The Divine Cosmos: capitolo 3.2

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The Divine Cosmos: capitolo 3.2

di David Wilcock

3.5 – DAVID HUDSON E GLI “ELEMENTI ORMUS”

ELEMENTI ORMUS CONOSCIUTI

Elemento – Numero Atomico

Cobalto 27

Nickel 28

Rame 29

Rutenio 44

Rodio 45

Palladio 46

Silver 47

Osmio 76

Iridio 77

Platino 78

Oro 79

Mercurio 80

Ora introduciamo il lavoro di David Hudson, che nei tardi anni ’70 scopre una sostanza che finirà
per trasformare i microcluster in una miniera d’oro nelle sue mani. Hudson spende parecchi milioni
di dollari per analizzare e testare in diversi modi queste sostanze misteriose, così che nel 1989
giungerà a brevettare la sua scoperta dei microcluster chiamandoli “ORME” (Orbitally Rearranged
Monatomic Elements = Elementi Monoatomici dalle Orbite Modificate). [Nelle discussioni il nome viene
comunemente cambiato in elementi “Ormus” o “M-state” per non interferire con il copywright di
Hudson]. Hudson mostra un’ampia conoscenza della fisica dei microcluster nelle sue letture
pubblicate dai primi anni ’90, ma le sue scoperte sono più controverse di quelle trovate nel testo
di Sugano & C. o di quelle di altre pubblicazioni ufficiali. Il brevetto di Hudson si concentra
sulle strutture dei microcluster da lui trovate nei seguenti metalli preziosi. (A questo punto
dobbiamo notare che Sugano e Koizumi hanno stabilito che sono stati trovati microcluster anche in
elementi non metallici).

Secondo Hudson nell’acqua di mare si trova una varietà sconfinata di tutti i metalli che formano
microcluster sopra menzionati. In maniera ancor più sorprendente, Hudson afferma che questi
elementi potrebbero essere presenti sulla Terra allo stato di microcluster in quantità di più di
10.000 volte superiore che non nella loro comune forma metallica. La ricerca di Hudson dimostra che
questi microcluster di metalli si trovano in molti sistemi biologici diversi, comprese molte varietà
di vegetali, e che essi possono arrivare a costituire fino al 5% in peso di materia cerebrale di un
vitello. Inoltre, tali microcluster agiscono come superconduttori a temperatura ambiente, possiedono
qualità superfluide e levitano in presenza di campi magnetici, dal momento che nessuna forza
magnetica è in grado di penetrare attraverso i loro gusci esterni. Tali qualità fisiche combaciano
con le descrizioni di vari materiali tratti da tradizioni alchemiche in Cina, India, Persia ed
Europa. Varie persone si sono offerte volontarie per ingerire microcluster d’oro o “oro
monoatomico”, ed hanno raccontato di aver sperimentato gli stessi effetti psichici, come le
trasformazioni kundaliniche, riportate nelle scritture Vediche dell’antica India.

Ancor più controverse sono le scoperte brevettate da Hudson riguardanti il riscaldamento di
microcluster di iridio. Non appena il materiale viene riscaldato, si osserva un incremento del suo
peso del 300% e oltre. C’è di più: non appena un microcluster di iridio viene riscaldato fino a 850°
Celsius il materiale scompare fisicamente alla vista e perde tutto il suo peso. Comunque, quando la
temperatura viene nuovamente ridotta, il microcluster di iridio riappare e riguadagna gran parte del
suo peso originale. Nel suo brevetto, Hudson ha una tabella generata da analisi termo-gravimetriche
che illustrano l’evolversi di questo comportamento.

L’idea di un materiale che aumenta di peso, poi spontaneamente perde peso e scompare completamente
alla vista non è più così fuori luogo se combiniamo le scoperte di Kozyrev con le modifiche di
Ginzburg alle equazioni convenzionali della relatività e le scoperte di Mishin e Aspden sulle
densità multiple dell’etere. Nel primo capitolo, Kozyrev ha mostrato come il riscaldamento o il
raffreddamento di un oggetto possa influire sul suo peso in modi sottili ma misurabili. Abbiamo
anche visto che questi incrementi e decrementi avvengono in improvvise esplosioni “quantiche”, non
in modo lento e progressivo. Il prof. Vladimir Ginzburg suggerisce che la massa di un oggetto si
converta in campo puro non appena si approssima alla velocità della luce, e i dati di Mishin e
Aspden suggeriscono che la massa in realtà si evolva in una densità di energia eterica più elevata.

Così, gli effetti osservati e brevettati sui microcluster di iridio in questo volume forniscono la
prima grande prova dell’idea che un oggetto possa essere completamente spostato in una dimensione (o
densità) di energia eterica più elevata. Nel caso del microcluster di iridio, sembrerebbe che la
struttura geometrica del microcluster permetta che l’energia del calore venga imbrigliata molto più
efficientemente. L’imbrigliamento delle vibrazioni di calore, poi, crea una estrema risonanza a una
temperatura relativamente più bassa, portando le vibrazioni interne dell’iridio oltre la velocità
della luce. (E’ plausibile che le vibrazioni interne siano già relativamente vicine alla velocità
della luce prima che venga introdotta tale risonanza, grazie alla velocità alla quale l’etere
fluisce attraverso il “vortice” atomico delle nuvole elettroniche negative e del nucleo positivo).
Poi, quando la soglia della velocità della luce viene raggiunta, l’energia eterica dell’iridio si
sposta in una dimensione più alta, causando così la sua scomparsa dalla vista. Quando la temperatura
viene ridotta, l’iridio ritorna nella nostra dimensione, dal momento che le pressione che lo teneva
nella dimensione superiore è stata eliminata.

3.6 – ANOMALIE NELLE FORMAZIONI CRISTALLINE

Ora che abbiamo trattato dell’anomala situazione dei microcluster, siamo pronti ad affrontare i
problemi più convenzionalmente riconosciuti della formazione dei cristalli. Il comune sale da tavola
è l’esempio perfetto di come due elementi diversi, sodio e cloro, possano fondersi insieme e
generare un Solido Platonico, in questo caso il cubo. Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno si
uniscono in forma di tetraedro per creare la molecola dell’acqua, (che non è un cristallo allo stato
liquido ma ha una molecola tetraedrica), e i cristalli di fluoro formano un ottaedro. I cristalli
che si formano con queste proprietà manterranno dappertutto al loro interno lo stesso modello, e
sono simmetrici. Una descrizione più tecnica è che i cristalli sono “solidi che hanno superfici
(facce) piatte che si intersecano secondo angoli specifici, e sono ordinati a livello microscopico”.
La nostra domanda chiave da ricordare qui dovrebbe essere: “perché i vortici di energia che sono
sferici finiscono per unirsi insieme con questi angoli e schemi così geometricamente precisi?” La
risposta, ovviamente, deve essere trovata nella comprensione dei Solidi Platonici come strutture di
energia “armonica” nell’etere.

La definizione classica di Glusker e Trueblood di come si formino i cristalli è che essi sono
prodotti da…

…un assembramento di atomi che si ripete regolarmente. Ogni cristallo può essere visto come
costituito dalla continua e ripetuta traslazione tridimensionale di un qualsiasi schema strutturale
di base. (grassetto aggiunto)

Il termine “traslazione” significa ruotare un oggetto specifico di un preciso numero di gradi, come
ad esempio 180°, il che formerebbe un cristallo “a due direzioni” dal momento che ci sono due
traslazioni di questo tipo in un angolo giro di 360°. Così, “una traslazione ripetuta” significa che
l’elemento strutturale di base (atomo o gruppi molecolari di atomi) che forma un cristallo può
essere ruotato allo stesso modo più e più volte per formare lo schema ripetuto. Il termine tecnico
per un accomodamento così regolare è periodicità, che significa che un cristallo è fatto di una
“qualsiasi unità strutturale di base che si ripete infinitamente in tutte le direzioni, che riempie
tutto lo spazio” al proprio interno. La stessa struttura (atomo o gruppo di atomi) continua a
ripetersi nella stesso, periodico, modo; da cui il termine periodicità.

Nella teoria classica della formazione “periodica” del cristallo, ogni atomo conserva la propria
forma e dimensione originale e non influenza gli altri atomi a parte quelli ai quali è direttamente
collegato.

E’ importante comprendere che il modello della periodicità ha funzionato molto bene in
cristallografia. Ogni tipo di cristallo scoperto potrebbe essere analizzato con questo metodo, e gli
angoli tra le sue facce potrebbero essere predetti in base a semplici principi geometrici. In più,
nel 1912, Max Von Laue scoprì un modo per utilizzare i raggi X per illuminare la struttura interna
dei cristalli, creando quello che viene chiamato come “diagramma di diffrazione”. Il diagramma
appare come un assembramento di singoli punti di luce su uno sfondo scuro. Questo fatto portò ad una
intera scienza di ‘cristallografia a raggi X’ che fu formalizzata da William H e William L. Bragg,
dove i punti di luce vengono analizzati geometricamente in relazione l’uno all’altro al fine di
determinare cosa realmente sia la struttura di un vero cristallo. Nei settant’anni successivi a
questa scoperta, ogni diagramma di diffrazione che è stato analizzato dagli scienziati della scienza
ufficiale si adattava perfettamente al modello della periodicità, cosa che portò all’inevitabile ed
apparentemente semplice conclusione che i cristalli fossero un assembramento di singoli atomi in
unità strutturali.

Uno delle regole più puramente matematiche del modello della periodicità è che un cristallo può
avere solo rotazioni (traslazioni) in 2, 3, 4 e 6 direzioni. In questo modello, se si ha un
cristallo che è effettivamente fatto di singoli atomi o molecole in una struttura periodica
ripetitiva, il cristallo non può avere una rotazione a 5 sensi o una rotazione in più di 6
direzioni. “Si suppone” che gli atomi mantengano le loro proprie identità puntiformi e che non si
uniscano con altri atomi in un intero più grande. Tuttavia, in termini puramente geometrici, il
dodecaedro ha cinque assi di simmetria e l’icosaedro ha 5 e 10 assi di simmetria. Questi Solidi
Platonici soddisfano tutti i requisiti per la simmetria, come sottolineato dal dr. Wolff
precedentemente in questo capitolo, ma non si può semplicemente impacchettare singoli atomi per
creare una di queste forme. Quindi il dodecaedro e l’icosaedro hanno la simmetria ma ancora non
hanno la periodicità delle formazioni cristalline. Perciò, non c’era nessun indizio in scienza che
facesse credere che entrambe queste forme potessero comparire come strutture molecolari cristalline,
era “impossibile”. O almeno così credevano loro…..

Ora addentriamoci nell’infame incidente di Roswell. Secondo l’ex impiegato di Groom Lake / Area 51
Edgar Fouche, sui resti rinvenuti sono state trovate delle strutture molecolari che non soddisfano
il modello convenzionale della periodicità cristallina. Questi vennero conosciuti come
“quasi-cristalli” (quasi-crystals), abbreviazione di “cristalli quasi-periodici” (quasi-periodic
crystals) Sia l’icosaedro sia il dodecaedro apparvero in queste leghe uniche. Simili a microcluster
ma ad un più elevato ordine di grandezza, questi quasi-cristalli manifestavano molte strane
proprietà, come estrema durezza, estrema resistenza al calore e non-conduttività elettrica, anche se
normalmente i metalli presenti in queste formazioni sono dei conduttori! (Questo concetto sarà
chiarito nelle prossime righe). Diversamente dai microcluster, che pare si possano formare
individualmente solo da “strisce di cluster”, i quasi-cristalli possono essere raggruppati insieme
per formare delle leghe. Fouche afferma quanto segue sul proprio sito internet, con il grassetto
aggiunto da noi:

Ho detenuto cariche all’interno della USAF [l’Aeronautica Militare USA] che richiedevano che fossi
in possesso di accessi Top Secret, Top Secret-Crypto e di classe “Q”…

Nella sala centrale a Groom [base top secret di Groom Lake], ho udito parole come Forze di Lorentz,
detonazioni pulsanti, radiazione ciclotroniche, generatori di campo a trasduzione di flusso
quantico, lenti di energia di quasi-cristalli e ricevitori quantici EPR. Mi hanno detto che i
quasi-cristalli erano la chiave [d’accesso] ad un intero nuovo ramo di tecnologie per la propulsione
e le comunicazioni.

A tutt’oggi sono oggetto di forti pressioni affinché spieghi le eccezionali proprietà elettriche,
ottiche e fisiche dei quasi-cristalli e il perché tali ricerche vengano secretate…

Quattordici anni di ricerche sui quasi-cristalli hanno permesso di stabilire l’esistenza di una
ricca varietà di quasi-cristalli stabili e meta-stabili con cinque, otto, dieci e dodici assi di
simmetria, con strane strutture [come il dodecaedro e l’icosaedro] e interessanti proprietà. Si è
reso necessario sviluppare nuovi strumenti per lo studio e la descrizione di questi straordinari
materiali.

Ho scoperto che ricerche segrete hanno mostrato che i quasi cristalli sono molto promettenti come
materiali per lo stoccaggio di grandi energie, componenti di matrici metalliche, barriere termiche,
rivestimenti inusuali, sensori ad infrarossi, applicazioni laser ad alta potenza ed elettro-magneti.
Alcune leghe ad alta resistenza e alcuni strumenti chirurgici sono già sul mercato. [Nota: Wilcock è
stato personalmente informato nel 1993 che il Teflon e il Kevlar sono entrambi frutto di
retro-ingegneria]

Una delle storie che mi sono state raccontate più di una volta era che una delle coppie di cristalli
usate nella propulsione dell’incidente di Roswell fosse un Cristallo di Idrogeno. Fino a poco tempo
fa, creare un cristallo di idrogeno andava oltre le nostre conoscenze scientifiche. Ora la
situazione è cambiata. In un Programma Black Top Secret, sotto la DOE, è stato scoperto un metodo
per produrre cristalli di idrogeno, poi la produzione è iniziata nel 1994.

Il lattice di quasi-critalli di idrogeno, e un altro materiale non nominato, formavano le basi per
la propulsione a scudo plasmatico del velivolo di Roswell ed era una parte integrante del motore
bio-chimico del veicolo. Una quantità di avanzata cristallografia che gli scienziati non osavano
nemmeno sognare fu scoperta da scienziati ed ingegneri che valutarono, analizzarono e tentarono di
risalire per retro-ingegneria alla tecnologia che si era presentata col veicolo di Roswell e con
altri otto veicoli che caddero dopo di allora.

Discutibilmente, dopo 35 anni di segrete ricerche sui materiali di Roswell, coloro che avevano
recuperato queste tecnologie hanno ancora centinaia se non migliaia di enigmi irrisolti su quanto
hanno trovato, ed è stato giudicato “prudente” introdurre i “quasi-cristalli” nel mondo non
scientifico con una certa gradualità. Ora ci sono letteralmente migliaia di riferimenti diversi ai
quasi-cristalli su Internet, completamente privi di ogni menzione ai microcluster. (Non un singolo
studio scientifico tra quelli che siamo stati in grado di trovare in rete menziona i quasi-cristalli
e i microcluster nello stesso documento). Molti dei riferimenti ai quasi-cristalli provengono da
compagnie che sono partner del governo, ed è facile intuire come vengano studiati in modo intenso ed
ampio. Tuttavia, non vengono quasi mai menzionati sui media generalisti, e nonostante ciò presentano
una sfida unica alle nostre prevalenti teorie della fisica quantica. La ricerca va avanti, ma con
una esaltazione molto dimessa.

Dan Schechtman è stato insignito dell’onere/onore di aver scoperto (o di aver avuto la possibilità
di ri-scoprire) i quasi-cristalli l’8 Aprile 1982 con una lega Alluminio-Manganese (Al6Mn) che
all’inizio era allo stato di liquido fuso e che poi veniva raffreddata molto velocemente. Si è
verificata la produzione di cristalli in forma di icosaedro, come determinato dal diagramma a
diffrazione che è stato osservato, simile all’immagine qui sotto. I dati di Schechtman non sono mai
stati pubblicati fino al Novembre 1984! Nell’immagine a destra della figura 3.4 possiamo vedere
chiaramente un numero di pentagoni, che indica la simmetria a cinque assi dell’icosaedro:

Come abbiamo detto, con l’avvento dei quasi-cristalli, sono apparsi sia il dodecaedro che
l’icosaedro, insieme ad altre inusuali forme geometriche, che in qualche modo completano la comparsa
di tutti e cinque i Solidi Platonici nel mondo molecolare. Sia il dodecaedro che l’icosaedro
posseggono elementi di simmetria a cinque assi con le loro strutture pentagonali. La figura 3.5 di
An Pang Tsai del NRIM di Tsukuba, Giappone, mostra una lega quasi-cristallina di
Alluminio-Rame-Ferro in forma di dodecaedro e una lega di Alluminio-Nichel-Cobalto in forma di
prisma decagonale (10 lati):

Il problema, qui, è che non si possono creare tali cristalli usando singoli atomi uniti insieme, ma,
come possiamo ancora vedere nelle fotografie, essi sono assai reali. Il problema chiave per gli
scienziati, allora, è come spiegare e definire il processo per mezzo del quale si formano questi
cristalli. Secondo A.L. Mackay, uno dei modi per includere la simmetria a cinque assi nella
definizione cristallografica è “l’abbandono dell’atomicità”.

Strutture frattali con cinque assi ovunque richiedono che vengano abbandonati gli atomi di grandezza
finita. Questo non è un assunto realistico per i cristallografi del mondo, ma i matematici sono
liberi di esplorarlo. [grassetto aggiunto]

Ciò che questo suggerisce è che, similmente ai microcluster, pare che i quasi-cristalli non abbiano
più atomi individuali, ma piuttosto che gli atomi si siano fusi insieme in una unità attraverso
l’intero cristallo. Mentre può apparire impossibile da credere per i cristallografi, in realtà è tra
le quattro più semplici potenziali soluzioni al problema di A. L. Mackay, poiché include la semplice
geometria tridimensionale e si correla con le nostre osservazioni sui microcluster. Ancora: dal
momento che i cristalli sono molto reali, l’unico grande ostacolo da superare è la nostra fissazione
sulla credenza che gli atomi siano fatti di particelle.

Un altro esempio a riguardo si ha nel Condensato di Bose-Einstein, teorizzato per la prima volta nel
1925 da Albert Einstein e Satyendranath Bose, e dimostrato per la prima volta in un gas nel 1995. In
breve, un Condensato di Bose-Einstein è un grande gruppo di atomi che si comporta come se fosse una
particella singola, con ogni atomo che lo compone che sembra occupare simultaneamente tutto lo
spazio e tutto il tempo attraverso l’intera struttura. Si misura che tutti gli atomi vibrano alla
stessa esatta frequenza e viaggiano alla stessa velocità, e tutto appare essere situato nella stessa
area di spazio. Le varie parti del sistema agiscono rigorosamente come un intero unificato, perdendo
ogni segno di individualità. Questa è la vera proprietà richiesta a un superconduttore per esistere.
(Un superconduttore è una sostanza che conduce elettricità senza perdita di corrente).

Tipicamente, un condensato di Bose-Einstein può essere formato solo a temperature estremamente
basse. Tuttavia, sembra di osservare un processo simile a quello che avviene nei microcluster e nei
quasi-cristalli, dove non esiste più un senso di identità atomica individuale. Sorprendentemente, un
altro processo simile avviene anche nella luce laser, conosciuta come luce “coerente”. Nel caso del
laser, l’intero fascio di luce si comporta come se fosse un unico “fotone” nello spazio e nel tempo;
in un fascio laser non c’è nessun modo per separare fotoni individuali. E’ interessante notare che i
laser, i superconduttori e i quasi-cristalli sono stati tutti trovati in tecnologie ET recuperate
dal 1940 in poi.

Tutto questo ovviamente introduce un intero nuovo mondo di fisica quantica sul tavolo della
discussione. Nel tempo, pare che i quasi-cristalli e il condensato di Bose-Einstein saranno usati
molto più diffusamente e compresi come esempi di come siamo stati fuori strada nel nostro pensiero
dei quanti basati su “particelle”. Inoltre, il fisico britannico Herbert Froehlich ha supposto nei
tardi anni ’60 che sistemi viventi si comportano frequentemente come i condensati Bose-Einstein,
suggerendo che sia in atto un ordine a scala più alta. Discuteremo di questo nei capitoli
successivi, che si accordano con la biologia eterica.

La nostra prossima domanda riguarda le nuvole di elettroni che sono state osservate nell’atomo. Rod
Johnson e Dan Winter hanno entrambi notato che nell’atomo le nuvole di elettroni a forma di lacrima
si adattano perfettamente alle facce dei Solidi Platonici. Winter si riferisce alle nuvole di
elettroni come “coni a vortice” (vortex cones), e la figura 3.6 è sfortunatamente una copia
illeggibile della Tavola Periodica degli Elementi come originariamente ideata da Sir William
Crookes, uno scienziato famoso e altamente rispettato dei primi del ‘900, il quale in seguito
divenne investigatore nel campo della parapsicologia. Nella parte bassa dell’immagine, vediamo
un’illustrazione di come i “coni a vortice” si adattino su ogni faccia dei Solidi Platonici.

(Pare che una copia più leggibile della figura 3.6 esista in uno dei libri precedenti di Winter.
Alcuni dei nomi degli elementi possano essere ricavati guardando l’immagine a grandezza naturale, e
altri possano essere dedotti dalla loro posizione in relazione alla classica Tavola Periodica degli
Elementi. Il documento ovviamente si legge dall’alto in basso, e il primo elemento che è scritto
proprio sotto i due cerchi al centro è l’Elio, e la linea poi si muove verso l’elemento successivo.
La scala sulla sinistra è una serie di misure graduate, che inizia dallo 0° della linea superiore e
aumenta di unita di 10° per ogni linea. I numeri dei gradi scritti sulla scala sono 50, 100, 150,
200, 250, 300, 350 e 400. Questo pare indicare che la teoria di Sir Crookes comprendesse rotazioni
angolari o traslazioni degli elementi in base alla loro geometria quando ci muoviamo da un elemento
al successivo. Possiamo vedere che l’onda è per lo più dritta, ma al tempo stesso ci sono
inclinazioni nella linea che sembrano corrispondere a rotazioni angolari più ampie che devono essere
fatte).

Ritornando ai Solidi Platonici nell’etere, Aspden afferma che essi agiscono come “cristalli fluidi”,
cioè che si possono comportare come solidi e come liquidi allo stesso tempo. Così, dopo aver capito
che le nuvole di elettroni sono tutte posizionate secondo il modello dei Solidi Platonici, diventa
molto più facile capire come si formino i cristalli e anche come probabilmente si formino i
quasi-cristalli. Ci sono “nidi” di Solidi Platonici nell’atomo, un solido per ogni sfera principale
nel “nido”, proprio come ci sono “nidi” di nuvole elettroniche a differenti livelli di valenza tutti
co-esistenti. I Solidi Platonici formano una griglia e una struttura energetica attraverso cui
l’energia eterica deve fluire non appena si avvicina al centro positivo di bassa pressione
dell’atomo. Così, vediamo che ogni faccia dei Solidi funziona come un tunnel attraverso cui
l’energia deve passare, creando ciò che Winter ha chiamato “coni a vortice”.

Ora che il necessario contesto è stato chiarito, i concetti di Johnson sulla simmetria Platonica
all’interno della struttura di atomi e molecole del prossimo capitolo non dovrebbero risultarci così
strani come probabilmente appaiono alla maggior parte delle persone. Dato quello che abbiamo visto
nell’estesa ricerca che è stata sviluppata, specialmente con l’ingegneria dei quasi-cristalli, pare
che questa informazione sia già sfruttata dall’umanità in certi circoli ristretti.

RIFERIMENTI:

1. Aspden, Harold. Energy Science Tutorial #5. 1997. URL: www.energyscience.co.uk/tu/tu05.htm

2. Crane, Oliver et al. Central Oscillator and Space-Time Quanta Medium. Universal Expert
Publishers, June 2000, English Edition. ISBN 3-9521259-2-X

3. Duncan, Michael A. and Rouvray, Dennis H. Microclusters. Scientific American Magazine, December
1989.

4. Fouche, Edgar. Secret Government Technology. Fouche Media Associates, Copyright 1998/99. URL:
fouchemedia.com/arap/speech.htm

5. Hudson, David. (ORMUS Elements) URL: www.subtleenergies.com

6. Kooiman, John. TR-3B Antigravity Physics Explained. 2000.
URL:http://www.fouchemedia.com/Kooiman.htm

7. Mishin, A.M. (Levels of aetheric density) URL: alexfrolov.narod.ru/chernetsky.htm

8. Winter, Dan. Braiding DNA: Is Emotion the Weaver? 1999. URL:
soulinvitation.com/braidingDNA/BraidingDNA.html

9. Wolff, Milo. Exploring the Physics of the Unknown Universe. Technotran Press, Manhattan Beach,
CA, 1990. ISBN 0-9627787-0-2. URL: members.tripod.com/mwolff

[1] in inglese God=Dio, (N.d.T.)

[2] In acustica musicale, si definisce diatonica una scala ottenuta mediante la divisione
dell’ottava in 5 toni e 2 semitoni. Wilcock si riferisce ai suoni diatonici come puri in quanto i
loro rapporti numerici (considerati nella scala naturale) si approssimano all’intero. (N.d.T.)

[3] Ossia inerti (N.d.T.)

* * * * * * * * * *

Originale in inglese:
www.divinecosmos.com/index.php?option=com_content&task=view&id=97&Itemid=36

Tradotto da Mauro Carfi e Andrea Calabrese per Stazione Celeste stazioneceleste.it

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