TERAPIE FISICHE 5
da “Enciclopedia olistica”
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
TERAPIE IN ACQUA
Watsu – Il nuovo massaggio californiano dello shiatsu in acqua
di Italo Bertolasi
Il “Watsu” – Water Shiatsu – é una “medicina” della New Age per conservarsi in salute e risvegliare
le energie e l’armonia del corpo e della mente. E’ un’arte per creare sintonia tra le persone, per
rinforzare la solidarietà e la “simpatia vitale” nelle coppie in crisi. E una meditazione per
isolarsi e rilassarsi in un’acqua tiepida e curativa che assomiglia al liquido amniotico. E qualche
volta per “psiconavigare” nei segreti dell’anima e della nostra esistenza.
Il watsu riunisce tecniche di massaggio Shiatsu – una cura giapponese fatta di pressioni e
manipolazioni del corpo per armonizzare il “Ki”, l’energia vitale – a galleggiamenti e movimenti di
fluidità in acqua termale. Si pratica in coppia: chi é attivo – il “watsuer” – sostiene il corpo del
partner sotto la testa e sotto l’area sacro-coccigea. Lo culla, lo fa galleggiare e fluire
nell’acqua tiepida per favorire uno stato di abbandono e di profondo relax. Chi riceve non dovrà far
altro che “arrendersi all’acqua” e non fare niente: l’acqua che ci sostiene naturalmente ci farà
“danzare”. Harold Dull – l’inventore del Watsu – é un poeta americano che apparteneva ai movimenti
per la liberazione delle coscienze degli anni ’60. Ci dice che in questo massaggio tutto ruota
intorno a tre poli che sono: corpo, cuore e mente.
“Più il donatore lavora con la sua creatività più il ricevente sente aprirsi certe zone che
altrimenti restano inaccessibili. Il movimento del watsu, la sua danza, liberano il corpo.La
vicinanza con gli altri e il conforto che si riceve liberano e aprono il cuore e il gioco spontaneo
libera la mente.”
Il Watsu é un’arte dello star bene che riunisce le idee delle medicine alternative occidentali alle
pratiche tradizionali d’oriente. E’ un’arte della “guarigione psichica” dove si lavora a contatto di
cuore e in grande intimità respirando assieme, stabilendo un’ “eco vitale” e fluendo in acqua per
sciogliere i blocchi e ripristinare la circolazione della forza vitale – il “Ki”. Il Watsu é nato
dalla conoscenza della medicina tradizionale cinese, giapponese e indiana. In oriente si insegna che
per mantenersi in salute l’uomo dovrà purificarsi e “riunirsi al cielo e alla terra” armonizzandosi
con l’ordine universale – grande medico. Chi é sano avrà allora in perfetto equilibrio l’energia
Yin, fredda, passiva e femminile e l’energia Yang calda, attiva e maschile. Queste due energie si
incontrano e si bilanciano negli organi – fegato, cuore, reni – per poi circolare attravero i
meridiani, i canali del Ki che attraversano tutto il corpo. Ci si ammala quando il Ki é esaurito –
“Kyo” – o quando circola in quantità eccessiva – “Jitsu”. Nell’acqua termale – la temperatura ideale
sarà tra i 34° e 37° – si può stimolare la circolazione dell’energia vitale stirando e allungando i
meridiani e premendo punti sensibili – tsubo – dove possono esistere blocchi o ristagni di Ki.
Il Watsu é anche un rituale che esalta la comunicazione tra cuore a cuore e cura le “ferite della
separazione” che si aprono dolorosamente ogni volta che ci sentiamo soli, lontani dal nostro corpo e
dalla nostra vera identità. O quando subiamo un abuso o siamo traditi e rifiutati da chi amiamo. Con
il watsu il corpo riacquista grazia e naturalezza e un profondo rilassamento che permette al
cervello di lavorare in modo armonico. Aumenta così l’attività dell’emisfero destro – emozionale – e
si riduce quella del sinistro – razionale – che usiamo troppo. Il cervello, che é un organo
endocrino, produce allora sostanze analgesiche che riducono il dolore e stimolano il piacere: le
endorfine. Riduce i livelli di adrenalina collegati a stati di stress e di malattia: il sistema
nervoso si attiva e il corpo intero si sensibilizza.
Harold Dull sostiene che il watsu é una scuola di libertà e di antiautoritarismo. Ci dice: “Nel
watsu siamo guida uno per l’altro e ogni persona con cui pratichiamo é il nostro maestro. Si impara
a stare con un’altra persona senza scopi e senza ego sostenendolo amorevolmente nella maniera in cui
ognuno ha sempre desiderato di trovarsi “.
La coppia che pratica watsu “lavora” molto vicina, pelle a pelle, giocando in acqua con intima
delicatezza. Allora affetto, sessualità, amore e compassione per l’altro si riuniscono in un
cocktail straodinario. Si é scossi da brividi e da forti emozioni. Si libera corpo e mente e ci
sentiamo pieni di vita, più consapevoli e più creativi. Galleggiando tra le braccia di un “watsuer”
si placa il “rumore del mondo” e ci si può sospingere alle soglie dell’estasi e del sacro che é in
noi. Ci dice Harold Dull ” Il watsu ci aiuta a realizzare l’innata saggezza che é dentro di noi e un
livello di coscienza sereno e illimitato come l’acqua”.
La storia del Watsu.
Negli anni ’60 Harold Dull era un poeta di San Francisco che assieme a migliaia di altri giovani
voleva diventare più vero, più libero e più “luminoso”. Erano i tempi di Albert Hofmann e di Timothy
Leary, apostoli della rivoluzione psichedelica, e dell’ “LSD” – l’acido lisergico. I tempi dei
festival Pop, del libero amore, dell’arte psichedelica e della lotta per il Vietnam.
Ci ricorda Dull: “Io scrivevo sempre. Evitavo la religione, la famiglie, l’esercito e qualsiasi cosa
che temevo potesse minare il mio essere “poeta”, compreso la droga.” A 40 anni però non gli basta
scrivere poesie: si sente isolato e ha voglia di lavorare con il corpo. Nel 1980 decide di studiare
lo “Zen Tantra” con il monaco Yamada, poi lo “Ohashiatsu” con Ohashi, e ancora una tecnica mista di
shiatsu, stretching e altre tecniche orientali per bilanciare l’energia vitale – il Ki – con
Masunaga. Questo maestro giapponese insegna a creare un “eco vitale” tra la coppia che lavora col
suo massaggio “Zen Shiatsu”. Ma é nelle acque calde di Harbin Hot Spring – una località termale a
200 chilometri da S. Francisco scoperta dai nativi americani – che Harold Dull scopre i poteri
taumaturgici dell’acqua dove relax, erotismo, guarigione e spiritualità si riuniscono. E nelle
piscine naturali di Harbin elabora pian piano un nuovo trattamento per il benessere fatto di
galleggiamenti e manipolazioni shiatsu.
Ci dice: “Poesia e watsu si assomigliano. Nella poesia ci si libera dalle regole del linguaggio e
nel watsu si libera il corpo. Poesia e watsu sono entrambi basate sul ritmo e aprono spazi che ci
aprono verso il mistero. Nel watsu con il cambiamento della temperatura dell’acqua si modificano i
nostri “confini”. Quando l’acqua ha la stessa temperatura della nostra pelle i nostri pori si aprono
e i capillari si dilatano mentre il nostro corpo si sente senza confini. Allora la vastità avvertita
in acqua é la “guaina del prana” – l’aura energetica che ci circonda – che diventa tutt’uno con il
calore dell’acqua durante il watsu”. el 1980Nel
A cosa serve
Dopo una seduta di watsu si ha una sensazione di armonia, integrazione e benessere. Di leggerezza e
di gioia. Il corpo é ritornato per un po’ alla sua spontaneità naturale e alla sua bellezza. Alla
selvaggità e a una antica libertà.
Ognuno di noi vive troppo nella testa. Col watsu si rinforza invece la “sensibilità di pancia”
centrandosi nellhara, centro emozionale e centrale energetica che per i giapponesi si trova nel
ventre. Si acquista una sensazione di integrità corporea e di sicurezza e si può così combattere la
dissociazione tra psiche e corpo che affligge l’uomo d’oggi. Il watsu ci aiuta a demolire i
controlli dell’Ego per consentire al corpo e agli istinti di riprendere il comando. Si alleviano
così malesseri come ansia e depressione, stati cronici di stanchezza, irritabilità e fragilità
emotiva. L’intimità, la fiducia reciproca e l’abbandono del lavoro di coppia e l’acqua calda
stimolano una atmosfera erotica e disinibente. Per questo il watsu é usato in America per “curare”
chi ha subito violenze sessuali e per le coppie in difficoltà.
Il watsu é un potente rimedio antistress. Galleggiando si attenua il lavoro muscolare per
controbilanciare la forza di gravità: i muscoli si rilassano e spariscono dolori e stati di tensione
cronici, mal di schiena e di reni – lombalgie.
Il bagno termale e l’alternanza di caldo e freddo stimolano la circolazione sanguigna normalizzando
la pressione e il ritmo respiratorio. Si stimola la circolazione linfatica, il metabolismo e il
lavoro renale con l’eliminazione delle tossine. Si tonifica il “Ki” – l’energia vitale – e si
rinforza il sistema immunitario e la resistenza a malattie e raffreddamenti. In Germania il Watsu é
proposto ai malati di AIDS.
Il Watsu ci rende più consapevoli delle nostre emozioni e ci avvicina al silenzio e ai misteri
dell’esistenza. Harold Dull ci dice: “Il Watsu è la “via” – la meditazione – dell’acqua.
Galleggiando l’onda dell’acqua diventa l’onda del respiro e poi l’onda dell’anima. Si può così
riscoprire il miracolo della vita e ci si può aprire a stati di estasi e di trascendenza”.
Controindicazioni
Infarto cardiaco e epilessia. Gravi malattie polmonari. Malattie contagiose (virus) e gravi
infezioni urinarie. Febbre oltre i 38°. Ferite aperte e mestruazioni senza protezione interna.
Meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di: aritmie, angina e altri disturbi che si
potrebbero aggravare con le lunghe permanenze in acqua calda necessarie alla pratica del watsu. Seri
problemi di relazione con gli altri. Disturbi comportamentali e sessuali. Recenti interventi
chirurgici in particolare alla colonna vertebrale e ai legamenti articolari.
Allergia al cloro che é usato per disinfettare la piscina.
Attenzione alle orecchie. Consigliati i tappi auricolari per chi soffre di otite o di altre
infezioni alle orecchie.
Watsu e sessualità.
Harold Dull ci spiega: “Col watsu si può raggiungere una comprensione più sana della propria
sessualità. Tanti problemi dipendono dall’incapacità di distinguere la sensazione sessuale – che é
naturale – dall’intenzione sessuale. Specialmente i maschi hanno imparato che la sensazione sessuale
va repressa o incitata con l’azione. Durante il watsu le sensazioni sessuali si potranno trattare in
modi diversi, senza azioni o repressioni. E’ chiaro che lavorando così vicini potrebbero nascere
sensazioni sessuali che se non vengono “genitalizzate” possono invece servire alla liberazione di
energia in tutto il corpo e in modo speciale lungo la spina dorsale. Si può allora gustare
l’abbandono piacevole del corpo mosso dall’acqua, dal respiro e dal tocco non invasivo del
“watsuer”. Esistono altre intenzioni che si devono evitare quando si pratica watsu: qualcuno
potrebbe essere tentato di fare da madre, in modo troppo evidente togliendo così la libertà a chi
riceve di muoversi dentro e fuori dalle situazioni che si creano galleggiando.Qualcun altro potrebbe
estraniarsi ricalcando così ancora una volta il solito modello medico – paziente. Ma tutti questi
ostacoli si possono evitare quando ci si affina e si sente l’unione di cuore che ci lega all’altra
persona”.
Prima di iniziare
Chiarire se ci sono problemi al collo, alla schiena o in altre parti del corpo che si potrebbero
aggravare dalle pressioni o dagli stiramenti che si ricevono col watsu. Domandate al vostro partner
se galleggia comodamente con la testa abbandonata nelle vostre braccia. Il collo necessita sempre di
un maggior sostegno. Dite al vostro partner di avvisarvi di ogni situazione che lo mette a disagio –
posizioni troppo intime, tensioni o sensazioni di angoscia. La seduta di watsu può iniziare alla
parete della piscina dove il vostro partner può appoggiarsi comodamente. Altrimenti potete far
sedere la persona sui gradini o sul bordo della piscina.Potete anche incominciare in mezzo alla
piscina. In ogni caso fate muovere il vostro partner dallo stesso posto in cui verrà riportato alla
fine della pratica.
Movimenti di base
Si inizia con la “danza del respiro nell’acqua” per creare una forte armonia tra la coppia
sincronizzando il respiro. Le posizioni semplici sono: “sotto la testa”, “sotto la spalla”, “sotto
l’anca” e “sotto la gamba”. Le posizioni complesse sono le tre culle del “flusso di transizione”. In
una culla voi dondolate il partner tra il vostro corpo ed un braccio per poter lavorare con l’altra
mano sulle altre parti del corpo. La successione della sessione é ordinata in modo che ogni culla
introduce a livelli di intimità via via maggiori. Nell’ “apertura” e nei “movimenti di base” vi
renderete conto se il vostro partner é sufficientemente flessibile e rilassato per passare alle
“culle” successive.
La sequenza: “il flusso di transizione”
1) Posizione iniziale: Si entra in acqua, immersi fino all’altezza del cuore, e ci si mette uno di
fronte all’altro. Chi riceve si appoggia con la schiena ben dritta alla parete della piscina.
Allarga le gambe per garantirsi una base sicura. Rilassa le spalle, respira regolarmente, socchiude
gli occhi e quando si sente pronto si stacca dal muro e avvicinandosi al suo “watsuer”.
2) Arrendersi all’acqua: Chi é pronto a ricevere watsu si mette di fronte al partner senza toccarlo
e allarga le braccia. Le gambe sono allargate e ben ferme. Il corpo affonda – espirazione – e risale
naturalmente – inspirazione – sospinto dal ritmo della respirazione. Lasciarsi sollevare dall’acqua
senza “spingere” in sù il corpo e non fare assolutamente niente. Così si impara ad “arrendersi
all’acqua”. Guardarsi negli occhi mentre si sale e si scende allo stesso ritmo. Chi riceve ha gli
occhi chiusi e si lascerà sostenere dal “respiro dell’acqua”. Poi chi é attivo si avvicina al lato
destro del partner sollevando con il braccio sinistro il suo occipite e con l’interno
dell’avambraccio destro il coccige. Così si realizza il primo contatto e la prima “culla”.
3) Danza del “Respiro dell’acqua”: Il partner attivo rimane basso nell’acqua con le gambe allargate
in posizione comoda e equilibrata. Affonda e risale seguendo il ritmo del respiro con il partner tra
le braccia che lo seguirà in questa “danza”. Se si lavora con qualcuno che galleggia troppo – il suo
corpo non affonda mai – con una leggera pressione dell’avambraccio sul ventre lo si “aiuta” ad
affondare – durante l’espirazione. Se le gambe del vostro partner sono rigide le piegate facendo
scivolare il braccio destro sotto le ginocchia e sollevandole delicatamente.
4) “Accordion”: Movimenti a fisarmonica. Chi é attivo piega le gambe del partner mettendo il braccio
destro sotto le ginocchia. Con l’avambraccio sinistro sostiene sempre l’occipite. Si apre –
inspirazione – e si chiude – espirazione – il corpo del partner al ritmo del respiro. Quando le
ginocchia sono vicine al petto del “watsuer” ci si ferma più a lungo nel “fondo del respiro”.
Evitare ogni movimento brusco che possa distrarre questo “silenzio”.
5) Rotazione della gamba vicina: Si ruota il corpo del partner
che ha le gambe piegate e vicine. Poi si lascia scivolare via la gamba che é più lontana continuando
a far ruotare in acqua il partner. La resistenza dell’acqua aiuterà così lo stiramento della gamba
lontana e delle muscolature del perineo.
6) Quiete: Si passa ad una nuova posizione. Con il palmo della mano destra si sostiene il proprio
partner nel punto di galleggiamento che é al centro delle scapole. Poi lo si fa galleggiare in una
posizione di immobilità sostenendo la testa del partner con la mano sinistra e il sacro con la mano
destra.
7) “Le alghe” – dondolio delle anche: si riprende il “lavoro” facendo scivolare la nuca di chi
riceve sulla spalla sinistra del watsuer. Si dovrà stare bassi nell’acqua per dar maggior sostegno
possibile al collo. Poi si prendono le anche con entrambe le mani e si fa ondeggiare il partner da
una parte all’altra come un’alga che fluttua sospinta dalle correnti marine.
8) Culla della gamba lontana: La gamba di chi riceve é sollevata sulla spalla del partner che lo
dondola e lo rilassa.
9) Vortice: Con la mano destra si solleva in aria il braccio sinistro del partner. La mano sinistra
sostiene la testa. Si fa ruotare il partner con un movimento a “vortice”.
10) Spinta del sacro e mano sul cuore: Il braccio destro di chi riceve é dietro le spalle del
watsuer che gli posa delicatamente la mano destra sul cuore e la sinistra sul sacro. Chi dà watsu
spinge allora in avanti il sacro del proprio partner e alla fine del movimento idrodinamico preme
sul chakra del cuore avvicinandolo così ancora a sé.
11) Riposo al centro del cuore e ritorno alla parete: Si riporta il partner nella posizione di
quiete (6) e si ritorna molto lentamente
alla parete. Si appoggia con delicatezza la schiena di chi riceve alla parete sostenendogli la testa
e massaggiandogli il collo. Poi si mette la mano destra sul chakra del cuore e la sinistra sul
“terzo occhio”. Alla fine ci si stacca lentamente e si rimane uno di fronte all’altro aspettando il
“risveglio” di chi ha ricevuto la sessione di watsu.
Ci spiega Harold Dull: ” Uno dei momenti più importanti della seduta di watsu é quando, dopo aver
tenuto qualcuno vicino a sé per un’ora, staccando le vostre mani e togliendo così il contatto tra i
nostri corpi, abbiamo la sensazione di essere ancora uniti, in modo più sottile e sensibile. Questo
contatto che entrambi sentiamo non é attaccamento, ma al contrario é la base della nostra libertà.
E’ il ritorno al nostro legame originario.”
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Yoga in acqua
di Italo Bertolasi
E’ una tecnica del corpo per sentirsi rilassati, armonici e pieni di vita, che riunisce i benefici
dello Yoga a quelli del bagno termale in acqua calda e delle ginnastiche acquatiche.
Lo Yoga é nato in India tremila anni fa. E’ un’arte per migliorare la qualità della vita e una
scienza che si occupa della salute del corpo e della mente. Yoga significa unire, legare ma anche
concentrare l’attenzione. E’ una antica pratica fatta di “asana” – posizioni – che sviluppano
agilità, equilibrio del corpo e armonia della mente. Di tecniche di controllo del respiro “
pranayama” e di una disciplina dei sensi che assicurano un fisico snello, forte e vitale, e un mente
limpida e sincera. Praticando nei boschi e in riva al mare gli yogi indiani hanno copiato le
posizioni dagli alberi e dagli animali. Nello yoga si pratica per esempio la posizione del loto
“padma”, dell’albero “vrksa”, del pesce “matsya” e quella dell’airone “baka”. Nelle culture
orientali non c’é separazione tra corpo e mente e nello yoga mentre si lavora sul corpo si lavora
anche sull’ “anima”.
Nello yoga in acqua i movimenti del corpo per fare gli asana sono facilitati. In acqua il corpo
galleggia senza difficoltà e senza i limiti della forza di gravità.Lo yoga in acqua risulta allora
più facile e più divertente.
L’acqua possiede inoltre delle proprietà curative. Procura salutari stimoli termici e nelle cure
idroterapiche é usata per disintossicare l’organismo, rilassare e equilibrare il sistema nervoso.
L’acqua di mare e le acque termali sono ricche di sali minerali e di oligo-elementi medicinali che
sono assorbiti dalla pelle per essere poi distribuiti dal sangue in tutto l’organismo. Lo yoga in
acqua é allora una salutare miscela di tecniche orientali e di conoscenze occidentali.E’ un modo
divertente per mantenersi in salute ma anche una cura che può integrarsi ad altri trattamenti medici
per accelerare la guarigione. L’acqua é un simbolo femminile legato alla fluidità e alla sessualità.
Gli “yoga asana” in acqua sono particolarmente adatti alle donne per mantenersi in piena forma e
conservare scioltezza e agilità. E assieme al “rebirthing” in acqua, al “gymnuoto”, all’aerobica
acquatica e a altre nuovissime ginnastiche subacque é una medicina contro lo stress e i malesseri
moderni.
La temperatura ideale dellacqua per lo Yoga è di 36° – 38°, la condizione ideale é quella delle
piscine termali. A 34° – 35° la temperatura dell’acqua é “neutra”. Né calda né fredda. Per non avere
dolorosi crampi é meglio non praticare in acqua fredda (16° – 19°). Così é sconsigliata anche
l’acqua troppo calda (sopra i 39°).
Movimenti e utilità terapeutica
Stretching preparatorio – gli allungamenti e gli stiramenti a bordo vasca “riscaldano” e tonificano
le muscolature delle gambe prevenendo i crampi che possono verificarsi in acqua. Riducono l’adipe ai
fianchi e la cellulite. Tolgono rigidezza alle ginocchia e alle caviglie. Alla schiena e alle
spalle. Fortificano i reni, la vescica e le ovaie.
Posizione “Savasana” – immobile – ci si distende in acqua e si galleggia sulla schiena senza far
niente. E’ un asana che toglie la fatica, calma la mente e induce uno stato di benessere e di relax
Con l’immobilità di questo asana si mantiene uno stato di quiete e silenzio che agisce in modo
benefico su corpo e mente. Galleggiando in questa posizione si regolarizza la respirazione e la
circolazione sanguigna. Si rilassa il sistema nervoso. Si curano esaurimenti, stati di ansia e
d’insonnia. La schiena e la spina dorsale si possono rilassare senza la fatica del “peso” del corpo
e della forza di gravità.
Posizione ” Vrksana” – dell’albero – Il corpo si stende in acqua come se fosse un albero. Tonifica i
muscoli delle spalle e armonizza la muscolatura delle gambe. Aiuta a ritrovare un senso di
equilibrio e di armonia.
Posizione “Virabhadrasana” – del guerriero – si divaricano le gambe e si allungano le braccia verso
l’alto con le mani congiunte. Allevia la rigidità delle spalle, rinforza i muscoli delle gambe,
regolarizza la respirazione. Se si piega la testa all’indietro e si allunga il collo é anche un
benefico automassaggio alla tiroide – ghiandola endocrina che regola il metabolismo – i processi
chimici e fisici che avvengono nel corpo.
Posizione “Pamasana” – del loto – posizione classica della meditazione a gambe incrociate. In acqua
si può chiamare anche posizione del “pesce”. Serve a rilassare i muscoli e armonizzare la
respirazione. Induce uno stato di concentrazione adatto alla meditazione. Le gambe incrociate
esercitano un pressione che massaggia il basso ventre – perineo e organi sessuali -migliorando la
circolazione del prana – l’energia vitale – nell’area pelvica. Si alleviano dolori lombari e
reumatici.
Posizione “Dhanurasana” – dell’arco – il corpo si incurva in acqua con le mani afferrano le
caviglie. L’inarcamento della spina dorsale é un movimento che non facciamo nella vita di ogni
giorno e che é molto salutare. Tonifica e “ringiovanisce” la spina dorsale. Questa posizione é utile
a chi ha la tendenza a incurvare la schiena, ha spalle rigide e una postura scorretta. Allevia mal
di schiena cronici, dolori reumatici e ridona eleganza e agilità.
Posizione “Karnapidasana” – dell’orecchio – ci si raccoglie con le ginocchia flesse. Chi é più bravo
può tntare di avvicinare il ginocchio destro all’orecchio sinistro e il sinistro all’orecchio
destro.Vengono così energetizzati e “ringiovaniti” gli organi dell’addome. Chi soffre di lombaggini
e artriti può avere sollievo. In India con questo asana si curano coliche e altri disturbi
digestivi.
Controindicazioni
Disturbi seri alle coronarie, cardiopatie degenerative – aritmie, angina pectoris. Miocardite,
insufficenza cardiaca. Pace-maker. Patologie vascolari gravi – chi soffre di vene varicose e
capillari fragili dovrà praticare con un po’ di prudenza. Sbalzi di pressione. Ipertensione e
capogiri. Febbre oltre i 38°. Ferite aperte – il rischio é di emorragie se l’acqua é troppo calda.
Malattie infettive. Infezioni cutanee. Allergia al cloro se si pratica in piscina. Gravi infezioni
alle orecchie che vanno in ogni caso protette con gli appositi tappi auricolari. Non praticare se
non si é digerito bene o dopo pasti molto abbondanti.Gravi disturbi del ciclo mestruale – menorragia
(flusso troppo abbondante) – e mestruazioni senza adeguata protezione interna.
Acqua alleata preziosa
L’acqua é un’ “amica” della donna e una medicina preziosa per la sua salute. E lo yoga in acqua ne
ottimizza i benefici. L’acqua fredda – mare e torrenti – ha un effetto antiflogistico –
decongestiona e disinfiamma. L’acqua termale é un ottimo termoregolatore. Alternando asana in acqua
e a terra si somma l’effetto salutare degli sbalzi tra caldo e freddo con la vasocostrizione e della
vasodilatazione dei vasi sanguigni. Si allena così il nostro sistema di termoregolazione che nella
comoda vita di città non é stimolato a dovere – si vive al chiuso e troppo vestiti. Una debole
capacità di resistenza agli sbalzi di temperatura é causa di raffreddori e influenze e di altri
disturbi legati alle variazioni metereologiche – mal di testa, dolori articolari, stati ansiosi e
depressivi. In acqua si può allora rinforzare il sistema immunitario e favorire il metabolismo. In
acqua calda e sopratutto in un acqua termale tiepida – a temperatura corporea – si produce il
processo di osmosi: attraverso i pori dilatati della pelle le sostanze minerali contenute nell’acqua
sono assorbite dall’organismo e entrano nel sistema vasocircolatorio del sangue.
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