Stimolare il nervo vago è una pratica che sembra migliorare la qualità di vita dei pazienti con
depressione resistente o che non risponde ai farmaci né alla terapia psicologica.
Recenti studi hanno dimostrato che la stimolazione del nervo vago consente di calmare i sintomi
della depressione resistente. I miglioramenti sono evidenti soprattutto nei pazienti che non
rispondono ai trattamenti ordinari. Là dove la psicoterapia e i farmaci non si rivelano efficaci,
questa tecnica basata sulla stimolazione elettrica sta cambiando la vita dei pazienti.
Se siete appassionati di psicologia e psichiatria, sicuramente sarete al corrente del profilarsi di
approcci innovativi. Nuove voci come quella di Jim Van Os, psichiatra ed editore della nota rivista
scientifica Plos One, ci rivelano un dato importante: per trattare un disturbo mentale bisogna
andare ben oltre i semplici sintomi.
Oggigiorno, siamo ancora fortemente legati alla terminologia riportata nel DSM-V (Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Eppure, un paziente è molto più di una diagnosi; la
sua storia clinica non può essere racchiusa nelletichetta disturbo bipolare o schizofrenia.
Autori come lo stesso Van Os propongono prima di tutto la personalizzazione dei trattamenti,
procedimento essenziale per chi soffre di depressione endogena senza aver notato miglioramenti.
Situazioni in cui diventa necessario trovare altre opzioni, unendo gli sforzi del professionista
esperto e del paziente per trovare una risposta adatta al singolo individuo. Scopriamo di più su una
tecnica innovativa in tal senso, scoperta negli ultimi anni e che consiste nella stimolazione del
nervo vago.
Il nervo vago, o nervo X del cranio, è uno dei nervi cranici più importanti e al tempo stesso
leffettore neurale predominante del sistema nervoso parasimpatico.
La relazione tra la stimolazione del nervo vago e la depressione resistente
Il nervo vago è uno dei nervi cranici più importanti e fa parte del sistema nervoso parasimpatico. È
anche il più lungo: parte dal midollo allungato e arriva fino alladdome. Si distingue anche per le
sue molteplici funzioni, come quella di inviare e ricevere informazioni da parte di quasi tutti gli
organi.
Il suo compito principale è proprio quello di regolare e conoscere luniverso sensoriale del nostro
organismo. Regola i battiti cardiaci, controlla la digestione e induce il rilassamento a seguito di
sforzo fisico. Potremmo definirlo il supervisore del nostro benessere, il cui compito ha
unimportanza inestimabile.
Sebbene fosse nota già da diverso tempo la sua relazione con lansia e lo stress, soltanto nel 2006
uno studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry ha dimostrato dati ancora più
interessanti. La stimolazione del nervo vago apre le porte a un nuovo metodo terapeutico per il
trattamento della depressione resistente.
A cosa serve stimolare il nervo vago?
Charles Conway, psichiatra presso la Washington University, aveva chiaro il bisogno di sviluppare
nuove strategie per trattare la depressione resistente. Troppo spesso sentiamo casi di pazienti che
non notano miglioramenti sebbene assumano 3 o 4 dosi di antidepressivi al giorno. Il suo obiettivo
era chiaro: migliorare la loro qualità di vita.
Nella Scuola di Medicina della Washington University studiano questa possibilità da anni. Fino ad
oggi, sono stati trattati 328 pazienti ottenendo risultati molto positivi tramite la stimolazione
del nervo vago:
Ottimizza le sinapsi delle monoamine della rete neurale del cervello, che in caso di depressione è
deregolamentata.
Migliora la funzione della corteccia cerebrale e dellamigdala. Questultima struttura entra in
iperventilazione, causando le sensazioni di paura, allarme e sconforto tipiche della depressione.
I pazienti con depressione unipolare o bipolare severa e ricorrente hanno dimostrato notevoli
miglioramenti. Dopo essere stati sottoposti alla stimolazione del nervo vago, hanno mostrato un
miglioramento anche nella terapia psicologica.
Come si procede?
La stimolazione del nervo vago avviene tramite la neuromodulazione. La stimolazione elettrica serve
a riattivare la funzione del nervo.
Affinché il trattamento sia efficace, negli ultimi anni sono stati messi a punto piccoli dispositivi
da impiantare (tramite chirurgia ambulatoriale) al di sotto della pelle del torace, sul lato
sinistro.
Non appena entra in funzione, il dispositivo inizia a trasmettere segnali elettrici che attraverso
il nervo vago raggiungono il cervello. Lo stato danimo del paziente migliora dopo pochi giorni.
Aspetti importanti sulla stimolazione del nervo vago
Resta da sottolineare un aspetto importante prima di concludere. Stimolare il nervo vago non è una
strategia terapeutica esclusiva né definitiva per porre fine alla depressione. Si tratta di una
procedura che può migliorare la qualità di vita del paziente e lefficacia degli altri trattamenti
(come la terapia psicologia).
Una stimolazione elettrica precisa e controllata consente alla persona di risvegliarsi, di sentirsi
meglio, più ricettiva. Dimprovviso il paziente riesce di nuovo a concentrarsi, a interessarsi a un
film, un libro, a desiderare di fare una passeggiata. È una tecnica che migliora lo stato danimo e
risveglia la motivazione volta al cambiamento.
In questo momento la terapia psicologica può essere più efficace che mai. È il momento in cui si
possono fornire ai pazienti strategie adeguate alla loro realtà. Esiste tuttavia un altro dettaglio
da considerare.
Si stima che tra il 30 e il 40% delle persone con depressione maggiore si mostri resistente al
trattamento. Nei casi di pazienti quasi catatonici, invece, la stimolazione del nervo vago diventa
una strategia altamente efficace. Restiamo in attesa di ulteriori progressi al riguardo.
Bibliografia
Barral, J-P. (2009). Vagus nerve. Manual Therapy for the Cranial Nerves. Elsevier: USA.
Charles R. Conway, Arun Kumar, Willa Xiong, Mark Bunker, Scott T. Aaronson y A. John Rush. La
estimulación crónica del nervio vago mejora significativamente la calidad de vida en la depresión
mayor resistente al tratamiento. The Journal of Clinical Psychiatry DOI: 10.4088 / JCP.18m12178
Rea, P. (2014). Vagus Nerve. Clinical Anatomy of the Cranial Nerves. Elsevier Academic Press: UK.
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2990624/
da lista mente
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