TERAPIE NATURALI 5
da “Enciclopedia olistica”
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
Vita e opere di Edward Bach
Edward Bach nacque a Moseley (Birmingham; GB) il 24 settembre 1886, primo di tre fratelli. Era di
salute cagionevole ma molto allegro e ottimista di natura. La sua famiglia, di origine gallese,
andava spesso in vacanza nel Galles, regione a cui Bach restò molto legato e dove si trasferì negli
ultimi anni della sua vita per trovare gran parte dei suoi Rimedi. A sedici anni, finito il liceo,
si mise a lavorare nella fonderia del padre, pur avendo già ben chiaro di dover fare il medico. In
quei tre anni di lavoro a fianco degli operai, poté vivere e osservare la sofferenza umana da vicino
e a maturare in profondità il desiderio di trovare una terapia che curasse le malattie alla radice e
non solo i sintomi.
Finalmente, a vent’anni, si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Birmingham. Si
laureò nel 1912. Lavorò allo University College Hospital e poi nel reparto di batteriologia
dell’Ospedale della Scuola Medica, dove si occupò di immunologia nell’ottica di trovare una cura per
le malattie croniche. Fece, così, la scoperta che dei batteri, comunemente presenti nella flora
intestinale, erano connessi con alcune patologie croniche. Preparò, con questi batteri, dei vaccini
che diedero ottimi risultati e gli procurarono grande fama nel tempo.
Nel 1917 ebbe una emorragia e fu operato d’urgenza; la diagnosi non lasciava molte speranze e la
prognosi era di tre mesi. Sempre convinto di dover trovare una medicina che curasse la causa e non
gli effetti e che non provocasse nuove sofferenze ai pazienti, si mise a lavorare ancor più
intensamente per sfruttare appieno il poco tempo che gli restava. Totalmente preso dal suo lavoro,
superò incolume la fatidica data. Questa esperienza personale segnò profondamente la sua
consapevolezza che le malattie hanno una connessione radicale con le condizioni psichiche della
persona e col suo desiderio di vivere. Migliorò nel frattempo i vaccini che aveva scoperto, pubblicò
i risultati delle sue ricerche su riviste mediche e sempre più spesso i suoi vaccini erano usati
nella comune pratica medica con grandi risultati.
Nel 1918, l’Ospedale Universitario limitò il lavoro dei medici all’interno dell’ospedale ma Bach
sentendosi troppo limitato nelle sue ricerche, si licenziò e allestì un laboratorio a Nottingham
Place, investendo tutto ciò che aveva. Nonostante la sua fama, non gli era facile sopravvivere col
suo lavoro e nel 1919 cominciò a lavorare nell’Ospedale Omeopatico di Londra, dove trovò nuove
risposte alle sue domande: voleva infatti trovare rimedi che non causassero altro dolore ai pazienti
inoculando sostanze tossiche, quali i vaccini.
Osservando i pazienti, verificò come ciascuno avesse un suo specifico modo di reagire alla malattia
e come queste modalità influenzassero poi l’andamento della malattia stessa. Da qui nacque la sua
convinzione che bisognasse prestare molta attenzione alla personalità del paziente. “Inoltre Bach
poteva per la prima volta constatare che Hahnemann (fondatore della Omeopatia) aveva notato come
ogni caso di malattia richiedesse un trattamento individuale e non standardizzato. Hahnemann aveva
scritto :”…Perciò il medico razionale valuterà ogni caso affidato alle sue cure secondo le sue
specifiche e individuali caratteristiche… in base a questa specificità, stabilirà l’opportuno
rimedio individuale” (Organon, par.48).
Come lui, Hahnemann era stato fermamente convinto che il principio di ogni terapia fosse “curare il
malato e non la malattia” e quindi occuparsi delle caratteristiche caratteriali del paziente, del
suo temperamento, del “mentale” -come Hahnemann usava dire – e utilizzare queste informazioni come
guida nella scelta del rimedio più adatto, senza far riferimento al problema fisico.” (Nora Weeks,
“La vita e le scoperte di Edward Bach” Guna ed. Milano 1996, ed. orig. 1940)
Partendo dalla prospettiva omeopatica, provò a preparare in questo modo i suoi vaccini, ottenendo
ottimi risultati nella cura delle malattie croniche, e riorganizzò il reparto di batteriologia
dell’Ospedale Omeopatico, vincendo le resistenze dei colleghi che mal tolleravano di associare i
principi dell’omeopatia con quelli della medicina ortodossa, come lui proponeva. Divenne così un
medico affermato e riconosciuto sia nella medicina allopatica che omeopatica. Scoprì in seguito che
i vaccini omeopatici (noti poi come Nosodi di Bach) potevano essere divisi in sette gruppi,
corrispondenti ciascuno a una particolare struttura di personalità. Nel 1922 lasciò nuovamente
l’ospedale per dedicarsi interamente alla ricerca nel suo laboratorio, dove dovette assumere diversi
assistenti per far fronte alle richieste di vaccini di oltre settecento medici. Pubblicò nel 1926
con C. E. Wheeler “Chronic disease: a working Hypothesis”. Ma Bach non era ancora contento perché i
sette nosodi non coprivano tutte le possibili malattie ed inoltre erano comunque prodotti da
tossine, seppur in quantità infinitesimali, arrecando quindi un danno alla persona; voleva trovare
delle sostanze originarie dal mondo naturale totalmente atossiche e che rispondessero all’esigenza
di curare il malato e non la malattia. Si mise così alla ricerca nel mondo vegetale, scoprendo che
c’erano davvero alcune piante che potevano dare degli effetti simili a quelli dei vaccini o nosodi,
senza alcun danno.
Nel 1929 pubblicò un importante articolo sul British Homeopathic Journal in cui iniziava a definire
le linee evolutive del suo pensiero e delle sue ricerche.
Nel 1929, nel Galles, raccolse piante di Impatiens e Mimulus con cui preparò i primi Rimedi. Poco
dopo trovò Clematis, e pubblicò i primi e incoraggianti risultati sulla rivista “The Homeopathic
World”. Nel 1930, decise di ritirarsi in campagna a cercare nuovi rimedi e lasciò il laboratorio ed
il suo avviatissimo studio di Londra. Cominciò a vivere in modo modesto, non richiedendo più
pagamenti per le sue cure. Camminava per giorni interi nei campi del Galles, alla ricerca di
qualcosa che anch’egli non sapeva ancora definire, lasciandosi condurre unicamente dal proprio
intuito. Escluse dalle sue ricerche le piante velenose, le piante medicinali o di uso culinario e
quelle primitive, come le alghe e i muschi, prestando particolare attenzione ai piccoli fiori
selvatici, spesso sconosciuti anche in erboristeria.
Elaborò nel tempo due metodi di preparazione delle essenze: una per esposizione al sole e una per
ebollizione. Secondo Bach sia la preparazione che l’utilizzo dei Rimedi doveva essere semplice e
accessibile a tutti. Si prodigò, petanto, affinché le sue scoperte venissero conosciute in tempi
brevi sia dal mondo medico sia dalla gente comune.
Nel 1931 scrisse “Guarisci te stesso” in cui spiegava, in modo estremamente semplice, il significato
spirituale della malattia in quanto risultato di un contrasto presente fra personalità e Io
superiore ed in quanto mancanza nei confronti dell’Unità. Nel 1932 pubblicò “I dodici guaritori” e
“Libera te stesso” in cui precisava l’importanza di restare fedeli a se stessi e non farsi deviare
dal proprio cammino evolutivo da influenze esterne. Successivamente scoprì molti altri rimedi fino a
trovarne trentotto che potevano ben rapprensentare le caratteristiche fondamentali della psiche e
che, se associati fra loro, potevano curare la sofferenza umana nella sua complessità e
poliedricità.
Conclusa la ricerca dei Rimedi, si spense nel sonno il 27 novembre 1936 nel cottage di Mount Vernon
a Sotwell, dove sorse il Bach Centre condotto dai suoi collaboratori, Dott. Nora Weeks e Dott.
Victor Bullen, e tuttora esistente.
Glossario dei rimedi di Bach
Bach divise i Rimedi in sette gruppi :
Rimedi per coloro che hanno paura: Rock Rose, Mimulus; Cherry plum, Aspen; Red Chestnut;
Rimedi per coloro che soffrono d’incertezza: Cerato, Scleranthus, Gentian, Gorse, Hornbeam, Wild
Oat;
Rimedi per coloro che non sentono sufficiente interesse per il presente: Clematis, honeysuckle, Wild
Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud;
Rimedi per la solitudine: Water Violet, Impatiens, Heather;
Rimedi per l’ipersensibilità alle influenze e alle idee: Agrimony, Centaury, Walnut, Holly;
Rimedi per lo scoraggiamento o la disperazione: Larch, Pine, Elm, Sweet Chestnut, Star of Bethlehem,
Willow, Oak, Crab Apple;
Preoccupazione eccessiva per gli altri: Chicory, Vervain, Vine, Beech, Rock Water.
Per semplificare la consultazione, i Rimedi verranno qui messi in ordine alfabetico; anche in
considerazione del fatto che la divisione nei sette gruppi non é sempre di facile comprensione e
quindi può risultare didatticamente confusiva. Per una trattazione più approfondita dei singoli
Rimedi si rimanda ai libri descritti nella guida bibliografica.
Si consiglia vivamente di non affidarsi solo ai libri ma di frequentare un corso approfondito sui
Rimedi.
Preparazione: una volta scelti i Rimedi necessari, si mette un paio di gocce di ciascuna essenza in
un boccetto di trenta ml. pieno di acqua pura con una piccola quantità di Brandy (per conservare
l’acqua). Per il Rescue, trentanovesimo Rimedio, si mettono quattro gocce dell’essenza. Se c’é
intolleranza all’alcol o nel caso il preparato debba essere utilizzato da bambini o pazienti
alcolisti, si può sostituire il Brandy con aceto di mele oppure non mettere alcol e conservare per
meno tempo il boccettino, controllando spesso la conservazione del liquido. Non sono necessarie
dinamizzazioni o altre operazioni. Il composto é scelto e preparato per la singola persona, in un
dato momento: si sconsiglia, pertanto, di usare composizioni già pronte che si trovano in commercio.
Le uniche forme composte previste da Bach sono: Rescue e Rescue Cream.
Delle buone farmacie omeopatiche e alcune erboristerie, con specifica formazione in floriterapia,
sono in grado di preparare i Rimedi in modo corretto e in poco tempo. Essendo i Rimedi molto diluiti
nel boccetto di trenta ml., non c’é motivo che vengano venduti a caro prezzo; é saggio vigilare
sulla commercializzazione, per evitare speculazioni ed errate preparazioni.
Posologia: essa va tarata sulla singola persona ma si può partire da un dosaggio standard di 4 gocce
per 4 volte al giorno. Non esistono effetti da iperdosaggi ma diverse sensibilità individuali che
vanno considerate volta per volta.
Il Rescue, usato nelle emergenze, può essere preso ogni pochi minuti ripetutamente. Per situazioni
contingenti, urgenti o temporanee, si possono diluire i Rimedi puri in un bicchiere d’acqua e farlo
sorseggiare lentamente al paziente. In questo caso, bisogna mettere due gocce per uno dei trentotto
Rimedi e quattro gocce del Rescue. In questi casi é bene usare un solo Rimedio.
Durata del trattamento: anche questa ha un andamento prettamente individuale, ma si può
generalizzare ipotizzando un trattamento, con gli stessi Rimedi, per quindici- venti giorni,
ripetibili. Il trattamento di un grave disagio può necessitare di vari mesi di terapia. Le patologie
croniche o in persone anziane richiedono in genere più tempo. Bambini e animali di solito reagiscono
quasi immediatamente. Nella prescrizione successiva, se possibile, é meglio non cambiare tutti i
Rimedi ma sostituirne solo alcuni per mantenere una certa continuità. Ci saranno infatti dei Rimedi
costituzionali che impiegheranno più tempo ad agire e Rimedi di utilità solo temporanea che ne
richiederanno di meno e che potranno essere sostituiti spesso.
Descrizione dei fiori
Si vuole sottolineare che i Rimedi di Bach agiscono a livello energetico e non hanno sostanzialmente
nulla a che fare col valore erboristico del fiore corrispondente, che solo di rado e casualmente
coincide col significato terapeutico previsto nel sistema di Bach.
La preparazione delle essenze, infatti, é specifica: i fiori vengono tagliati da piante selvatiche
ed in buona salute, posti in una tazza d’acqua e lasciati al sole per alcune ore; alcuni Rimedi
vengono preparati per ebollizione. L’acqua filtrata viene poi diluita con pari quantità di brandy
(conservante per l’acqua): si forma così una diluizione pari alla prima centesimale di Hanheman.
Due fiori sono di origine italiana: Vine e Olive; uno, di origine nepalese, Cerato, viene coltivato
anche in Inghilterra, dove lo trovò Bach. Gli altri sono tutti fiori selvatici del Galles. Vengono
qui utilizzati i nomi inglesi perché sono quelli che si ritrovano sulle etichette delle essenze di
importazione britannica, che sono le migliori. Fra parentesi viene segnalato il nome botanico. (…)
Per brevità, non viene descritto l’aspetto positivo del fiore che sarà bene però tenere presente e
considerare tanto quanto quello negativo.
Agrimony (Agrimonia Eupatoria): si ha un forte tormento interiore, ma lo si tiene nascosto e lo si
maschera con giovialità e allegria; non si tollerano i litigi e le controversie; di frequente si
soffoca l’angoscia con abuso di alcol o sostanze stupefacenti o con iperfagia (bulimia).
Aspen (Populus Tremula): il soggetto accusa paure immotivate e senza oggetto, ansia libera,
presentimenti, incubi; timore ‘del sacro e del magico’; tremito, sudorazione, poliuria su base
nervosa.
Beech (Fagus Silvatica): c’é intolleranza, criticismo verso gli altri; distacco emotivo, scarsa
empatia; frequente isolamento dagli altri per eccessiva intolleranza e mancanza di compassione.
Centaury (Centaurium Umbellatum): personalità debole, non sa dire di no, dipende dal volere degli
altri che cerca di accontentare in ogni modo; ha bisogno di sentirsi accettata; mancanza di volontà;
eccessiva influenzabilità. La “cenerentola”.
Cerato (Ceratostigma Willmottiana): non si fida del proprio intuito, cerca sempre il consiglio degli
altri; influenzabile dalle ‘mode’, propende a imitare gli altri.
Cherry Plum (Prunus Cerasifera): si ha paura di perdere il controllo, di impazzire e di fare cose
che normalmente non si farebbero; rischio suicidario e di agiti aggressivi; oppure eccesso di
controllo, rituali ossessivi.
Chestnut Bud (Aesculus Hippocastanum): superficialità, fretta per cui si fanno sempre gli stessi
errori, da cui non si impara. L’eterno “bambino pasticcione”
Chicory (Cichorium Intybus): tendenza alla manipolazone e alla possessività, intolleranza verso le
critiche; voler essere sempre al centro dell’attenzione; cura gli altri in modo eccessivo per un
tornaconto e poter controllare; attaccamento ansioso.
Clematis (Clematis Vitalba): “sognatori ad occhi aperti”, sono sempre distratti e fuggono nel mondo
della fantasia; mancanza di senso pratico ; scarsa attenzione per il mondo circostante; ipersonnia;
proiezione in un futuro idealizzato. La “bella addormentata”.
Crab Apple (Malus Communis Pumila): persone troppo sensibili e fortemente legate a ideali di purezza
e perfezione per cui facilmente si disperano e hanno bisogno di purificazione; idee di ordine e
pulizia eccessive; scarsa accettazione del proprio corpo per il quale si prova repulsione; presenza
di tossine.
Elm (Ulmus Procera): presenta un forte senso di responsabilità e a volte non ci si sente all’altezza
dei propri ideali o di una situazione contingente troppo stressante, per cui si prova sconforto.
Gentian (Gentianella Amarella): personalità caratterizzata da pessimismo e scetticismo; si scoraggia
facilmente e non si affida con fiducia al mondo; amarezza per una delusione antica. Stati di
depressione reattiva. Non tollera le ricadute.
Gorse (Ulex Europaeus): si é persa ogni speranza, vi é rassegnazione in una condizione ritenuta
senza possibilità di sbocchi; malattie croniche o invalidanti spesso presenti nell’anamnesi.
Heather (Calluna Vulgaris): bisogno costante di ascolto, aiuto e rassicurazioni; non si tollera la
solitudine; egocentrismo, loquacità. Il “bambino bisognoso”.
Holly (Ilex Aquifolium): per le fasi caratterizzate da grande sofferenza per invidia, gelosia,
sospetto e desiderio di rivalsa; odio, ira e irritabilità. Timore di essere raggirati.
Honeysuckle (Lonicera Caprifolium): non si vive nel presente fuggendo nel passato con cui si ha un
legame non ancora risolto; forte rimpianto e nostalgia; non ci si aspetta più nulla dalla vita.
Hornbeam (Carpinus Betulus): sensazione soggettiva e transitoria di non avere abbastanza energia per
svolgere i normali compiti quotidiani; difficoltà ad alzarsi la mattina. Stanchezza mentale.
Impatiens (Impatiens Glandulifera): persone molto indipendenti che hanno ritmi rapidi nel pensiero e
nell’azione; soffrono di impazienza; non tollerano le persone più lente che cercano di vivacizzare;
per intolleranza dei ritmi altrui si preferisce lavorare da soli.
Larch (Larix Decidua): si ha sfiducia in se stessi, senso di inferiorità; convinti di fallire, si
evitano le prove. Ci si può sentire falliti o impotenti.
Mimulus (Mimulus Guttatus): individui timidi, riservati e sensibili che hanno paure molto concrete e
definibili, di cui non amano parlare. Ipersensibilità per ogni stimolo: suono, temperatura, luce,
ecc. Nervosismo, rossore, balbuzie.
Mustard (Sinapis Arvensis): ricorrenza di fasi depressive senza apparente ragione; malinconia;
depressione endogena; anche forme subcliniche di depressione cronica.
Oak (Quercus Robur): persone affidabili e tenaci, di grande coraggio e con senso del dovere spinto
all’eccesso; non si arrendono mai; esaurimento e depressione conseguenti.
Olive (Olea Europaea): fasi di esaurimento fisico dopo lunga malattia o grande stress. Resa, bisogno
di fermarsi e riposare.
Pine (Pinus Sylvestris): persone con forte senso di colpa; criticismo verso se stessi; ci si fa
carico anche delle colpe altrui. Si pensa di non aver diritto di vivere e di sbagliare sempre.
Red Chestnut (Aesculus Carnea): si ha una preoccupazione eccessiva per gli altri; si attende sempre
il peggio per i propri cari; forti legami non risolti.
Rock Rose (Heliantemum Nummularium): tendenza agli stati di panico; angoscia e terrore; situazioni
di emergenza sia per il malato che per chi lo assiste. Incubi notturni.
Rock Water (Acqua di roccia; unico Rimedio che non é un fiore): personalità con eccessiva severità
verso se stesse, con alti e rigidi ideali; si vuole essere sempre sani, forti e attivi; non si
ascoltano i propri bisogni reali e ci si nega ogni piacere; si vuole essere d’esempio ma non
convincere gli altri.
Scleranthus (Scleranthus Annuus): indecisione fra due alternative, per la quale non si chiede
consiglio; forte alternanza di sintomi, opinioni e umore; frequente la vertigine. Scarsa
concentrazione e poca affidabilità.
Star of Bethlehem (Ornithogallum Umbellatum): mancata elaborazione e superamento di un trauma, anche
molto antico; shock per una perdita, un lutto o un grande spavento; dolore nascosto inconsolabile.
La persona si presenta provata, pallida, smunta.
Sweet Chestnut (Castanea Sativa): si pensa di aver raggiunto il limite della propria capacità di
sopportazione per la disperazione e l’ angoscia intollerabili; non si vedono vie di uscita; reazione
emotiva a gravi eventi.
Vervain (Verbena Officinalis): eccesso di entusiasmo nelle proprie idee per cui si vogliono
convincere gli altri; fanatismo; rigidità e tensione muscolare; perfezionismo. Eccessivo idealismo;
iperattivismo. Irritabilità.
Vine (Vitis Vinifera): persone intelligenti e capaci che tendono, però, a dominare, diventando
tiranni arroganti; ambizione; sadismo. Il “dittatore”.
Walnut (Juglans Regia): per le fasi di cambiamento in cui bisogna staccarsi dal passato per seguire
la propria strada; influenzabilità, insicurezza e incostanza.
Water Violet (Hottonia Palustris): forte senso di indipendenza, autosufficienza; senso di
superiorità, orgoglio; buoni consiglieri; si preferisce la solitudine.
White Chestnut (Aesculus Hippocastanum): si é in preda a pensieri ripetitivi, non desiderati e
incontrollabili, con conseguente insonnia e difficoltà a concentrarsi sui doveri quotidiani;
frequente la cefalea.
Wild Oat (Bromus Ramosus): molti interessi e capacità, ma con scarsa focalizzazione su un preciso
obiettivo che causa dispersione e insoddisfazione; difficile scelta fra molte opportunità.
Wild Rose (Rosa Canina): per chi ha rinunciato a vivere, non ha più iniziativa e si sente totalmente
rassegnato; apatia, anedonia, passività.
Willow (Salix Vitellina): prevalgono amarezza e risentimento perché ci si sente delle vittime
innocenti; pretenziosità; si dà tutta la colpa agli altri e non ci si assumono le proprie
responsabilità. Ci si autocommisera. Spesso di malumore. Chiede molto e non dà; ingratitudine perché
pensa che tutto gli sia dovuto.
Rescue: unico Rimedio composto, serve per tutte le emergenze emotive o le condizioni stressanti.
Innumerevoli sono le applicazioni e spesso sorprendenti. Contiene: Impatiens, Star of Bethlehem,
Cherry Plum, Rock Rose e Clematis.
Rescue Cream: crema base contenente Rescue e Crab Apple, utile per affezioni della pelle e dei
tessuti sottostanti. Traumi, irritazioni.
(Tratto dal libro “I fiori della mente. I Rimedi di Bach nella pratica clinica”
di Maria Antonietta Bàlzola, Bollati Boringhieri; To. 1997)
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