Milano – 23 agosto 2012
Chi prende lezioni di musica da piccolo, da grande avrà una migliore capacità di ascolto, che
consentirà al suo cervello di rispondere a suoni complessi e riconoscere meglio le diverse
frequenze. È quanto ha verificato uno studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, che ha messo
a confronto chi da bambino aveva studiato per imparare a suonare uno strumento musicale per un
periodo che va da 1 a 5 anni, e chi no.
Il risultato è che chi studia musica da bambino da grande riesce ad esempio a seguire conversazioni
in ambienti rumorosi, come i ristoranti. «Partendo da ciò che già sapevamo – spiega Nina Kraus,
coordinatrice dello studio – sui modi in cui la musica aiuta a modellare il cervello, abbiamo visto
che le lezioni di musica a breve termine sviluppano lascolto e lapprendimento nel lungo periodo».
I ricercatori hanno dedotto che «pochi anni di lezioni di musica danno vantaggi – continua – su come
si percepiscono e si seguono i suoni in situazioni di comunicazione quotidiana, come in ambienti
rumorosi».
In altre parole il modo in cui si sentono i suoi da adulti dipende dalle esperienze fatte durante la
crescita. Gli effetti durano a lungo, anche se le lezioni si sono fatte per hobby. I ricercatori
hanno testato la risposta di 45 adulti a diversi suoni complessi, usando elettrodi per misurare
lattività cerebrale. I partecipanti sono stati raggruppati a seconda di quante lezioni avessero
preso da bambini, se nulla, da 1 a 5 anni, o da 6 a 11 anni. Così si è visto che chi aveva studiato,
anche solo per pochi anni, aveva processi neurali più consistenti nei diversi test con i suoni.
In particolare, si sono rivelati particolarmente bravi nel cavarsela con le frequenze fondamentali,
quelle più basse nei suoni, necessarie quando si ascoltano discorsi e musica in ambienti rumorosi.
da ilsecoloxix.it
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