Sulla tranquillità dell’anima

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Sulla tranquillità dell’anima

(di Fabio Gabrielli)

Brevi riflessioni: se è vero che la felicità nella sua compiutezza non ci
appartiene, è, tuttavia, possibile conseguire la tranquillità, così come ci
insegna Democrito, una delle voci più originali del pensiero greco.

“Chi vuol vivere con l’animo tranquillo non deve darsi troppo da fare né per
le faccende private né per le pubbliche né, qualora si assuma delle
occupazioni, sceglier quelle che sono superiori alle sue forze e alla sua
natura; deve invece esser sempre pronto a saper rinunciare, anche se gli si
volge la fortuna e lo sospinge con le illusioni verso condizioni più alte, e
a non accingersi a cosa che sia superiore alle sue possibilità. E cosa più
sicura la grandezza moderata che l’esagerata gonfiezza “.

Questa testimonianza di Democrito coglie l’esatta cifra esistenziale della
tranquillità, intesa come l’unica forma possibile di felicità.
L’uomo, infatti, quale essere strutturalmente limitato, viene richiamato
alla consapevolezza che la sua felicità è “simultaneità-lampo”, ovvero un
frammento d’esistenza di straordinaria intensità e, nel contempo, di fugace
durata.

Si può, di contro, conseguire la tranquillità, dice Democrito, a patto che
ci si renda autonomi dalle cose, o meglio dall’opinione che abbiamo delle
cose, attuando un’equilibrata disciplina delle passioni.

In altri termini, e tradotto per l’uomo d’oggi, tutto frenesia,
iperattività, costante ricerca di appagamento quantitativo, omologato a
quello stato di “euforia perpetua”, di felicità a tutti i costi indotta dal
Mercato, l’autodominio, il riconoscimento di quello che è in nostro possesso
e di quello che non dipende da noi, la capacità di godere dell’essenziale,
ovvero di ciò che conta davvero sul piano etico e affettivo costituiscono
gli ingredienti – accessibili a tutti! – della tranquillità dell’anima.

L’uomo può, così, assicurarsi uno stato di interiore benessere che, pur
senza i picchi della felicità, avrà, comunque, durata nello spazio-tempo.

Coraggioso sarà, allora, quell’uomo che non investe tutto se stesso nella
lotta per primeggiare nel Mercato tecnologico, all’interno del quale crede
di poter perseguire l’autentica felicità, bensì colui che, per dirla ancora
con Democrito, vive secondo “rettitudine e una cospicua saggezza”.

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