglio.

*Suggerimenti per equilibrarla*:

– riprendere contatto con la terra: l’energia labirintica è inafferrabile come l’aria. Perciò,
occuparsi di piante e fiori, mettere le mani a contatto con la terra l’aiuta a riprendere contatto
con la parte “bassa” degli istinti e delle emozioni. – massaggiare la pancia: la sensazione di
calore di un morbido massaggio sulla pancia con movimenti dolci e circolari, magari con dell’olio di
sandalo, è l ‘ideale per rientrare in contatto con la visceralità e per dare il senso del fluire
lento verso il centro. – fior di loto, il simbolo terra e cielo: bruciare del Fior di Loto, pianta
simbolo che bilancia bene la sua sommità con le radici, attraverso un lunghissimo stelo, connette le
due polarità della terra e del cielo.

3) L'”Energia sali-scendi”

E’ caratterizzata da alti e bassi. La persona che la esprime alterna momenti di grande intensità
lavorativa ad improvvise cadute di tensione. Raggiunge picchi di grande concentrazione; ma, li
alterna a momenti di totale disinteresse. Imprevedibile nei rapporti, potrà aggredirvi, o adularvi.
Chi è dotato di questa energia cambia molto a seconda della “fase” in cui si trova. In situazione
ascendente, quindi carica di tensione e di estremo coinvolgimento, tenderà ad assumere atteggiamenti
molto diretti e anche il corpo sarà tonico, tutto proteso all’attacco.

In fase discendente potrà, invece, ritrovarsi sgonfio, senza forze e svogliato. Il suo interesse,
così come repentinamente si accende, altrettanto in fretta si spegne. A tratti è affidabile, a
tratti distratto. Nella comunicazione non verbale, attraverso le mani crea unioni ravvicinate, o
mantiene distanze chilometriche. Il suo stile di abbigliamento segue lo stesso andamento: a volte,
curato nei minimi dettagli, altre, invece, come capita, o persino trasandato. Chi ha un’energia
sali-scendi ama “portarsi avanti”, per poi concedersi ampie pause di totale inattività. Può lavorare
sino a notte inoltrata, senza badare all’orologio, per poi crollare esausto! Il rapporto con il cibo
è altalenante: anche nell’arco della stessa giornata può passare molte ore senza cibo, a cui alterna
pasti abbondanti. In qualsiasi situazione lavorativa il rischio maggiore per chi ha questo tipo di
energia è la mancanza di equilibrio, lo sbilanciamento verso l’ ipercerebralità; o, al contrario,
verso una forte impulsività.

Questa tipologia è esposta a frequenti oscillazioni, ed ha quindi bisogno di trovare un punto di
equilibrio. L’individuo può essere ipercritico, o menefreghista; troppo aggressivo, o troppo
accondiscendente. Questa energia manca quasi sempre delle sfumature e delle mezze misure. Il “tipo
sali-scendi” deve abituarsi a prendere le distanze dalla sua consueta foga e allenarsi a
distribuire, in modo bilanciato, i propri impegni, per trovare maggior equilibrio e regolarità.
Maggior equilibrio anche nelle relazioni: né troppo amichevoli, né eccessivamente formali: non
cedere alla tentazione di togliere il saluto, ma neanche a quella di lascirsi andare a incandescenti
fiammate verbali, e non.

L’ideale è un lavoro in gruppo, dove deve far proprie cadenze e ritmi più distribuiti tra le persone
e nel tempo. Quando lavora da solo, invece, corre il rischio di cadere nella trappola del “tutto e
subito”

*Suggerimenti per equilibrare l'”energia sali-scendi”*

– un esercizio al giorno: per trovare un punto di equilibrio tra i due estremi; questo tipo di
energia deve recuperare i ritmi della costanza. Sono consigliate tutte le attività lente, regolari,
come il Tai-Ji e nel Qi Gong, per esempio. – la tisana alla rosa canina: per trovare armonia e
equilibrio. I fiori della rosa canina si distribuiscono sulla pianta proprio come l’andamento di
questa energia, sia in alto che in basso.

– Lavanda da bruciare: grani di incenso alla lavanda, fiore calmante, aiutano a ritrovare il centro
energetico. – Massaggiare i piedi: fare dei movimenti lenti e circolari sulla cervicale e sui piedi,
meglio se con olio di melissa e di eucalipo.

4) L ‘”Energia formale”

Dietro a una scrivania, in una riunione, o ad una Convention, la persona caratterizzata da questo
tipo di energia farà sempre bella figura. La cura esagerata dell’immagine può portarla, però, a
perdersi nel dettaglio. Un risultato che appaia ineccepibile è il suo principale obiettivo. E’
un’energia che si concretizza in maniera lenta, armonica, regolare. La persona che ne è dotata non
sbaglia mai un abito o un accessorio, e raramente ha i capelli fuori posto.

Dice sempre la cosa giusta al momento giusto. Prima di aprire bocca, seleziona con cura ogni
dettaglio: valuta l’umore dell’interlocutore, l’ occasione, la sua disponibilità di tempo, quindi
sceglie la formula, l’ intonazione più adatta. Il problema, però, è che strada facendo… può
dimenticarsi il punto! Adora i complimenti, sinceri o di convenienza che siano. Al primo scatto di
rabbia del vicino di scrivania si pente amaramente di aver “dato troppa confidenza” e prende le
distanze. Le cattive maniere non hanno giustificazione per lei, in nessun caso.

Il suo passo è ondeggiante, ritmato. Cammina con movimenti morbidi, avvolgenti, rotondi, in modo
lento e armonioso. Ama adattare il luogo di lavoro alla propria immagine, rendendo l’habitat
circostante gradevole e soprattutto “qualificante”. Quadri, poster, piante. Ufficio e scrivania sono
sempre ordinati, secondo regole più formali che di utilità operativa. La sua scrivania è
un’autentica dispensa, cui attinge, a intervalli regolari, ogni volta che sente il bisogno di
prendersi una piccola pausa, o di “qualcosa di buono”.

Edonista sino in fondo, mangia più per deliziare le proprie papille gustative, che per vero
appetito. Il rischio per chi è portatore di questo tipo di energia è di non arrivare al nocciolo
delle questioni e perdere tempo dietro a dettagli secondari o inutili, senza riuscire a portare a
termine il “grosso” del lavoro. L’individuo in questione è molto portato per lavori a stretto
contatto con il pubblico, o per le relazioni pubbliche. Sconsigliate sono invece attività di
ricercatore, o altre in cui siano necessari senso della direzione e capacità di riconoscere
l’essenziale.

La sua tendenza all’equilibrio delle forme gli fa privilegiare l’aspetto estetico di ogni cosa. Per
una persona del genere, può essere utile “uscire” dai consueti schemi di comunicazione e:

– dire un “no” deciso quando ci vuole motivare punto per punto il rifiuto invece di “infiochettarlo”
in asettiche formule di convenienza;

– abolire qualche volta i convenevoli per arrivare subito al nocciolo delle questioni; – accettare
l’idea che, in qualche caso, l’essere diretti sin anche allo scontro può essere la via per risolvere
una controversia;

– “uscire dal seminato” e invertire ogni tanto l’ordine delle cose da fare durante la giornata;

– dare via libera alla creatività e spontaneità;

– lasciar fluire la comunicazione non verbale senza timore di svelare pensieri ed emozioni;

– qualche volta, “giocare” con la propria immagine e liberarsi di accessori vari, firmati e non,
per lasciar più spazio all’essenziale.

*Suggerimenti per equilibrare l'”energia formale”*

– massaggiare le gambe: più volte al giorno per riattivare la circolazione sanguigna periferica e
veicolare il flusso vitale verso il cuore, centro dell’essere. Una goccia di essenza di rose diluita
in olio di mandorle dolci agisce sulla mente e risveglia la spiritualità;

– far crescere una piantina d’avena: il più elegante e coreografico dei cereali, simbolo di armonia;

– La tisana di “fuoco”: bere alcune tazze al giorno di tisana a base di Achillea, Hibiscus ed
Equiseto, che aiuta a trovare il punto di equilibrio, il proprio centro.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *