a cura del Dr. Mario Rizzi
– Parte seconda –
ALLA RICERCA DELLA PRIMA RELIGIONE
La RELIGIONE è l’insieme di credenze e di atti di culto che collega la
vita dell’uomo a un ordine superiore e sopratutto alla divinità,
intesa come fine ultimo di tutte le cose.
Purtroppo, anche se in buona fede, molti autori, sia per ignoranza dei
simboli che per cattive traduzioni, hanno generalmente portato nei
lettori un’idea alquanto falsata delle antiche religioni, anziché
mostrare con quanta purezza i nostri progenitori seppero percepire la
Divinità.
Così ne parla Max Muller: “Appena conosciamo qualcosa dei pensieri e
dei sentimenti dell’uomo primitivo, lo troviamo in possesso di una
religione, una religione di fede o di venerazione, di moralità o di
visione estatica: una religione di paura e di speranza, o di
supposizione o di rispetto del Grande Dio attraverso vari simboli”.
Il linguaggio simbolico
Il simbolo, è un segno o un disegno, che evoca ciò che è astratto o
non presente. Siccome la mente dell’uomo primitivo non sarebbe
riuscita ad assimilare il significato di parole come, ad esempio,
“Dio”, “anima”, “eterno”, “onnipotente” i geroglifici ed i simboli
furono le comuni forme di scrittura nei tempi antichi; essi non erano
una “cosa” ma la rappresentavano e quindi non vanno presi alla
lettera.
Il fatto che alcuni traduttori non siano stati capaci di diversificare
il simbolo da ciò che rappresentava ha portato a notevoli errori di
interpretazione. Questo, purtroppo, ha talvolta dato l’impressione che
vi fosse dell’idolatria dove, invece, vi era una profonda adorazione e
venerazione della Divinità. Questo errore è stato particolarmente
rilevante nel decifrare e tradurre documenti relativi alle religioni
delle più antiche tradizioni.
I primi simboli consistevano di linee e semplici figure geometriche da
cui, nel tempo, si passò a figure sempre più complesse. La vasta
diffusione dei simboli e l’uguaglianza dei loro significati, ci fa
presupporre che abbiano un origine comune. Leggiamo, infatti, in
alcuni antichi scritti dello Yucatan, che i simboli vennero dalla
Terra del Mu; alcuni documenti egizi ce ne indicano l’origine nelle
Terre dell’Ovest. Altre scritture indù e di altri paesi orientali ci
indicano la loro provenienza dalla Madre Terra nell’Est.
Il Cerchio
Tra tutti i simboli il Cerchio occupa certo il posto più importante in
quanto era considerato il più sacro di tutti. Insieme al Quadrato con
i quattro lati uguali ed al Triangolo era utilizzato dai Sacerdoti per
rappresentare graficamente i concetti relativi alla vita ed alla
spiritualità.
Il Cerchio fu un simbolo universale, molto adatto per insegnare ai
primitivi il senso dell’infinito e dell’eterno, lo troviamo sulle
rovine dei Templi dei Sacri Misteri in Egitto, Babilonia e Perù.
Siccome il cerchio non ha né principio né fine, rappresenta il simbolo
ideale per far comprendere ad una mente primitiva il senso
dell’infinito e dell’eterno. Con il Cerchio veniva anche rappresentato
il Sole (chiamato Ra) che stava ad indicare l’unicità e tutti gli
attributi della Divinità; concetto da noi ripreso quando diciamo che
“Dio è tutto e tutto viene da Dio”.
A proposito del Cerchio è molto interessante leggere quanto scritto in
un papiro di Anana (capo scriba e consigliere reale di Seti II), circa
3200 anni fa: “L’eternità non ha fine, quindi non ha principio, e di
conseguenza l’eternità è un cerchio… Se continuiamo a vivere
dobbiamo continuare per sempre, e se continuiamo per sempre, come il
cerchio e l’eternità, l’uomo non ha principio”.
Il Triangolo
Il triangolo equilatero, un simbolo che risale a oltre 50.000 anni, è
stato ideato per dare agli uomini primitivi la rappresentazione
simbolica di Dio, Uno e Trino nel contempo. Il concetto della Trinità
divina è molto antico ed è arrivato fino a noi, benché da un’era
all’altra abbia assunto nomi e aspetti diversi. Il Triangolo fu anche
usato per simboleggiare il Paradiso, poiché questa era la casa di Dio.
Per un’interpretazione più dettagliata di questo simbolo vedere la
parte finale del capitoletto “La piramide, il simbolo dei simboli”.
Il Quadrato
Il Quadrato con i quattro lati uguali fu utilizzato per simboleggiare
la terra in quanto i suoi quattro angoli rappresentano i quattro punti
cardinali (nord, sud, est e ovest). Cerchio, Triangolo e Quadrato
furono simboli universali in quanto li troviamo presso tutti i popoli
dell’antichità.
La Croce
Tra i simboli antichi, va anche ricordato la Croce che appare in tre
forme diverse: il Tau (una linea verticale con una linea orizzontale
appoggiata sopra), la Croce astronomica (una croce a X inclusa in un
cerchio) e la Croce ansata, definita dei Faraoni e degli Dei (è
disegnata come il Tau ma sopra, al centro, ha una specie di occhiello.
Il Tau simboleggia la vita che emerge (risorge) dalle acque portando
la vita. E’ la vita portata dalla pioggia che fa sbocciare i semi e li
fa “sollevare” verso l’alto facendoli diventare piante generose di
fiori e frutti. Rappresenta pertanto la vita in abbondanza. Nei vecchi
scritti Maya, il Tau è generalmente raffigurato come un albero con due
rami ricchi di fiori e di frutti. Il nome e la grafia di questo
simbolo sono rimasti inalterati nel tempo, era T-a-u nella Madre Terra
ed è T-a-u ancora oggi. Lo ritroviamo negli scritti egizi, indù,
cinesi, caldei, incas, quiché e presso altre antiche popolazioni. La
Croce ansata, detta anche “La Croce del Nilo” perché la si ritrova
spesso scolpita sui monumenti egiziani, rappresentava la Segreta
Saggezza, non soltanto per gli antichi Egiziani, ma anche per i
Fenici, Caldei, Messicani e Peruviani.
* * *
Con il passare del tempo i simboli sacri si fecero più complessi e
complicati, con varie elaborazione di quelli che abbiamo esaminato.
Nell’epoca egizia, i simboli erano diventati così numerosi e talmente
complessi che neppure la metà dei sacerdoti li riusciva a comprendere.
A tal proposito un saggio egizio, Ermete Trismegisto (circa nel III
secolo d.C.), esclama in un suo scritto: “Oh Egitto! Egitto! di tutta
la tua religione, non restano che le favole alla portata dei tuoi
discepoli, tanto poco essi comprendono la tua religione. Solo le
parole incise sulla pietra parlano delle tue glorie religiose. Gli
Sciti, o gli abitanti delle sponde dell’Indo, o altri barbari
occuperanno la tua bella terra”.
La piramide, il simbolo dei simboli
Il numero cinque possiede un enorme significato per il genere umano.
Un esempio è quello della Grande Piramide di Giza, che è il tempio più
sacro che sia mai stato eretto sulla terra. Essa fu costruita sotto la
diretta supervisione dello stesso Creatore, e le sue strutture
contengono simbolicamente l’esatta descrizione della storia
dell’umanità, dal tempo di Mosè fino ai mille anni di gloria che
seguiranno la tribolazione.
La piramide è, naturalmente, con i suoli cinque vertici, la
rappresentazione architettonica del numero cinque. Ma il suo
simbolismo va ben oltre questo. La sua proiezione a terra è un
quadrilatero. Il numero quattro rappresenta sempre il piano terreno,
con le sue limitazioni, le sue manchevolezze, le sue rivalità ed il
suo egoismo.
Gli individui la cui natura esprime il quattro sono sempre in
contrasto con l’ambiente e con le persone che sono intorno a loro.
Tendono a pensare che gli altri “si comportano male”, e
quest’impressione è reciproca. Non è un caso che il quadrato o il
rettangolo siano le forme geometriche preferite per il frazionamento
dei terreni e delle proprietà in generale, in quanto il concetto di
proprietà separata è in linea con la rivalità e la separatività insite
nel numero quattro.
Ma, nella piramide, il vertice superiore porta il numero totale dei
vertici a cinque. Esso genera anche quattro triangoli, ed in
occultismo è cosa ben nota che il triangolo possiede un significato
spirituale della massima importanza, che chiunque abbia occhi per
vedere può scoprire.
Tale significato riguarda la triplice natura dell’uomo – fisica,
emotiva e mentale – che può essere ritrovata in qualunque cosa sia
fatta ad “immagine di Dio”, in quanto il Creatore di tutto ciò che
esiste si manifesta sempre in modo triplice. Questo è illustrato anche
dalla Trinità dei Cristiani, in termini di Padre (corrispondente alla
Volontà, alla Creatività ed al corpo fisico), di Figlio (l’Amore
Divino o Coscienza Cristica) e di Spirito Santo (l’aspetto mentale).
Il punto comune di tutte le culture
Segue il riassunto di alcune scoperte del Dr. Paolo Schliemann, che
fece voto solenne a suo nonno Enrico, di dedicarsi alle ricerche
archeologiche da lui iniziate. Ecco alcune delle sue conclusioni dopo
aver fatto degli scavi nel cimitero di val Caschuna dove sono sepolti
gli antichi Chimus.
Così racconta lo Schliemann: “Il tempio, per Atlantidei, Egizi, Maya e
Chimus era centro della fondazione politica e della vita sociale,
perno dell’arte, scienza, religione ed educazione. Anche la frase
‘porte d’oro’ può essere allegorica; in ogni modo quei popoli erano
già grandi fonditori di metalli e celebri nel ricoprire di cemento
aureo lucente, di una forza non più raggiunta, le Piramidi dell’Egitto
e del Messico… Le une e le altre di costruzione eguale sono dirette
come i bracci di una croce, verso gli stessi punti di direzione
astronomica. La linea dei centri è sul meridiano astronomico, da essi
ben conosciuto”
Schliemann, per fondate ragioni, crede che le medaglie strane degli
scavi fossero usate in Atlantide intorno a 40 mila anni fa, e chiude
il suo racconto con una nota lasciata dal nonno Enrico: “La religione
egiziana era la stessa di quella dei Maya. Ra era il dio Sole egiziano
e Ra-Na quello degli antichi Peruviani. Le nazioni provano tutte la
loro infanzia e la loro maturità. Io non ho trovato un Egitto
selvatico, né un Maya barbaro. Ho trovato queste nazioni mature nella
loro giovinezza; canali, viadotti, strade sospese, templi, irrigazioni
di campi, medicina, astronomia e alta organizzazione governativa. I
Maya e gli Egizi non erano di razza nera, ma gialla; avevano schiavi e
casta intellettuale. Le relazioni fra le caste erano intellettuali ed
umane”.
La narrazione dello Schliemann apre nuovi orizzonti circa i primi
passi dell’umanità e la fioritura di una remota civiltà scomparsa,
durata un periodo straordinariamente lungo, tanto da farsi iniziatrice
di una vera scienza sparsa pel mondo.
Per quanto occulta, essa è rivelata dalle opere d’arte, a chi le
studia senza pastoie teoriche compenetrato dello spirito ieratico
(sacerdotale, n.d.r.) di esse. Di fronte alle opere preistoriche pochi
non restano come gli analfabeti al cospetto delle lettere; ciò avviene
per l’ignoranza del linguaggio simbolico adoperato e per la
convinzione che mancassero le lettere e quindi non vi potesse essere
cultura letteraria né artistica.
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LA PRIMA RELIGIONE, LA PIU’ SEMPLICE E PURA
Da molti punti di vista appare che una religione, dovunque la si
trovi, è pur sempre sacra. Infatti, per imperfetta e puerile che sia,
pone sempre l’anima umana al cospetto di Dio; ed il concetto di Dio,
per semplice ed ingenuo che sia, esprime quello che l’Anima in quel
momento considera il più alto ideale di perfezione che possa essere
raggiunto.
Le Sacre Scritture della Madre Terra ci dicono che la religione di
allora, la prima dell’uomo, fu la più semplice e la più pura forma di
adorazione di Dio, chiamato “Grande Infinito”, che sia mai stata
insegnata e seguita sulla terra. In questa religione si venerava un
solo Creatore, o Divinità, a cui vennero dati molti attributi, ognuno
correlato ad un simbolo.
E’ notevole come non vi sia alcuna differenza fondamentale tra la
nostra e la loro concezione di Divinità. La Divinità era venerata e
trattata con tanta deferenza che il Suo nome non veniva mai
pronunziato. Nelle antiche civiltà Maya, Indù, Uighur, ed altre
ancora, si parlava della Divinità come qualcosa di irraggiungibile, di
ignoto.
La religione del Sole
E’ dimostrato, ormai irrefutabilmente, che una religione del Sole, con
riti simili, con identici collegi di sacerdoti astronomi, con gli
stessi templi dalle pietre massicce placcate in oro, con la stessa
scienza d’imbalsamazione dei morti, con miti e simboli comuni (come
quelli della montagna santa, dell’albero sacro, dei quattro fiumi,
della croce, del serpente), svolge il suo imponente corteo
dall’Atlante berbero all’Egitto e alla Caldea, e dal Messico al Perù,
sullo stesso percorso lungo il quale si sono ritrovati i dolmen, i
tumuli e le piramidi.
L’insegnamento della prima religione
Oltre l’insegnamento riguardante Dio, il Creatore, nella più antica
religione si insegnava che la vera vita era quella dell’Anima Umana
che resta anche dopo la morte del corpo fisico, considerato come una
dimora temporanea, qualcosa da prendere, usare e lasciare.
Leggiamo a questo proposito alcuni brani tolti da un papiro egizio,
scritto da Anana (capo scriba e consigliere reale di Seti II),
risalente a circa il 1320 a.C. Può essere interessante ricordare che
l’esodo degli Ebrei dall’Egitto avvenne intorno al 1420 a.C.
“Gli uomini non vivono una volta sola per andarsene da qui per sempre.
Essi vivono molte volte in molti luoghi, sebbene non sempre in questo
mondo. Tra una vita e l’altra vi è un velo di tenebre” …
“La nostra religione ci insegna che noi viviamo in eterno. Dunque
l’eternità, se non ha fine, non può avere un principio, è quindi un
cerchio. Se è vero che noi viviamo più volte, deve essere anche vero
che noi siamo sempre vissuti”.
“Nei primi tempi, avanti che i sacerdoti fissassero i pensieri umani
nei blocchi di pietra e innalzassero altari a mille dèi, molti
sostennero che quel ragionamento era vero, e quindi che il Dio era uno
solo”.
“Agli occhi dell’uomo Dio ha molte facce, e ognuno giura che quella
che egli vede è il solo vero Dio. Ma tutti hanno torto, perché tutte
sono vere”.
Da un altro papiro di Anana, più o meno dello stesso periodo,
leggiamo: “L’eternità non ha fine, quindi non ha principio, e di
conseguenza l’eternità è un cerchio … Se continuiamo a vivere
dobbiamo continuare per sempre, e se continuiamo per sempre, come il
cerchio e l’eternità, l’uomo non ha principio”.
“L’uomo nasce molte volte, eppure non sa nulla delle sue vite passate:
tranne occasionalmente quando un sogno a occhi aperti o un pensiero lo
riporta a qualche fatto di una precedente incarnazione. Egli non può,
tuttavia, stabilire nella sua mente dove o quando il fatto avvenne; ha
solo la sensazione di una cosa familiare. Alla fine, comunque, tutte
le sue vite passate si riveleranno”.
“Gli spiriti o anime di una incarnazione possono eventualmente
incontrarsi in un’altra incarnazione e essere attratti l’uno verso
l’altro come da una calamita, ma per quale causa nessuno lo sa”.
“Sì, io credo che le anime possano vivere più di Ra, lo stesso Sole, e
più delle stelle”.
Molto interessante questa frase finale dove il convincimento che
l’anima superasse la vita del Sole dimostra come questi non era
considerato la divinità stessa bensì una sua rappresentazione
simbolica ad uso dei meno evoluti.
Appunti storici
Secondo gli storici, è solo nel periodo definito “Neolitico” (circa
dal 6.000 al 3.000 a.C.), che l’uomo creò le basi su cui si sono
sviluppati i concetti sociali che continuano ai nostri giorni.
E’ nel Neolitico che l’uomo inizia a lavorare la ceramica, a tessere e
ad edificare dei veri e propri villaggi nonché dare inizio agli scambi
commerciali; si sono infatti trovati dei manufatti localizzati a
centinaia di chilometri dal luogo in cui vennero creati. Ed è anche in
questo periodo che si dimostra intellettualmente attivo, iniziando a
costruire attrezzi adatti ad affrontare le sue esigenze future,
anticipandole mediante un’analisi dei fatti piuttosto che con
l’istinto.
E’ generalmente accettato che il nucleo di questa civiltà si sia
sviluppo in oriente, dalla valle del Nilo alla Mesopotamia.
Tradizionalmente la fine del Neolitico è contrassegnata
dall’apparizione del metallo e dall’inizio dell’Età del bronzo.
Conclusione
La storia classica colloca nel 3000 circa a.C. l’avvento dell’età del
bronzo e dal 2600 al 2480 a.C., la costruzione delle più grandi e
famose piramidi, quelle di Giza (fatte costruire dai faraoni Cheope,
Chefren e Micerino della IV dinastia).
Perciò, secondo la storia, nei 4 – 5 secoli dopo la fine del Neolitico
l’uomo, da selvaggio che era, avrebbe raggiunto la capacità di erigere
dei monumenti la cui progettazione e costruzione richiede delle
avanzatissime conoscenze matematiche, fisiche ed astronomiche.
Questa assunzione non regge e, a rigor di logica, dobbiamo invece
concludere che l’elaborazione della prima religione, così come la
progettazione di queste grandi piramidi, sia stata opera di personaggi
con una capacità e cultura molto al di sopra di quella della comune
umanità.
Possiamo pertanto arguire che questi “personaggi” altro non fossero
che i Sacerdoti di Atlantide. Gli stessi Antichi riconoscevano che da
questa razza, “civile, guerriera e dotta”, provenivano la scienza
degli astri e le leggi del governo degli uomini. Questa nostra ipotesi
viene confermata dal brano seguente, tratto dal volume “Il sistema
solare ” :
“Circa 400.000 anni fa, essendo l’Egitto isolato e scarsamente
popolato, una Loggia di Iniziati (esseri altamente evoluti, n.d.r.), a
causa del diffondersi delle ‘arti nere’ nel suo paese (Atlantide,
n.d.r.), era emigrata in Egitto, dove poi proseguì il suo lavoro per
circa 200.000 anni.”
“Circa 210.000 anni fa, la Loggia Occulta fondò la prima dinastia
divina in Egitto e un impero, facendo venire a questo scopo il primo
gruppo di coloni.”
“Da questo tempo a 200.000 anni fa, furono costruite le due grandi
Piramidi di Giza, per servire da un lato come Templi permanenti di
Iniziazione, e dall’altro come santuari per la custodia di alcuni
potenti talismani, in previsione della sommersione che gli Iniziati
sapevano imminente.”
“E’ lecito supporre che i poteri occulti furono impiegati per
facilitare il trasporto ed il sollevamento dei grandi blocchi di
pietra usati nella Grande Piramide. Molte migliaia d’anni dopo, Cheope
diede il suo nome a una delle Piramidi.”
Il mito di Atlante
Il mito di Atlante, forse, vuole indicarci la strada dell’umiltà;
dovremmo infatti accettare che l’origine di ogni conoscenza deve
ricercarsi nell’antico continente atlantideo ed il fatto che sulla
civiltà di Atlantide si sono poi basate le altre civiltà.
E, invece, guardiamo il vecchio Atlante che sorregge il globo sulle
spalle e, pur sapendo che l’astronomia fu la scienza più antica di
tutte, pensiamo che i creatori della medesima non sapessero che la
terra è rotonda!
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LA GERARCHIA PLANETARIA
Abbiamo visto, nelle lettere precedenti che, nel lungo corso
dell’evoluzione dell’umanità, vi sono sempre stati dei Grandi Esseri
che hanno prestato la loro opera affinché le cose procedessero secondo
un piano prestabilito moltissimo tempo fa.
Anche oggi vi sono Grandi Esseri che guidano l’evoluzione
dell’umanità. L’insieme di questi Esseri illuminati viene chiamato con
vari nomi, tra cui: “Gerarchia Planetaria”, “Centro dei Maestri di
Saggezza” e “La grande Loggia bianca”.
I componenti della Gerarchia
Alcuni componenti della Gerarchia sono attualmente incarnati in un
corpo fisico, altri, invece, vivono in un corpo eterico (energetico,
n.d.r.) nei mondi sottili. Alcuni di essi, incarnati in un corpo
fisico, dimorano nelle Montagne dell’Himalaia, ma la maggior parte è
disseminata in tutto il mondo e dimora, in incognito, in varie
Nazioni.
I componenti della Gerarchia cercano di aiutare l’umanità nel suo
cammino spirituale attraverso gruppi o movimenti tra cui possiamo
elencare, per brevità: Templari, Massoni, Rosacroce e la Società
Teosofica. E’ comunque certo che i Maestri hanno il pieno rispetto del
libero arbitrio degli umani, questo, chiaramente, ne limita il raggio
d’azione.
Alcuni di essi sono esseri umani che hanno raggiunto un alto grado di
perfezione ed hanno così conseguito la “resurrezione della carne”,
ovvero non hanno più l’obbligo di rinascere in un corpo fisico per
procedere con la loro evoluzione. Tra essi citiamo, per brevità, i
Maestri: Morya, Koot-Hoomi, il Veneziano, Serapis, Hilarion, Gesù,
Saint-Germain e Djwal Khul.
Così ne parla Alice Bailey nel suo volume Iniziazione umana e solare:
“Attualmente questi Maestri sono incarnati nel mondo intero con il
solo scopo di partecipare alle attività, alle occupazioni ed al lavoro
di disseminazione della verità nelle differenti Chiese, scienze e
filosofie. Producono così in seno ad ogni organizzazione
un’espansione, un’apertura, una disintegrazione cosi necessarie ed
altrimenti impossibili. Sarebbe saggio che gli studenti di occultismo
riconoscessero questi fatti e coltivassero la loro capacità di
identificare le vibrazioni della Gerarchia che si manifestano
attraverso i discepoli nei posti e nei gruppi più impensati”.
L’opera della Gerarchia
I Maestri contribuiscono in mille modi a far progredire l’umanità.
Dalle più alte sfere riversano sulla Terra la luce e la vita che
possono essere, liberamente come i raggi del sole, ricevute e
utilizzate da tutti coloro che sono sufficientemente recettivi.
… E poi i Maestri, che hanno un legame particolare con le religioni,
le utilizzano come serbatoi nei quali riversare energia spirituale
perché sia donata ai fedeli di ogni religione come un “mezzo di
grazia”.
C’è quindi il grande lavoro intellettuale per mezzo del quale i
Maestri inviano potentissime forme pensiero (pensieri concentrati su
una certa idea, n.d.r.) che captate dagli uomini geniali, vengono da
loro assimilate e donate al mondo. Nello stesso modo Essi inviano ai
loro discepoli le loro voci notificando i compiti che devono svolgere
… il lavoro di guida e supervisione nell’insegnamento ai giovani
discepoli e l’invio di un aiuto specifico in numerosi casi.
Nel mondo fisico sorvegliano il susseguirsi degli eventi, correggono e
neutralizzano, per quanto è permesso dalla Legge, le tendenze nefaste,
riequilibrano continuamente le forze che si oppongono o ne facilitano
il progresso rinforzando il bene ed indebolendo il male.
L’influenza dei Maestri sulle Scuole di esoterismo
Alcune Scuole di occultismo e di tendenza teosofica hanno preteso di
essere le uniche detentrici dell’insegnamento dei Maestri ed il solo
punto Focale dei Loro sforzi limitandone così l’opera e formulando
delle premesse che il tempo e le circostanze non mancheranno di
provare come inesatte.
Essi operano certamente per mezzo di questi gruppi di pensatori e
danno una gran parte della Loro energia in tali organizzazioni, ma
hanno ovunque Loro allievi e discepoli e operano attraverso numerosi
corpi e con diversi metodi di insegnamento.
La Gerarchia vista dal Maestro Djwal Khul
Nota: questo messaggio è stato ricevuto e quindi scritto da Alice Bailey.
La Gerarchia, è formata da esseri umani e spirituali nel contempo.
Questi Maestri, desiderosi di aiutare l’umanità si sono presi la
responsabilità di assistere l’uomo nella sua evoluzione. Tra loro vi
sono studenti, Iniziati, così come Alcuni Maestri soggetti ai Chohans
e ai Kumaras che, a loro volta rappresentano gli Esseri consapevoli
più evoluti nella nostra sfera planetaria. Essi non sono dissimili
alle descrizioni fatte per gli Angeli e gli Arcangeli nelle religioni
Occidentali.
La Gerarchia sta lavorando, a livello politico, per creare una
cooperazione internazionale e una sintesi economica. Nel campo della
religione, invece, cerca di diffondere la coscienza spirituale e una
religione di tipo universale. Nei domini della scienza, istruzione e
psicologia, il suo scopo è quello di espandere la coscienza, la
conoscenza e le capacità umane in generale.
I membri della Gerarchia inviano costantemente nel mondo pensieri,
ideali, semi di attività e progetti, allo scopo di influenzare coloro
che operano in campo politico, economico e scientifico. Questi piani
talvolta sono idealistici, comunque sono realizzabili. La Croce Rossa
internazionale rappresenta un esempio riuscito di tale influenza.
Coloro che si aprono alle ispirazioni inviate dai Maestri e si
dedicano al “bene maggiore”, talvolta sono istruiti dagli stessi
Maestri mentre i loro corpo giace addormentato … Queste persone,
comunque, non dovrebbero lavorare in questo senso solo allo scopo di
ottenere vantaggi personali, bensì offrirsi come cooperatori di coloro
che operano sui piani superiori.
I Maestri visti da Giuseppe Filipponio
… Questi Fratelli Maggiori dell’umanità hanno calcato, quali uomini
sulla terra, il lungo sentiero evolutivo, e sono entrati nei ranghi
dei Grandi Esseri che ora proteggono e guidano il destino dell’uomo
soltanto dopo aver subito tutti i processi che ci innalzano a più
spirituali dimensioni.
Essi hanno trionfato sulla materia e conseguito la loro meta suprema
mediante gli stessi superamenti e gli stessi sacrifici che noi
affrontiamo e con cui lottiamo nelle nostre vite. Essi hanno
conosciuto ogni passo del sentiero della sofferenza, hanno subito ogni
esperienza, hanno lottato per redimere le loro fragilità umane ed
hanno vinto mediante la padronanza degli aspetti materiali dei loro sé
umani.
I Maestri visti da David Anrias
Quando un uomo raggiunge il Nirvana o Liberazione non è obbligato a
conservare il suo corpo fisico o a reincarnarsi in un altro. La scelta
è sua: o preferisce vivere per sempre un’esistenza disincarnata o
dimora sulla terra per un tempo considerevole come Maestro di
Saggezza, in questo caso egli avrà una funzione in seno alla Gerarchia
Occulta e aiuterà lo sviluppo dell’umanità in modi estremamente
diversi.
I Maestri, possono compiere miracoli, ma lo fanno raramente perché
ritengono che, salvo in casi eccezionali, ogni miracolo è una forma di
esibizionismo. Infatti la loro assenza di vanità è così totale che
malgrado la loro nobiltà e i loro grandi poteri sono stati così
modesti da chiamarsi Fratelli Maggiori e Servitori dell’Umanità; in
effetti, secondo i loro propositi vivono per servire e guidare, perché
coloro che guidano non fanno altro che servire. Tuttavia, la loro
funzione di guida non intralcia il libero arbitrio dell’uomo, perché
ciò infrangerebbe la Legge. Essi suggeriscono, ma non esercitano
pressioni, ispirano, ma non ordinano mai.
Possiamo dunque constatare che, sebbene i Maestri abbiano il loro
spirito nel Cielo, i loro piedi calcano il nostro suolo, vale a dire
che non sono vaghi sognatori, ma uomini fondamentalmente pratici. Non
hanno più i vizi e le debolezze del comune mortale, perché hanno
sofferto essi stessi per vincerli camminando sul sentiero che porta
all’Adeptato (stato di altissima evoluzione spirituale, n.d.r.). Cosi,
essi hanno l’attitudine ad una totale comprensione e tolleranza, unite
ad un’immensa compassione e, cosa importantissima come affermano essi
stessi, un pronunciato senso dell’umorismo.
Una giusta precisazione
Vorrei ricordarvi che quando voi pensate alla Gerarchia, lo fate in
termini di Maestri (come fa la maggior parte della gente), oppure in
termini di Iniziati superiori. Non è esatto. Tutti i discepoli che
vengono accettati sono nella periferia della Gerarchia e della sua
influenza.
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COME POSSIAMO AIUTARE I MAESTRI?
In primo luogo, insegnare la legge di evoluzione e il suo corollario
inevitabile, gli uomini perfetti. Agli uomini si deve insegnare che
tali grandi anime esistono, ed esistono interamente per servire il
loro prossimo. Il pubblico dev’essere abituato ai loro nomi e
attributi, alla loro opera e al loro proposito, e agli uomini si deve
dire che vengono per la salvezza del mondo.
In secondo luogo, discepoli e aspiranti devono vivere armoniosamente
sotto ogni aspetto e amare. Le vibrazioni violente dei nostri ambienti
devono essere smorzate con una forte controvibrazione d’amore,
ricordando sempre che quando operiamo dal lato dell’evoluzione è con
noi il potere della divinità stessa, disponibile per essere usato.
Nulla può resistere alla pressione costante dell’amore e dell’armonia
quando sono applicati abbastanza a lungo. Non è lo sforzo spasmodico
che conta. E la pressione sostenuta a lungo, invariabile, che alla
fine infrange l’opposizione e le mura della separatività.
In terzo luogo, le organizzazioni esoteriche devono appoggiare tutto
ciò che tende all’unità. Tutti i tipi di lavoro, tutti gli sforzi
esterni delle numerose organizzazioni, devono incontrare cooperazione
e assistenza amorevoli. Noi stiamo in un mondo di sforzo come punti
focali d’amore.
Il nostro obiettivo è di aiutare i Grandi Esseri e dar loro
l’assistenza intelligente che farà materializzare i loro piani per
l’umanità. Hanno deciso di operare, per nostro tramite, all’elevazione
del mondo e l’emissione dello sforzo spirituale intensificato che
arresterà l’ondata di male e allontanerà le possibili difficoltà che
stanno in agguato nell’oscurità del caos attuale dovrà avvenire
tramite i gruppi esoterici.
L’organismo vivente di aspiranti e discepoli può fornire un centro di
pace, di potere e d’amore, di aiuto pratico e di elevazione spirituale
quale il mondo non ha mai visto. Questa è la speranza. Abbiatene cura
voi.
Altri modi per aiutare i Maestri
Il fatto della Gerarchia e l’opera svolta dai Maestri mediante i loro
discepoli devono essere indicati all’attenzione pubblica.
Ovunque, discepoli presenteranno sempre meglio il piano gerarchico di
fratellanza, di vita spirituale e inclusiva, non ripetendo di continuo
(come fanno gli stolti): “Il Maestro mi ha scelto” o “il Maestro mi
guida” o “io rappresento la Gerarchia”, ma con una vita di servizio,
per mostrare che i Maestri esistono e sono conosciuti da molti
dovunque; che il piano è di sviluppo evolutivo o di progresso e
conduce verso una meta spirituale intelligente; che l’umanità non è
sola, ma che la Gerarchia vigila, che il Cristo è con il Suo popolo.
Mostrare inoltre che nel mondo esistono molti discepoli sconosciuti
perché lavorano nel silenzio, che il nuovo gruppo di Servitori del
mondo esiste; che uomini di buona volontà sono presenti ovunque; che i
Maestri non s’interessano delle personalità, ma che impiegano uomini e
donne di ogni atteggiamento, fede e nazionalità purché motivati
dall’amore, intelligenti, di mente addestrata, magnetici e radianti,
capaci di attirare alla verità e alla bontà e non
all’individuo-Maestro o discepolo.
I Maestri, non si curano di fare proseliti, ma si impegnano unicamente
ad alleviare le sofferenze, a promuovere l’evoluzione dell’umanità e a
indicare le mete spirituali. Non cercano premi per il loro lavoro ne
elogi dai contemporanei, ma solo l’accrescimento della luce nel mondo
e lo sviluppo della coscienza umana.
L’illusione riguardo ai Maestri
MONDO ASTRALE: mondo invisibile, dove vivono i defunti ed i viventi
sperimentano le emozioni, i desideri e le passioni. I defunti,
talvolta, si presentano ai viventi come “maestri” ed offrono servizi o
insegnamenti. La “medianità” e la “scrittura automatica” sono due tra
i molteplici fenomeni dovuti al contatto con il mondo dei “morti”.
Dopo aver dato alcune precisazione, riguardo ai Maestri ed alla
Gerarchia, riteniamo giusto parlare di una particolare illusione, oggi
assai diffusa, tra coloro che frequentano circoli occulti o Scuole
spirituali. A questa illusione, sono spesso soggetti alcuni capi di
tali organizzazioni che affermano di essere in contatto con qualche
Maestro, spiriti illuminati o, addirittura, con nostro Signore Gesù
Cristo, mentre ricevono solo messaggi medianici dallo spirito di una
persona defunta. Essi, spesso, illudono anche gli allievi dicendo che,
prima o dopo, arriveranno anche loro ad incontrare il Maestro.
Leggiamo come Alice Bailey, nel Trattato dei 7 Raggi, ci illustra
questo fenomeno:
“Anche le correnti di esoterismo, teosofiche e rosacrociane
(particolarmente nelle loro scuole interne), hanno forme loro
particolari di questa illusione di guida interiore. Benché di natura
diversa da quelle precedenti, gli effetti sono molto simili e riducono
i seguaci nella condizione di farsi guidare e spesso dirigere da voci
illusorie.”
“Spesso i capi dell’organizzazione asseriscono di essere in
comunicazione diretta con un Maestro o con tutta la Gerarchia dei
Maestri, da cui ricevano gli ordini. Questi sono trasmessi all’insieme
dei membri, da cui ci si attende un’obbedienza pronta e senza
discussioni.”
“In questo sistema, impartito sotto il nome di sviluppo esoterico, si
presenta la meta di un simile rapporto con il Maestro o la Gerarchia
come incentivo per studiare o meditare, e l’aspirante è indotto a
credere che un giorno o l’altro udrà la voce del suo Maestro, che lo
guiderà suggerendogli cosa fare e come prender parte a ruoli diversi.”
“Gran parte delle difficoltà psicologiche riscontrate nei gruppi
esoterici si possono ascrivere a questo atteggiamento e a questa
speranza ingannevole offerta al neofita.”
“… La guida cui obbediscono tanto spesso gli aderenti delle diverse
correnti esoteriche non è quella della Gerarchia, ma il riflesso
astrale di questa (essi quindi rispondono alla presentazione illusoria
e falsata costruita dall’uomo, di un grande fatto spirituale). Se
volessero, potrebbero rispondere invece alla realtà …
“… Oggi mistici di ogni specie, per naturale predisposizione alla
vita introspettiva e negativa, odono voci, ricevono comandi e
obbediscono a impulsi che sostengono venire da Dio. In ogni parte
esistono gruppi impegnati ad avviare alla vita spirituale, ad
accertare il Piano di Dio o a collaborarvi in un modo o nell’altro.
Alcuni operano con intelligenza e le loro premesse e i tentativi sono
talvolta corretti, ma in genere seguono una via sbagliata, poiché sono
soprattutto di natura astrale”.
Un suggerimento di Roberto Gervasio
Tutto ciò che posso fare, ora, è di tentare di mettere in guardia con
i mezzi a disposizione la gente, cercare di evitar loro esperienze
traumatizzanti.
Questi mistificatori non sono una teoria astratta, sono vicini,
vicinissimi a noi. Hanno persone incaricate di fare proseliti ovunque,
utilizzano tutti i sistemi moderni di comunicazione.
I mercanti dell’occulto, quelli che vi promettono (a pagamento)
I’illuminazione, la conoscenza, addirittura la remissione del Karma,
il risveglio Iniziatico, vivono fra noi.
Quelli che vi promettono di cambiare in meglio la vostra vita, che
dicono di curare il cancro ed ogni altro male, sono persone reali,
mettono su giornali e riviste lusinghiere inserzioni, diffondono
opuscoli mielati con fotografie e disegni accattivanti. Spesso hanno
consulenti psicologi, esperti in messaggi subliminali che impostano le
loro campagne pubblicitarie!
Attenzione! Usate la massima, assoluta attenzione! Andateci cauti
prima di fare qualunque scelta. Prima di prendere decisioni in loro
favore pensate e ripensate …
Fate questo semplicissimo ragionamento che è tratto dal Vangelo.
Quando chiesero a Gesù come fare per riconoscere i falsi profeti, Gesù
rispose: “Un albero si riconosce dai frutti che porta”.
Sulla base di questa similitudine ribaltate il discorso e chiedetevi:
“Costui mi sta promettendo mari e monti, perché lo fa? Quale è il suo
tornaconto? A chi, o a cosa giova? Cosa guadagna lui da questo e cosa
guadagno io?”
Fate questo discorso a mente fredda. Valutate quanto di vostro può
passare a lui, quanto beneficio materiale può provenirgliene e quanto
beneficio effettivo potrà invece venire a voi. Le cose dello spirito,
dovrebbero essere date con amore e per amore. Non vendute, mercificate
e strapagate. Fate prima il calcolo di quanto denaro può ricavarne
l’altro e quanto potete beneficiarne voi. Lucidamente.
Fatta questa semplice operazione allora decidete cosa fare o non fare.
Questo purtroppo è un vortice che non avrà mai fine perché la massa di
persone che brancola nel buio alla ricerca di qualcuno disposto a dar
loro una mano, un appoggio morale, è enorme!
…
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