Studio sulla reincarnazione (parte prima)

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Studio sulla reincarnazione (parte prima)

dal sito gianfrancobertagni.it

– Aurobindo –

Si deve evitare un diffuso equivoco riguardante la reincarnazione.
L’opinione
popolare è che Titus Balbus sia rinato come John Smith, una persona cioè
con la medesima personalità e carattere, le stesse cognizione che aveva
nella vita precedente, con l’unica differenza che indossa ora cappotto e
pantaloni invece che una toga, e parla inglese dialettale e non latino
popolare. Non è così. Quale sarebbe l’utilità terrestre nel ripetere la
stessa identica personalità o carattere un milione di volte dagli inizi del
tempo fino alla fine? L’anima nasce per far esperienze, crescere, evolvere
fino a che possa portare il Divino nella Materia. E’ l’essere centrale che
d’incarna,
non la personalità esteriore – la personalità è semplicemente una forma che
esso crea per le rappresentazioni della propria esperienza in una
determinata vita. In un’altra nascita l’essere centrale creerà per sé una
vita e una carriera diverse.

Supponiamo che Virgilio sia rinato; potrebbe riprendere la poesia in una o
due altre vite, ma certamente non scriverà un’epica, forse piuttosto liriche
ma eleganti e belle come avrebbe voluto scriverne a Roma senza riuscirci. In
un’altra nascita probabilmente non sarà affatto poeta, ma un filosofo o uno
yogi che cerca di conseguire e di esprimere la più alta verità – perché
anche questa fu una tendenza irrealizzata della sua coscienza in quella
vita. Forse, in precedenza era stato un guerriero o un sovrano che avevano
compiuto festa come Enea o Augusto prima che lui stesso li cantasse. E così
via – in una direzione o nell’altra l’essere centrale sviluppa un nuovo
carattere, nuova personalità, cresce, evolve e passa attraverso tutti i tipi
d’esperienza terrestre.

Nella misura in cui l’essere che evolve sviluppa sempre più e diventa più
ricco e complesso, esso accumula le proprie responsabilità. Talvolta esse
restano dietro gli elementi attivi, immettendovi qui e là un certo colore,
dei tratti, o delle capacità – altre volte emergono invece in primo piano e
vi è una personalità molteplice, un carattere polivalente, una capacità
multiforme, o talvolta ciò che appare come una capacità universale. Ma se
una personalità precedente o una precedente capacità emergono pienamente,
non è per ripetere ciò che già è stato fatto, ma per modellare la stessa
capacità in nuovi modelli e forme e forgiarla in una nuova armonia
dell’essere
che non sarà una riproduzione di ciò che era stato prima. Non ci si può
quindi aspettare che sia ciò che il guerriero o il poeta erano stati.
Qualcosa delle caratteristiche esteriori può riapparire, ma molto cambiato e
nuovamente modellato in una diversa combinazione. E’ in una nuova direzione
che le energie saranno guidate, per fare ciò che non era stato fatto prima.

C’è poi un’altra cosa. Non è la personalità, il carattere che siano di
primaria importanza nella rinascita, ma l’essere psichico che sta dietro
l’evoluzione
di quale natura ed evolve con essa. Lo psichico, quando lascia il corpo, si
libera poi anche della mente e del vitale lungo il cammino al suo luogo di
riposo, e porta con sé il nocciolo delle sue esperienze, – non gli eventi
fisici, non i movimenti vitali, non le costruzioni mentali, non delle
capacità o delle caratteristiche, ma qualcosa di essenziale che ha raccolto
da essi, ciò che si potrebbe chiamare l’elemento divino per il cui scopo
tutto il resto esisteva. E’ per questo che di solito non vi è alcuna memoria
degli avvenimenti e delle circostanze esteriori delle vite passate – per
tale tipo di memoria deve esserci un forte sviluppo per un’interrotta
continuità della mente, de vitale, e persino del fisico sottile; pur
rimanendo infatti tutto questo in una specie di memoria in uno stato
germinale, normalmente non emerge.

Ciò che fu l’elemento divino nella magnanimità del guerriero e che si era
espresso nella sua lealtà, nobiltà o nel suo grande coraggio, ciò che fu
l’elemento
divino dietro la mentalità armoniosa e la generosa vitalità del poeta e che
in esse si era espresso, tutto questo riamane e può trovare una nuova
espressione in una nuova armonia di carattere, oppure, se la vita si è ora
volta al Divino, può essere assunto come un assieme di capacità per la
realizzazione o per il lavoro che deve essere fatto per il Divino.

– Mére –

E poi ci sono quelli che hanno imparato qualcosa, che sono più o meno
occultisti, o quelli che credono nella rinascita in modo puerile, che
credono cioè che si tratti di una piccola personalità che indossi un abito
fisico, poi un altro, e un altro ancora . come una bambola cui si cambi
d’abito.
Per loro è proprio così, si cambia il corpo come si cambiano i vestiti. Ci
sono poi anche quelli che hanno scritto libri molto seri, e vi narrano tutte
le loro vite fin da quando erano scimmie! E’ assolutamente puerile.

Poiché, in effetti, in novecentonovantanove casi su mille è solo una
minuscola formazione psichica al centro dell’essere che sopravvive alla
morte; tutto il resto viene dissolto, va in frammenti che sono dispersi da
ogni parte; l’individualità non esiste più. Infatti questo spesso, nel corso
della vita fisica, lo psichico partecipa consciamente agli avvenimenti della
vita fisica stessa?. Non parlo di persone che fanno lo yoga e possiedono un
minimo di disciplina; parlo di persone medie, che hanno una capacità
psichica nel senso che il loro psichico è sufficientemente sviluppato da
essere capace di intervenire nella vita e guidarla: alcuni passano anni e
anni senza che l’intervento psichico abbia luogo.

Vengono e vi dicono in quale paese erano nati, com’era loro padre, la loro
madre, e la casa dove vivevano, com’era il tetto della chiesa e il bosco che
c’era vicino, e vi raccontano gli eventi più banali della loro vita! E’
assolutamente idiota, perché è tutto inventato; questi ricordi non esistono
più. La memoria che si può ancora avere è quella di un momento particolare
della vita in cui vi sia stata una circostanza speciale, dei movimenti
“vitali”, per così dire, in cui lo psichico improvvisamente partecipa,
tramite una chiamata interiore o una necessità imperativa – tutt’a un tratto
lo psichico interviene e il momento è impresso nella memoria psichica. Con
la memoria psichica, si ha il ricordo di una serie di circostanze legate a
un momento della vita, e in particolare dell’emozione interiore, della
coscienza attiva in quel determinato momento; e quindi tutto questo passa
nella coscienza assieme a determinate associazioni, assieme a ciò che si
trovava attorno a voi, può essere una panoramica pronunciata, una frase
udita; ma quel che è importante è lo stato d’animo nel quale ci si trovava,
è questo che rimane chiaramente impresso.

Sono queste come delle vere fasi nella vita psichica, cose che hanno
lasciato una profonda impressione e hanno partecipato alla sua formazione.
Perciò, come andate riscoprendo all’indietro il vostro essere psichico, come
costanza, con continuità e chiarezza, sono queste le cose che si ricordano.
Possono essere abbastanza poche, ma sono lampi nella vita di un individuo;
ma non si può dire:”Ho incontrato la tale e la tal altra persona, ho fatto
la tale e la tl altra cosa, ero chiamato col tale o tal altro nome e stavo
agendo in questo o quest’altro modo”. O altrimenti, significherebbe che in
quel momento – ma è molto raro – c’era una combinazione di circostanze tali
da poter fissare data o luogo, paese ed età. Può accadere.

Naturalmente, l’essere psichico partecipa sempre di più, e sempre più
cresce l’insieme delle memorie. Si può ricostruire una vita, ma non tutti i
suoi dettagli. Si può dire che in certi momenti “era così”, o “era quello”.
Alcuni momenti, sì, momenti importanti di una vita. Si deve essere un
individuo interamente identificato col proprio psichico, il quale abbia
organizzato l’intera esistenza attorno a se stesso unificando così l’intero
essere, esclusivamente volto verso il Divino; poiché, se il corpo decade, lo
psichico rimane. Solo un essere completamente formato, cosciente, può
ricordare esattamente tutto quello che sia accaduto in un’altra vita. Può
persino passare coscientemente da una vita all’altra senza nulla perdere
della propria coscienza.

Ma, quanti sulla terra hanno raggiunto un tale strato? . Non molto, credo.
E generalmente costoro non sono inclini a raccontare le loro avventure.

– Aurobindo –

Prendiamo in considerazione, ad esempio, una scintilla divina che per
attrazione, o affinità e selezione, raduni attorno a sé un principio di
coscienza fisica. (Questo lavoro è già molto percettibile negli animali –
non credetevi di essere eccezionali, che voi soltanto abbiate un essere
psichico e tutto il resto della creazione no! Comincia nel minerale, è un
po’
più sviluppato nella pianta, e nell’animale c’è un primo barlume della
presenza psichica). Arriva poi il momento in cui questo essere psichico è
sufficientemente evoluto per avere una coscienza indipendente e una volontà
personale.

Quindi, dopo innumerevoli vite più o meno individualizzate, diventa
cosciente di se stesso, dei suoi movimenti e dell’ambiente che ha scelto per
la propria crescita. Arrivato poi ad un certo stato di percezione, decide –
generalmente all’ultimo minuto della vita che ha appena terminato sulla
terra – le condizioni nelle quali passerà la sua prossima vita.

Qui debbo dirvi una cosa molto importante: l’essere psichico può progredire
e formare se stesso solo nella vita fisica e sulla terra. Appena lascia un
corpo, entra in un riposo che dura più o mneo a lungo in accordo con la
propria scelta e il proprio grado di evoluzione – un riposo di assimilazione
per poter compiere un progresso per così dire passivo, un riposo per una
crescita passiva che permetta allo stesso essere psichico di passare a nuove
esperienze e progredire ancora più attivamente. Ma, al termine di una vita
(che di solito non finisce fino a che l’essere psichico non abbia fatto
quello che voleva fare), questo essere psichico sceglie l’ambiente, il luogo
approssimativo, le condizioni e il tipo di vita nei quali nascerà, ed anche
un programma molto preciso delle esperienze attraverso le quali dovrà
passare in vista dei progressi che vuol realizzare.

– Mére –

Quando lo psichico sta per entrare nel mondo, sceglie in anticipo la forma
ce ha intenzione di assumere?

E’ una domanda interessante. Dipende. Come vi ho appena detto, ci sono
psichici in formazione, in via di progresso; questi, generalmente, al loro
inizio non hanno molto da scegliere, ma quando arrivano a un certo grado di
crescita e di coscienza (normalmente mentre sono ancora in un corpo fisico e
hanno avuto un certo numero di esperienze), allora, in quel momento,
decidono quella che sarà il loro prossimo campo di esperienza.

Posso farvi degli esempi, anche se molto esteriori. Supponete che un essere
psichico abbia di fare l’esperienza della supremazia, del potere, allo scopo
di conoscere le reazioni e come volgerle al Divino: imparare cioè cosa una
vita di potere vi possa insegnare.

Questo tipo di essere psichico s’incarna allora in un re o in una regina.
Godono quindi di un certo potere, e in quel periodo fanno le proprie
esperienze. Giungono in seguito alla fine della loro vita, e sanno ormai
quel che volevano conoscere; ora stanno per andarsene, per lasciare il corpo
divenuto ormai inutile, e si stanno preparando per la prossima esperienza.
Ebbene, in quel momento, quando l’essere psichico è ancora nel corpo e
assimila quello che ha imparato, decide per la prossima occasione. E a volte
è un movimento di azione e reazione; poiché dopo aver studiato un intero
campo di esperienze, ha bisogno di studiare il suo contrario. Molto spesso
sceglie infatti una vita opposta a quella passata.

Così, prima di andarsene, dice:”la prossima volta sarà in quel certo
ambiente che prenderò un corpo” .

Immaginate, ad esempio, che lo psichico abbia raggiunto uno stadio di
crescita in cui vorrebbe avere la possibilità di lavorare sul corpo fisico
per renderlo capace di divenire cosciente del contatto col Divino e
trasformarlo: allora, quando sta per lasciare il corpo nel quale ha
esercitato autorità, potere e attività, quel corpo insomma che aveva usato
per la propria crescita, dice:”La prossima volta nascerò in un ambiente
neutro, né basso né alto, dove non sarà necessario, dove non si avrà né
grande potere ma nemmeno grande miseria” – assolutamente neutro, capite? Una
via di mezzo. Sceglie perciò questa situazione. Poi, ritorna nel proprio
mondo psichico per avere il proprio necessario riposo, per assimilare
l’esperienza
appena avuta e per la preparazione di quella futura. In seguito,
naturalmente, si ricorda della sua scelta, ma non può da quella sfera –
prima di discendere un’altra volta, al termine del periodo di assimilazione,
quando è il momento di ritornare, di venire sulla terra – non può, da là,
vedere le cose materiali con noi le vediamo: gli appaiono sotto un’altra
forma. Comunque, certe differenze possono ancora essere previste: le
differenze di ambiente, di attività nell’ambiente, possono essere
chiaramente viste e percepite
.
E’ in grado di avere una visione totale, o globale. Ha la possibilità di
scegliere. A volte sceglie la nazione: quando vuole un certo tipo di
educazione, civiltà, influenza, può scegliere anticipatamente la propria
terra. A volte invece non lo fa, ma sceglie solamente il proprio ambiente e
il tipo di vita che condurrà. E poi, da lassù, prima di scendere cerca il
tipo di vibrazioni che vuole: le può vedere molto chiaramente. E’ come se
mirasse al posto dove vuole cadere. Ma è solo un’approssimazione, perché
un’altra
condizione è necessaria: non conta solamente la sua scelta, ma è importante
ci siano anche, da quaggiù, una ricettività importante ci siano anche, da
quaggiù, una ricettività e un’aspirazione.

Ci deve essere qualcuno in quell’ambiente che egli abbia scelto,
generalmente è la madre (qualche volta entrambi i genitori, ma la più
indispensabile è la madre), che debba avere un’aspirazione e una
ricettività, qualcosa di sufficientemente passivo e aperto o un’aspirazione
cosciente verso qualcosa di elevato. E questo accende una piccola luce per
l’essere
psichico. Nella massa che rappresenta per lui l’ambiente nel quale ha
intenzione di nascere, se c’è, oltre all’influenza della volontà che egli
vi proietta, anche una piccola luce accesa, allora sa dove andare.

Questa indicazione è necessaria; si può fare una differenza di giorni o di
mesi, ma, probabilmente, non di anni. Ad ogni modo, crea un’incertezza, ed è
la ragione per cui l’essere psichico non può prevedere la data esatta della
nascita;”Nascerò in quel mese, in quel giorno e a quell’ora”. E’ necessario
che trovi qualcuno che lo riceva, e quando l’anima lo vede vi si precipita.
Tuttavia, gli perviene solo un’immagine, anzi, non è nemmeno un’immagine, ma
qualcosa di molto simile.

L’essere psichico si tuffa nell’incoscienza, poiché il mondo fisico, di
qualsiasi coscienza umana si tratti, è molto frequente rispetto alla
coscienza psichica. Così, l’anima va a cadere nell’incoscienza: è come se
cadesse a testa in giù, e ne viene come stordita. E’ per questo che,
generalmente, tranne pochissime eccezioni, l’essere psichico, rimane
incosciente per un lungo periodo: non sa dove si trova e neppure quello che
fa, non sa nemmeno perché si trovi lì, niente di niente.
Ha una grande difficoltà ad esprimersi – poiché si trova ora in un bambino
che non ha ancora cervello, che ha solo un embrione di cervello a malapena
formato, e non possiede quindi gli elementi per esprimersi.

Così, è molto raro che un bambino manifesti immediatamente l’essere
eccezionale che contiene . ma può accadere – sono cose di cui si è sentito
parlare. Succede, ma generalmente ci vuole tempo. Lentamente, l’essere
psichico si sveglia da suo torpore e diventa consapevole che è lì per
qualche ragione e per una scelta. DI solito, ciò coincide con il momento di
un’educazione mentale intensiva che vi esclude però completamente dalla
consapevolezza psichica. A questo punto, subentra allora la necessità di una
massa di circostanze e di eventi di tutti i tipi, di emozioni e di tante
altre cose che aprano le porte interiori e si possa cominciare a ricordare
che dopo tutto si è venuti da un altro mondo per una ragione precisa.

Altrimenti, se tutto procedesse normalmente, l’essere psichico potrebbe
stabilire il suo contatto abbastanza in fretta, quasi subito, Se avesse la
possibilità di trovare qualcuno in possesso di un po’ di conoscenza, se
invece di cadere in un mondo di conoscenza, s invece di cadere di un mondo
di ignoranza cadesse dove vi fosse un po’ di conoscenza, tutto potrebbe
invece avvenire piuttosto rapidamente.

Ma la volontà psichica e la crescita psichica sfuggono a tutte le comuni
nozioni di giustizia, di ricompensa e punizione, come gli uomini di solito
le concepiscono. Ci sono religioni e filosofie che vi raccontano ogni genere
di storie, che non sono altro che l’applicazioni della giustizia umana al
mondo invisibile, e sono quindi solo stupidaggini. Poiché non è affatto
così, la nozione di ricompensa e punizione come l’uomo la intende è
un’assurdità
e non è per niente applicabile, per niente, alle realtà interiori. Così, una
volta che siete entrati nel vero mondo spirituale, tutto ciò diventa proprio
una stupidaggine, poiché le cose non stanno affatto così.
Molti vengono a dirmi:”Cosa avrò mai fatto nella vita precedente per
trovarmi ora in condizioni così difficili, assalito da tante sfortune?” E’
molto spesso sono costretta a dire a certe persone:”Ma non vedi che è una
benedizione, una grazia? E forse sei tu stesso che l’hai chiesto nella vita
precedente, così da poter fare un progresso grande”. Queste sono nel
complesso le idee correnti:”Ah” Il mio corpo è in cattive condizioni, cosa
ho fatto? Quali crimini ho commesso nella vita precedente da meritarmi in
questa.” . Sono tutte puerilità.

Può un essere psichico incarnarsi in due corpi diversi?

Non è così semplice . L’essere psichico è il risultato dell’evoluzione,
cioè dell’evoluzione della Coscienza divina che si è diffusa nella Materia e
lentamente ha elevato la materia e l’ha fatta crescere perché fosse in grado
di ritornare al Divino. L’essere psichico è stato progressivamente formato
proprio da questo nucleo di coscienza divina attraverso le varie vite. Poi,
viene il momento di cui questo essere raggiunge una specie di perfezione, di
perfezione nella propria crescita e formazione.

E’ a questo punto che, molto di frequente, dato che possiede una propria
perfezione ancora maggiore, e a manifestare ancora meglio il Divino, di
solito attira a sé un essere dell’involuzione, cioè una di quelle entità che
appartengono a ciò che Sri Aurobindo chiama il Sovramentale [Overmind] che
viene così ad incarnarsi in questo essere psichico – può trattarsi di una di
quelle entità che gli uomini chiamano generalmente dèi, un certo tipo di
divinità. Quando avviene questa fusione, l’essere psichico ne viene
naturalmente magnificato e diviene partecipe della natura dell’essere che so
è incarnato in lui. E’ così che ja allora il potere di produrre delle
emanazioni. Questi essere hanno infatti il potere di produrre emanazioni di
se stessi, vale a dire che possono proiettare fuori di sé una parte di se
stessi che diviene indipendente e si incarna in qualche altro essere. Ci
possono essere quindi non solo due ma anche tre, quattro o cinque
emanazioni; dipende dai casi, ma è possibile. Significa insomma che una
certa individualità può avere la stessa origine psico-divina, per così dire,
di altri; e, di solito, qualora ci siano varie emanazioni, le varie persone
sentono di essere quell’essere, e a buon diritto, poiché tutte portano in sé
qualcosa di quell’essere divino: è come se una parte di quella divinità
fosse volata via da se stessa e fosse sdoppiamento, ma una specie di
proiezione di sé. Lo sdoppiamento dà l’idea che quel che si p sdoppiato
abbia perso parte delle proprie facoltà: se vi tagliate in due il corpo, ve
ne resterà solo una metà; ma se avere il potere di emanare qualcosa
all’esterno,
rimarrete sempre ciò che siete, ma allo stesso tempo ce n’è un altro in
un’altra
persona.

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