The Divine Cosmos: capitolo 1.1

pubblicato in: AltroBlog 0
The Divine Cosmos: capitolo 1.1

di David Wilcock

Capitolo Uno

LE CONQUISTE DEL DOTT. N.A. KOZYREV

di David Wilcock

La sensazionale prova scientifica che tutta la materia fisica è formata da un “etere” di energia
invisibile e cosciente risale almeno agli anni ’50. Il rinomato astrofisico russo prof. Nikolaj A.
Kozyrev (1908-1983) ha dimostrato senza ombra di dubbio che una simile sorgente di energia deve
esistere; e il risultato di ciò fu che egli divenne una delle figure più controverse nella storia
della comunità scientifica russa. Le imponenti conseguenze delle sue ricerche, e di tutti coloro che
lo seguirono, furono completamente nascoste dall’ex Unione Sovietica; ma con la caduta della Cortina
di Ferro e l’avvento di Internet finalmente abbiamo la possibilità di accedere ai “segreti più
nascosti della Russia”. Il seme delle scoperte di Kozyrev ha prodotto come frutto due generazioni di
rimarchevoli ricerche da parte migliaia di studiosi specialisti in materia, cosa che ha cambiato
profondamente la nostra concezione dell’Universo. Il fatto di attribuire a Kozyrev una menzione di
rilievo all’inizio del nostro libro vuole essere un modo per far capire permanentemente ai nostri
colleghi e lettori l’importanza e l’impatto storico di questo studioso.

1.1 – L’ETERE

Il termine “aether” in greco significa “splendore”, e la realtà fondamentale di una tale invisibile,
fluida sorgente di energia universale è da sempre una delle caratteristiche delle scuole segrete
misteriche di tutto il mondo. Le opere dei filosofi greci Pitagora e Platone vi dedicano molto
spazio, così come le scritture dei Veda dell’antica India; queste opere chiamano l’etere in molti
modi fra cui “prana” o “Akasha”. In Oriente, esso è conosciuto come “chi” o “ki”, e viene data una
speciale importanza alle sue interazioni con il corpo umano, come nella scienza dell’agopuntura.
Maestri e adepti che ereditassero una tale tradizione segreta potrebbero eventualmente imparare a
manipolare quest’energia, creando risultati miracolosi, quali levitazione, teletrasporto,
manifestazioni, guarigioni istantanee, telepatia e simili. Tali risultati sono stati ripetutamente
documentati nel XX secolo e studiati in laboratorio, come abbiamo scritto in Convergence III.

L’esistenza dell’etere è stata manifestamente accettata senza riserve nei circoli scientifici a
partire dai primi anni del XX secolo, dopo che l’esperimento Michelson-Morley del 1887 era stato
“cooptato” per provare che una simile forma di energia nascosta non esisteva. D’altra parte, le
scoperte più recenti sulla “massa oscura”, l’”energia oscura”, le “particelle virtuali”, il “vacuum
flux”, e l’”energia del punto-zero”, per citarne solo alcune, hanno portato gli scienziati
occidentali riluttanti a dover riconoscere che invece doveva esistere un medium energetico nascosto
nell’Universo. Finché si adopera un termine rassicurante come “quantum medium” anziché la parola
proibita “etere”, è possibile parlare sulla stampa ufficiale senza timore di cadere nel ridicolo.
L’establishment scientifico di base è assai duramente polarizzato contro chiunque si avvicini ad una
teoria “eterica”: loro “sanno” che una simile teoria è palesemente falsa, e si batteranno
vigorosamente per questo. Comunque, una simile repressione non fa altro che incrementare il
desiderio e l’impegno di quanti si adoperano per risolvere il puzzle.

Uno dei primi esempi della prova dell’esistenza dell’etere proviene dal dott. Hal Puthoff, un
rispettabile scienziato della Cambridge University. Puthoff menziona di frequente gli esperimenti
compiuti all’inizio del XX secolo, prima dell’avvento della teoria meccanica dei quanti, che
cercavano di definire se ci fosse una forma di energia nello spazio vuoto. Per verificare quest’idea
in laboratorio, era necessario creare uno spazio completamente privo di aria (il vacuum), schermato
e protetto da tutti i tipi di radiazione elettromagnetica, usando ciò che è noto con il nome di
gabbia di Faraday. Questo vacuum veniva portato alla temperatura di meno 273 gradi (lo zero
assoluto), alla quale tutta la materia dovrebbe smettere di vibrare e di produrre calore.

Questi esperimenti provarono che, anziché assenza di energia nel vacuum, si verificava un tremendo
aumento di essa, per giunta da una fonte non-elettromagnetica! Il dott. Puthoff ha spesso definito
questo processo come “un calderone in ebollizione” di energia alla più elevata magnitudine. Dato che
questa energia potrebbe essere trovata allo zero assoluto, tale forza è stata chiamata “energia del
punto zero” o ZPE (zero point energy), mentre gli scienziati russi di solito la definiscono “il
vacuum fisico”, o PV (phisical vacuum). Recentemente, gli affermati fisici John Wheeler e Richard
Feynman hanno calcolato che:

La quantità di zero point energy nel volume spaziale di un singolo bulbo luminoso è potente
abbastanza da portare tutti gli oceani del mondo al punto di ebollizione!

Chiaramente, non abbiamo a che fare con una forza tenue e invisibile, ma con una fonte di potenza
incredibilmente elevata, che potrebbe avere capacità necessaria per sostenere l’esistenza di tutta
la materia fisica. Nella nuova visuale scientifica che emerge dalla teoria dell’etere, tutti e
quattro i campi di forza, il campo gravitazionale, il nucleare forte e quello debole, il campo
elettromagnetico, sono in sostanza differenti manifestazioni dell’etere/ZPE. Per avere un’idea di
quanta energia “libera” esista intorno a noi, il prof. M.T. Daniels calcola che la densità di
energia gravitazionale vicino la superficie della terra corrisponde a 5,74 x 10^10 (t/m^3). [Non
bisogna dimenticare che la gravità potrebbe essere semplicemente un’altra forma di etere secondo
questo nuovo modello]. I calcoli del prof. Daniels rivelano che il prelevamento di 100 kilowatt di
questa potenza di “energia libera” dal campo gravitazionale intacca un estremamente piccolo 0,001%
dell’energia naturale che è stata prodotta in quell’area. (New Energy News, Giugno 1994, pag. 4)

1.2 – ANALOGIE PER COMPRENDERE LE SCOPERTE DI KOZYREV

Nei capitoli 3 e 4, analizzeremo i miti della fisica quantica mostrando che il consueto modello
dell’atomo a “particella” è seriamente errato. Come suggerisce la teoria della relatività di
Einstein, tutta la materia fisica, in ultima analisi, è composta da pura energia, e non vi sono
“particelle pesanti” da rinvenire nel regno quantico. Sempre più spesso la comunità scientifica
viene forzata ad accettare il fatto che gli atomi e le molecole siano come la fiamma di una candela,
in cui l’energia che essa rilascia (come il calore e la luce della fiamma) deve essere bilanciata
dall’energia che assorbe (come la cera della candela e l’ossigeno dell’aria). Quest’”analogia della
candela” è un tratto distintivo del modello del dott. Hal Puthoff, con cui egli cerca di spiegare
per quale motivo l’elettrone ipotetico non irradia intorno tutta la sua energia e precipita dentro
il nucleo. Questo apparente “moto perpetuo” entro l’atomo viene spiegato semplicemente dai più come
“la magia della meccanica quantistica”.

Per essere realmente in grado di grattare la scorza del lavoro e delle relative scoperte di Kozyrev,
sono richieste certe nuove analogie per la materia fisica. L’opera di Kozyrev richiede rigorosamente
che noi siamo in grado di visualizzare tutti gli oggetti fisici della materia dell’Universo come se
essi fossero spugne immerse nell’acqua. In tutte queste analogie, dovremmo considerare le spugne
come se fossero rimaste immerse nel liquido per tutto il tempo sufficiente affinché arrivassero ad
essere sature. Tenendo presente questo, ci sono adesso due cose che possiamo fare con le spugne
imbevute: possiamo decrementare il volume dell’acqua che esse contengono oppure incrementarlo, per
mezzo di alcune procedure meccaniche molto semplici.

1. decrementare: se una spugna imbevuta viene strizzata, raffreddata o ruotata, parte dell’acqua che
essa contiene verrà rilasciata nelle vicinanze, diminuendo la sua massa. lasciando riposare la
spugna subito dopo, la pressione dei milioni di piccoli pori viene alleggerita, portandola a poter
nuovamente assorbire altra acqua e ad espandersi nuovamente entro la sua normale massa a riposo.

2. incrementare: possiamo anche pompare più acqua nella spugna in posizione di riposo, scaldandola
(facendola vibrare), portando così i pori ad espandersi più della loro normale capacità ricettiva.
In questo caso, dopo aver rilevato la pressione aggiunta, la spugna rilascerà naturalmente l’acqua
in eccesso e si ritrarrà di nuovo alla sua massa a riposo.

Anche se potrebbe apparire impossibile alla maggior parte delle persone, Kozyrev ha dimostrato che
scuotendo, facendo girare, riscaldando, raffreddando, facendo vibrare o rompendo oggetti fisici, il
loro peso può essere incrementato o decrementato di piccole ma significative unità. E questo è solo
uno degli aspetti del suo eccezionale lavoro.

1.3 – IL BACKGROUND DEL PROF. KOZYREV

Dato che il mondo occidentale conosce molto poco su Kozyrev, saranno utili alcune note biografiche e
informazioni di ricerca, le quali mostreranno anche come egli sia ben lungi dall’essere una sorta di
scienziato-mitomane: si tratta anzi di uno dei più eminenti pensatori russi del XX secolo. La prima
pubblicazione scientifica di Kozyrev ebbe luogo quando aveva diciassette anni; gli altri scienziati
si meravigliarono della profondità e della chiarezza della sua logica. La sua attenzione principale
fu rivolta all’astrofisica, in particolare studiò l’atmosfera del Sole e delle altre stelle, il
fenomeno delle eclissi solari e l’equilibrio della radiazione. A venti anni si laureò in Fisica e
Matematica all’università di Leningrado, e a ventotto anni era già conosciuto come importante
astronomo, e relatore a diversi convegni.

L’intensa vita di Kozyrev attraversò una fase sfortunata e difficile nel 1936, quando fu arrestato a
causa della leggi repressive di Josef Stalin; subito dopo, nel 1937, iniziò un tormentoso periodo di
11 anni durante i quali conobbe tutti gli orrori di un campo di concentramento. Anche senza
equipaggiamento scientifico, durante questo periodo gli fu data la più brutale delle iniziazioni nel
campo della conoscenza nascosta. Per una mente illuminata, una serie di terribili difficoltà può
anche bruciare qualsiasi desiderio di gratificazione dal mondo materiale, rimuovendo la resistenza
verso la più alta consapevolezza, cosicché viene prodotto uno stato di illuminazione nel quale la
verità universale viene immediatamente riconosciuta e assimilata. In questo stato, egli meditò
profondamente sui misteri dell’Universo, prestando attenzione a tutte le strutture esistenti nella
vita, in cui così tanti differenti organismi manifestano segni di asimmetria e/o sviluppo a spirale.

Kozyrev sapeva che, a metà dell’Ottocento, Louis Pasteur aveva scoperto che il blocco di vita in
formazione noto come “protoplasma” era intrinsecamente non simmetrico, e che le colonie di microbi
crescevano in una struttura a spirale. Queste proporzioni in espansione soggiacevano anche alla
struttura di piante, insetti, animali e uomini, così come avevano scritto molti fra gli appartenenti
all’antica tradizione di Misteri Atlantidei a proposito della “geometria sacra”, come la forma a
spirale nota come Fibonacci, Sezione Aurea, o spirale “phi”.

Dalle sue osservazioni illuminate nel campo di prigionia, Kozyrev ritenne che tutte le forme di vita
dovevano essere composte da una forma di energia invisibile a spirale, in aggiunta alle loro normali
proprietà di ottenere energia per mezzo di cibo, liquidi, respirazione e fotosintesi. Vedremo più
avanti in quest’opera come i dati in questione siano del tutto esaurienti.

Kozyrev teorizzò che cose come la crescita della spirale del guscio e quale lato del corpo umano
conterrà il cuore sono determinati dalla direzione di questo flusso. Da qualche parte nello
spaziotempo dovrebbe esistere un’area in cui il flusso di energia produca spirali in direzione
opposta, cosicché Kozyrev si aspettava che lì i gusci crescessero in direzione opposta, e che il
cuore si trovasse dalla parte opposta della cavità corporea.

Questo concetto di energia a spirale potrebbe sembrare non realistico in biologia, ma le scuole
misteriche lo conoscono da molto tempo. La prossima immagine ci mostra come la ratio del “phi”
emerga naturalmente nella struttura del braccio umano, e questo non è che uno degli esempi in cui si
ripete in tutto il corpo umano, così come nelle piante, animali e insetti. Quei pochi che
riconoscono ciò alle fine riterranno, del tutto tipicamente, che tali relazioni emergono
semplicemente perché “phi” rappresenta il modello naturale più efficiente in cui la crescita possa
manifestarsi. Kozyrev suggerì che la vita non avrebbe avuto altri modi di manifestarsi, poiché essa
crea continuamente la sua energia a spirale per sostenersi, e perciò ogni momento del processo deve
seguire le proporzioni. In questo senso possiamo ritenere che il sistema scheletrico funga da
antenna per quest’energia.

Quando Kozyrev venne finalmente riabilitato e liberato dal campo di prigionia, nel 1948, fece
ritorno alle sue ricerche, e fece delle predizioni sulla Luna, Venere e Marte, che furono in seguito
convalidate dai ricercatori spaziali sovietici più di dieci anni dopo. Con questo si guadagnò la
considerazione generale dei sovietici, che lo considerarono un pioniere della corsa allo spazio.
Quindi, nel 1958 il prof. Kozyrev attirò su di sé una controversia a livello mondiale, dichiarando
che la Luna presentava attività vulcanica in prossimità del cratere Alphonsus. Se questa scoperta si
fosse dimostrata vera – cosa che la maggior parte di astronomi e scienziati si rifiutò fermamente di
credere – avrebbe significato che la luna possedeva immense risorse naturali e sorgenti di forza,
tali da rendersi utili come propellenti per lanciare l’umanità verso le stelle.

Il Premio Nobel statunitense prof. Harold Urey fu tra i pochi che credettero all’ipotesi di Kozyrev
sull’attività vulcanica lunare, tanto da spingere la NASA a svolgere ricerche in merito. Il
risultato fu che la NASA lanciò l’immenso progetto “Moon Blink” (battito lunare), che in seguito fu
in grado di confermare le asserzioni di Kozyrev, avendo scoperto significative emissioni di gas sul
suolo lunare.

In ogni caso, non tutte le ricerche di Kozyrev furono così prontamente riprese dal mondo
tradizionale della NASA. Nell’inverno del 1951-52, solo tre anni dopo essere scampato alla tremenda
iniziazione del campo di prigionia, il prof. Kozyrev iniziò le sue incursioni nel mondo della fisica
esoterica: fu quello il primo di trentatre anni intensi durante i quali si dedicò ad ogni sorta di
esperimenti, dai risvolti intriganti e controversi. Il suo naturale desiderio di perseguire tali
ricerche era destinato a servire da convalida per le verità spirituali di cui egli aveva già fatto
esperienza attraverso il processo mistico di preparazione, illuminazione e iniziazione (come
riferito nel classico di Rudolf Steiner Knowledge of Higher Worlds and Its Attainment)[1], sotto il
pungolo più vivo delle circostanze. Dopo aver iniziato a pubblicare i risultati di queste scoperte,
molti scienziati russi e una piccola parte di quelli occidentali, basandosi sui suoi passati
successi, erano disposti ad ascoltarlo.

Come detto, i modelli di energia a spirale si svelarono agli occhi dell’illuminato prof. Kozyrev
mentre si trovava nel campo di concentramento. La sua “conoscenza diretta” lo informò che questa
energia a spirale era, in effetti, la vera natura e manifestazione del “tempo”. Naturalmente, egli
trovò che la nozione di “tempo” che possediamo doveva essere qualcosa di più che un semplice calcolo
di durata. Kozyrev ci spinge a tentare di trovare una causa per il tempo, qualcosa di tangibile ed
identificabile nell’Universo che noi possiamo associare al tempo. Dopo averci pensato per un po’,
possiamo concludere che il tempo non è nient’altro che un movimento a spirale. Sappiamo che stiamo
tracciando un complesso modello di spirale attraverso lo spazio grazie ai modelli orbitali della
Terra e del Sistema Solare. E adesso, lo studio della “temporologia”, o scienza del tempo, è sotto
continua, attiva investigazione dall’Università di Stato di Mosca e dalla Fondazione Umanitaria
Russa, ispirata dal lavoro pionieristico del prof. Kozyrev. Sul loro sito web, essi affermano che:

Secondo noi, la “natura” del tempo è il meccanismo che causa cambi apparenti e nuovi accadimenti nel
mondo. Comprendere la natura del tempo significa concentrare l’attenzione su un processo, un
fenomeno, una “carriera” nel mondo materiale le cui proprietà potrebbero essere identificate o
corrispondere a quelle del tempo.

Tutto ciò potrebbe a prima vista apparire strano: un albero che cade su un vostro terreno potrebbe
essere stato causato da forte vento, piuttosto che dal “flusso del tempo”. Piuttosto, bisognerebbe
chiedersi che cos’è che ha causato il soffio del vento.In ultima analisi, il maggior responsabile di
ciò è il movimento della Terra intorno al proprio asse. Perciò, tutti i cambiamenti sono causati da
qualche forma di movimento, e senza movimento non può esistere il tempo. Diversi studiosi i cui
lavori sono pubblicati sull’Istituto Russo di Temporologia, concordano sul fatto che se Kozyrev
avesse cambiato la sua terminologia, usando la parola “tempo”, anziché termini scientifici più
comuni come “etere” e “vacuum fisico”, allora molte persone sarebbero state in grado di comprendere
il suo lavoro prima. A questo punto, non è necessario al lettore approfondire la filosofia
dell’energia a spirale come manifestazione del tempo, come sarà più chiaro in seguito.

Uno dei pochi sguardi che Kozyrev ricevette dai media occidentali in merito ai suoi concetti è
rappresentato da un capitolo del libro pionieristico di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder intitolato
Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain [2], che ha ottenuto grande successo in tutto il mondo,
ed è tuttora in ristampa con il titolo abbreviato Psychic Discoveries. Molte delle precedenti
informazioni biografiche su Kozyrev provengono da questa fonte. Nel capitolo 13, intitolato Tempo:
una nuova frontiera per la mente, l’autore spiega che anche negli anni ’60, Kozyrev aveva un
aspetto abbronzato e atletico e dava “l’impressione di grande calma e qualità spirituale.” Essi
affermano anche:

Per reputazione e lavoro, si tratta del più importante scienziato che abbiamo incontrato. Egli sta
cercando di sviscerare una nuova visione del mondo, una nuova cosmogonia. Nella nuova concezione di
Kozyrev, gli accadimenti psichici dovrebbero cominciare in un luogo. Il punto di vista ufficiale
della scienza è invece che essi non dovrebbero esistere a lungo, come se si trattasse di qualcosa
che va al di là del sistema, qualcosa che deve essere negata per proteggere il sistema.

La connessione dei fenomeni psichici alla fisica è ben conosciuta e frequentemente discussa nella
letteratura russa, che fra l’altro ultimamente sta divenendo sempre più disponibile; in tutto ciò è
evidente la funzione di apripista esercitata da Kozyrev. Uno dei pochi ricercatori occidentali a
rilevare le opere del prof. Kozyrev fu il dott. Albert Wilson dei Douglas Research Laboratories in
California, che affermò:

Trovo che qualcosa di molto simile a ciò che ha teorizzato il prof. Kozyrev sarà istituzionalizzato
nella teoria fisica entro dieci o vent’anni. Le implicazioni di ciò saranno rivoluzionarie. Sarà
necessario lavorare per una generazione per integrare i salti in avanti che egli ha prodotto e
incorporarli nella conoscenza scientifica.

La previsione di Wilson si è rivelata ottimistica, in effetti solo adesso, all’alba del 21° Secolo
siamo in grado di mettere insieme tutti i pezzi. Per dare consistenza ai nostri termini, useremo le
espressioni scientifiche comuni “campi di torsione” oppure “onde di torsione” nel riferirci al
flusso spiraliforme di energia-tempo scoperta da Kozyrev [La parola torsione essenzialmente
significa “girare” o “scuotere”]. Molti scienziati occidentali che hanno esplorato questo argomenti,
in particolare il Ten. Col. Tom Bearden, definiscono tali campi come “onde scalari”, ma noi
riteniamo che l’espressione “onde di torsione” è in ultima analisi di più facile approccio, anche
perché ci rimanda al modello a spirale. Il lettore dovrebbe poi tenere presente che in tutti i casi,
ciò di cui ci occupiamo è semplicemente un impulso di momentum[3] che viaggia attraverso il medium
dell’etere/ZPE/vacuum fisico, e non possiede qualità elettromagnetiche.

Prima che Kozyrev avesse mai iniziato a condurre i suoi esperimenti, già esisteva una buona, solida
fondazione teoretica che aveva già dato i suoi risultati. Cominceremo perciò con una discussione
preliminare sulla teoria della relatività di Einstein, seguita dalle aggiunte del prof. Eli Cartan,
che per primo stabilì l’esistenza di campi torsionali.

1.4 – IL MODELLO GEOMETRICO DELLA GRAVITA’ DI EINSTEIN

Il 29 maggio 1919 Albert Einstein apparentemente provò “che noi viviamo in uno spazio tempo curvato
quadridimensionale”, in cui spazio e tempo sono due entità unite insieme come fossero una
“fabbrica”. Egli riteneva che un oggetto come la Terra, ruotante nello spazio, “dovrebbe trascinare
insieme ad essa spazio e tempo…”; ancora, riteneva che questa “fabbrica di spaziotempo” curvasse
interiormente attorno a un corpo planetario. Così, egli affermava:

la gravità non è affatto una forza misteriosa che agisce a distanza, bensì [piuttosto si tratta del] risultato di un oggetto che cerca di camminare in linea retta attraverso una spazio che risulta
curvato dalla presenza di corpi materiali.

Spazio curvo? “Un attimo…non si suppone che lo spazio sia vuoto?”, potreste domandare. Come è
possibile curvare qualcosa che è vuoto? Come possiamo vedere, il problema fondamentale nel
visualizzare il modello di gravità di Einstein risiede tutto nel termine “curvo”, poiché si tratta
di qualcosa che una superficie piana ed elastica dovrebbe riuscire a fare. Invece, quasi tutti i
tentativi di visualizzare i risultati raffigurano i pianeti come se fossero dei pesi che abbassano
un immaginario strato piano di gomma esteso per tutto lo spazio come “fabbrica” dello spazio-tempo.
Un oggetto come una cometa o un asteroide, nel muoversi verso la terra, segue semplicemente la
geometria dello strato. Il problema con questo modello è che qualunque curvatura dello spazio-tempo
avrebbe bisogno di essere portata dentro un oggetto sferico da tutte le direzioni, non solo da un
piano liscio. E ancora, si richiede una forza di gravità, per tirar giù un peso in uno strato piano
di gomma. In uno spazio senza peso, la sfera e il piano devono semplicemente fluttuare insieme.

In realtà, il verbo “fluttuare” è più preciso di “curvare”, e in Convergence III ho dimostrato che
la gravità è una forma di energia eterica che fluttua costantemente in un oggetto. Le equazioni
gravitazionali non specificano in quale direzione una simile energia debba fluttuare, ma solo che la
gravità esiste come forza responsabile del fatto che gli oggetti non possono volar via dalla terra.
Tali idee possono essere collegate a John Keely, il dott. Walter Russell e alla più recente e
brillante teoria di Walter Wright sulla “push gravity” [gravità di spinta].

Dopo aver stabilito che tutti i campi come la forza gravitazionale e quella elettromagnetica sono
semplicemente differenti forme di etere/ZPE in movimento, abbiamo una sorgente attiva per la
gravità, e una semplice e chiara ragione per la quale essa dovrebbe esistere. Osserviamo che ogni
molecola di un intero corpo planetario deve essere sostenuta da un continuo flusso interno di
energia eterica. La stessa energia che interviene nella creazione della Terra crea e fluttua dentro
di noi. Allora, noi restiamo impigliati nella corrente gigante del fiume di energia che scorre
all’interno della Terra, così come le zanzare restano incastrate in una zanzariera mentre l’aria
continua a fluire attraverso la retina. I nostri corpi non possono spostarsi attraverso la materia
solida, ma ciò è certamente possibile ad una corrente di energia eterica – e questa è una delle
molteplici cose che Keely, Tesla, Kozyrev e altri hanno dimostrato. Un stella o un pianeta deve
continuamente ricavare energia dal suo ambiente per riuscire a mantenersi in vita. Kozyrev ha fatto
le stesse osservazioni a proposito del Sole negli anni ’50, concludendo che le stelle agiscono come
“macchine che convertono il flusso del tempo in calore e luce”.

Quasi tutti gli scienziati occidentali ritengono che le teorie della relatività di Einstein, la
generale e la ristretta, eliminino la necessità di fare riferimento all’etere – e, invece, Einstein
sosteneva il rifiuto dell’etere nel 1910, che è l’anno in cui la scienza ufficiale ritiene conclusa
la riflessione di Einstein sull’argomento. Tuttavia, nel 1920 Einstein afferma in realtà che
“l’ipotesi dell’esistenza dell’etere non contraddice la teoria della relatività ristretta”. E nel
1924, scrive:

… nella fisica teoretica, non andiamo da nessuna parte senza l’etere, cioè un continuum di
proprietà fisiche definite, in quanto la teoria generale della relatività (…) esclude un’azione
diretta a lungo raggio; e ogni teoria a breve raggio assume la presenza di campi continui, e,
conseguentemente, l’esistenza dell’”etere”. (grassetto aggiunto)

1.5 – FISICA TORSIONALE

Nel 1913, il fisico Eli Cartan dimostrò per primo che la “fabbrica” (flusso) di spazio e tempo nella
teoria della relatività generale di Einstein non solo “curvava”, ma possedeva in sé stessa anche un
movimento di rotazione o spiraliforme conosciuto come “torsione”. Questa parte della fisica viene
collegata esplicitamente alla Teoria Einstein-Cartan, o ECT. La teoria di Cartan da principio non
venne presa troppo sul serio, poiché venne fuori prima dell’epoca della fisica quantistica, durante
un periodo in cui si credeva che particelle elementari come gli elettroni rotassero o girassero
intorno al nucleo. La maggior parte delle persone non sa che oggi viene generalmente accettato che
lo spazio che circonda la Terra e probabilmente l’intera Galassia possiede una rotazione destrorsa,
il che significa che l’energia sarà influenzata a girare in senso orario come se viaggiasse
attraverso il vacuum fisico. Nel 1990, gli studiosi russi dottori Akimov e Shipov scrivevano:

Per la precisione, i riferimenti contenuti nelle pubblicazioni di tutto il mondo ai campi torsionali
ammontano a 10.000 articoli, appartenenti a circa un centinaio di autori. Di questi, almeno la metà
lavora in Russia.

Come vedremo facilmente, l’opera del prof. Kozyrev costituì l’influenza principale per gli oltre
5.000 articoli russi su quest’argomento, come sopra citato. Nei modelli di fisica classica, i campi
torsionali non venivano mai considerati come una forza universale allo stesso livello del campo
gravitazionale o elettromagnetico, soprattutto perché possedevano solo esistenza teorica. Cartan con
la sua teoria originale del 1913 congetturò che i campi torsionali fossero quantificabili in 30
gradi di magnitudine più deboli della gravità, la quale a sua volta ne possiede 40 in meno del campo
elettromagnetico! Con un livello di influenza tanto minuscolo, così affermano le teorie, i campi
torsionali “rotanti naturalmente” costituivano in sostanza un insignificante granello di polvere non
in grado di dare alcun contributo ai fenomeni osservabili nell’universo.

Per tutti gli scienziati in grado di mantenere la mente aperta, le opere di Trautman, Kopczyynski,
F. Hehl, T. Kibble, D. Sciama e altri nei primi anni ’70 creavano onde di interesse verso i campi
torsionali. Concreti fatti scientifici confutarono la teoria di Cartan, vecchia di 60 anni e più
simile a un mito, che i campi torsionali fossero deboli, piccoli e inadatti a muoversi nello spazio.
Il mito della teoria Einstein-Cartan era che i campi di torsione a spirale non avrebbero potuto
muoversi (cioè rimanevano statici), e non avrebbero potuto esistere in uno spazio molto più piccolo
dell’atomo. Sciama et al. hanno dimostrato che questi campi torsionali di base previsti nella ECT
esistevano realmente, e ad essi ci si riferiva come a “campi torsionali statici”. La differenza
consisteva nella dimostrazione dei “campi torsionali dinamici”, i quali possedevano proprietà più
importanti di quelli statici, teorizzati dalla ECT.

Secondo Sciama ed altri, i campi torsionali statici sono causati da sorgenti ruotanti che non
irradiano alcuna energia. Perciò, se si ha una qualsiasi fonte ruotante in grado di rilasciare
energia sotto qualunque forma, come il Sole o il centro della Galassia, e/o una fonte ruotante che
possiede più forme di movimento che agiscono contemporaneamente, come un pianeta che sta ruotando
intorno al proprio asse e nello stesso tempo intorno al Sole, allora viene prodotta una torsione
dinamica. Questo fenomeno permette alle onde di torsione di propagarsi nello spazio anziché
permanere in un singolo punto “statico”. Così, i campi torsionali, come la gravità e
l’elettromagnetismo, sono capaci di muoversi da un punto all’altro dell’Universo. Per di più, come
scopriremo nei prossimi capitoli, Kozyrev dimostrò, decadi addietro, che questi campi viaggiano a
velocità “superluminali”, ossia a più della velocità della luce. Avendo un impulso che si muove
direttamente dalla “fabbrica dello spaziotempo”, che viaggia a velocità superluminali e che è
separato da gravità ed elettromagnetismo, si arriva ad una significativa conquista della fisica,
qualcosa che richiede che il “vacuum fisico”, la “zero-point-energy” o l’”etere” esistano realmente.

1.6 – LISTA GENERALE DEI FENOMENI CHE CREANO GLI EFFETTI DI KOZYREV

Gli esperimenti di Kozyrev iniziarono negli anni ’50 e durarono fino agli anni ’70 con l’assistenza
continua del prof. V.V. Nasonov, il quale aiutò a standardizzare i metodi di laboratorio e l’analisi
statistica dei risultati. E’ importante ricordare che questi esperimenti furono condotti nelle
condizioni più rigide possibili, nonché ripetuti centinaia e spesso migliaia di volte e messi per
iscritto con esattezza di dettagli matematici. Inoltre, tali esperimenti sono stati accuratamente
revisionati, infatti Lavrentyev e altri hanno potuto replicare gli stessi risultati per via
indipendente (in questo libro abbiamo volutamente omesso i risultati matematico-analitici del lavoro
di Kozyrev per favorire la scorrevolezza della lettura). Rivelatori speciali basati sulla rotazione
e vibrazione sono stati messi a punto allo scopo di reagire in presenza di campi torsionali, ciò che
Kozyrev definiva “il flusso del tempo”.

Se torniamo alla precedente analogia, possiamo affermare che la materia si comporta come una spugna
immersa nell’acqua. Se facciamo qualcosa che disturba la struttura della spugna, come strizzarla,
ruotarla o scuoterla, essa rilascerà parte dell’acqua raccolta nell’ambiente circostante. Negli
anni, tutti i seguenti processi sono stati scoperti allo scopo di creare in laboratorio un “flusso
di tempo” di onde torsionali, dovute allo scompiglio da esse creato nei confronti della materia in
queste forme:

la deformazione di un oggetto fisico;

l’incontro di un ostacolo da parte di un getto d’aria;

il riempimento con sabbia di una clessidra;

l’assorbimento di luce;

la frizione;

il bruciamento;

l’azione di un osservatore, come il movimento della testa;

il riscaldamento o raffreddamento di un oggetto;

transizioni di fase nelle sostanze (da ghiacciato a liquido, da liquido a vapore ecc.);

scioglimento e mescolamento di sostanze;

la morte delle piante per appassimento;

radiazioni non-luminose da oggetti astronomici;

improvvisi cambiamenti di coscienza nell’individuo.

A parte la problematica ultima voce riguardante la coscienza umana, possiamo vedere facilmente come
ogni processo “disturbi” in qualche modo la materia, provocando così il rilascio o l’assorbimento di
una certa quantità della sua “acqua eterica”, la qual cosa si adatta perfettamente alla nostra
analogia della spugna. Ancor più importante è il fatto che una forte energia emozionale potrebbe
causare una reazione a distanza misurabile, cosa che è stata ripetutamente provata non solo da
Kozyrev ma anche da molti altri; tutto ciò porta sotto i riflettori i nostri concetti di fenomeni
fisici e di consapevolezza. Tali concetti hanno fatto ancor più notizia dopo l’attacco terroristico
agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, nel momento in cui Dean Radin e il suo team dell’Institute
of Noetic Sciences sono stati in grado di misurare un tremendo mutamento nel comportamento di un
certo numero di generatori computerizzati nei periodi immediatamente precedente e successivo
rispetto all’attacco:

Il grafico mostra che un cambio nella coscienza di massa ha in qualche modo influenzato il
comportamento dell’energia elettromagnetica nei computer di tutto il mondo, specialmente nei
circuiti dislocati nel Nord America. Più tardi vedremo che questo è solo l’inizio di un intero nuovo
mondo di una “scienza della consapevolezza”. Suggeriremo che le onde torsionali e la consapevolezza
sono essenzialmente identiche manifestazioni di un’energia intelligente.

Ritornando alla più confortevole arena della materia fisica, il lavoro di Kozyrev ha dimostrato che
i campi torsionali possono essere assorbiti, schermati e qualche volta riflessi. Per esempio, lo
zucchero può assorbire, una pellicola di polietilene può schermare, e altre forme di alluminio o
specchi possono riflettere. Kozyrev scoprì che in presenza di simili flussi di energia, oggetti
rigidi e non-elastici potevano manifestare cambi di peso, mentre oggetti flessibili ed elastici
potevano mostrare cambi nella loro elasticità/viscosità. Kozyrev mostrò anche che il peso di una
trottola cambiava in caso di vibrazioni, riscaldamento, raffreddamento o di corrente elettrica fatta
passare attraverso di essa. Come possiamo osservare, tutti i precedenti comportamenti si adattano
perfettamente alla nostra analogia della materia come spugna che rilascia o assorbe piccoli
quantitativi di “acqua energetica”.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *