TANTRA: CHE COS’E’?

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TANTRA: CHE COS’E’?

La tradizione del Tantra Yoga, una delle prospettive induiste più classiche, è stata fondata,
secondo la leggenda, da Sadashiva, nell’India orientale, più di settemila anni fa. Sadashiva (o, più
semplicemente, Shiva), in questa accezione, è il mitico iniziatore, la figura primordiale del Padre,
un essere sospeso tra Terra e Cielo, Maestro in cui il Divino si incarna per dare forma al Mondo,
introducendovi il concetto di civiltà (oltre alla tradizione tantrica, Sadashiva è considerato il
fondatore dei costumi, della musica e dell’arte in generale).

Il termine Tantra compendia le nozioni di Liberazione e di Espansione: si tratta, in pratica di una
scienza sacra che permette di accedere all’Assoluto (Brahma), attraverso tecniche di espansione
psichica e corporea che concernono anche, ma non esclusivamente, l’eros individuale, di coppia o di
gruppo. E’ una metafisica del sesso che permette, se seguita con l’ausilio dello studio dei testi
tradizionali e di un insegnamento qualificato, di uscire dalla sfera individuale, dal mondo per come
lo intendiamo normalmente, e di percorrere itinerari che liberano dai condizionamenti e dalle
limitatezze, dapprima la psiche, poi la mente spirituale, infine l’intero cosmo, nel momento in cui
si riesce a realizzare l’identificazione tra se stessi e il cosmo.

La tradizione tantrica considera come agente, nel mondo ordinario, una forza che è Potenza Assoluta,
pura manifestazione dell’azione dell’Assoluto, e che va sotto il nome di Shakti. Le tecniche di
espansione sessuale, tesa alla liberazione, non sono altro che accorgimenti per imparare a guidare
Shakti in noi, poi fuori di noi, uscendo dalla limitatezza dell’esperienza e in vista di
un’illuminazione finale. L’atto sessuale scatena una potenza che va ben al di là del piacere,
tuttavia amplificandolo. Le tecniche della tradizione Tantra sono azioni e posture che, allargando
la sfera del piacere erotico, sfruttano appieno questa potenza dell’amore sessuale.

Si legge nel Guhyasamaja Tantra che “nessuno riesce a ottenere la liberazione se si impegna in
pratiche difficili e tormentose; la liberazione può essere raggiunta soltanto attraverso
l’appagamento consapevole di tutti i desideri”. Oltre a creare un ponte tra sessualità e spirito, il
Tantra congiunge due direzioni della ricerca spirituale che in altre scuole vengono tenute distinte:
Controllo ed Estasi. Nel Tantra l’oggetto della ricerca è principalmente quella vibrazione della
coscienza che fa incontrare questi poli opposti dell’esperienza soggettiva, lungo due strade, quella
attiva e quella passiva, che vengono praticate entrambe dai tantristi.

Il Tantra ebbe il suo periodo di maggior fioritura tra il x e il xii secolo dopo Cristo, nel Nord
dell’India, e fu in seguito soppresso, con il prevalere della religione islamica. Sopravvisse
tuttavia in sétte e scuole segrete e migrò in Cina. In Tibet, invece, al riparo dagli influssi di
altri popoli, il Tantra si commisionò con il buddhismo e il Bon, l’antica religione sciamanica. Col
passare dei secoli, anche in Tibet alcune scuole – come la Gelugpa – iniziarono a prender le
distanze dalle pratiche sessuali del Tantra rosso (o Tantra della mano sinistra), facendo oggetto
della ricerca l’unione tra il maschile e il femminile sul piano energetico, senza badare più al
contatto fisico: questa versione più metafisica costituisce la versione tradizionale del Tantra
bianco (o Tantra della mano destra).

Soltanto il sette per cento dei testi tantrici, che prescrivono in genere mantra mandala e ritologie
etrogenee, è dedicato alle tecniche erotiche. Il rituale che coinvolge il sesso è detto
pancha-makara (ovvero, rituale delle cinque M): “Gli adepti del Tantra della mano sinistra (o Tantra
rosso) bevono vino (madya), mangiano carne (mamsa), pesce (matsya) e un cereale afrodisiaco (mudra)
e si uniscono sessualmente (maithuna) “. Sono prescrizioni che, prese alla lettera, ben poco
significano all’uomo contemporaneo, ma che hanno una risonanza profonda, che svela il fine del
Tantra: il congiungimento dell’energia di Shakti con la consapevolezza di Shiva. Oggi, i rituali
classici e riadattati sono tecniche dell’unione del femminile con il maschile: situazioni
sessualmente intense, in cui l’energia del cuore raggiunge una profonda commozione sia nell’uomo che
nella donna. Ed è proprio questo che distingue un rituale tantrico da una volgare orgia: l’atmosfera
rispettosa, nata dalla fusione di un’alta energia e della consapevolezza, nella radiazione
dell’amore.

www.tantralife.com/tantracosa.html

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