The Divine Cosmos: capitolo 6.1

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The Divine Cosmos: capitolo 6.1

di David Wilcock

Capitolo Sei

IL BATTITO UNIVERSALE

di David Wilcock

Ora che abbiamo un modello di base valido di come funzionino la materia e l’energia a livello
quantico, e avendo anche dimostrato un’espansione armonica di questi principi nel comportamento
delle formazioni di plasma e nelle dinamiche dell’energia planetaria, siamo pronti a proporre un
modello davvero unificato di un Cosmo Divino. Questo modello è stato nascosto nei libri antichi, nei
monumenti e nelle leggende mitologiche della scienza esoterica, ora incanutiti e in attesa di essere
riscoperti. Queste informazioni venute di nuovo alla luce ci permettono di considerare l’origine e
la creazione dell’Universo da noi conosciuto come un’ Essenza Primaria consapevole sviluppatasi
gradatamente, e non un’improvvisa esplosione di “nulla” che ha disseminato fornaci nucleari isolate
a lenta combustione nella paralizzante oscurità dello spazio.

Desideriamo ringraziare il Dr. Oliver Crane per lo sviluppo di molti dei concetti chiave legati a
questo modello nel suo fondamentale documento del 1993, ora pronto per essere scaricato online con
una donazione simbolica di 1$, intitolato Central Oscillator and the Space-Time Quanta Medium.
[L’oscillatore centrale e il medium quantico spaziotemporale]. Questo capitolo è una fusione
dell’ipotesi fulcro di Crane con la conoscenza acquisita dalla fisica di Johnson e anche dalle
antiche scritture Vediche: tutto ciò ci ha fornito un modello più completo e unificato, che combacia
con i dati osservabili.

6.1 – INDIZI SULL’UNIVERSO PROVENIENTI DA ANTICHE SCUOLE MISTERICHE

In quasi tutte le tradizioni spirituali esoteriche, l’Universo comincia con l’Unità, che è avvolta
nel mistero. Si dice abbia la forma di una sfera, e vi faremo riferimento come alla Sfera
Universale. Oppure, da una prospettiva matematica, possiamo pensare a questa sfera come un punto
puro, che non ha “tempo” e “spazio” come lo intendiamo noi ora, ma entrambi infinitamente grandi e
infinitamente piccoli, a seconda della prospettiva dal suo interno – e un punto avrebbe in effetti
una simmetria sferica. Benché non possiamo veramente speculare sui suoi contenuti, la sua identità
compare nella moderna fisica Russa come il “Vuoto Fisico Assoluto” o APV. Viene spesso definito
erroneamente “inutile” poiché non ha movimento dentro di sé – e senza movimento, non ci può essere
cambiamento, tempo, né energia come la conosciamo noi.

Le tradizioni ci dicono che poi l’Unità scelse di dividersi. Questo punto nella scienza esoterica
viene espresso come “l’Uno diviso in Due”. Tutto ciò avviene dentro la Sfera, che non modifica la
sua forma, né forma un doppio sé come si vede nella scissione di una cellula. Questa semplice
divisione dell’energia dentro la Sfera ha creato due principali corpi di etere, che per semplicità,
indicheremo come etere 1 (A1) e etere 2 (A2). In definitiva, suggeriamo che tutti gli effetti di
Kozyrev e tutti i livelli di densità eterica o piani di spazio e tempo, siano causati nella
creazione della materia dall’interazione dinamica di queste due forze principali, come si è visto
anche nel modello della fisica quantica di Rod Johnson. Il prossimo estratto da Physics News
suggerisce che due predominanti densità diverse di etere (leggi “materia oscura”) sono all’opera
nelle galassie e nei supercluster. Non è necessario che il lettore comprenda per intero il
paragrafo, ma semplicemente la parte evidenziata:

newton.ex.ac.uk/aip/physnews.259.html#

LA MATERIA OSCURA, COME QUELLA LUMINOSA, E’ GERARCHICA. Cioè essa si aggrega a livello galattico e
al livello di raggruppamenti di galassie. Questa visione si basa sulle nuove osservazioni effettuate
con il telescopio orbitante giapponese a raggi X, ASCA, che ha registrato emissioni di raggi X
provenienti dal gas nel gruppo di galassie Fornax (Y. Ikebe e altri, Nature, 1 Feb. ’96). La densità
della materia oscura in qualsiasi posizione, si deduce dalla densità del gas bollente (fino a 10**8
K), che probabilmente è mantenuto in equilibrio dall’influenza gravitazionale dell’invisibile
materia oscura che lo circonda. Gli scienziati ASCA suggeriscono che una spiegazione delle loro
misurazioni sia la presenza di due tipi diversi di materia oscura. Questo si rifà ad alcuni modelli
cosmologici ibridi che propongono che la materia oscura fredda (assioni) influenzi le relazioni a
livello galattico e la materia oscura calda (ammassi di neutrini) a livello di raggruppamenti
(Science News 10 Feb. ’96) [corsivo e grassetto nostri]

Quello precedente è solo uno dei tanti pezzi del puzzle che suggerisce che due principali forme di
“etere” (materia oscura) siano all’opera nell’Universo. Ancora, il nostro punto cruciale di
partenza, qui, è che abbiamo una Sfera Universale che si è divisa in A1 e A2 al suo interno. Questi
eteri hanno velocità di vibrazione leggermente differenti, espresse nel paragrafo precedente come
“caldo” e “freddo”.

6.2 – A1 E A2 RUOTANO IN SENSO CONTRARIO L’UNA DENTRO L’ALTRA

Subito dopo, e soprattutto, dobbiamo osservare che i corpi universali di etere 1 ed etere 2 possono
ruotare in senso contrario l’uno rispetto all’altro, o roteare in direzioni opposte, senza causarsi
interferenze a vicenda:

A1 ruota in senso orario, mentre A2 ruota in senso antiorario allo stesso tempo, ed essi in genere
si passano attraverso nella Sfera, mentre continua il movimento.

Poiché A1 vibra leggermente più in fretta di A2, A1 ruoterà anche leggermente più in fretta di A2
nella Sfera. Questo sarà un punto molto importante più avanti.

I corpi di A1 e A2 sono simili ai fluidi, nel senso che hanno “campi bolla” sferici che hanno la
capacità di fluire. Questo è sostenuto dal lavoro di Kozyrev, Mishin e altri, che dimostrarono
l’attività simile ai fluidi e le “correnti” nell’etere. Tuttavia questi “campi bolla” hanno anche
una geometria interna dei Solidi Platonici che li fa rimanere legati in una struttura matrice
relativamente stabile con i loro vicini. A1 si lega a se stesso come un’unica entità sferica e A2 si
lega a se stesso come un’entità sferica separata. Perciò questa caratteristica geometrica di
cristallo fluido di A1 e A2, impedisce loro di fondersi l’uno con l’altro (omogeneizzazione) tutto
in una volta e di perdere la loro energia di rotazione contraria. E mentre essi ruotano in senso
opposto, i loro “campi bolla” riescono a scivolarsi oltre a vicenda, come un super-fluido, anche se
si trovano esposti ad un’altissima compressione. In un certo senso, questo è simile al modo in cui
le persone si oltrepassano lungo le affollate strade cittadine, mentre camminano in direzioni
opposte.

6.3 – A1 E A2 CONDUCONO LE VIBRAZIONI COME UN FLUIDO SINGOLO

Ancora, le caratteristiche della matrice fluido-cristallina di A1 e A2 fanno sì che essi conservino
il loro ordine geometrico intrinseco, molto simile ad un’elaborata forma di mandala Vedico, mentre
ruotano in senso opposto. Questo si potrebbe pensarlo come una forma di attrazione magnetica
interiore. Tuttavia, se cominciamo effettivamente a inviare ondulazioni (pulsazioni) attraverso
questa Sfera Universale, i campi bolla di A1 e A2 cominceranno a scontrarsi fra di loro, conducendo
le vibrazioni (pulsazioni) come un solo fluido omogeneo. Queste pulsazioni sono la vera, effettiva
definizione delle onde di torsione. Questo concetto di A1 e A2 come fluido unificato è estremamente
importante per capire come funziona in realtà l’Universo, poiché esso spiega che tutti i livelli di
etere, indipendentemente dalla loro densità, sono costituiti da A1 e A2. Pertanto, A1 e A2
potrebbero essere visti come i precursori dell’Ottava delle densità di energia eterica di cui
parliamo. Questo si chiarirà man mano che procediamo.

6.4 – A1 E A2 SI SCONTRANO PER FORMARE ENERGIA ELETTROMAGNETICA (MATERIA)

Per gran parte del tempo, A1 e A2 si scivolano accanto. Tuttavia, se le loro geometrie sono
allineate adeguatamente, essi possono fondersi e lo fanno. L’energia elettromagnetica si forma
quando i campi bolla di A1 e A2 si fondono. Naturalmente noi sappiamo che l’energia elettromagnetica
è il mattone di tutta la materia fisica, secondo Einstein e altri. Tale fusione, ovviamente, non è
consentita nei modelli di “particelle” convenzionali.

Allora adesso prendiamo questa base e avanziamo la prossima serie di concetti, che operano su di un
modello di dinamica fluida:

I due eteri simili a fluido ruotano effettivamente in senso contrario all’interno di uno spazio
sferico, continuamente e fluendo facilmente l’uno vicino all’altro, con le caratteristiche di un
“super-fluido”, cioè: a meno che le loro particelle non si urtino, c’è resistenza zero al loro
movimento.

Mentre i due eteri simili a fluido si oltrepassano, alcuni dei loro campi bolla si urteranno
direttamente.

Quando le loro frequenze geometriche sono propriamente allineate, le due forme diverse di energia di
A1 e A2 si fondono insieme.

Una volta che A1 e A2 si fondono, essi vengono immediatamente compressi dal materiale che li
circonda da tutte le parti.

Similmente a come si forma una bolla d’aria nell’acqua, la compressione delle energie fuse di A1 e
A2 forma una sfera in miniatura.

Questo crea un minuscolo duplicato della Sfera Universale, un perfetto microcosmo del macrocosmo.

All’interno di questa sferetta, le energie eteriche di A1 e A2 continueranno a ruotare in senso
opposto e a volteggiare l’una intorno all’altra proprio come fanno nella Sfera Universale.

Questo genera un vortice, che assume una forma di “gravità” attirando A1 e A2 dentro di sé tramite
l’effetto Biefield-Brown, come spiegato nel Capitolo Due.

Mentre queste piccole sfere continuano ad attirare sempre più campi bolla da A1 e A2, esse
aumenteranno gradualmente di dimensione. Ciò non è dissimile dall’aggiungere nuove gocce ad una
bolla d’acqua e osservandola espandersi di volume.

Le “unità” che si formano in questo processo, formano la materia che noi conosciamo, tramite il
modello di Johhson. Senza la fusione di A1 e A2, non c’è materia osservabile.

Con tutto ciò che è scritto qui sopra, ora abbiamo sistemato le proprietà fondamentali e più
importanti in questo modello “etere” del Cosmo. Il nostro prossimo passo è quello di rappresentare
quali strutture appaiano all’interno di questa Sfera Universale, cioè dove potrebbe formarsi il
maggior numero di piccole “unità” sferiche. Parte della risposta la si può trovare chiedendo
“Esattamente, cosa succederà quando abbiamo un corpo di liquido dalla forma sferica, che ruota?” Poi
il resto della risposta lo troviamo chiedendo “Dove si avrà il maggior numero di collisioni fra i
“campi bolla” ?”

6.5 – I VORTICI SI URTANO NEL CENTRO, FORMANDO UNA SFERA PIU’ PICCOLA

Abbiamo giù spiegato nei capitoli precedenti, come il toroide sferico sia una formazione naturale di
“mulinello” che compare in un fluido, a causa del movimento di rotazione. Nella sfera rotante di
fluido, si osserva un mulinello su entrambi i poli nord e sud; su di un polo il vortice mulinerà
“all’interno”, verso il centro e sull’altro polo mulinerà “verso l’esterno”, allontanandosi dal
centro. Ricordate che sia A1 che A2 esistono nella medesima sfera, ma ruotano in direzioni opposte.
Ciò significa che entrambi creeranno formazioni di toroide sferico che avranno in comune lo stesso
asse nella stessa sfera.

Quindi deduciamo quanto segue:

Il primo etere (A1) ruota in movimento orario, e questo genera un mulinello che fluisce entrando
attraverso il polo nord della Sfera ed esce attraverso il polo sud della Sfera.

Il secondo etere (A2) ruota in movimento antiorario, e questo genera un mulinello che fluisce
entrando dal polo sud della Sfera ed esce attraverso il polo nord della Sfera.

Se prendiamo in considerazione l’immagine di una nave che viene catturata da un gorgo, ricorderemo
che essa gira e gira in tondo a grandi cerchi e continua a muoversi sempre più velocemente man mano
che si avvicina al centro del vortice, dove alla fine sarà schiacciata e sommersa dalle incredibili
pressioni che si generano là. Quindi quando prendiamo questa similitudine del mulinello e la usiamo
con la nostra sfera, significa che l’asse del vortice centrale della sfera avrà la maggior velocità
di movimento, e anche la maggior pressione. A1 spinge verso il centro dal Nord e A2 spinge verso il
centro dal Sud. Essi si scontrano nel centro esatto della Sfera Universale con la più altra velocità
di movimento e con la più altra pressione.

Dopo che A1 e A2 si sono formati ed è iniziato il loro movimento di rotazione contraria, il momento
in cui si verifica per la prima volta questa collisione di vortici nel centro, è quello che la
maggioranza degli scienziati chiamerebbe “Big Bang” . La pressione diretta verso sud di A1 entra in
collisione con la pressione diretta a nord di A2 e moltissimi dei campi bolla di A1 e A2 cominciano
a fondersi in questa zona più che in altre. Essi si dispongono formando una sfera nel centro, dato
che c’è pressione che spinge da ogni parte. Si crea dell’energia elettromagnetica, secondo il
modello di fisica di Johnson, generando luce e materia visibili. Questa sfera di energia comincia a
crescere dapprincipio, man mano che assorbe in sé sempre più particelle di energia di tipo fluido di
A1 e A2.

Possiamo anche pensare a questo evento come la nascita della prima stella nell’Universo.

Il plasma luminoso è la forma originale, basilare che viene prodotta quando i due eteri si
mescolano. La prossima immagine, che vediamo di seguito, proviene dal lavoro di Dan Winter, e mostra
il mulinello – sulla sinistra, le formazioni toriche nella loro rotazione opposta – al centro, e un
diagramma del Dr. Walter Russell – all’estrema destra – che mostra come essi si uniscano a formare
una sfera. (Dall’immagine possiamo vedere che Winter commette il facile errore di non vedere che i
due tori sono entrambi contenuti nello stesso spazio sferico e sono in grado di ruotare all’interno
l’uno dell’altro, poiché egli li ha visualizzati più simili a due ciambelle sovrapposte)

Il Dr. Walter Russell ebbe un periodo di illuminazione mistica di 39 giorni in cui fu in grado di
vedere in gran parte come fosse strutturato e funzionasse l’Universo, sviluppando molti dei punti
chiave di questa nuova cosmologia. Da questo diagramma sulla destra, possiamo avere una buona
immagine visiva di come sia creata esattamente questa Sfera Centrale, per mezzo dei due “mulinelli”
di energia incrociati provenienti da entrambe le direzioni. Altre illustrazioni di Russell, non
riportate qui, hanno un cerchio chiaramente visibile nell’area centrale a forma di diamante, fra le
due spirali, per mostrare più facilmente le due sfere.

6.6 – COMPRENSIONE ESOTERICA DEL “GRANDE SOLE CENTRALE”

Dato che stiamo proprio trattando con una sfera che è un plasma luminoso, molte scuole esoteriche di
pensiero si riferiscono a questa Sfera Centrale come il “Grande Sole Centrale”. Inoltre questa è
anche la base per l’importanza mistica del numero tre. Se A1 viene visto come “maschile” e A2 come
“femminile”, allora con la loro unione “sessuale” essi creano un figlio che è una piccola immagine
dell’Uno, fatto della materia di entrambi i suoi “genitori”. Vediamo emergere il concetto di Trinità
in molte tradizioni spirituali, compresi il credo Vedico, quello egiziano e quello cristiano.
L’archetipo centrale, come espresso dal noto studioso Joseph Campbell, è quello di un padre e una
madre che generano un figlio androgino che è sia maschio che femmina. Questo si può vedere, ad
esempio, nel mito Egiziano di Osiride – il padre, Iside – la madre e Horus – il figlio androgino.
Questo è uno degli esempi di come le dottrine della trinità “esoterica” o non metafisica potevano
essere comuni fra i non iniziati, mentre i racconti celavano abilmente i fatti profondi, esoterici e
scientifici per mezzo di un simbolismo.

6.7 – LA SFERA CENTRALE COMINCIA AD OSCILLARE (VIBRARE)

A questo punto, abbiamo la nascita e la crescita del Grande Sole Centrale. Successivamente scopriamo
che si stabilisce un ritmo pulsante, in questa sfera centrale, precisamente in questo modo:

Una volta che il plasma luminoso che si sta formando dentro la sfera centrale raggiunge una
determinata dimensione, l’incredibile pressione circostante dei movimenti mulinanti di A1 e A2 fa sì
che la sfera collassi su se stessa e imploda.

Questa implosione mischia il plasma tutto insieme in maniera strettissima.

Tuttavia, il plasma resiste alla compressione, oltre un certo livello massimo di densità.

Quindi, proprio come farebbe una palla di gomma sotto compressione, l’intera sfera di plasma
rimbalza indietro collettivamente, contro la pressione circostante, facendo sì che essa riesploda
tornando alla sua forma originale.

Poiché la sfera non può ancora sopportare di essere compressa così fortemente, esplode di nuovo, e
così il ciclo continua, con la sfera che continua a diventare leggermente più grande ogni volta, a
causa dell’aumento regolare della quantità di energia che fluisce in essa.

Questa sfera adesso è ciò che il Dr. Crane chiama un “oscillatore centrale”.

In questo modello, i principali campi energetici di A1 e A2 nella Sfera Universale, manterranno
costanti e regolari le velocità di rotazione rispetto a se stessi, con A1 leggermente più rapido di
A2. Questo significa anche che il ciclo di implosione-esplosione della sfera centrale pulserà con un
ritmo regolare e immutato, inspirando ed espirando, dentro e fuori. Per questa ragione le tradizioni
esoteriche vi fanno riferimento come al “Respiro del Divino” o il “Battito Universale”.

6.8 – LE OSCILLAZIONI DELLA SFERA SI ARMONIZZANO CON IL “SECONDO”

Prove evidenti indicano anche il fatto che ogni grande pulsazione del Grande Sole Centrale è in
perfetta armonia con l’unità di tempo che chiamiamo il secondo. Questo probabilmente può sembrare
assurdo, dapprincipio, ma nel prossimo capitolo vedremo che è esattamente dove ci portano i dati; ed
esso riporta anche al passato antico, sia nelle civiltà Sumerica e Maya, come già sapranno i lettori
dei nostri volumi precedenti.

Ricordiamoci anche che il secondo non è il solo intervallo di tempo a cui dobbiamo guardare, poiché
quando abbiamo a che fare con le vibrazioni, avremo molte lunghezze d’onda diverse che si muovono
tutte insieme, proprio come abbiamo molti toni diversi che risuonano quando pizzichiamo una corda
musicale. Il Dr. O. Crane ritiene che ci sia un’altra sfera diversa, “annidata” dentro un
oscillatore centrale, per ognuna delle frequenze a pulsazione maggiore che esso produce; perciò egli
sente che qualsiasi stella si scoprirà avere una struttura multistrato come una cipolla. Come
esempio ipotetico, la sfera esterna potrebbe pulsare una volta al secondo, la successiva sfera
interna potrebbe pulsare due volte al secondo, la successiva tre volte al secondo, la successiva
cinque, la successiva otto, e così via, secondo la proporzione “phi”. Altre proporzioni come le
radici quadrate di 2,3 e 5, così come “e” e Pi Greco, sono fattori altrettanto probabili.

Quindi, di nuovo, basandoci su questa asserzione, vedremo svariate armoniche di pulsazione che sono
molto più piccole o molto più grandi del secondo, ma saranno sempre ad esso correlate ad intervalli
esatti.

6.9 – LA SONOLUMINESCENZA: LA PROVA DELLA TEORIA DELL’OSCILLATORE CENTRALE

Come abbiamo riferito in Convergence III, è interessante notare qui che un duplicato quasi esatto di
questo fenomeno dell’ “oscillatore centrale” è stato dimostrato in laboratorio dal fenomeno poco
compreso della “Sonoluminescenza”, osservato per la prima volta nel 1934 da H. Frenzel e H. Schultes
e sottoposto alla moderna attenzione da D. F. Gaitan nel 1988 e S. Putterman e collaboratori nel
1995. La natura generale di questo esperimento ripete abbastanza da vicino le condizioni della Sfera
Universale e dell’oscillatore centrale di plasma luminoso successivamente formato.

In questo esperimento una fiasca di vetro sferica è riempita d’acqua e fatta vibrare da ogni lato
con onde sonore ad alta densità, che sono dirette verso il centro della sfera. Poi, con una sottile
cannula di vetro, viene introdotta nell’area centrale una minuscola bolla d’aria. La bolla è in
grado di rimanere sospesa nel centro esatto del vaso per via delle pressioni delle onde sonore che
si urtano, il che, di per sé, è un fatto interessante delle armoniche. Poi, la bolla inizia a
collassare e ad espandersi con ritmo uniforme. Ogni volta che la bolla collassa, essa emette una
luce visibile, formando un plasma luminoso e la pulsazione è così rapida che la luce sembra
costante.

Sorprendentemente, Putterman e collaboratori, determinarono che la bolla interna si comprime ogni
volta fino a 1/100.000° della sua dimensione originale e vibra con estrema regolarità ogni 100
milionesimi di secondo, emettendo mille miliardi di volte più energia* di quanto qualsiasi singolo
atomo avrebbe potuto guadagnare dalle onde sonore. Il Dr. W.A. Steer, più tardi, determinò che una
deviazione anche di un solo millimetro nella perfetta forma sferica della fiasca, avrebbe indebolito
l’effetto in maniera rilevante. La Figura 6.2 mostra l’attrezzatura sperimentale di base per
l’esperimento della Sonoluminescenza. È stato ottenuto dalla pagina web del Dr. W. A. Steer, che
oramai non è più disponibile.

*Il termine originale, trillion, nel sistema decimale indica un milione di bilioni, ma in Francia e
USA sta per 10¹², ossia mille miliardi (N.d.T.)

La sonoluminescenza rimane un mistero inspiegabile per la scienza ufficiale. Prima di tutto,
dovremmo notare che la pulsazione della bolla è ad intervalli esatti di 100 milionesimi di un
secondo, dimostrando la sua precisa connessione armonica al secondo come unità di tempo. Secondo,
nessuno è stato in grado di capire come mai la semplice compressione di una bolla d’aria crei luce
visibile con un’intensità energetica così elevata – non esiste nessuna energia appena sufficiente
per qualsiasi processo di fusione che noi sappiamo verificarsi. Nel nostro nuovo modello, potremmo
dire che la combinazione forzata di A1 e A2 dentro la bolla d’aria produce la luce visibile che si
vede ogni volta che la bolla collassa. Perciò un “generatore di materia” in miniatura si forma
duplicando le medesime condizioni che esistevano al momento della formazione del nostro Universo.

E’ ancora più interessante il fatto che recenti scoperte abbiano mostrato che in laboratorio si può
produrre più di una proporzione di pulsazione per la sfera centrale oscillante:

newton.ex.ac.uk/aip/physnews.168.html#3

LA SONOLUMINESCENZA PUÒ ESSERE CAOTICA. In precedenza i ricercatori hanno osservato che la
sonoluminescenza è notevolmente stabile: applicando onde sonore a un liquido e creando poi lampi di
luce provenienti dall’esplosione di bolle, essi hanno notato che il tempo fra i successivi lampi
rimaneva costante. Tuttavia, nuovi esperimenti condotti da R. Glynn Holt di JPL (818-393-6946)
mostrano che dei leggeri adattamenti nei parametri sperimentali (come la frequenza e l’intensità
delle onde sonore) lontani da queste condizioni stabili, possono portare a variazioni nel tempo fra
i lampi successivi. Prese in sequenza, le variazioni nei lampi successivi mostrano caratteristiche
caotiche o non periodiche. Per esempio, gli sperimentatori hanno notato uncomportamento quasi
periodico in cui il tempo fra i due lampi poteva essere spezzato in due frequenze…(R. Glynn e
collaboratori, Phys. Rev. Lett.,28 Febbraio 1994)

Quindi, nell’umile esperimento della sonoluminescenza, abbiamo un oscillatore centrale di plasma
luminoso che si è formato, che emette luce e può essere fatto pulsare a due frequenze differenti.
Questo fornisce più che un supporto scientifico al concetto che la semplice pulsazione può far sì
che si formi energia plasmatica elettromagnetica, nel centro di un’area di volume sferico tipo
fluido. Restando in argomento, è interessante anche sottolineare che nell’Universo ci sono oggetti
luminosi di energia molto elevata che si vedono pulsare rapidamente, conosciuti come “pulsar”. Gran
parte del loro comportamento rimane ancora un mistero per la scienza ufficiale, ma questi oggetti
rientrano perfettamente in questo nuovo modello.

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