The China Study: Lo studio più completo sull’alimentazione

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The China Study: Lo studio più completo sull’alimentazione

Un testo monumentale che sta sollevando un vero polverone intorno alla medicina convenzionale in tutto il mondo

di T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell II

Lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora con sorprendenti implicazioni per la dieta, la perdita di peso e la salute a lungo termine.

Cambia la tua dieta e riduci drasticamente il rischio di cancro, diabete, malattie cardiache e obesità

The China Study è una fonte inesauribile di informazioni sulla salute: Informazioni oggettive,
scientifiche e soprattutto indipendenti di gran valore, di massima utilità e di applicazione
efficace. Nel libro sono analizzate diverse tipologie di cancro, malattie che riguardano le ossa, i
reni, il cervello, l’obesità, solo per citarne alcune. Tutte le analisi sono corredate da grafici, tabelle e diagrammi per comprenderle al meglio.

Viene analizzata l’incidenza dell’alimentazione nella formazione di patologie degenerative (tumori,
diabete, malattie cardiovascolari ecc.) e in particolare delle proteine di origine animale.

Basandosi sui risultati di un progetto svolto dall’autore nella Cina rurale, ma andando ben oltre
queste constatazioni, The China Study spiega nel dettaglio la correlazione tra alimentazione e
malattie rivelandosi lo studio più completo e affidabile sul rapporto tra la dieta e il rischio di sviluppare malattie.

E’ però anche un’accorata denuncia alla disinformazione alimentare prodotta da potenti lobby, enti
governativi e scienziati. Gli autori denunciano le relazioni tra le case farmaceutiche e la salute e
i meccanismi attraverso cui queste riescono ad influenzare la nostra percezione e cura delle patologie.

Questo studio è potenzialmente in grado di salvare milioni di vite umane.

T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell II
The China Study
Editore: Macro Edizioni
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__the-china-study-libro.php?pn=1567

Leggi in anteprima l’introduzione di T. Colin Campbell

Pur avendo dedicato tutta la mia vita lavorativa alla ricerca sperimentale sull’alimentazione e la
salute, la fame di informazioni nutrizionali riscontrabile nella gente non finisce mai di stupirmi.

I libri sulle diete sono costantemente in cima alle classifiche di vendita; non c’è praticamente
rivista popolare che non dispensi consigli dietetici, mentre i quotidiani pubblicano regolarmente
articoli sull’argomento e nei programmi radiotelevisivi si parla in continuazione di alimentazione e salute.

Dato il bombardamento di informazioni, siete sicuri di sapere cosa dovreste fare per migliorare il vostro stato di salute?

È consigliabile acquistare alimenti con etichetta biologica per evitare l’esposizione ai pesticidi? Le sostanze chimiche ambientali sono una delle cause principali del cancro?
Oppure la vostra salute è “predeterminata” dai geni che avete ereditato alla nascita? È vero che i carboidrati fanno ingrassare?
Meglio stare attenti alla quantità totale di grassi preoccuparvi solo dei grassi saturi e trans? Quali vitamine è meglio assumere, ammesso che sia necessario prenderle? Comprate cibi a cui sono state aggiunte fibre?
Sarebbe opportuno mangiare pesce, e se sì con quale frequenza? Il consumo di alimenti a base di soia previene le cardiopatie?

La mia ipotesi è che non siate veramente sicuri delle risposte a queste domande. In tal caso
sappiate di non essere i soli: malgrado l’abbondanza di informazioni e opinioni, pochissime persone sanno davvero che cosa dovrebbero fare per migliorare la loro salute.

Questo non dipende dalla mancanza di ricerca. Le ricerche sono state fatte, disponiamo di un’enorme
quantità di informazioni sui legami fra alimentazione e salute, ma la vera scienza è stata sepolta
sotto un cumulo di informazioni irrilevanti, se non addirittura dannose: la scienza spazzatura, le diete alla moda e la propaganda dell’industria alimentare.

Voglio cambiare questa situazione. Voglio fornirvi un nuovo quadro di riferimento per capire
l’alimentazione e la salute, una struttura che elimini la confusione, prevenga e curi le malattie e vi consenta di vivere una vita più appagante.

Sono stato “nel sistema” per quasi cinquant’anni, ai massimi livelli, e ho ideato e diretto grandi
progetti di ricerca, decidendo quali ricerche dovessero essere finanziate e trasferendo un’infinità
di risultati di ricerche scientifiche nei rapporti di commissioni nazionali di esperti.

Dopo una lunga carriera nell’ambito della ricerca e dell’elaborazione delle politiche, ora capisco
perché gli americani sono così confusi. Come contribuenti che pagano le tasse per la ricerca e la
politica sanitaria in America, avete il diritto di sapere che molte delle nozioni comuni che vi sono state trasmesse sul cibo, la salute e la malattia sono sbagliate.

Per quanto problematiche, le sostanze chimiche presenti nell’ambiente e nel vostro cibo non sono la causa principale del cancro.
I geni che avete ereditato dai vostri genitori non sono il fattore più importante che determina se sarete vittime di una delle dieci principali cause di morte.
La speranza che la ricerca genetica possa portare a cure farmaceutiche per le malattie ignora le soluzioni più efficaci che possono essere messe in atto oggi.
Il controllo ossessivo dell’assunzione di una sostanza nutritiva, come ad esempio i carboidrati, i
grassi, il colesterolo o gli acidi grassi omega-3, non darà come risultato una salute a lungo termine.
Le vitamine e gli integratori alimentari non vi forniranno una protezione a lungo termine dalle malattie.
I medicinali e la chirurgia non sono in grado di curare le malattie che uccidono la maggior parte degli americani.
Probabilmente il vostro medico non sa di che cosa avete bisogno per ottenere il miglior stato di salute possibile.
Quella che propongo non è niente di meno che la ridefinizione della nostra concezione di buona
alimentazione. I risultati provocatori dei miei quarant’anni di ricerca biomedica, comprese le
scoperte risultanti da un programma di laboratorio della durata di ventisette anni (sovvenzionato
dalle più rispettabili agenzie di finanziamento), dimostrano che una dieta corretta può salvarvi la vita.

A differenza di taluni autori popolari, non vi chiederò di credere a conclusioni basate sulle mie
personali osservazioni. Questo libro contiene più di 750 rimandi bibliografici, che sono per la
maggior parte fonti primarie di informazione, fra cui centinaia di pubblicazioni scientifiche di
altri ricercatori che indicano la via da seguire per ridurre il cancro, le cardiopatie, gli ictus,
l’obesità, il diabete, le malattie autoimmuni, l’osteoporosi, il morbo di Alzheimer, i calcoli renali e la cecità.

Alcune scoperte, pubblicate nelle riviste scientifiche più prestigiose, dimostrano che:

un cambio di alimentazione può permettere ai pazienti diabetici di sospendere l’assunzione di farmaci;
una cardiopatia può essere fatta regredire solo con la dieta;
il cancro al seno è in relazione con i livelli di ormoni femminili nel sangue, a loro volta determinati dal cibo che mangiamo;
il consumo di latticini può aumentare il rischio di cancro alla prostata;
gli antiossidanti presenti nella frutta e nella verdura sono collegati a migliori prestazioni intellettuali nella vecchiaia;
è possibile prevenire i calcoli renali con una dieta sana;
il diabete di tipo 1, una delle malattie più devastanti che possano colpire un bambino, presenta evidenti correlazioni con le pratiche di alimentazione infantile.
Queste scoperte dimostrano che una buona dieta è larma più potente di cui disponiamo contro la
malattia. La comprensione di questa prova scientifica non è solo importante per migliorare la
salute, ma ha anche profonde implicazioni per tutta la nostra società. Dobbiamo sapere perché nella
nostra società domina la disinformazione e per quale motivo compiamo errori grossolani nelle nostre
ricerche in ambito di dieta e malattia, come pure nel modo in cui promuoviamo la salute e curiamo la malattia.

Da qualunque punto di vista la si consideri, la salute degli americani sta venendo meno. La nostra
spesa pro capite in assistenza sanitaria è di gran lunga superiore a quella di qualsiasi altra
società nel mondo, eppure due terzi degli americani sono sovrappeso, e più di quindici milioni di
nostri connazionali soffrono di diabete, una cifra in rapido aumento. Siamo afflitti dalle
cardiopatie con la stessa frequenza di trentanni fa, e la guerra al cancro lanciata negli anni
Settanta del Novecento si è rivelata un insuccesso clamoroso. Metà della popolazione americana ha un
problema di salute che richiede lassunzione una volta alla settimana di un farmaco prescritto dal medico, e più di cento milioni di statunitensi hanno il colesterolo alto.

A peggiorare le cose, stiamo conducendo i nostri giovani verso un baratro di malattia, di cui cadono
vittime in sempre più tenera età. Un terzo dei bambini di questo paese è sovrappeso o a rischio di
diventarlo. I nostri piccoli sono afflitti con sempre maggior frequenza da una forma di diabete che
un tempo veniva riscontrata solo negli adulti, e assumono più farmaci con obbligo di ricetta di quanto sia mai successo nel passato.

Tutti questi problemi si riducono a tre fattori: colazione, pranzo e cena.

Più di quarantanni fa, agli inizi della mia carriera, non avrei mai pensato che il cibo fosse così
intimamente collegato ai problemi di salute. Per anni non mi sono domandato più di tanto quali
fossero gli alimenti migliori da consumare. Mangiavo quello che mangiavano tutti: il cibo che mi era
sempre stato presentato come buono. Noi tutti mangiamo le cose che ci piacciono o che ci convengono
o quelle che i nostri genitori ci hanno insegnato a preferire. La maggior parte di noi vive
allinterno di confini culturali che definiscono le nostre preferenze e abitudini in termini di alimentazione.

Lo stesso valeva anche per me. Sono cresciuto in una fattoria dove si producevano principalmente
latticini, e la nostra esistenza ruotava intorno al latte. A scuola ci dicevano che il latte vaccino
rende forti e sani i denti e le ossa. Era il cibo più perfetto che la natura avesse da offrirci.
Nella nostra fattoria ci nutrivamo quasi esclusivamente dei prodotti dellorto e dellallevamento.

Nella mia famiglia sono stato il primo ad andare alluniversità. Ho seguito il corso introduttivo
alla medicina veterinaria alla Penn State e poi ho frequentato per un anno la facoltà di veterinaria
presso lUniversità della Georgia, dopodiché la Cornell University mi ha offerto una borsa di studio
per un dottorato di ricerca in nutrizione animale. Mi ci sono trasferito, in parte perché
sarebbero stati loro a pagarmi per andare a scuola e non viceversa, e lì ho preso una laurea di
secondo grado. Sono stato lultimo studente a laurearsi con il professor Clive McCay, un docente
della Cornell famoso per aver prolungato le vite dei ratti somministrando loro molto meno cibo di
quanto avrebbero mangiato normalmente. Il mio dottorato di ricerca alla Cornell era incentrato sulla
scoperta di metodi migliori per far crescere più in fretta le mucche e le pecore. Cercavo di
apportare miglioramenti alla nostra capacità di produrre proteine animali, il fondamento di quella che mi era stata presentata come buona alimentazione.

Mi accingevo a promuovere una salute migliore perorando il consumo di una maggiore quantità di
carne, latte e uova. Era unovvia conseguenza della mia vita alla fattoria ed ero felice di credere
che la dieta americana fosse la migliore del mondo. Nel corso di quegli anni di formazione mi sono
imbattuto in un tema ricorrente: ritenevamo di mangiare i cibi giusti, soprattutto abbondanti dosi di proteine animali di alta qualità.

Ho passato gran parte della prima fase della mia carriera a lavorare con due delle sostanze chimiche
più tossiche mai scoperte, la diossina e laflatossina. In un primo tempo ho lavorato al MIT, dove
mi è stato assegnato un difficile problema relativo al mangime per polli. Milioni di pulcini
morivano ogni anno a causa di una sconosciuta sostanza chimica tossica presente nel loro mangime, e
io avevo il compito di isolare quella sostanza e determinarne la struttura. Dopo due anni e mezzo,
ho contribuito alla scoperta della diossina, probabilmente la sostanza chimica più velenosa mai
individuata finora. Da allora questa sostanza è stata oggetto di grande attenzione, soprattutto
perché era una componente del diserbante 2,4,5-T o Agente Arancio, usato allepoca per defogliare le foreste durante la guerra del Vietnam.

Dopo aver lasciato il MIT e aver assunto un incarico al Virginia Tech, ho cominciato a coordinare
lassistenza tecnica per un progetto su scala nazionale nelle Filippine condotto su bambini
malnutriti. Parte del progetto si è trasformata in unindagine sullinsolita incidenza nei bambini
filippini di cancro al fegato, una patologia che di solito interessa i soggetti adulti. Si pensava
che la causa del problema fosse un elevato consumo di aflatossina, una micotossina riscontrata nelle
arachidi e nel frumento. Laflatossina veniva definita come uno dei più potenti carcinogeni mai scoperti.

Per dieci anni il nostro obiettivo principale nelle Filippine è stato migliorare la malnutrizione
infantile fra i poveri, un progetto finanziato dallAgenzia americana per lo sviluppo
internazionale. Alla fine abbiamo fondato circa centodieci centri educativi di autoaiuto in tutto il paese.

Lo scopo di quellimpegno nelle Filippine era semplice: assicurarsi che i bambini ottenessero quante
più proteine possibile. Era opinione corrente che gran parte della malnutrizione infantile fosse
causata da una carenza di proteine, in particolare di quelle presenti nei cibi di origine animale.
Le università e i governi di tutto il mondo erano allopera per attenuare quello che veniva percepito come un gap proteico nei paesi in via di sviluppo.

Tuttavia lavorando a quel progetto ho scoperto un oscuro segreto: i bambini la cui dieta era più
ricca di proteine erano quelli che avevano la maggior probabilità di ammalarsi di cancro al fegato! Erano i bambini delle famiglie più benestanti.

Mi sono poi imbattuto in un rapporto di ricerca proveniente dallIndia che presentava alcune
scoperte rilevanti e davvero provocatorie. I ricercatori indiani avevano studiato due gruppi di
ratti. A un gruppo avevano somministrato laflatossina cancerogena e lavevano poi sottoposto a una
dieta composta per il 20% da proteine, un livello analogo a quello consumato da molti di noi in
Occidente. Allaltro gruppo era stata somministrata la stessa quantità di aflatossina, ma la dieta a
cui era stato sottoposto era costituita da proteine solo per il 5%. Incredibilmente, ognuno degli
animali che avevano seguito la dieta con il 20% di proteine presentava un cancro al fegato, mentre
ognuno di quelli la cui alimentazione era composta per il 5% da proteine non si era ammalato di quel
tumore. Era un punteggio di 100 a 0 che non lasciava alcun dubbio sul fatto che nel controllo del
cancro lalimentazione ha la meglio sui carcinogeni chimici, anche se molto potenti.

Queste informazioni erano in contrasto con tutto quello che mi era stato insegnato. Era uneresia
affermare che le proteine non facessero bene alla salute, per non parlare poi del fatto che
favorissero il cancro. Quello è stato un momento di svolta nella mia carriera. Mettermi a indagare
su una questione così provocatoria in quella fase del mio percorso professionale non era una scelta
molto saggia. Ponendo in discussione le proteine e i cibi di origine animale avrei corso il rischio
di essere bollato come eretico, anche se le mie ipotesi avessero passato il test che le definiva buona scienza.

Ma non mi è mai piaciuto seguire una direzione tanto per farlo. Quando ho imparato per la prima
volta a guidare un branco di cavalli o a radunare il bestiame, ad andare a caccia di animali, a
pescare nel nostro torrente o a lavorare nei campi, ho accettato che il pensiero indipendente
facesse parte del gioco. Doveva essere così. Affrontare problemi sul campo significava che dovevo
immaginare la mia prossima mossa. È stata una grande scuola di vita, come qualsiasi ragazzo
cresciuto in una fattoria può confermarvi. Quel senso di indipendenza mi accompagna tuttora.

Così, trovandomi di fronte a una decisione difficile, ho scelto di iniziare con un approfondito
programma di laboratorio che avrebbe analizzato il ruolo dellalimentazione, e soprattutto delle
proteine, nello sviluppo del cancro. I miei colleghi e io eravamo cauti nel formulare le nostre
ipotesi, rigorosi nella metodologia e prudenti nellinterpretazione delle scoperte. Avevo scelto di
compiere quella ricerca a un livello scientifico molto basilare, studiando i dettagli biochimici
della formazione del cancro. Era importante capire non solo se ma anche come le proteine potessero
favorire il cancro. Era la situazione migliore. Seguendo scrupolosamente le regole della buona
scienza, avevo la possibilità di studiare un argomento stimolante senza suscitare le classiche
reazioni alle idee radicali. Quella ricerca finì per essere ben sovvenzionata per ventisette anni
dalle fonti di finanziamento più rinomate e competitive, prevalentemente dagli Istituti nazionali di
sanità (National institutes of Health, NIH), dallAssociazione americana per la lotta contro i
tumori (American Cancer Society) e dallIstituto americano per la ricerca sul cancro (American
Institute for Cancer Research). Poi i nostri risultati furono sottoposti a revisione (una seconda volta) per essere pubblicati su molte fra le migliori riviste scientifiche.

Quello che avevamo scoperto era scioccante: le diete a basso contenuto di proteine inibivano la
formazione del cancro da parte dellaflatossina, indipendentemente dalla quantità di questo
carcinogeno somministrata agli animali. Una volta completata la formazione del cancro, le diete a
basso contenuto proteico bloccavano sensibilmente anche la successiva crescita del tumore. In altre
parole, gli effetti cancerogeni di quella sostanza chimica altamente carcinogena venivano resi
irrilevanti da una dieta a basso contenuto proteico. Di fatto, le proteine alimentari si sono
rivelate così potenti nei loro effetti da permetterci di attivare e bloccare la crescita del cancro semplicemente modificandone il livello di assunzione.

Inoltre, le quantità di proteine somministrate con il cibo corrispondevano a quelle che noi esseri
umani consumiamo abitualmente. Non ne abbiamo utilizzati livelli straordinari come avviene così di frequente negli studi sui carcinogeni.

Ma non è tutto: abbiamo anche scoperto che non tutte le proteine avevano quelleffetto. Quali sono
le proteine che favoriscono sempre e in grande misura il cancro? La caseina, che costituisce l87%
delle proteine del latte vaccino, favoriva tutti gli stadi del processo tumorale. Quale tipo di
proteina non favoriva il cancro, perfino se assunta in dosi elevate? Le proteine sane erano quelle
vegetali, comprese quelle del frumento e della soia. Man mano che si faceva nitido, questo quadro
cominciava a mettere in discussione e a mandare in frantumi alcune delle supposizioni alle quali ero più affezionato.

Quegli studi sperimentali sugli animali non si sono fermati lì: ho proseguito dirigendo lo studio
più completo su dieta, stile di vita e malattia mai effettuato sugli esseri umani nella storia della
ricerca biomedica. Si è trattato di unimpresa imponente, sotto la gestione congiunta della Cornell
University, dellUniversità di Oxford e dellAccademia cinese di medicina preventiva. Il New York
Times lha definito il Grand Prix dellepidemiologia. Questo progetto ha preso in esame unampia
gamma di malattie e fattori legati allalimentazione e allo stile di vita nella Cina rurale e, più
di recente, a Taiwan. Più comunemente noto come lo studio Cina (The China Study), il progetto ha
finito per produrre più di 8.000 associazioni statisticamente significative fra vari fattori dietetici e le malattie!

Ciò che lo rende particolarmente degno di nota è il fatto che, fra le numerose associazioni relative
al rapporto fra dieta e malattia, moltissime giungevano alla medesima conclusione: i soggetti che si
nutrivano prevalentemente di cibi di origine animale erano quelli che si ammalavano delle patologie
più croniche. Perfino le assunzioni relativamente ridotte di alimenti animali erano associate a
effetti sfavorevoli. Le persone che mangiavano le maggiori quantità di cibi vegetali erano le più
sane e tendevano a evitare le malattie croniche. Questi risultati non potevano essere ignorati. Dai
primi studi sperimentali condotti su animali a proposito degli effetti delle proteine animali a
questo imponente studio sui modelli alimentari di soggetti umani, le scoperte si sono dimostrate
coerenti. Le implicazioni per la salute a seconda del consumo di alimenti animali o vegetali erano sostanzialmente diverse.

Per quanto impressionanti, non potevo basarmi esclusivamente sui risultati dei nostri studi
effettuati sugli animali e sul vasto studio condotto in Cina, e ho quindi cercato le scoperte di
altri ricercatori e clinici, che si erano rivelate fra quelle più entusiasmanti degli ultimi cinquantanni.

Quelle scoperte, che costituiscono largomento della II parte di questo libro, dimostrano che le
cardiopatie, il diabete e lobesità possono essere fatti regredire mediante una dieta sana. Da altre
ricerche emerge che varie forme di cancro, le malattie autoimmuni, la salute delle ossa e dei reni,
i disturbi visivi e cerebrali in età avanzata (come la disfunzione cognitiva e il morbo di
Alzheimer) sono sensibilmente influenzati dallalimentazione. Ma la cosa più importante è che la
dieta che si è ripetutamente dimostrata in grado di far retrocedere e/o prevenire queste malattie è
la stessa dieta a base di cibi naturali e vegetali che nelle mie ricerche di laboratorio e nello
Studio Cina è risultata capace di favorire la salute ottimale. I risultati sono coerenti.

E tuttavia, nonostante il potere di queste informazioni, nonostante la speranza che generano e
nonostante lurgente bisogno di questo modo di intendere la nutrizione e la salute, la gente è
tuttora confusa. Ho amici con cardiopatie che sono rassegnati e avviliti di essere alla mercé di
quella che considerano una patologia inevitabile. Ho parlato con donne talmente terrorizzate dal
cancro alla mammella che sarebbero disposte a farsi asportare chirurgicamente il seno, e perfino
quello delle loro figlie, se questo fosse lunico metodo per ridurre al minimo il rischio. Tante
sono le persone da me incontrate che sono state indotte a seguire un percorso di malattia, sconforto e confusione riguardo alla loro salute e al modo in cui proteggerla.

Gli americani sono confusi, e vi dirò il perché. La risposta, illustrata nella IV parte, ha a che
fare con le modalità di generazione e comunicazione delle informazioni sulla salute e con chi
controlla tali attività. Essendo stato così a lungo dietro le quinte a produrre le informazioni
sulla salute, ho visto che cosa accade in realtà e sono pronto a raccontare al mondo che cosa non va
in questo sistema. Le linee di demarcazione fra governo, industria, scienza e medicina sono
diventate indistinte, come pure quelle fra il perseguimento del profitto e la promozione della
salute. I problemi connessi al sistema non si presentano sotto le forme di corruzione che siamo
abituati a vedere nei film hollywoodiani. I problemi sono molto più sottili, e tuttavia molto più
pericolosi. Ne risulta unenorme disinformazione, per cui i consumatori medi americani pagano due
volte: da un lato versano le tasse per la ricerca e dallaltro forniscono il denaro affinché lassistenza sanitaria curi malattie che potrebbero essere ampiamente evitate.

Questa storia, che ha inizio dal mio personale retroterra e culmina in una nuova concezione
dellalimentazione e della salute, è il tema di questo libro. Sei anni fa ho organizzato e condotto
un corso facoltativo chiamato Alimentazione vegetariana. È stato il primo corso di questo genere
in un campus universitario americano e ha riscosso molto più successo di quanto potessi immaginare.
Il corso si concentra sul valore in termini di salute di una dieta a base vegetale. Dopo aver
lavorato al MIT e al Virginia Tech ed essere ritornato alla Cornell University trentanni fa, mi è
stato affidato il compito di integrare i concetti e i principi della chimica, della biochimica,
della fisiologia e della tossicologia in un corso di alto livello in alimentazione.

Dopo essermi occupato per quattro decenni di ricerca scientifica, istruzione ed elaborazione delle
politiche ai massimi livelli nella nostra società, ora sento di poter integrare adeguatamente queste
discipline in una storia convincente. È quanto ho fatto per i miei corsi più recenti, e molti
studenti mi hanno riferito che la loro vita è cambiata in meglio al termine del semestre. È ciò che
intendo fare per voi, e spero che anche la vostra vita subirà una trasformazione positiva.

Gli autori: T. Colin e Thomas M. Campbell

T. Colin Campbell è da oltre 40 anni in prima linea nella ricerca nutrizionale. Il Dott. Campbell
ha conseguito la laurea specialistica presso la Cornell University. I suoi interessi scientifici
riguardano gli effetti della nutrizione sulla salute, relativamente al rapporto dieta/cancro. Oggi afferma con forza che una dieta sana è l’unica scienza biomedica del futuro.

Thomas M. Campbell, figlio di T. Colin Campbell e co-autore col padre di The China Study, si è
laureato presso la Cornell University. Il suo coinvolgimento nella co-creazione del libro lo ha
portato a intraprendere nuovi studi presso l’Università di Buffalo e a voler esercitare la medicina in base alla filosofia presentata in The China Study.

T. Colin Campbell e Thomas M. Campbell II
The China Study
Lo studio più completo sull’alimentazione mai condotto finora con sorprendenti implicazioni per la dieta, la perdita di peso e la salute a lungo termine.
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: 5 Settembre 2011
Formato: Libro – Pag 399 – 17×24 cm
Categoria: Alimentazione e Salute
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__the-china-study-libro.php?pn=1567

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