STATI ALTERATI DI COSCIENZA – 2
da “Enciclopedia olistica”
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
STATI DI COSCIENZA E PARAPSICOLOGIA
Quantum consciousness: l’osservatore dell’onda
di Fred Alan Wolf
Quasi vent’anni fa ho intrapreso la mia ricerca del nesso esistente in ultima analisi fra materia e
coscienza. Era l’epoca in cui l’Era dell’Acquario era in piena fioritura, io ero professore di
fisica all’Università statale di San Diego. C’erano le droghe, la voglia di cambiare vita, il
Vietnam e la liberazione sessuale. Io aderii a tutto con entusiasmo. Nel 1970 ero disilluso, mi
ritirai a vita privata e poi finii per interessarmi alla mistica orientale, ai gruppi per il
risveglio della coscienza e ad altre attività che rientravano sotto il cappello cella cosiddetta New
Age. Durante un soggiorno di un anno in Francia, dove avevo ricevuto l’incarico di professore
associato di Fisica all’Università di Parigi, feci conoscenza con l’insegnante Carlo Suares,
studioso della Bibbia e della Cabala. Avevo anche l’incarico di visiting professor al Bribeck
College di Londra, e studiai con il fisico David Bohm, al quale mi univa l’affinità degli interessi.
La mia mente era protesa nello sforzo di comprendere, e nel 1974 ebbi l’intuizione che c’era un
nesso tra la fisica quantistica e la coscienza. Cominciavo a capire che era possibile che il
cervello soggiacesse alle stesse leggi della fisica quantistica, anziché a quelle della biologia o
della neurofisiologia. Ne derivava che delle emozioni come l’amore e l’odio, comunemente ritenute un
dono divino, o comunque qualcosa che sfuggiva alla comprensione della scienza, potevano invece
essere tradotte nella lingua della fisica quantistica.
L’unico mistero della fisica quantistica risiede nella dualità tra natura ondulatoria e
corpuscolare, descritto da Richard Feynman, il fisico cui è stato assegnato il Premio Nobel. Gli
oggetti atomici (gli elettroni, i neutroni, i fotoni:, i quark, e via dicendo) si comportano talora
come particelle e talora come onde. Quando accade che l’oggetto si comporta come un’onda, e quando
come una particella? La risposta che danno molti fisici è che il comportamento varia a seconda che
si osservi o meno l’oggetto. Quando non viene osservato, 1’oggetto atomico appare come un’onda che
si propaga nello spazio, ma nell’istante in cui viene osservato esso collassa verso l’interno,
riducendosi ad un punto.
Il semplice atto di osservare provoca il “collassamento” dell’onda, producendo una particella. Ma
qual è dunque la natura di questo atto, apparentemente semplice di “osservare”? I premi Nobel Eugene
Wigner e Brian Josephson, e molti altri fisici (tra cui io stesso) ritengono che possa trattarsi di
un evento fondamentale, che va oltre i confini della fisica. .
Noi consideriamo infatti l”‘osservare” come l’atto con cui interviene la scienza.
Io avanzo la tesi secondo cui la natura duale ondulatoria corpuscolare della fisica quantistica vale
anche per il cervello umano, e governa il comportamento delle singole cellule nervose mentre queste
“colloquiano” tra loro, scambiandosi messaggi codificati in un linguaggio chimico. La natura duale
degli elettroni potrebbe per esempio essere alla base dei sentimenti di solitudine, di ego ferito e
di odio. Nel mondo del quanti gli elettroni conducono un’esistenza paradossale. Data la loro natura
corpuscolare e la presenza di una carica elettrica, due elettroni si respingono tra loro e non
possono mai occupare lo stesso spazio. Sono in effetti condannati alla solitudine. Al contrario, gli
elettroni in quanto onde sono alla ricerca continua della particella complementare di segno opposto,
il positrone, anche se l’incontro tra le due particelle porta alla reciproca distruzione. La carica
elettrica dell’elettrone è un richiamo che esprime l’aspirazione a tornare al vuoto. Esso spera e
teme al tempo stesso di attirare il suo opposto, il positrone, suo partner dell’antimateria, in un
corteggiamento danzante che porterà alla sua morte.
In modo analogo si può immaginare che sentimenti di amore e compassione siano provocati dai fotoni,
unità elementari di luce, anche esse partecipi della natura duale della materia. Come le onde, i
fotoni tendono a marciare assieme, cooperando ad un fine comune. I laser funzionano così, grazie
alle onde fotoniche che costituiscono “un’onda d’amore reciproco”.
Amore e odio, successo e fallimento, violenza e pace, potrebbero essere nient’altro che delle
manifestazioni di energia, delle forze e degli oggetti che fluiscono attraverso i nostri corpi, i
nostri cervelli e le nostre menti, sotto forma di particelle e di onde. Ciò che chiamiamo cervello è
il comportamento corpuscolare delle nostre osservazioni. Ciò che chiamiamo la mente è il
comportamento di tipo ondulatorio degli oggetti atomici, invisibili e non soggetti ad osservazione
La mente è dunque il prodotto dell’azione delle leggi basilari della fisica quantistica e delle
azioni dell’osservatore, che a mio parere non sono altro che gli atti della coscienza.
Per esempio un atto di coscienza porrebbe provocare un cambiamento delle onde quantiche superficiali
che agiscono lungo le sottili membrane che ricoprono i nostri neuroni. Queste onde sono correlate ai
movimenti delle molecole protein-gate inglobate nelle pareti dei neuroni. Un osservazione
“corpuscolare” congelerebbe momentaneamente le posizioni delle molecole, dando luogo all’apparire
del fenomeno del pensiero. Un’altra osservazione, questa volta di tipo ondulatorio, in cui le
proteine non sono assoggettate all’osservazione, potrebbe modificare l’energia di queste onde, dando
luogo all’insorgere di sentimenti. Questi sentimenti e questi pensieri mostrerebbero lo stesso tipo
di dualità delle onde e delle particelle.
Comprendere le modalità di funzionamento dell’unità cervello/mente potrebbe essere un esclusivo
appannaggio del linguaggio matematico della fisica quantistica. Le equazioni probabilistiche e il
comportamento degli oggetti atomici possono basarsi sugli atti di conversione delle onde in
particelle effettuate dalla coscienza. Senza tali atti mentali il mondo e tutti i suoi membri non
sarebbero altro che filamentose e spettrali onde quantistiche, e non vi sarebbe nulla di materiale.
Mind mirror, lo specchio della mente
Un nuovo sistema inglese per l’identificazione degli stati di coscienza
Uno scienziato britannico ha usato un nuovo approccio nelle ricerche sugli stati di coscienza che
potrebbe iniziare un nuovo campo di sperimentazioni da dove finisce la ricerca delle onde cerebrali
con il biofeedback.
Usando una macchina inconsueta chiamata “mind mirror” (lo specchio della mente) , il fisico Maxwell
Cade ha identificato delle complesse impronte EEG che descrivono una gerarchia di stati soggettivi,
inclusi i livelli di coscienza profonda della meditazione, del rilassamento, e uno stato particolare
in cui i soggetti mantengono dei ritmi alfa di grande ampiezza con delle bande delta e theta, mentre
si muovono e compiono azioni complesse. Queste ricerche iniziate nel 1977, hanno ricevuto attenzione
a livello nazionale con dei documentari televisivi che descrivevano che i risultati di Cade. Lo
specchio della mente ha un nome appropriato.
Il suo schermo illuminato presenta 12 intervalli di frequenza dell’attività cerebrale per ogni
emisfero e crea da questi delle forme in rapido cambiamento. 24 righe di 16 diodi luminosi per un
totale di 384, riflettono delle frequenze che vanno dalla più lenta delta (1,5 cicli/sec), alle
rapidissime beta (40 cicli/sec).
In questo modo la simmetria destra o sinistra, o la sua mancanza, vengono efficacemente evidenziate.
Allo stesso modo sono evidenziati il relativo ammontare dei ritmi beta, alfa, theta e delta in ogni
istante.
Fino ad oggi Cade ha addestrato almeno 3000 persone in tecniche per produrre stati alterati di
coscienza con più di 40.000 ore di monitoraggio e analisi strumentali. Precedenti ricerche di
biofeedback basate su misurazioni più semplici si erano rivelata ambigue. Dopo un certo entusiasmo
iniziale per le onde alfa (8 – 13 cicli/sec) gli scienziati avevano trovato che lo stato alfa non è
di per sé sintomatico di uno stato di benessere in quanto può comparire anche in stati patologici.
Studi recenti hanno riferito la comparsa di onde beta inconsuetamente rapide in alcuni meditatori e
guaritori.
I ritmi theta, caratteristici dello stato immaginativo (reverie) e della meditazione avanzata sono
stati osservati anche in soggetti impegnati a fare dei calcoli. I risultati di Cade possono aiutare
anche a riconciliare queste anomalie. Dopo migliaia di ore di osservazione, Cade e Blundel hanno
identificato 5 maggiori forme degli stati di coscienza:
1) Tracciato EEG sbilanciato di un soggetto non addestrato, con attività beta nell’emisfero
sinistro. In questi casi i due ricercatori hanno dimostrato che sono sufficienti anche solo poche
ore di meditazione per migliorare questa asimmetria.
2) Ritmi alfa su entrami gli emisferi: calma. Attenzione distaccata, nessun pensiero, nessuna
immagine.
3) Blocco del ritmo alfa. Consapevolezza passiva, ritmi beta e Theta simmetrici.
4) Ritmi alfa simmetrico più onde theta: meditazione. Calma, distacco, consapevolezza esteriore ed
interiore.
5) Ritmi alfa più ampi che in 4), con bande beta e theta simmetriche: consapevolezza lucida. Questo
stato particolare è quasi sempre simmetrico. I soggetti possono aprire gli occhi, conversare,
passeggiare, risolvere problemi matematici leggere e capire libri senza disturbare lo stato di
consapevolezza lucida. Questo stato è stato riscontrato regolarmente nei guaritori quando dicono che
stanno mandando “energia di guarigione”.
I ricercatori sostengono che questi ritmi dominanti si modificano in modo riproducibile grazie
all’addestramento alla meditazione. Lo stato di meditazione provoca il rallentamento della
frequenza, aumenta l’ampiezza e la simmetria. Dallo stato 1 allo stato 5 progressivamente si osserva
un aumento di consapevolezza e creatività, e una marcata diminuzione dell’eccitazione. Lo stato 5 è
probabilmente presente in ogni individuo molto realizzato quando è impegnato nella sua specialità,
sia questa la meditazione Zen o uno sport.
I ricercatori stanno anche studiando un 6° stato che ha il tracciato EEG ovale e sembra essere
associato alla sensazione soggettiva di stare creando la propria realtà.
continua…
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