STRESS, FUNZIONI VITALI e SISTEMA IMMUNITARIO
STRESS
L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come “uno stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”.
Questa definizione risale al 1948 ma, a distanza di quasi sessant’anni, non si è ancora affermata a
pieno.
Da una parte le Istituzioni dovrebbero garantire costantemente una serie di interventi concreti per
garantire la effettiva “salute” dei cittadini, e dall’altra, noi stessi dovemmo prestare più
attenzione alla qualità della nostra vita. Stando a questa definizione, potremmo ben dire, infatti,
che al giorno d’oggi ben poche persone godono di perfetta salute.
Come detto i ritmi di vita odierni sono sempre più frenetici. Si corre a destra e sinistra tra mille
impegni, tra ingorghi e imprevisti e pressioni e difficoltà. I tranquillanti sono tra i farmaci più
venduti al mondo e lo stress è da più parti definito come il male del secolo.
Finalmente oggi viene universalmente riconosciuto che molte malattie, perfino quelle più gravi come
i tumori sono spesso aggravate, se non addirittura provocate da un eccessivo accumulo di stress,
come scoperto finanche sui topini in laboratorio.
Ormai la letteratura medica sulla correlazione tra stress e malattia e vastissima. Ecco perché è
fondamentale divenire consapevoli dei meccanismi che generano lo stress, ed imparare a gestirlo e
scaricarlo.
Purtroppo a volte non ci rendiamo conto delle tensioni accumulate, se non quando è troppo tardi. Il
nostro corpo ci manda continui segnali ma spesso facciamo finta di nulla e continuiamo a correre
illudendoci, così facendo, di fare al meglio il nostro dovere. Spesso si finisce addirittura per
sentirsi in colpa se ci si concede qualche piccola pausa. Si fa ricorso ai farmaci per dormire
meglio, per il mal di testa, per i dolori articolari, per facilitare la digestione, per regolare la
pressione. Raramente si cerca di risalire alle cause di questi sintomi.
Se in casa ci si accorge di una macchia di umidità sulla parete, è probabile che non ci si limiti a
passare una bella mano di vernice. La macchia tornerebbe in brevissimo tempo. Per evitare che il
problema si ripresenti, occorre cercare di trovare le cause ed eliminarle. E’ un concetto
elementare, eppure siamo così pieni delle nostre abitudini dannose che perdiamo di vista la qualità
della vita. Ci ritroviamo immersi in un vortice dal quale è difficile venir fuori.
” Dopo questo esame, dopo la laurea, appena finito questo progetto.”
Troppe volte mettiamo in secondo piano la nostra salute e la rimandiamo ad un dopo che spesso non
arriva mai. Per scaricare lo stress, il primo punto dal quale partire è volerlo fare.
Non sempre sono necessari grandi cambiamenti. Il più delle volte basta concedersi brevi pause, ogni
giorno.
E’ difficile ? Sicuramente si. Ci sembra che il tempo non basti mai.
Occorre creare in noi una nuova abitudine. Giorno dopo girono, man mano che i primi benefici si
fanno sentire, miglioreranno le nostre performance, il nostro lavoro e la nostra vita ne avranno un
grande beneficio.
E finalmente saremo più felici e sereni. La vita va vissuta giorno per giorno.
Oggi seminiamo quello che raccoglieremo domani, ma occorre anche non perdere di vista il qui ed ora.
Lo stress si può e si deve scaricare, attaccandolo da più lati. I parametri da controllare sono l’
alimentazione, l’attività fisica, la respirazione, il riposo ed il sonno, e l’atteggiamento mentale.
Tratto da: relax.piuchepuoi.it
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Salute, facilmente “malati di stress” i lavoratori e gli impiegati – 8 Gen 2007 (Adnkronos/Adnkronos
Salute)
Dal mal di testa ai dolori di stomaco, dall’insonnia alle difficoltà digestive, dal colon irritabile
a episodi di tachicardia e picchi di pressione alta, ecc.
Non solo calo produttivo e disagio psicologico. Anche malesseri fisici ‘specchio’ di una vera e
propria sindrome: dal mal di testa ai dolori di stomaco, dall’insonnia alle difficoltà digestive,
dal colon irritabile a episodi di tachicardia e picchi di pressione alta con seri rischi per la
salute del cuore. Sono solo alcuni dei molti sintomi dello stress da ufficio, che secondo
statistiche europee valide anche per l’Italia colpisce piu o meno tutti i lavoratori.
vedi Vestiti Sintetici: accumulano e generano altro stress
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Studioso italiano dimostra legame tra stress e immunita’ – 01 Sett. 2007
ROMA – Il patologo Pietro Muretto, dell’ospedale San Salvatore di Pesaro, ha dimostrato per la prima
volta il legame che esiste fra il sistema nervoso e le difese immunitarie. I risultati della sua
ricerca, pubblicata sull’International Journal of Surgical Pathology, danno un’evidenza scientifica
a quella che sinora era un’ipotesi della medicina psicosomatica. Il sistema nervoso e quello
immunitario sono collegati dalle cellule di Langerhans o cellule dendritiche, che non nascono come
si riteneva nel midollo osseo ma nella struttura dell’embrione dalla quale si forma una parte del
sistema nervoso periferico, chiamata cresta neurale. (Agr)
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Ammalarsi dipende molto da noi – By dott. Bottaccioli (medico)
II modello medico-sanitario dominante è vecchio e superato e non è in grado di spiegare le
connessioni tra psiche, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario
C’è una rivoluzione in corso d’opera nelle scienze biomediche. Essa è il prodotto di altrettante
rivoluzioni all’interno di discipline tradizionalmente separate: la neurofisiologia, l’immunologia,
l’endocrinologia.
La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia – che potremmo siglare per brevità PNEI – è il prodotto di questi
cambiamenti e, a sua volta, imprime un’accelerazione nel ritmo e nella qualità del cambiamento in
corso nelle singole discipline, a soprattutto essa reclama con forza una radicale modificazione del
modello medico dominante, un modello vecchio, scadente nella pratica clinica e ormai d’impaccio allo
sviluppo della ricerca scientifica.
Quali sono le idee portanti del vecchio modello che la PNEI mette in discussione ? Provo a
riassumerle.
Il cervello umano è simile a un computer, una stazione di comando centrale che conosce l’esterno
leggendolo come un calcolatore legge un nastro magnetico e governa l’interno tramite gli ordini
impartiti dall’alto al basso attraverso la rete nervosa. Il cervello è il reparto speciale e
inaccessibile dell’organismo, i suoi codici e i suoi componenti sono unici e non rintracciabili in
nessun altro organo.
A loro volta, le difese immunitarie sono di tipo meccanico e automatico: l’anticorpo blocca
l’antigene neutralizzandolo.
Gli ormoni sono un sistema di bioregolazione automatica, la loro influenza sulle malattie comuni è
praticamente nulla: essi interessano la diagnosi in quei rari casi di grave squilibrio endocrino che
si presentano all’osservazione clinica.
Le neuroscienze e la PNEI invece dimostrano che il cervello, pur essendo ovviamente la sede delle
funzioni intellettive umane, non solo non è paragonabile a un calcolatore nel suo modo di leggere la
realtà esterna, ma è, al tempo stesso e a tutti gli effetti, una grande ghiandola endocrina,
recuperando così una geniale intuizione dell’antica medicina occidentale (“il cervello è una
ghiandola, come una mammella”, Ippocrate) e orientale (“il cervello è il lago del midollo”, medicina
tradizionale cinese).
Così, il sistema immunitario può essere definito un vero e proprio organo di senso, l’occhio
interno, organizzato in network per sorvegliare sia l’esterno sia l’interno.
In questa nuova concezione le ghiandole endocrine non sono dei semplici ‘termostati’, ma
costituiscono un sistema strutturato a più vie che, in collaborazione con i sistemi nervoso e
immunitario, mette in atto le reazioni vitali di adattamento dell’organismo ai cambiamenti che
provengono dall’esterno.
E le reazioni vitali nell’organismo umano includono funzioni cognitive cui partecipano organi e
molecole di origine non nervosa: per esempio è ormai accertata la partecipazione di alcuni ormoni
alla costruzione della memoria. Infine e quindi: la comunicazione all’interno dell’organismo non è
di tipo gerarchico, ma bidirezionale e diffuso.
D’altra parte senza queste nuove idee non sarebbe possibile spiegare e inquadrare risultati della
ricerca altrimenti confusi e contraddittori.
In sostanza nei laboratori di ricerca e nelle università più avanzate del mondo si è dimostrato in
modo chiaro che il cervello – e quindi anche la nostra volontà – è in grado di influenzare il
sistema immunitario e che a sua volta, fatto ancor più sorprendente, quest’ultimo fa sentire i suoi
effetti sul cervello.
Sono state decifrate anche le parole di questo dialogo interno al nostro corpo: si tratta di
piccole molecole, dette neuropeptidi, che vengono rilasciate e captate sia dalle cellule nervose
sia da quelle immunitarie ed endocrine.
La portata di questa rivoluzione non sta solo nel rappresentare un punto di incontro tra le ricerche
della medicina organica e quelle della psicosomatica, ma nell’interpretare in modo nuovo vecchie
malattie – infettive, cardiache, infiammatorie, metaboliche, tumorali – e nel suggerire più
appropriate terapie, visto che le dinamiche del loro nascere e svilupparsi non sono più quelle che
si sono fino ad oggi ritenute valide.
Stress emozionale e malattie infettive
Spesso il virus ci assale se noi glielo permettiamo. Questi i risultati delle ultime ricerche
scientifiche che dovranno rivoluzionare l’interpretazione di malattie infettive e vaccini !
Gli studi sulle relazioni tra stress e malattie, infettive in particolare, iniziano negli anni
Cinquanta e alternano esperienze su animali (topi perlopiù) ed esseri umani.
Un esempio: i cadetti di West Point
Stanislaw Kasl, della Yale University nel New Haven, Connecticut, sul finire degli anni Settanta
realizzò uno studio di ampie dimensioni per verificare l’incidenza dello stress sulle malattie
infettive. Il terreno era privilegiato: la elitaria accademia militare di West Point. Un luogo in
cui lo stress si mangia a colazione, nel quale la particolare stupidità della disciplina militare si
somma alle aspettative di carriera che nutrono giovani e famiglie, così come ci hanno raccontato
decine di film americani.
Vennero reclutati circa 1400 cadetti appena entrati in accademia. All’analisi del sangue si vide,
come è nella norma, che circa i due terzi mostravano anticorpi contro il virus Epstein V Barr.
Occorre considerare che la maggior parte degli esseri umani presenta questo virus senza ammalarsi,
il quale però, in determinate circostanze, può provocare una febbre con ingrossamento delle
ghiandole linfatiche conosciuta come mononucleosi infettiva.
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