STORIA DELL’OLISMO – 11

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STORIA DELL’OLISMO – 11

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Olismo – il vuoto creativo, l’uomo e la danza dell’energia
di John Davidson

Tutti i fenomeni psichici sono manifestazioni di attività nel vuoto ed in stati di materia sottili
che comprendono lo stato della mente umana e dei pensieri. Le esperienze umane, in cui la maggior
focalizzazione dell’attenzione sia nell’ambito di questi campi sottili sono denominate psichiche.

Diventa abbastanza chiaro, pertanto, come la concentrazione dell’attenzione della nostra mente sulla
materia fisica possa creare apparenti miracoli. Abbiamo già descritto il percorso energetico fra
mente e materia. Quando questi percorsi, normalmente inconsci, sono portati alla coscienza di una
persona per mezzo di particolari esercizi yogici o meditativi, a modo in cui gli elementi e le forze
della natura provengono ad una manifestazione fisica palese si rivela alla mente concentrata del
praticante e può essere manipolato intenzionalmente. Il praticante può allora camminare sull’acqua,
volare nell’aria, comprendere il linguaggio degli animali e degli uccelli, comunicare
telepaticamente, curare i malati, predire il futuro (una osservazione diretta dello sviluppo delle
strutture) e così via. Comunque, tali facoltà non dovrebbero essere utilizzate, perché implicano una
perdita di potere spirituale, che serve per un’ascesa più alta e più interiore, mistica. L’uso delle
capacità psichiche è spesso esibito in pubblico per fare spettacolo e come tale gonfia la
personalità egoica e provoca un’aura ben nota come “glamour”. Coloro che pretendono ed esibiscono
abitualmente le loro abilità psichiche non sono di norma attendibili nelle loro intuizioni dato che
tali ‘poteri’ si sono incorporati nella personalità in modo egocentrico. Questo non significa,
comunque, che manchi una consapevolezza di questi fenomeni nelle persone spiritualmente avanzate, è
solo che questi ultimi non fanno spettacolo esterno di qualcosa che è naturale come il respiro. La
regola generale consiste nell’obbedire alle leggi naturali del piano in cui si opera. Questo
comprende il vivere armoniosamente nel contesto sociale dei tempi, nella misura in cui le leggi
sociali siano in armonia o almeno non violino la legge naturale.

La mente in sé è una struttura multidimensionale e tutti gli eventi straordinari, che si rilevano al
riguardo, sono spiegabili con legami che le diverse componenti dei nostri processi abitualmente
inconsci o per mezzo della cosiddetta dimensione esterna dell’energia inerte. Alcuni di questi
fenomeni sono trattati con maggior dettaglio in “Subtle Energy and the Web of life”.

Concetti, idee e relazioni umane

Le nostre menti producono idee a proposito della “realtà”, mentre la “realtà” continua la propria
strada; la realtà è diversa dalle idee che abbiamo al suo riguardo nelle nostre menti! Pur tuttavia,
esiste una relazione, poiché la mente umana è parte della totalità della Mente, cioè della natura,
di quello che noi concepiamo come “realtà” fisica. Le nostre idee scientifiche sulla natura non sono
perciò totalmente distorte, vi è una certa corrispondenza.

Ma la nostra visione. è in qualche modo ristretta. Poiché, d’altro canto, soffriamo per le nostre
relazioni l’uno con l’altro. Sembra utile conoscere come lo stesso meccanismo – mente operi nel
regno delle emozioni umane. Sarà una breve digressione, sebbene sia argomento per molta maggior
riflessione.

Molte relazioni seguono uno schema in cui due persone, incapaci di percepire o comprendere veramente
il contenuto della mente dell’altro, (questa è la nostra condizione umana), hanno reciprocamente
un’immagine, un concetto, nelle loro menti, di come sia o dovrebbe essere l’altro. Quest’immagine si
fonda su strutture mentali e bisogni auto – orientati degli individui, sia emozionali che fisici,
condizionati da abitudini radicate nell’infanzia o addirittura derivanti da vite passate. Il
risultato è che il partner non corrisponde a quest’immagine perché essa non si fonda su come è
realmente l’altro.

Possiamo allora andare in due direzioni, o modifichiamo la nostra immagine nel momento in cui le
nostre percezioni dell’altro mostrano che lui o lei non sono simili alla nostra immagine, oppure
possiamo continuare ad essere frustrati quando la persona non si adegua alle nostre aspettative.

Di solito facciamo le due cose insieme. Se ci rendiamo conto che le nostre percezioni sono
imperfette, connesse al nostro background mentale/emozionale e alla nostra struttura della
personalità, abbiamo la possibilità di diventare più consci del mare subconscio in cui viviamo, e
possiamo impegnarci a un livello più alto di coscienza, nell’ambito delle nostre relazioni.

Se insistiamo inconsciamente che il partner debba adempiere alle nostre aspettative o corrispondere
alla nostra immagine mentale, siamo condannati al fallimento e alla sofferenza.

Certo, diamo a noi stessi ottime ragioni perché l’altra persona pensi e si comporti in un certo
modo. “E’ loro dovere”, “Questo è il modo in cui si fanno le cose nella società”, e cosi via. Si
tratta di tendenze all’autodelusione.

L’unica vera legge in cui le cose sono connesse è quella dell’amore – amore reale, spirituale che
unifica, non le nostre passioni umane che chiamiamo amore ma che in realtà contengono un alto grado
di egoismo e autoindulgenza. Quando espressa attraverso la mente, l’unità di amore diventa causalità
delle relazioni – umane o altre.

Vi è una gran quantità di possibili contesti sociali esterni e dell’ambiente circostante che sono
valide espressioni di armonia interiore e di amore. Restando attaccati nel subconscio alle nostre
immagini e aspettative di come l’altra persona dovrebbe essere, ci predisponiamo al disastro.
Possiamo diventate così frustrati da sviluppate un’immagine mentale negativa del nostro partner,
come visione fortemente distorta della realtà.

E’ proprio quest’immagine che ci fa combattere e litigare e persino andare in tribunale – e per
nulla – con la persona in questione.

In tali circostanze, tendiamo a forzare il nostro partner in modalità consimili di pensiero e
emozioni, con il risultato di una relazione disperatamente infelice. Nella attuale situazione
mondiale, sottoposti come siamo a così tanti sistemi di credenza, il panorama umano delle
circostanze sociali possibili si manifesta appunto in molte immagini potenziali sul come un partner
dovrebbe essere e comportarsi; i sentimenti di insicurezza generati da tutte queste possibilità
prefigurate distruggono in modo crescente le relazioni umane.

E’ un argomento molto vasto e vi è un sempre maggior numero di moderne scuole di psicoterapia che
lavorano fondandosi sulla conoscenza delle emozioni come configurazioni energetiche per il
miglioramento delle relazioni umane.

Scienza, Olismo e il salto di coscienza

Più si leggono le descrizioni dell’universo prodotto dagli scienziati, dai filosofi e dai mistici,
più si comprende che la teoria dell’universo presentata da ciascun individuo specchia esattamente
non l’universo – ma il contenuto e la struttura della mente dell’individuo. Messa in altri termini,
data la natura energetica della costituzione interiore umana, accade “automaticamente” che la mente
di ciascuno di noi si esprima nel modo in cui fa. Questa è una “legge” di natura, del Karma per cui
ci ritroviamo dove siamo, sia sul piano fisico che emozionale e mentale.

Quando evolviamo individualmente a livello di coscienza, il nostro punto di vista cambia
automaticamente. Per cominciare, possiamo persino cibarci delle nostre idee sul “nuovo” che abbiamo
acquisito, scrivendo libri e articoli, dando lezioni a conferenze e così via.

Più tardi, ci rendiamo conto che le idee non sono mie più dello splendore del sole d’estate nella
rugiada del mattino. Nel tempo presente, sta accadendo in molti individui un salto di coscienza
veramente globale e verso l’alto, addirittura in larghe strati della popolazione, come un salto
nella percezione che eccita la persona singola. Ciò porta ad una condizione interiore unitaria e
universale che comunque ha ancora molta strada da percorrere. Il risultato è che le teorie
dell’universo che accadono in questi esseri umani riflettono questa unità.

Il concetto, a suo tempo cultistico, di olismo sta perciò trovando, in modo crescente, la sua strada
nel pensiero convenzionale istituzionale. L’olismo, come percezione della. struttura dell’universo,
è vecchio come l’uomo, sebbene la parola sia in paragone relativamente nuova. I mistici hanno sempre
espresso l’unità fondamentale e l’interconnessione di ogni cosa, sin dalle origini della Storia
delle percezioni dell’uomo.

Adesso, persino il processo analitico scientifico riduzionista si trova incapace ad affrontare la
vasta messe di elementi e dettagli che scopre. Infatti gli scienziati vanno via via comprendendo che
la conoscenza della causalità e connessione locale non dicono come il tutto operi. Questa situazione
è applicabile alle particelle subatomiche, agli atomi alle molecole alla singola cellula, al corpo
umano o alla psicologia umana, così come è applicabile all’intero universo, noto e ignoto. L’idea è
incapsulata nella parola stessa che usiamo per tutte le cose che conosciamo come universo, un mondo,
un “turning” o svolta, un sistema completo ed autocoerente sarebbe piacevole che le nostre
università fossero ideate seguendo queste linee.

Oggi abbiamo gente come Paul Davies, professore di fisica teorica all’Università di Newcastle upon
Tyne, che commenta con intensa profondità sulla sua stessa disciplina per lungo tempo ritenuta la
più fondamentale di tutte le scienze. Davies comprende che questo “fondamentalismo” è relativo
soltanto ai processi del pensiero riduzionista, essendo la fisica l’analisi definitiva delle “parti”
della natura.

Ma la cosa straordinaria è che essendo pervenuti a questo livello “fondamentale ” , siamo riportati
indietro alla rete di relazioni nelle strutture energetiche in cui ogni cosa è interconnessa in un
unico tutto. Persino la logica riduzionista conduce dunque all’olismo. L’estensione di quell’olismo,
però, non è ancora completamente percepito al punto di includere la nostra stessa mente e la nostra
coscienza, persino da parte dei molti fisici che abbracciano il concetto olistico. L’abitudine del
pensiero classico riduzionista è radicata molto in profondità, d’altra parte l’intuizione interiore,
o persino la visione dell’olismo di un unico universo; sia interiore che esteriore, non è qualcosa
che possa essere pensato.

D’un tratto potremmo non essere consapevoli che questo è quello che sta effettivamente accadendo.
Quando iniziamo a svegliarci può passare molto tempo in cui prevalga ad uno stato di dormiveglia, di
semiincoscienza. Per gli esseri umani, questo processo è continuo: siamo chiusi in un sistema in cui
o ci svegliamo lentamente o ritorniamo a dormire in un’incoscienza più profonda. Non siamo mai
statici, andiamo su e giù con un ritmo che si dipana nella nostra giornata. Così arriviamo a
comprendere molto lentamente che l’analisi intellettuale ci dice poco della natura intrinseca, del
modo in cui siamo ed in cui percepiamo l’universo.

E’ a questo punto del loro processo di pensiero che gente come Paul Davies suggerisce: “Non vedo
alcuna ragione di dare dignità particolare alle prime (particelle fisiche) e non alle seconde
(l’organizzazione olistica della rete o i processi), attribuendo l’etichetta di fondamentale”.

In altre parole, i meccanismi di integrazione olistica sono oggi visti come più fondamentali in
natura delle particelle subatomiche: per esempio, il tutto è più fondamentale che l’analisi delle
sue più piccole parti. Si potrebbe esclamare “Urrà”! Ma aspettiamo, infatti i processi di
modificazione accadono lentamente e vi sono gradi diversi con cui l’olismo fondamentale della natura
è compreso condizionato alla struttura mentale dell’individuo che lo esprime e che lo usa. Così il
ronzio degli scienziati moderni sta diventando quello dell”‘autoorganizzazione nei sistemi caotici”.
Ilya Prigogine ha ricevuto il premio Nobel per il suo lavoro che si è svolto lungo queste linee
soltanto pochi anni fa e le sue idee stanno cominciando solo adesso a penetrare oltre i confini dei
sistemi termodinamici in cui aveva iniziato ad applicarli.

Materia ed energia, hanno notato gli scienziati, sembrano possedere la capacità di
“autoorganizzarsi’. Non viene invece posta la domanda da dove nasca questa capacità. E’ intrinseca,
dicono.

Ma questo è come dire che una particella fondamentale può esistere come una piccola pallina di
qualcosa, e noi non abbiamo bisogno di conoscere la natura di quel qualcosa. Chiaramente, nessuna di
queste affermazioni è corretta. Gli scienziati sono lacerati fra la visione classica secondo cui la
natura si accresce in disordine e entropia e quella secondo cui si autoorganizza continuamente in
una complessità sempre più elevata, sempre più grande. Questa è ora la risposta netta alle teorie
meccaniciste neo -darwiniane riguardo l’origine della vita dalla materia inerte. L’evoluzione, viene
detto, è proprio l’esempio detta capacità della materia o energia di auto-organizzarsi.

Dal punto di vista autenticamente olistico o mistico, l’universo complessivo non tende né verso il
caos né verso l’auto-organizzazione.

E’ sempre – nel suo essere totale -completamente in equilibrio.

Questa è una funzione, che si attua automaticamente, dell’Uno che si esprime nei molti. L’unità,
l’equilibrio ultimo, sarà sempre presente. Questo è il modo in cui le cose stanno insieme.

Ma l’olismo deve essere mistico per comprendere ciò, poiché l’Unità è intrinseca. Non la si può
trovare in qualcosa che si manifesta soltanto ai nostri sensi. Tale comprensione avviene soltanto da
un punto interiore della coscienza.

Siamo così rimandati all’equilibrio fra yin e yang in tutte le cose manifeste. O, più completamente,
all’espressione delle tre gunas, positivo, Zero e negativo. Lo zero è il punto della creazione
interiore da cui il più e il meno, la coppia degli opposti, deriva.

Sapendo, allora, che questa è la natura della comprensione umana e che questa è la sua
manifestazione autentica, i mistici raramente se non mai si avventureranno in diatribe: la
controversia è espressione di una mente confusa divisa contro se stessa e pertanto contro gli altri.

Non è possibile convincere gli altri intellettualmente di qualcosa che emerge come la crema dal
latte, come risultato dell’espansione della coscienza. Le idee, la scienza l’espressione sono
riflessi secondari del grado di coscienza di un individuo.

Perché l’espressione esterna cambi occorre che la coscienza interna cambi prima. Cercare di cambiare
l’espressione quando non si hanno i mezzi per cambiare il livello della coscienza interiore, è un
processo destinato al fallimento. E’ come mettersi vestiti puliti senza avere prima fatto il bagno.
Espresso a livello sociale, ad esempio, si ritrova la ragione per cui imprigionare i malviventi non
cambia le loro azioni, Quello che è necessario è un cambio interiore di percezione e ciò non può
essere imposto a nessuno, per quanto intelligente la persona possa essere.

Perciò i mistici stanno tranquilli su questi temi controversi, particolarmente quando il loro punto
di vista può portare a discussione. Per mia personale esperienza, comunque, possono aggiungere che
in privato i loro commenti possono essere ironicamente rivelatori delle autentiche diramazioni della
natura umana, sebbene anche allora si è lasciati al sentimento caldo e amabile sulla natura delle
nostre umane debolezze. Ma nessun dubbio resta sul punto da cui partire.

Per molti aspetti, i mistici vedono i nostri processi di teorizzazione sul come le cose sono, come
un chiacchiericcio infantile. Istruire il bambino perché smetta di comportarsi in modo infantile è
irrilevante, bloccherà soltanto la sua crescita naturale. Come accade ai buoni genitori il
comportamento infantile è materia che riguarda l’affetto e non il giudizio. Essi sanno che il
bambino crescerà superando il chiacchiericcio. Lo hanno visto accadere prima e comprendono il
processo.

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