Lo stress che si protrae nel tempo può sfociare in depressione. Sebbene alcune persone siano più
resistenti di altre, ci troviamo dinnanzi a una realtà sempre più diffusa.
Stress cronico e depressione sono due concetti tra loro correlati. Il denominatore comune è un
ormone contenuto in un piccolo peptide che determina una serie di cambiamenti nel cervello quando
viviamo un periodo segnato dallo stress come copilota del nostro viaggio.
Fattori come la costante preoccupazione e lassenza di riposo fisico e mentale ci spingono verso
questi stati danimo logoranti. Questi dati dimostrano un aspetto molto interessante: il nostro
cervello è dotato di incredibile plasticità.
Ciò che ci circonda, il modo in cui lo interpretiamo, quello che proviamo e che ci ossessiona al
punto da toglierci il sonno generano un fiume di cambiamenti neurochimici. Poco alla volta,
smettiamo di secernere dopamina, ed ecco che insorgono sconforto, isolamento, mancanza di energie e,
infine, depressione.
Lo stress incontrollato può sfociare in un disturbo depressivo. Non cè dubbio: ce lo dicono studi
recenti dei quali vi parleremo a breve. Ma cè una diretta correlazione?
Vale a dire che tutti coloro che attualmente stanno vivendo un periodo di stress prolungato nel
tempo manifesteranno problemi psicologici nel giro di qualche mese? La risposta è no, non a tutti
succede.
Ecco che si apre un altro capitolo degno di nota. Ci sono persone più resistenti di altre. La nostra
genetica, unita ad altre variabili, costruisce una sorta di filtro protettivo, in modo che il
deterioramento psicologico non peggiori.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che, come segnalato dallOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS),
quasi il 10% della popolazione si ritrova ad affrontare un disturbo depressivo dopo un lungo periodo
stressante.
Le tue emozioni non dovrebbero essere paralizzanti. Non dovrebbero difendersi. Non dovrebbero
impedirti di essere tutto quello che puoi essere.
-Wayne W. Dyer-
Stress cronico e depressione: una relazione orchestrata da un cervello indifeso
Michio Kaky, noto fisico statunitense e divulgatore in ambito scientifico e tecnologico, sostiene
che ci carichiamo sulle spalle lartefatto più complesso delluniverso: il cervello.
Quelle centinaia di miliardi di neuroni connessi tra loro creano una propria anatomia che si
modifica in base a quello che facciamo tutti i giorni. Ecco, dunque, che qualunque pratica,
pensiero, approccio personale e competenza, modella questo organo straordinario in un modo unico ed
esclusivo.
Eppure, non tutte le nostre esperienze e le nostre azioni vanno a nostro favore. Per esempio, la
nostra società ha normalizzato lo stress inconsapevoli del fatto che questa dimensione altera la
cosiddetta architettura cerebrale.
Studi illuminanti come questo condotto dallUniversità di Pechino, in Cina, dimostrano che lo stress
cronico è uno dei peggiori nemici del cervello. Strutture come lippocampo e la corteccia
prefrontale perdono volume.
Ecco perché diventa difficile prendere decisioni, concentrarci o ricordare determinate informazioni
quotidiane. Inoltre, è stata anche scoperta una correlazione significativa tra stress cronico e
depressione.
Il centro dellio del cervello, unarea iperattiva
Questo dato è interessante per comprendere il legame tra stress cronico e depressione. Un gruppo di
neuroni situati nella corteccia prefrontale mediale è determinante per individuare la presenza di un
disturbo depressivo.
Bisogna ricordare che questarea è nota come il centro dellio, perché è a essa -per dirlo in
parole semplici- che la mente si rivolge per pensare a sé.
In questo angolo del cervello prendono forma i nostri progetti, le nostre preoccupazioni, limpronta
di ciò che abbiamo fatto, ciò che dovremmo fare e tutto ciò che riguarda la figura del nostro io.
Ebbene, quando viviamo un periodo segnato dallo stress, questa regione diventa particolarmente
attiva. Il motivo? Perché non facciamo altre che rimuginare, preoccuparci, alimentare il nervosismo.
Se non riusciamo a gestire lo stress al meglio, probabilmente, nel giro di 3-6 mesi prenderanno
forma pensieri catastrofici e i primi segnali di depressione.
A questo proposito, un aspetto evidenziato dalle risonanze magnetiche è che i pazienti affetti da
depressione manifestano uniperattività di questarea della corteccia prefrontale mediale.
Lio si ritrova intrappolato in un labirinto di sofferenza e preoccupazione costante.
Stress cronico e depressione: il segreto è nella dopamina
Il meccanismo molecolare per il quale stress cronico e depressione sono accomunate da un legame così
significativo si basa su un peptide ben specifico: lormone di rilascio della corticotropina (CRH).
Per capire meglio, è sufficiente comprendere questa sequenza:
In condizioni di stress il cervello rilascia questo ormone, il quale promuove la produzione di
dopamina.
La dopamina raggiunge il nucleo accumbens, area che interviene nella motivazione e in quella forma
di energia che ci permette di raggiungere gli obiettivi nella vita quotidiana.
Se lo stress si protrae per troppo tempo, la situazione cambia. A questo punto, la dopamina non
viene più secreta ed ecco che il cervello inizia ad avvertire un deficit di questo
neurotrasmettitore così importante; perdiamo la motivazione, ci si sente scoraggiati, di cattivo
umore, e negatività e apatia hanno la meglio.
Ciò nonostante, non tutti coloro che soffrono di stress cronico vanno in contro a depressione.
Determinati fattori genetici e persino uninclinazione alla resilienza evitano ad alcuni di cadere
in questo buco nero. Tuttavia, non dimentichiamo che lo stress causa alterazioni organiche che
possono danneggiare la salute.
Lo stress episodico, sotto controllo e limitato nel tempo è sempre un prezioso alleato. Proviamo
quindi ad evitare che resti con noi a lungo; proviamo a canalizzarlo e a volgerlo a nostra favore
per evitare che diventi sofferenza.
Bibliografia
Pittenger, C., y Duman, RS (2008, enero). Estrés, depresión y neuroplasticidad: una convergencia de
mecanismos. Neuropsicofarmacología . doi.org/10.1038/sj.npp.1301574
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4790405/
da lista mente gg
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