Storia dell’esoterismo 3f

pubblicato in: AltroBlog 0
Storia dell’esoterismo 3f

a cura del Dr. Mario Rizzi

– Parte terza –

LA TRADIZIONE ESOTERICA

Questa tradizione riguarda la dottrina fondamentale che comprende le
leggi basilari e principali concernenti la natura della Divinità,
l’Universo e l’uomo…

… L’insegnamento esoterico rivela, fra l’altro, all’umanità le Leggi
e i Principi sui quali è organizzata la vita planetaria, l’esistenza
del Governo interiore (argomento che tratteremo nella prossima lettera
n.d.r.), o dominio delle cause che precipitano nel mondo come eventi;
rivelano che alla base del Piano Generale c’è un processo evolutivo, e
rivelano pure l’Unità della Vita e l’uomo quale microcosmo,
controparte del macrocosmo…

… Si può avere un’idea dell’antichità della Sapienza Antica o
Teosofia, ammirando le tracce rimaste nelle Religioni Solari degli
Incas e dei Parsi, leggendo i libri sacri dell’India e dell’Egitto, il
Pimandro di Ermes Trismegisto, il libro di Thot, il libro Egiziano e
quello tibetano dei morti, gli Aforismi di Patanjali.

Nella Grecia Antica, il pensiero spirituale è inviluppato nella
Mitologia; nei frammenti Orfici, nelle Dottrine di Pitagora e nella
filosofia di Platone sono nascosti i principi sublimi di una Sapienza
immortale.

L’apparizione, in luoghi e tempi diversi, di gruppi specializzati per
il risveglio e lo sviluppo nell’uomo di facoltà superiori, riguardava
solo coloro che erano sufficientemente evoluti, mentre le Religioni
ortodosse davano l’ispirazione e la guida alla massa dell’umanità. In
tal modo, uomini di ogni stadio procedevano dal loro particolare rango
a quello successivo, della scala evolutiva.

I Messaggeri degli dei

Max Heindel, nella Cosmogonia dei Rosacroce, ci conferma la presenza
di Maestri alla guida dell’umanità già da quando essa, millenni di
anni fa, viveva nella Lemuria, oggi scomparsa. Questi Maestri, vennero
anche chiamati “Signori di Venere” e “Signori di Mercurio”. Così ne
parla Max Heindel:

“I Signori di Venere furono i capi della maggior parte dei nostri
simili e furono conosciuti come “Messaggeri degli Dei”. Per il bene
della nostra umanità, essi la guidarono passo a passo. Non vi fu
ribellione alla loro autorità, perché l’uomo non aveva ancora
sviluppato una volontà indipendente. Essi la guidarono perché
arrivasse a manifestare volontà e giudizio e divenisse capace di
guidarsi da sé.”

“Si sapeva che codesti Messaggeri erano in comunicazione con gli Dei.
Erano tenuti in grande rispetto ed i loro comandi venivano ubbiditi
senza discussione.”

“Quando sotto la direzione di questi Maestri, l’umanità ebbe raggiunto
un certo grado di sviluppo, gli uomini più avanzati vennero posti
sotto la guida dei Signori di Mercurio, che li iniziarono alle verità
superiori per farne delle guide o capi di popoli. Questi individui,
chiamati “Iniziati”, vennero elevati alla dignità Reale e furono i
fondatori delle dinastie dei Re considerati “divini” in quanto elevati
a tale rango per grazia dei Signori di Venere e di Mercurio,
considerati come Dei dall’umanità nascente di allora …”

“In quei tempi un Sovrano considerava come un sacro dovere quello di
aiutare e dirigere il suo popolo, di promuovere equità e benessere.
Essendo stato iniziato poteva contattare la saggezza divina ed essere
guidato nei suoi giudizi e decisioni. Fintanto che regnarono questi
Re, tutto prosperò e fu veramente l’Età dell’Oro…”

In quell’epoca lontana lo scopo dei Messaggeri degli Dei e dopo di
loro tutti gli Ierofanti (Sacerdoti, n.d.r.) dei Misteri e di tutte le
odierne scuole di occultismo, era, ed è, quello di insegnare al
candidato l’arte di dominare se stesso. In proporzione diretta in cui
l’uomo domina se stesso, sarà qualificato per governare gli altri. Se
gli attuali governanti di popoli fossero capaci di governare se
stessi, noi conosceremmo un nuovo Millennio o Età dell’Oro.”

Le caratteristiche dei Re Sacerdoti

Così ne parla Giuseppe Filipponio: “Circa i Re-Sacerdoti, giova
ricordare che nessun Iniziato era tale se non sapeva guarire e
richiamare in vita una persona dalla morte apparente. Coloro che
manifestavano questi poteri erano considerati Re o Iniziati. Gesù,
infatti, fu acclamato Re, poiché aveva fatto miracoli, guarito infermi
e resuscitato Lazzaro.”

“Gli Iniziati avevano la prerogativa di rivelare i segreti della
natura utili all’umanità, le virtù nascoste delle piante, l’arte di
portare fra gli uomini l’amore fraterno e il sentimento di aiuto
reciproco”.

Altri dettagli ce li fornisce W. J. Thompson, una delle voci più
autorevoli sui ritrovamenti nell’Isola di Pasqua. Egli, con l’aiuto di
un indigeno, riuscì a decifrare il testo seguente da ciò che resta
delle pareti di un tempio in rovina.

“Quale potere ha il Grande Re sulla terra? Ha il potere di fare
crescere le piante e di cambiare il colore del cielo.”

“Tutti salutano il potere del Grande Re che ci rende gentili verso le
giovani piante, che ci fa ammirare i vari colori del cielo e
contemplare le nuvole che sorgono.”

“Tutti salutano il potere del Grande Re che ci mette in grado di
apprezzare le meraviglie delle stelle lucenti, le nuvole che si
abbassano, la gentile rugiada, la pioggia che cade e la luce del sole
e della luna.”

“Quale potere ha il Grande Re sulla terra? Ha il potere di popolare la
terra, di creare tanto re che sudditi. Tutti salutano il potere del
Grande Re che ha creato gli esseri umani, dato autorità ai re, e
creato fedeli sudditi …”.

Anche Friedrich M. Muller, in Origin of Religious Laws (Origine delle
leggi religiose) ci conferma il fatto che i Re di allora non facevano
parte della comune umanità. Ecco uno stralcio dal suo scritto: “La
credenza che il legislatore religioso godesse di una intimità più
stretta che non i comuni mortali, nei rapporti con la Divinità,
riempie le tradizioni antiche di molte nazioni. Secondo un notissimo
passo in Diodoro Siculo, gli Egizi credettero che le loro leggi
fossero state comunicate a Mnevis da Ermes.”

“I Cretesi sostennero che Minosse avesse ricevuto le leggi da Zeus. I
Lacedemoni erano convinti che Licurgo avesse ricevuto le sue leggi da
Apollo. Gli Ariani credevano che Zaratustra le avesse ricevute dallo
Spirito Buono. Secondo Gatel, Zamolscis ricevette le sue leggi dalla
dea Hestia, e secondo gli Ebrei, Mosè le ricevette da Javè”).

________________________________

L’ESOTERISMO NELL’ANTICHITA’

L’iniziazione

Sotto l’aspetto umano, fin da remotissimi tempi, l’Iniziazione era
considerata nel modo più consono all’epoca ed era comune ad alcuni
riti mediante i quali l’uomo entrava sul sentiero del perfezionamento.

L’Iniziazione era collegata al segreto, in quanto certe conoscenze
potevano solamente essere elargite a quelli che erano preparati a
ricevere, custodire e realizzare certe rivelazioni relative alla
natura dei Misteri, la cui conoscenza portava verso l’unione sublime
con Dio.

Alcune conoscenze davano, inoltre, la possibilità di risvegliare gli
invisibili e superiori poteri dello Spirito, da usare soltanto per il
bene della Fratellanza Umana. L’Iniziazione, a volte, viene anche
definita come “seconda nascita”.

Gli Iniziati

Dio svela all’umanità ciò che essa può comprendere dei Suoi Propositi
per mezzo di quelle menti che sono sensibili alle rivelazioni
spirituali, cui diamo il nome di Iniziati.

Essi, scaglionati lungo i millenni fra popoli diversi, ispirati dal
Centro di Illuminazione di Amore-Saggezza, furono portatori del
Messaggio Divino. Alcuni di questi Iniziati furono i fondatori delle
Grandi Religioni che hanno contribuito alla formazione dell’umanità:
Rama, ci mostra le vicinanze del Tempio, Krishna ed Ermes ce ne danno
la chiave, Mosè, Orfeo e Pitagora ce ne mostrano l’interno, mentre
Gesù ci rappresenta il santuario.

Altri Iniziati ci hanno trasmesso la Dottrina Occulta (Filosofia
Esoterica, n.d.r.), che alcuni Discepoli si sono incaricati di
diffondere.

Le scuole dei Misteri

Durante l’età dell’oro i popoli Toltechi e Maya, della 4a Grande Razza
Madre Atlantidea raggiunsero un alto grado di sviluppo. Le masse di
popolo, relativamente infantili, vennero istruite da Maestri Divini e
da Re Sacerdoti spiritualmente avanzati, esse formarono gli originari
Incas, di quello che fu il vasto territorio del Perù che si estendeva
nel Sud, verso il centro America e nel moderno Messico.

L’uomo viveva in purezza e beatitudine poiché aveva una natura più
divina che umana. I Re Divini che regnavano sulla terra promossero un
alto grado di cultura e civiltà basate sulla conoscenza scientifica e
spirituale e con una semplice forma di insegnamento per i meno
avanzati …

Quando l’umanità crebbe di numero e di varietà di pensiero, si ebbero,
nelle menti meno colte e meno sane, delle esagerazioni, superstizioni,
desideri e passioni; spesso si abusò della conoscenza, del potere,
finché fu necessario limitare il numero di coloro che sapevano.

Ogni popolo di quei tempi si adattò un sistema religioso secondo la
sua illuminazione e i suoi bisogni spirituali. Sorse la necessità di
velare la verità per proteggerla dalla profanazione. Il velo fu
gradatamente fatto più spesso in seguito al diffondersi della
personalità e dell’egoismo.

Questo condusse alla formazione dei Misteri e alla creazione di
simboli (per es. le antiche scuole egiziane avevano 78 simboli). Fu
consentito che credenze exoteriche (per tutti, n.d.r.) crescessero
nella mente delle masse profane, in forma di fiabe e di miti e che
sviluppandosi formassero la fede popolare senza alcun pericolo per le
verità più filosofiche ed astruse che venivano insegnate nei Santuari
dei Misteri…

I Templi dei Misteri diventarono i principali depositari
dell’insegnamento esoterico, fra cui la dottrina del Dio Unico, la
resurrezione dell’uomo alla vita eterna, la divinità dell’Anima Umana.
In essi veniva insegnato anche a vedere l’ombra della Divinità nella
bellezza, nella magnificenza e splendore dell’Universo.

I Misteri Egizi e la grande Piramide

Vi è una grande differenza di opinioni sul come e quando la Grande
Piramide di Giza fu costruita. Questo, probabilmente, si deve al fatto
che la mente umana fa fatica a concepire una costruzione fatta
dall’uomo eretta molte migliaia di anni fa.

Storici e studenti sono d’accordo che fu costruita più di 4,500 anni
fa ma, negli ultimi anni, il chiaroveggente Edgar Cayce ha ne datato
la costruzione dal 10,449 al 10.349 a.C. e ne ha spiegato il motivo
della costruzione come la necessità di salvare del materiale
preziosissimo dall’affondamento di Atlantide.

In effetti la Grande Piramide fu progettata come un insieme di
informazione, poste nella pietra, in grado di durare per migliaia di
anni, fintanto che l’umanità sarebbe arrivata al punto evolutivo
necessario per poterne afferrare il significato.

Era imperativo che il luogo dove erigere la Grande Piramide fornisse
una grande sicurezza perché doveva servire per preservare delle
importantissime conoscenze esoteriche, pertanto fu scelto il punto più
elevato in quella zona (sicurezza contro le inondazione) ed anche il
più prossimo al centro della Terra (meno vulnerabile ai terremoti).
L’ubicazione geografica fu perciò stabilita alla latitudine 29° 58′
51″ Nord; longitudine 31° 09′ Est.

La Camera del Re

La pareti di questa camera sono costituite da cinque blocchi levigati
di granito rosa, per fornire la necessaria protezione alle persone
elette di Dio. Vi sono dei fori a circa 90 cm di altezza che, tramite
dei condotti, prendono l’aria nei lati Nord e Sud. il soffitto è
costituito da nove enormi blocchi di pietra dal peso di 30 tonnellate
ciascuno. Sette sono posti orizzontalmente e gli altri due sono sopra
di questi, messi ad angolo come il tetto di una casa. Questi blocchi
di pietra costituiscono una specie di garanzia contro qualsiasi colpo
di tipo violento.

La stanza, sarebbe completamente vuota se non fosse che per un cofano
senza coperchio, ricavato da un singolo blocco di brillante granito
levigato di color rosa. Questo cofano non rappresenta un sepolcro,
nessuno, infatti, vi fu mai seppellito. Esso rappresenta la vittoria
sulla morte: la “risurrezione”.

La Camera dell’Iniziazione

La Camera del Re è anche nota come la Camera dell’Iniziazione, dove
gli iniziati, dopo un lungo periodo di prova e di addestramento,
venivano portati per ottenere il grado più elevato dei Misteri di
allora. Essi, prima di potervi accedere, venivano istruiti con la
Saggezza Antica che includeva: matematica, forze creative e leggi
cosmiche.

L’iniziazione, durava tre giorni e tra notti, durante i quali il
candidato restava nel cofano in una situazione letargica. Nel
frattempo il suo spirito abbandonava il corpo per vagare nei reami
spirituali sotto la guida del Maestro, per ritornarvi alla fine dei
tre giorni. L’iniziato entrava nella “tomba” da uomo e ne usciva
ripieno della luce di Dio. E’ stato detto che Gesù, così come molti
altri, ricevette la sua iniziazione in questa camera della Grande
Piramide.

Anche gli Ebrei avevano i loro Misteri

Anche gli Ebrei possedevano la loro conoscenza segreta e le scuole
d’Iniziazione. L’accolta dei profeti a Naioth, presieduta da Samuele,
formava una Scuola di questo genere e l’insegnamento orale fu
tramandato da loro.

Scuole simili esistevano a Betel ed a Gerico e nella Concordanza di
Cruden, sotto la voce “School”, vi è la seguente annotazione
interessante: “Le Scuole o Collegi dei profeti sono le prime (Scuole)
di cui abbiamo notizia nella Scrittura; dove i figli dei profeti, cioè
i loro discepoli, vivevano nell’esercizio di una vita ritirata ed
austera, nello studio, nella meditazione e nella lettura della legge
di Dio. A queste Scuole, o Società, di profeti succedettero le
sinagoghe”.

Il Tabernacolo nel Deserto

Possiamo leggere nella Bibbia come Dio stesso abbia ordinato a Mosè di
fare un santuario che potesse contenere l’Arca dell’Alleanza,
destinata a raccogliere le 10 tavole della Legge. Questo perché Dio
stesso desiderava essere presente in mezzo al suo popolo. Troviamo
scritto nella Bibbia:

E il Signore disse a Mosè: “0rdina agli Israeliti che raccolgano per
me un’offerta. La raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore. Ed
ecco che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento e
rame, tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di
pelo di capra, pelle di montone tinta di rosso, pelle di tasso e legno
di acacia, olio per il candelabro, balsami per unguenti e per
l’incenso aromatico, pietre di onice e pietre da incastonare nell’efod
e nel pettorale. Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a
loro” (Esodo, 25:1,10).

La visione esoterica del Tabernacolo

Quando gli uomini cominciarono ad essere dotati di intelletto
iniziarono a rendersi conto della perdita della vista spirituale che
avevano posseduto fino a quel momento ed una aspirazione ardente verso
Dio e verso le loro guide divine cominciò a nascere nella loro anima,
aspirazione che sussiste ancora oggi, perché l’umanità non ha mai
cessato di piangere ciò che ha perduto.

Questa è la ragione per la quale l’antico Tempio dei Misteri
Atlantidei, il Tabernacolo nel Deserto, venne dato agli uomini
affinché potessero trovarvi il Signore, dopo avere sviluppato le
qualità richieste, attraverso una vita di servizio e la sottomissione
della natura inferiore all’Io Superiore.

Concepito da Jehova, il Tempio dei Misteri Atlantidei era
l’espressione delle grandi verità cosmiche nascoste sotto il velo del
simbolismo che parla al Sé Superiore o Spirituale.

E’ bene far notare, innanzitutto, che questo Tabernacolo divinamente
concepito fu dato a un “popolo eletto” che doveva costruirlo con
offerte volontarie, fatte con amore generoso. Vi è qui un insegnamento
del tutto particolare, perché il divino sentiero del progresso non è
mai indicato a qualcuno, a meno che questi non si sia votato a Dio e
non si trovi così pronto a offrire il sangue del suo cuore in una vita
di servizio disinteressato.

… La grande cura apportata nei dettagli della costruzione del
Tabernacolo mostra che qualcosa di ben più elevato, di ciò che
colpisce i sensi, era ricercato nella sua costruzione. Sotto
l’apparenza terrena o materiale era indicata una rappresentazione di
Verità celesti e spirituali, colme di insegnamenti per il candidato
all’Iniziazione.

________________________________

IL CRISTIANESIMO ESOTERICO

Necessità di un insegnamento differenziato

E’ un’idea largamente diffusa, quindi accreditata, che nel
cristianesimo non esista insegnamento occulto e che i Misteri, tanto i
Minori che i Maggiori, siano stati un’istituzione puramente pagana.

Il nome stesso di “Misteri di Gesù”, così familiare alle orecchie dei
cristiani dei primi secoli, causerebbe viva sorpresa ai loro moderni
successori e, se inteso a significare una speciale e definita
istituzione della Chiesa primitiva, susciterebbe un sorriso
d’incredulità. Invero, il non avere il Cristianesimo segreto alcuno è
stato considerato oggetto di vanto e fu affermato che a tutti dice e
insegna tutto quanto ha da dire e da insegnare.

Le sue verità sono ritenute così semplici, che l’uomo ordinario, per
quanto di limitato intelletto, non può in esse andare errato, e il
detto “semplice come il Vangelo” è divenuto un luogo comune.

E’ perciò necessario provare chiaramente che, almeno nella Chiesa
primitiva, il Cristianesimo, al pari delle altre religioni, possedeva
una parte occulta e custodiva, quale inestimabile tesoro, i segreti
rivelati soltanto a pochi eletti nei Misteri.

Ma, prima di far questo, sarà bene considerare l’intera questione di
detto lato occulto delle religioni e vedere perché sia necessario che
un tale lato esista in una religione se questa deve divenire vigorosa
e stabile; poiché così l’esistenza di esso anche nel Cristianesimo
apparirà ovvia conclusione e le allusioni che se ne trovano negli
scritti dei Padri della Chiesa, risulteranno semplici e naturali e non
sorprendenti e incomprensibili.

L’esistenza di questo esoterismo è dimostrabile come fatto storico, ma
si può anche dimostrare che, intellettualmente, esso è una necessità.

Qual’è lo scopo delle religioni?

Esse furono date al mondo da uomini più saggi delle masse cui erano
destinate ed hanno per scopo di affrettare l’evoluzione umana. Per
giungere a ciò efficacemente esse devono pervenire agli individui ed
avere un’azione diretta su di loro. Ora tutti non sono al medesimo
stadio d’evoluzione, potendosi anzi raffigurare l’evoluzione come una
scala ad ogni gradino della quale stiano degli uomini.

I molto evoluti sono assai al disopra dei poco evoluti, sia per
intelligenza, sia per carattere; la capacità di capire e di agire
varia ad ogni stadio. E’ perciò inutile dare a ciascuno lo stesso
insegnamento religioso, poiché ciò che sarebbe di giovamento all’uomo
intellettuale sarebbe affatto incomprensibile per l’uomo tardo di
mente e ciò che manderebbe in estasi il Santo lascerebbe freddo il
delinquente. D’altra parte l’insegnamento atto ad aiutare i non
intelligenti è intollerabilmente rozzo e meschino per il filosofo e
ciò che redime il malfattore è affatto inutile per il Santo.

Nondimeno ogni categoria di uomini ha bisogno della religione per
innalzarsi ad una vita superiore e nessuna categoria può essere
sacrificata all’altra. La religione deve essere graduale come
l’evoluzione, altrimenti non raggiunge il suo scopo.

Il lato occulto dell’insegnamento

… quanto abbiamo detto fin qui basti a dimostrare la necessità
teorica di un lato occulto in tutte le religioni. Dalla teoria venendo
ai fatti, naturalmente domandiamo: Questo lato occulto ha nel passato
fatto parte delle religioni del mondo? La risposta è immediata e
affermativa senza esitazione di sorta; ogni grande religione ha
asserito di possedere un insegnamento nascosto ed ha dichiarato di
essere depositaria di sapienza teoricamente e praticamente mistica,
ossia di sapienza occulta.

La spiegazione mistica dell’insegnamento popolare era pubblica e lo
esponeva sotto forma d’allegoria dando alle asserzioni ed alle
narrazioni rozze e irrazionali un significato che l’intelletto poteva
accettare. Dietro a tale misticismo teorico, come questo era dietro
all’insegnamento popolare, esisteva il misticismo pratico, un
insegnamento occulto e spirituale che era comunicato solo sotto certe
ben definite condizioni, conosciute e rese pubbliche, alle quali ogni
candidato doveva conformarsi completamente.

S. Clemente d’Alessandria fa menzione di questa divisione dei Misteri.
Dopo la purificazione, egli dice, “vi sono i Misteri Minori che hanno
qualche fondamento d’istruzione e di preparazione preliminare per
quello che deve venire dopo; ed i Misteri Maggiori nei quali non
rimane più nulla da imparare nell’universo, ma solo contemplare e
comprendere la natura e le cose”.

Nulla a questa proposizione si può opporre per quanto concerne le
antiche religioni. I Misteri dell’Egitto erano la gloria di
quell’antica terra ed i più nobili figli della Grecia, come per
esempio Platone, andavano a Sais ed a Tebe per essere iniziati dai
Maestri di Sapienza egizi…

Il punto culminante dei Misteri era quello in cui l’Iniziato diveniva
un Dio, sia per l’unione con l’Essere divino esterno a se stesso, sia
per aver riconosciuto il divino sé interiore.

Una risposta da Origene a Celso

… Ma che vi siano certe dottrine non rese note alla moltitudine, le
quali però vengono “rivelate” dopo che quelle exoteriche sono state
insegnate, non è una specialità del solo Cristianesimo, ma altresì dei
sistemi filosofici nei quali certe verità sono exoteriche ed altre
esoteriche. Alcuni degli uditori di Pitagora si contentavano del suo
ipse dixtit,mentre altri erano istruiti segretamente in quelle
dottrine non ritenute atte ad esser comunicate ad orecchie profane e
non sufficientemente preparate.

Di più, tutti i Misteri che sono celebrati in ogni luogo della Grecia
e dei paesi barbari, benché mantenuti segreti, non sono sottoposti a
nessun discredito, così che invano egli tenta di calunniare le
dottrine segrete del Cristianesimo, visto che non ne intende bene la
natura …

… Io non ho ancora parlato dell’osservanza di tutto quello che si
trova scritto negli Evangeli, ognuno dei quali contiene molta dottrina
difficile a comprendere non solo dalla moltitudine, ma persino da
certi tra i più intelligenti, poiché quella dottrina include una
profondissima spiegazione delle parabole che Gesù detto a “quelli al
di fuori”, mentre riserbava l’esposizione del loro completo
significato a quelli che erano passati oltre il grado
dell’insegnamento exoterico e che venivano privatamente a Lui “nella
casa”. E quando Egli arriverà a capirlo, ammirerà la ragione per cui
vien detto che alcuni sono “fuori” ed altri “nella casa.

… Lamentando Celso che i peccatori fossero ammessi nella Chiesa,
Origene risponde che la Chiesa aveva farmaci per quelli che erano
malati ed altresì lo studio e la conoscenza delle cose divine per
quelli che erano in buona salute. Ai peccatori insegnavasi a non
peccare e solo allorché si constatava che avevano fatto qualche
progresso e che gli uomini erano ‘purificati per la Parola’, allora e
non prima, noi li invitiamo a partecipare ai nostri Misteri.
Perciocché parliamo Sapienza fra coloro che son perfetti.

Un brano di Ignazio, Vescovo d’Antiochia

Ignazio, Vescovo d’Antiochia era un discepolo di S. Giovanni. Questa
sua epistola risulta molto interessante perché parla in modo molto
chiaro dei Misteri.

“Non potrei io scrivervi cose più piene di Mistero? Ma io temo di
farlo, ond’io non faccia del male a voi che altro non siete che
fanciulli. Perdonatemi in questo riguardo onde voi non essendo atti a
riceverne il peso, non siate da questo soffocati. Poiché io stesso,
nonostante sia vincolato (per Cristo) e sia capace d’intendere le cose
celesti, gli ordini angelici e le diverse specie di angeli, la
differenza tra i poteri e le dominazioni e la diversità dei troni e
delle autorità, la potenza degli eoni e la preminenza dei cherubini e
dei serafini, la sublimità dello Spirito, il regno del Signore, e
soprattutto l’incomparabile maestà dell’Onnipotente Iddio, benché io
conosca tutte queste cose, pure non sono, per questo, in alcun modo
perfetto, né sono io un discepolo come Paolo e Pietro”.

Un passo dalla Stromata di Giamblico

Nella Stromata, o Miscellanee, di S. Clemente d’Alessandria, vi sono
molti riferimenti ai Misteri esistenti a quel tempo. Ne riportiamo un
passo molto istruttivo:

“Il Signore… ci permise di far parte di quei divini Misteri e di
quella santa luce a quelli che son capaci di riceverla. Certamente
Egli non rivelò ai molti ciò che ai molti non apparteneva, ma ai pochi
a cui Egli sapeva che essi (i Misteri) appartenevano ed i quali erano
capaci di riceverli e di esser formati a seconda di essi. Ma le cose
segrete sono confidate alla parola, non alla Scrittura siccome è il
caso con Dio.”

L’insegnamento nei Misteri

Giamblico, il gran teurgo del III e IV secolo d.C., non solo ci parla
dei Misteri, ma ne descrive anche le teorie ivi enunciate che
riassumiamo brevemente: “Vi è UNO anteriore a tutti gli esseri,
immobile, dimorante nella solitudine della proprio unità. Da QUELLO
sorge il Dio supremo, generato da Se stesso, il Buono, la Sorgente di
tutte le cose, la Radice, il Dio degli Dei, la Causa Prima che si
sviluppa in Luce”.

Da questa causa procede il Mondo Intelligibile, l’Anima del Mondo, che
noi conosciamo a cui appartengono gli Dei incorporei: “le divine forme
intellettuali che sono presenti con i visibili corpi degli Dei”.

Segue quindi la descrizione delle varie gerarchie di esseri sovrumani:
Arcangeli, Arconti o Cosmocreatori, Angeli, Demoni; ecc. L’uomo viene
considerato un essere d’ordine inferiore però affine ad essi nella sua
natura e perciò capace di conoscerli. Era proprio questa conoscenza
che veniva conseguita nei Misteri e conduceva il candidato all’unione
con Dio).

Alcune parole del Maestro Gesù

Vi sono dei passi del Vangelo in cui le parole del Maestro, in modo
assai chiaro, alludono all’insegnamento esoterico presente nella
Chiesa di allora. Una di queste, che altrimenti non avrebbe
significato, recita: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le
vostre perle dinanzi ai porci” (Mt, 7,6). Va ricordato che, in quei
tempi, la parola “cane” indicava anche coloro che “erano fuori” da un
certo gruppo di persone che perseguivano un interesse comune.

Un altro passo, a cui chiaramente adduce a coloro che “erano fuori” e
pertanto non pronti ad un certo tipo di informazione, recita: “Ora
quando Egli fu solo, coloro che lo seguitavano coi dodici, lo
domandarono della parabola. Ed Egli disse loro: A voi è dato intendere
il mistero del regno di Dio; ma a coloro che son di fuori tutte queste
cose si propongono per parabole” (Mc 4,10-11).

E quindi continua: “E con molte di tali parabole esponeva loro la
parola, secondo che potevano intendere. E non parlava loro senza
similitudine; ma in disparte egli dichiarava ogni cosa ai suoi
discepoli” (Mc 4,33-34, Lc 8,10).

Molto esplicita anche la frase di Gesù quando dice ai suoi Apostoli:
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di
portarne il peso” (Gv 16,12).

L’insegnamento di Gesù, ai suoi apostoli, continuò anche dopo la sua
resurrezione, dice al proposito la Pistis Sophia, “Gesù passò undici
anni parlando con i suoi discepoli e dando loro istruzioni”.

Il parere di S. Paolo

Tra i molti abbiamo scelto due brani di San Paolo che sono
estremamente eloquenti:

“Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini
spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho
dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate
capaci. E neanche ora lo siete; perché siete ancora carnali: dal
momento che c’è tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e
non vi comportate in maniera tutta umana?” (1 Cor 3,1-3).

“Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non
è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono
ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è
rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la
nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto
conoscerla; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il
Signore della gloria. Sta scritto infatti:

quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,

né mai entrarono in cuore di uomo,

queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.” (1 Cor 2,6-9).

Quando e perché venne perso l’insegnamento

Le convulsioni sociali e politiche che accompagnarono la morte
dell’impero romano cominciarono a minare la vasta compagine e anche i
Cristiani furono presi nel vortice degli interessi egoistici in
contrasto. Troviamo ancora allusioni sparse circa la speciale
conoscenza impartita ai capi ed agli insegnamenti della Chiesa,
conoscenza delle Gerarchie celesti, istruzioni date dagli Angeli, ecc.

Ma la mancanza di discepoli adatti fece sì che i Misteri cessassero
come istituzione pubblicamente riconosciuta e l’insegnamento venisse
dato sempre più segretamente a quelle anime ognor più rare le quali,
imparando la purezza e la devozione, si mostravano capaci di
riceverlo.

Non si trovarono più Scuole dove venivano impartiti gl’insegnamenti
preliminari e con la scomparsa di esse la porta fu chiusa. Nondimeno
nel Cristianesimo si possono rintracciare due correnti che hanno per
sorgente i Misteri scomparsi; una, della dottrina mistica che fluiva
dalla Sapienza, dalla Gnosi impartita nei Misteri, l’altra della
contemplazione mistica che faceva ugualmente parte della Gnosi e
conduceva all’estasi, alla visione spirituale.

Quest’ultima, però, separata dalla conoscenza, portava raramente alla
vera estasi e tendeva o a scorrere senza freno nelle regioni inferiori
dei mondi invisibili, o a perdersi fra una policroma folla di sottili
forme superfisiche, visibili quali apparenze oggettive all’intera
visione prematuramente forzata dai digiuni, dalle vigilie e dallo
sforzo d’attenzione – ma prodotte principalmente dai pensieri e dalle
emozioni del veggente. Anche quando le forme osservate non erano
pensieri resi obbiettivi, erano però guardate attraverso l’atmosfera
falsata delle idee e delle credenze preconcette e quindi rese, per la
maggior parte, poco attendibili.

Nondimeno alcune erano davvero visioni di cose celesti e Gesù
veramente appariva di tempo in tempo ai Suoi devoti e gli Angeli
qualche volta illuminavano della loro presenza la cella del frate e
della religiosa, la solitudine del devoto estatico e del paziente
ricercatore di Dio.

Negare la possibilità di tali esperienze sarebbe menare un colpo alla
radice stessa di ciò che è stato più fermamente creduto o in tutte le
religioni e che è noto a tutti gli Occultisti: l’intercomunicazione
fra gli Spiriti velati nella carne e quelli ravvolti in vestimenta più
sottili, il contatto della mente con la mente attraverso le barriere
della materia, lo svilupparsi della Divinità nell’uomo, la conoscenza
certa di una vita oltre la soglia della morte …

… Ma mentre c’inchiniamo riverenti a questi Figli della Luce sparsi
nei secoli, siamo forzati di riconoscere in loro l’assenza di
quell’unione di sagace intelletto e di alta devozione che venivano
uniti nella disciplina dei Misteri, e mentre ci facciamo meraviglia
che essi si librassero tanto in alto, non possiamo fare a meno di
desiderare che i loro doni preziosi fossero stati sviluppati sotto
quella magnifica “disciplina arcani”.

La necessità di riproporre l’esoterismo

E’ questa è la cosa più d’ogni altra necessaria ora al Cristianesimo,
poiché appunto per difetto di sapienza perisce il fiore della
Cristianità. Se gl’insegnamenti esoterici potessero essere ristabiliti
e attrarre fervidi e pazienti studiosi non passerebbe molto tempo
prima che anche il lato occulto fosse ripristinato. I discepoli dei
Misteri Minori diverrebbero candidati per i Misteri Maggiori e col
riacquistare la conoscenza, gli insegnamenti avrebbero di nuovo
autorità …

… Appare manifesto, a chiunque si dia la pena di studiare gli ultimi
quaranta anni del secolo trascorso, che gran numero di persone serie e
morali sono uscite dal grembo delle chiese perché gli insegnamenti che
ricevevano non soddisfacevano il loro intelletto… Chiunque esamini
accuratamente i fenomeni che si presentano, ammetterà che uomini
d’alto intelletto sono stati forzati ad abbandonare il Cristianesimo a
causa della rudezza delle idee religiose loro presentate, delle
contraddizioni che si riscontrano negli insegnamenti autorevoli e dei
concetti inammissibili per qualunque intelligenza educata, circa Dio,
l’uomo e l’universo.

Conclusione di Eliphas Lèvi

Alfonso Luigi Constant (1810-1875), meglio conosciuto sotto lo
pseudonimo di Eliphas Lèvi, ha espresso in modo assai chiaro il danno
dovuto alla perdita dei Misteri e la necessità del loro ripristino,
con le seguenti parole:

Una grave calamità accadde al cristianesimo. Il tradimento dei Misteri
per opera dei falsi Gnostici – poiché gli Gnostici, cioè quelli che
sanno, erano gli iniziati del Cristianesimo primitivo — fu causa che
la Gnosi venisse rigettata ed alienò la Chiesa dalle supreme verità
della Cabala che contiene tutti i segreti della teologia
trascendentale…

Fate che la scienza più assoluta, la più alta ragione, divengano
ancora una volta patrimonio dei conduttori del popolo; fate che l’arte
sacerdotale e l’arte reale riprendano il doppio scettro dell’antiche
iniziazioni, ed il mondo sociale uscirà di nuovo dal Caos. Non ardete
più le immagini sante; non demolite più i templi; templi ed immagini
sono necessari agli uomini; ma scacciate i mercenari dalla casa di
preghiera; fate che i ciechi non siano più conduttori di ciechi,
ricostruite la gerarchia dell’intelligenza e della santità e quali
Maestri di coloro che credono riconoscete soltanto coloro che sanno.

Vorranno le Chiese d’oggi riprendere l’insegnamento mistico, i Misteri
Minori, e così preparare i figli loro per la restaurazione dei Misteri
Maggiori, attirando di nuovo gli Angeli quali Maestri ed avendo per
Ierofante (Sacerdote, n.d.r.) il Divino Maestro Gesù? Dalla risposta a
questa domanda dipende l’avvenire del cristianesimo.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *