The dark universe

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The dark universe

di: Alessio Mannucci

ecplanet.net

Negli ultimi anni, diversi astrofisici hanno trovato l’evidenza di una forza chiamata “energia
oscura” osservando galassie distanti miliardi di anni luce. Più recentemente, un team internazionale
di ricercatori, usando i dati elaborati da super-cervelloni elettronici e le osservazioni rese
possibili dal telescopio spaziale Hubble, ha trovato tracce di energia oscura anche in prossimità
della nostra galassia. Dai nuovi dati è emerso un cosmo virtuale ricco di energia oscura in cui le
galassie nascono come isole nell’oceano.

Nel 1929, l’astronomo Edwin Hubble dimostrò che le galassie si stavano allontanando le une dalle
altre, confermando la teoria dell’espansione dell’universo. Nel 1999, i cosmologi riportarono per la
prima volta l’evidenza di una nuova, insolita forza, che chiamarono “energia oscura”, a cui
attribuirono la causa, altrimenti inspiegabile, dell’accelerazione dell’espansione. Ciò a cui ora
tentano di dare una risposta, è se questa espansione è destinata a continuare per sempre o se
l’universo, prima o poi, collasserà nel cosiddetto “big crunch”.

Nel 1997, Fabio Governato, professore di astronomia alla University of Washington e ricercatore per
conto dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, realizzò un modello computerizzato per simulare
l’evoluzione dell’universo dal Big Bang ai giorni nostri, ma il suo gruppo di ricerca si rese conto
ben presto che il modello non era sufficientemente potente da riprodurre il tasso di espansione
osservato tra le galassie intorno alla Via Lattea: “Per far tornare i conti abbiamo dovuto
introdurre la presenza di energia oscura”, racconta Governato, co-autore del nuovo studio,
pubblicato suel giornale della Royal Astronomical Society, insieme ad Andrea Maccio, della
University of Zurich, e Cathy Horellou della Chalmers University of Technology in Svezia, lavoro
supportato dalla National Science Foundation e dal Vetenskapsradet, istituto svedese per la ricerca.

I 3 autori hanno potuto usufruire di una collaborazione internazionale, chiamata “N-Body Shop”, che
ha sviluppato “UW”, una potente simulazione computerizzata dell’espansione dell’universo basata sui
calcoli di super-computers in Italia e in Alaska. “Abbiamo potuto studiare le proprietà di galassie
confinanti con la Via Lattea piuttosto che di galassie distanti miliardi di anni luce”, ha detto
Governato, “è stato un po’ come viaggiare da Seattle a Portland, piuttosto che da Seattle a New
York, per misurare la curvatura della Terra”. Questa notizia è stata pubblicata dal periodico Space
Daily.

www.ecplanet.com/pic/2005/05/1115538511/dark_energy.jpg

Immagine: dark-energy (L’immagine, prodotta da un supercomputer, mostra un angolo dell’universo in
cui le galassie appaiono come punti brillanti lungo filamenti di materia fluttuare in un mare di
energia oscura. Credit: James Wadsley, McMaster University, Hamilton, Ontario).

Istituzioni scientifiche citate nell’articolo:

University of Washington

N-Body Shop

National Science Foundation

Vetenskapsrådet

Alessio Mannucci
E-mail: hugofolk@ecplanet.com

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