Teoria computazionale della mente

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Teoria computazionale della mente

La teoria computazionale della mente è un modello esplicativo che afferma che detta entità elabora
le informazioni attraverso un processo algoritmico.

Sin dai tempi antichi, gli esseri umani si sono chiesti cosa li rende diversi dagli altri animali,
concentrandosi in particolare sulla natura di ciò che oggi chiamiamo mente. Tra le numerose
spiegazioni proposte vi è la teoria computazionale della mente, che definisce il sistema cognitivo
umano come un sistema computazionale.

Secondo questa teoria, le persone elaborano, trasformano, codificano, archiviano, recuperano e
utilizzano le informazioni alla pari di un computer. Ne parliamo in dettaglio nelle righe che
seguono.

Cos’è la teoria computazionale della mente?

Conosciuta anche come computazionalismo, questa teoria sostiene che la mente umana è un sistema di
elaborazione delle informazioni e che la cognizione e la coscienza sono una forma di calcolo.

In altre parole, secondo la suddetta teoria, la mente prende informazioni dall’ambiente (input), le
elabora, le trasforma e genera una risposta (output), attraverso un processo algoritmico. Il
pensiero è dunque paragonato a un calcolo o, più precisamente, all’applicazione di un certo sistema
di regole.

Detto ciò, la teoria computazionale sostiene che la mente non è semplicemente analoga a un programma
per computer, ma è letteralmente un sistema computazionale.

Naturalmente, i sistemi di elaborazione artificiale più familiari sono fatti di chip di silicio o
materiali simili, mentre il corpo umano è fatto di carne e ossa.

Secondo i sostenitori di tale teoria, tuttavia, nonostante le differenze fisiche, vi è una
somiglianza fondamentale: l’operazione attraverso i calcoli.

La teoria computazionale della mente rientra nella psicologia cognitiva.

Fondamenti della teoria computazionale della mente

Il formalismo matematico

Le nozioni intuitive di calcolo e algoritmo sono fondamentali per la matematica. In termini
generali, un algoritmo è una procedura esplicita per rispondere a una domanda o risolvere un
problema. Fornisce istruzioni meccaniche di routine, dettando come procedere in ogni fase.

Seguire le istruzioni non richiede speciale ingegno o creatività. Per esempio, gli algoritmi delle
scuole elementari descrivono come eseguire addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni.

La matematica può essere dunque considerata come una delle prime discipline che si dedica alla
computazione o al calcolo.

La macchina di Turing

Una macchina di Turing è un modello teorico del computer, che dispone di tempi di calcolo e spazio
di archiviazione illimitati. Il dispositivo manipola i simboli nello stesso modo in cui l’uomo
manipola le informazioni durante il calcolo aritmetico.

Secondo il computazionalismo, la mente è un sistema computazionale simile a una macchina di Turing.
In altre parole, i processi mentali fondamentali (come il ragionamento, il processo decisionale e la
risoluzione dei problemi) sono calcoli simili a quelli eseguiti da una macchina del genere.

Fisicalismo

È una corrente filosofica che si dedica alla natura della realtà. Sostiene che ciò che esiste è
esclusivamente fisico, e ciò riguarda anche la mente.

I processi cognitivi sono intesi come un epifenomeno del cervello. Alla luce di ciò, la mente può
essere compresa quando la scienza è sufficientemente sviluppata per comprendere l’attività
cerebrale.

Esponenti della teoria computazionale della mente

Warren McCulloch e Walter Pitts (1943) sono stati i primi a suggerire che l’attività neurale è di
natura computazionale e hanno sostenuto che i calcoli neurali spiegano la cognizione.

Tuttavia, la teoria computazionale della mente è stata proposta da Hilary Putnam nel 1967.
Successivamente, è stata sviluppata dal suo studente, filosofo e scienziato cognitivo Jerry Fodor,
negli anni ’60, ’70 e ’80.

Principi della teoria computazionale della mente

La mente umana è un sistema che elabora in sequenza le informazioni simboliche sulla base di un
insieme di regole di calcolo (algoritmo).

Computer e sistemi cognitivi umani ricevono, codificano, trasformano, archiviano e recuperano
informazioni in base a regole computazionali.

La mente umana e i sistemi intelligenti artificiali (come il computer) sono strutturalmente diversi,
ma funzionalmente equivalenti.

La teoria computazionale della mente propone una metafora tra il funzionamento della mente umana e
il funzionamento di un computer.

Critici

La teoria computazionale della mente ha ricevuto numerose critiche, in particolare dai filosofi John
Searle, Hubert Dreyfus e Roger Penrose. Queste vertono sulla riduzione del pensiero e della
comprensione alla semplice applicazione di un sistema di regole.

Per esempio, per Searle la mente non si riduce alla semplice manipolazione dei simboli (grammatica o
sintassi), ma possiede anche la capacità semantica di produrre o decifrare i significati dei
simboli. Aspetto che ci distingue dai computer artificiali.

D’altro canto, Hubert Dreyfus afferma che l’attività umana intuitiva, creativa o abile sembra non
risponde alla formalizzazione tipica di un programma informatico. Potrebbe un computer comporre la
sinfonia Eroica? O scoprire la relatività generale?

O anche replicare la capacità senza sforzo di un bambino di percepire l’ambiente, allacciarsi le
scarpe e discernere le emozioni altrui?

Bibliografia

Rescorla N. Computational Theory of Mind [Internet]. California: Stanford Encyclopedia of
Philosophy; 2020 [consultado 12 agosto 2021]. Disponible en:
plato.stanford.edu/entries/computational-mind/

it.wikipedia.org/wiki/Epifenomeno

plato.stanford.edu/entries/turing-machine/#DefiTuriMach

da lista mentem gg

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