Sulla predisposizione

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Sulla predisposizione

Da una lezione di Shriman Matasyavatar das
tenuta a Bhaktivedanta Ashram il 25 Settembre 2009

In qualsiasi impresa la propria predisposizione gioca un ruolo decisivo. Se non c’è una buona
predisposizione non vi sarà successo, e il vero successo è quello spirituale: tutto il resto non ha
consistenza, non ha durata, non ha valore.
Poiché gli Shastra ci spiegano inequivocabilmente che la potenza, l’energia, la forza derivano dalla
purezza, se ne deduce che l’aspetto più importante nella preparazione all’agire è la purificazione
della mente e del cuore. Si potrebbero leggere e studiare molti libri, ma non è da ciò che si trarrà
la forza di ben agire e la capacità di ispirare altri.

La forza deriva dalla purezza e la purezza si accompagna alla trasparenza. Come nell’acqua pulita si
può vedere un oggetto che giace sul fondo, e non è possibile vederlo se l’acqua è torbida, così in
una mente velata, offuscata, ottenebrata dai condizionamenti, non si riesce a vedere né a discernere
la realtà. Per farlo occorre produrre uno stato di trasparenza, di purezza interiore.
La necessità di una buona predisposizione all’agire, fondata sulla purezza, va capita ben oltre il
significato meramente letterale, poiché le interpretazioni superficiali o dogmatiche non potranno
esserci di aiuto nel momento del bisogno.

Anche nella comunicazione, per avere successo, è più che mai indispensabile una buona attitudine,
sia in chi parla, sia in chi ascolta. Quando uno dei due interlocutori manca di questa sensibilità e
di questo impegno, il dialogo inevitabilmente si interrompe o non porta i frutti sperati. Non è
sufficiente il desiderio intenso di uno dei due: occorre quello congiunto di entrambi.
Dal cuore il Signore ci parla, ma se noi non abbiamo una buona predisposizione all’ascolto non
riusciremo a comprendere che cosa ci sta suggerendo. Shri Krishna è sommo Bene, immortale Amore, il
Clemente, il Misericordioso, Signore di Grazia e di Misericordia verso ogni creatura. Il Signore ci
ama e l’amore che noi possiamo sperimentare non è altro che un riflesso di quel Suo Supremo Amore.
E’ il Suo Amore che ci fa innamorare di Lui, della vita, di ogni creatura, e che ci fa gioire nel
cuore. Per non disperdere o contaminare i nostri sentimenti dobbiamo rivolgerli solo a ciò che ha
valore, senza contaminarli con lussuria, avidità, egoismo, cupidigia. Coltivando la purezza possiamo
ricostituire per intero la nostra riserva d’amore e investirla tutta nella relazione con Dio e le
Sue creature. Quando ciò avviene si manifestano nella persona segni visibili: pacificità, serenità,
soddisfazione interiore, fede nella Divina provvidenza.

Chi è soddisfatto nell’anima non ha bisogno di oro, argento o brillanti, di riconoscimenti od onori,
poiché già dentro di sé ha trovato tutto quel che profondamente lo appaga. Come spiega Krishna nella
Bhagavad-gita (XVIII.54), costui non ha rimpianti né brame; è profondamente umile poiché ha
realizzato che la potenza illusoria dell’energia materiale è insuperabile e che solo abbandonandosi
a Dio possiamo varcare i confini delle apparenze ed entrare nella realtà (cfr. Bhagavad-gita
VII.14). Nel suo più alto insegnamento lo Yoga è questa visione ritrovata, è la reintegrazione del
sé nella realtà universale, la sua ricongiunzione in amore con Dio e con tutte le creature.

La libertà interiore, patrimonio inalienabile di ciascun essere, va utilizzata tutta per volgersi
alla purificazione, per perseguire il supremo bene. Sebbene molte dinamiche possano sfuggire al
nostro controllo, noi abbiamo sempre la possibilità di modulare e scegliere la nostra risposta agli
eventi, la nostra attitudine interiore. Se ci sono pensieri disturbanti che impediscono un corretto
agire, possiamo evocare esattamente il loro opposto, come Patanjali rishi insegna nel Sadhana Pada
(II 33): vitarka badhane pratipaksha bhavanam. Ad esempio: pensare con orgoglio di essere al centro
dell’attenzione ed aspirare unicamente al proprio tornaconto egoistico è esiziale, micidiale per la
nostra coscienza; se insorge questo pensiero dobbiamo spostarci nel suo opposto: “Agisco non per me
ma per il bene di tutti gli esseri. Offro a Dio le mie azioni con tutto il mio amore. Spero che il
Signore possa gradire la sincerità della mia umile offerta, nonostante i miei limiti, e che nella
Sua infinita misericordia le conferisca reale valore.”

Se Shri Krishna vede la nostra umiltà e la sincerità dei nostri sforzi, ci darà l’intelligenza e la
forza necessarie per agire in ogni circostanza in maniera costruttiva, per la nostra ed altrui
evoluzione. Il segreto del successo è il puro spirito di offerta, il predisporsi con umiltà,
tolleranza, fede e gioia, pronti a riconoscere il valore altrui e ad agire per il bene comune. Con
questa attitudine possiamo affrontare positivamente qualsiasi impresa o evento, anche una malattia,
una grave perdita o un tradimento.
Di fronte agli ostacoli che incontriamo occorre essere determinati, tenaci; non abbattersi ma
affrontare anche le difficoltà con serenità e fiducia, come un atleta che con entusiasmo si allena
nella corsa ad ostacoli sapendo che questi ultimi lo spronano a migliorare le proprie prestazioni, a
superare i propri limiti.

Ogni evento va accolto come un’importante possibilità di crescita e di formazione in quella che è la
grande scuola della vita, per realizzare un’armonica integrazione tra corpo, psiche e anima, tra
varna e ashram, tra individuo e società, tra immanenza e trascendenza.
Sul palcoscenico del mondo assistiamo ad un gioco di spinte e forze contrapposte; a volte ondate
negative ci sommergono ed ostacolano la realizzazione dei nostri progetti. Mantenendo fissa la meta,
dobbiamo imparare a nuotare nel grande mare dell’essere per trovare il nostro porto sicuro, la
nostra centratura, il nostro equilibrio a prescindere dalle continue sollecitazioni alle quali siamo
esposti. In questa ardua ma affascinante impresa la buona predisposizione gioca un ruolo essenziale.

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