“Sul Sentiero” 5

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“Sul Sentiero” 5

(di Anonimo)

– parte quinta –

IL PENSIERO CREATORE

Lindividuo non ancora risvegliato crede sia suo diritto pensare ciò che vuole; egli lascia aperta la porta della mente ad ogni contenuto, anche se debilitante o degradante: odio, tristezza, vendetta, meschinità.

Si lamenta a volte della qualità dei suoi pensieri e dellincostanza della sua mente. Dice: non riesco a focalizzare lattenzione; il tempo della mia concentrazione è breve; sono assediato da pensieri importuni; non so come liberarmi da alcuni pensieri.

Si sente una vittima della sua mente e, talvolta anche con un certo compiacimento, afferma di non poter farci nulla.

Ciò che si rileva è che spesso il mondo del pensiero viene subìto invece che agito; che è legato a sentimenti di impotenza e di coabitazione forzata, quasi fosse una dimora mentale che non ci siamo scelti e che spesso ci opprime.

Chi è sul Sentiero vigila attentamente i suoi pensieri, poiché sa che essi formeranno la realtà futura.

Sa che Lenergia segue il pensiero e che la sua mente può diventare strumento per concretizzare realtà distruttive o di unità e di pace. Sa che lazione che seguirà il pensiero ne riprodurrà esattamente lenergia e pertanto è impegnato a produrre:

– motivazioni pure;
– progetti altruistici;
– propositi amorevoli.

La realtà della nostra vita personale è quella che i nostri pensieri hanno formato e poi rafforzato con la ripetizione. Il pensiero amplia o restringe i nostri orizzonti, determina la maggiore o minore armonia con la quale ci rapportiamo al mondo, influisce sulla nostra efficacia nellagire.

Pertanto, di essi siamo responsabili: diventando sempre più puri e potenti, cioè allineati mentalmente con le forze della Luce, potremo portare il nostro contributo allevoluzione. Attraverso tecniche di concentrazione, meditazione, visualizzazione e immaginazione creativa potremo proiettare nelluniverso forme-pensiero che, se ripetute e sostenute dalla volontà, potranno concretizzarsi.

Lungo il Sentiero, luomo impara a governare i suoi pensieri, che costituiscono la sua essenza, al di là della maschera con la quale egli si presenta al mondo per ottenere successo e considerazione.

Come un uomo pensa nel suo cuore così egli è afferma un detto della Saggezza antica, ribadendo che levoluzione interiore procede di pari passo con il raffinamento progressivo del mondo emotivo e mentale.

Sono i nostri pensieri e sentimenti ricorrenti a formare laura che circonda il nostro corpo fisico-eterico ed è la maggiore o minore armonia e bellezza di questi che gli altri percepiscono di noi come vibrazione energetica; questa può assumere la colorazione della vitalità, della simpatia, della disponibilità, o, al contrario, della depressione, dellostilità, dellindifferenza.

Laura del nostro Pianeta, costituita dalle emanazioni delle menti di tutti i suoi abitanti, è visibilmente inquinata degoismo. Questa comprensione, invece che bloccarci alla prima sensazione dimpotenza, può portare al riconoscimento della nostra possibilità di cooperare con la Fratellanza che, con saggia lungimiranza e superiore bene-volenza, vigila sullavanzamento del Pianeta; la nostra attività primaria va svolta al livello del Pensiero, che si
irradia nel tutto e tutto crea.

Il nostro compito di esseri umani cui sta a cuore la propria e laltrui evoluzione è, pertanto, quello di diventare Pensatori efficaci, forti ed amorevoli. Con lenergia del pensiero purificato e direzionato, potremo creare forme-pensiero che rispecchino gli ideali superiori nel modo più avanzato possibile per il nostro livello evolutivo; potremo così diventare mediatori di consapevolezze che potranno contribuire a precipitare Progetti di Luce sulla Terra.

Antichi aforismi ribadiscono la funzione creatrice del pensiero:

Lenergia segue il pensiero
Tutto è Mente
Il Pensiero domina la materia
Lenergia fluisce dove va lattenzione
La Mente precede le cose, le domina, le crea
Lattenzione cambia il valore delloggetto

Con il pensiero di molti si è via via definito il mondo in cui viviamo; cambiando segno alla stessa energia, potremo mutare la realtà.

E necessario che coloro che hanno compreso lavorino per:

– diffondere la realtà del fatto che il pensiero crea e che la realtà è pensiero concretizzato;

– sostenere che ciascuno è creatore di realtà e, in quanto tale, responsabile dei pensieri che raffinano o inquinano laura del Pianeta;

– direzionare il pensiero dando attenzione e forza a ciò che produce Bellezza e Evoluzione, negandola a ciò che lavora con lindifferenza e con la stasi.

LASCOLTO, LA PAROLA E IL SILENZIO

La comunicazione tra gli uomini può apparire spesso difficile e, talvolta, dolorosa a causa di incomprensioni e malintesi. Frequentemente non abbiamo idee chiare né voglia di ascoltare realmente, e discutere diventa solo un confrontarsi per mostrare i muscoli esibendo capacità logiche e dialettiche. Plutarco, ed altri saggi, ci hanno mostrato la via del vero Ascolto,
che fa il vuoto di opinioni e giudizi pregressi.

In qualsiasi confronto, dovremmo poter vincere la tendenza a rispondere immediatamente, sullonda dellemotività, poiché, in quel caso, la risposta, che potremmo considerare benevolmente spontanea o istintiva, nasce, in realtà, da abitudini mentali precedenti, da preconcetti, da pensieri ripetitivi che già sono nella nostra mente. In tal modo non ci dimostriamo pronti ad un eventuale ampliamento di coscienza né ad un reale ascolto che possa farci cambiare.

A un ascolto attento si accompagna il giusto uso della Parola. Afferma un detto ermetico: Le cose sono ciò che la Parola ne fa col nominarle. Oggi lumanità è molto più mentale del passato e ciascuno immette nei canali dellesistenza un flusso massiccio di parole. Le parole scritte sono suscettibili di modifiche, allatto della loro emissione; sono più facilmente controllabili perché sottoposte a preventiva riflessione. Quelle parlate seguono spesso canali emotivi non ancora vigilati e purificati, non consentono di tornare indietro, di cancellare, non sono rivedibili né modificabili.

Da ciò nasce il grande impegno di ogni Pensatore, in particolare del ricercatore spirituale. Le parole non sono neutre, sono energia vivente e con esse possiamo creare o distruggere, abbassare o elevare, potenziare o indebolire.( Plutarco, Larte di ascoltare).

La Parola è uno dei poteri più grandi che luomo possiede; se usata consapevolmente per il Bene, essa può guarire, illuminare, proteggere, salvare.

Ci viene pertanto consigliato di ridurne il numero e di vigilare attentamente su di esse, affinché rispondano a caratteristiche di:

– verità;
– amorevolezza;
– utilità.

In Oriente si considera ogni parola un mantra (da man e tra: rapporto) che indica la modalità del suono, la nota con cui entriamo in rapporto con gli altri. Ogni parola è un nucleo energetico che rappresenta unidea, o un insieme di idee; essa, inviato a una persona, o a un gruppo, produce effetti proporzionali alla potenza dellemittente e alla maggiore o minore purezza della sua intenzione. Ciò corrisponde ad una precisa verità confermata dalla Saggezza antica: Lenergia segue il pensiero e la Parola è ciò che lo concretizza.
Di ogni parola ammonisce il Vangelo luomo dovrà rendere conto; non solo di quelle ispirate a sentimenti positivi o negativi, ma anche di quelle vane ed inutili.

Spesso le nostre parole sono profane, cioè sono pronunciate senza entrare in contatto con la coscienza più profonda, con il Sé. La mente ripete ed esprime contenuti captati dalle forme-pensiero collettive: luoghi comuni, opinioni diffuse, pettegolezzi, banalità che non sono il frutto del nostro pensiero più genuino ma riflessi condizionati del campo morfogenico nel quale siamo costantemente e quasi sempre inconsapevolmente immersi. La parola è allora vuoto suono senzanima.

Il modo in cui usiamo lenergia compressa nelle parole ri-vela (toglie il velo) il rapporto che abbiamo con gli altri e la modalità con la quale operiamo nel mondo. Così, se esprimiamo ripetutamente concetti costruttivi e luminosi, le azioni che ne deriveranno possederanno senzaltro la stessa vibrazione; se ci rivolgiamo ad altri con parole ispirate allamorevolezza, quella stessa qualità si riverbererà nella nostra vita. Riguardo a noi stessi, e alla nostra auto-educazione, evitiamo pertanto di dire: Sono pauroso, cercherò di esserlo meno o Non voglio più essere pigro; evitando i non, i meno e le affermazioni al negativo, che influenzano sfavorevolmente il nostro inconscio, potremmo dire: Mi muovo ogni giorno verso il Coraggio o Divento sempre più attivo.

Laccuratezza nelluso delle parole che eviti tuttavia di scadere nellaccademismo e nella retorica è segno di Ordine e di Bellezza, che sono qualità richieste sul Sentiero. Utile e ispirante è anche la ricerca delle etimologie, che non dovrà ridursi certamente a sfoggio di cultura ma potrà essere il mezzo per entrare in contatto con lessenza delle parole, spesso banalizzata dalluso quotidiano. Si può, attraverso questo studio, riscoprirne la forza primigenia e chiarificatrice di significati. Così, ad esempio, il termine
entusiasmo, tanto comunemente usato, rimanderà al senso di avere un dio (theos) dentro (én); ogni volta che lo useremo, dopo averne colto la forza originaria, vi sarà dentro di noi una diversa considerazione dello spessore della parola.

Afferma unispirata invocazione: Possa io compier la mia parte nel Lavoro Unico con loblio di me stesso, linnocuità e la giusta Parola!.

E necessario considerare anche il profondo valore del Silenzio.

La nostra società, presa dal vortice delle parole, teme il silenzio, che appare invece spesso utile e necessario, e, in alcune circostanze, saggio e sacro. La mentalità comune ritiene che silenzio sia semplicemente la mancanza di parola. La parola è estremamente importante nei gruppi umani ma ha anche dei limiti: non arriverà mai ad esprimere perfettamente ciò che vorremmo perché ogni espressione verbale, per quanto possa apparire significativa, è sempre, almeno in parte, una cristallizzazione del nostro retaggio culturale.

Ecco perché il vero silenzio interiore può contribuire a farci percepire meglio il senso e la necessità di ogni parola, ad avvertirne la pertinenza o linutilità.
E nel silenzio che noi riusciamo a trascendere ogni forma di linguaggio stereotipato. In esso entriamo nella dimensione del meta-linguaggio, il quale ci aiuta a padroneggiare meglio la situazione per non scadere nei luoghi comuni e lasciarci inconscientemente condizionare dalla mentalità corrente. Il vero silenzio interiore, quindi, consiste nel non dare per scontati concetti, immagini, e persino il valore attribuito a termini acquisiti sin dallinfanzia; esso è uno dei principali motori del vero progresso civile ed etico.

Per questa operazione sono richiesti vigilanza, saggezza e determinazione perché la nostra mente è avida di contenuti e teme il vuoto.

Anticamente andare nel deserto significava rientrare in se stessi per fronteggiare meglio le situazioni esterne; i monasteri di clausura usano ancora, a proposito del silenzio interiore, lespressione fare deserto. Affermava il poeta e scrittore francese Alfred de Vigny: Solo il silenzio è grande; il resto è debolezza.

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