Swami Trailanga – Uno Yoghi simile a Cristo

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Swami Trailanga – Uno Yoghi simile a Cristo

di Paramahansa Yogananda

SWAMI TRAILANGA
(da:” Autobiografia di uno Yoghi”, di Paramahansa Yogananda – Edizioni
Astrolabio – cap. XXXI)

Lahiri Mahasaya ebbe un amico assai famoso, Swami Trailanga, che si diceva
avesse piu’ di trecento anni. I due yoghi spesso sedevano insieme in
meditazione. La fama di Trailanga era cosi’ diffusa, che ben pochi indu’
negherebbero la possibilita’ di qualsiasi storia riguardante i suoi
stupefacenti miracoli. Se Cristo ritornasse sulla terra e camminasse per le
vie di New York manifestando i suoi divini poteri, provocherebbe lo stesso
subbuglio che suscitava Trailanga decine di anni fa, quando attraversava le
affollate vie di Benares. Egli fu uno di quei siddha (esseri perfetti) che
cementarono l’India, rendendola inattaccabile dalle erosioni del tempo.

In molte occasioni lo swami fu visto bere i piu’ potenti veleni senza alcun
inconveniente. Migliaia di persone, alcune delle quali vivono tuttora,
videro Trailanga galleggiare sul Gange. Per giornate intere egli sedeva sul
pelo dell’acqua, o restava nascosto per lungo tempo sotto le onde. Uno
spettacolo abituale per i bagnanti nei gath di Benares era quello di vedere
il corpo immobile dello swami poggiato sulla pietra infuocata, completamente
esposto all’inclemente sole indiano. Con questi mezzi Trailanga cercava di
insegnare agli uomini che la vita di uno yoghi non dipende dall’ossigeno, o
dalle condizioni e precauzioni ordinarie; che stesse sopra o sotto l’acqua,
che sfidasse o no i feroci raggi del sole, il Maestro dimostrava di vivere
per mezzo della divina coscienza; la morte non poteva toccarlo.

Lo yoghi era grande non solo spiritualmente, ma anche fisicamente: pesava
135 chili, ossia una libbra per ogni suo anno di vita! Poiche’ mangiava
assai raramente, il mistero era anche maggiore! Ma un Maestro puo’
facilmente ignorare ogni norma comune per star bene in salute, quando
desidera farlo per qualche ragione speciale, spesso nota solo a lui. I
grandi Santi che si sono destati dal cosmico sogno di maya e hanno compreso
che questo mondo e’ solo un’idea della Mente Divina possono disporre come
vogliono del loro corpo, considerandolo solo come una forma malleabile di
energia condensata o congelata. Sebbene gli studiosi di fisica ammettano
ormai anch’essi che la materia non e’ altro che energia congelata, i Maestri
pienamente illuminati sono passati gia’ da molto tempo dalla teoria alla
pratica nel campo del controllo della materia.

Trailanga stava sempre completamente nudo. La polizia di Benares,
preoccupata, giunse a considerarlo un . Lo swami,
innocente come Adamo nei giardini dell’Eden, non era affatto conscio della
sua nudita’; ne era ben conscia, invece, la polizia che, senza tanti
complimenti, lo mise in carcere. Ne risulto’ un trambusto generale: ben
presto si vide l’enorme corpo di Trailanga, nella sua abituale interezza,
passeggiare sul tetto della prigione. La sua cella, sempre ben chiusa, non
lasciava capire come avesse potuto evaderne.

I rappresentanti della legge, benche’ scoraggiati, compirono ancora una
volta il loro dovere, mettendo pero’ una sentinella davanti alla porta della
sua cella. Di nuovo il potere si arrese alla legge; ma ben presto si rivide
Trailanga passeggiare, col suo passo indolente, sul tetto. La Giustizia e’
cieca; la polizia, sconfitta, decise di seguire il suo esempio.

Il grande yoghi serbava abitualmente il silenzio. Malgrado la faccia tonda e
l’enorme ventre, Trailanga mangiava solo eccezionalmente, di quando in
quando. Dopo intere settimane di digiuno, lo interrompeva bevendo ciotole di
latte acido offerto dai suoi devoti. Uno scettico decise un giorno di
dimostrare che Trailanga era un ciarlatano; presento’ allo swami una brocca
riempita di una mistura di calce viva che si usava per imbiancare i muri.

“Maestro”, disse il materialista, con burlesca reverenza,” vi ho portate del
latte cagliato: bevetelo”.

Trailanga bevve senza esitare fino all’ultima goccia la calce caustica.
Pochi stanti dopo l’uomo malvagio cadde a terra in agonia.

“Aiuto, swami, aiuto!” – gridava – “Io brucio! Perdonate la mia infame
prova!”

Il grande yoghi infranse il suo abituale silenzio e gli disse:” Schernitore,
quando tu mi hai offerto il veleno non sapevi che la mia vita e’ tutt’uno
con la tua? Se io non avessi piena coscienza che Dio e’ presente nel mio
stomaco come in ogni atomo della creazione, la calce mi avrebbe ucciso. Ora
che sai il divino significato del boomerang, non fare piu’ scherzi del
genere, a nessuno”.

Il peccatore, purgato e guarito dalle parole di Trailanga, sgattaiolo’ via
in silenzio.

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