The Divine Cosmos: capitolo 6.2

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The Divine Cosmos: capitolo 6.2

di David Wilcock

6.10 – LE PULSAZIONI DEL “GRANDE SOLE CENTRALE” VENERATE NELLE ANTICHE TRADIZIONI

Come abbiamo detto prima, nel prossimo capitolo stabiliremo il secondo come un periodo armonico
basilare per la pulsazione del Grande Sole Centrale. I Nativi Americani (che sembrano aver ereditato
questa conoscenza da antiche civiltà avanzate) simboleggiano questo Battito Universale con il
tamburo, che viene colpito con un ritmo regolare e invariato. La pulsazione tipica è molto vicina ai
quattro battiti al secondo, con un accento sul primo di ogni serie di quattro battiti. Questo
suggerisce, di nuovo, che tutti gli esseri umani abbiano una profonda consapevolezza interiore
dell’importanza del secondo. I percussionisti sanno che la maggioranza delle canzoni pop hanno 120
battiti al minuto, che fanno due battiti al secondo proprio come il battito cardiaco, perfettamente
intonato al Grande Sole Centrale. Le canzoni più lente hanno un effetto rilassante e quelle più
veloci hanno un effetto eccitante. Il cuore umano, si sa, ha una pulsazione media di 60 battiti al
minuto.

Non dimentichiamo che queste pulsazioni ritmiche del Grande Sole Centrale possono essere comparate
anche al movimento respiratorio. Nelle scritture Vediche è detto che “la scienza del respiro è il
solo e più profondo segreto di tutte le tradizioni esoteriche”. La meditazione è utilizzata come
mezzo per emulare questo processo di energia. Immaginando i lenti e ritmici movimenti respiratori
del vostro corpo in meditazione, come se fosse il Battito Universale e/o il movimento di rotazione
opposto delle bracci e delle gambe quando si cammina, potete sperimentare stati più elevati di
coscienza, sentendo che avete fuso il vostro essere con l’Essere Supremo. Anche le tradizioni Hindu
insegnano agli Iniziati a sintonizzare il loro respiro con un certo numero di battiti del loro
cuore, creando così due frequenze ritmiche stabili fra il cuore e il movimento del diaframma e dei
polmoni.

6.11 – L’OSCILLATORE CENTRALE CREA SFERE ANNIDATE DI DENSITÀ DI ENERGIA

Il prossimo punto a cui dobbiamo rivolgerci è che, mentre l’oscillatore centrale pulsa, nell’etere
vengono create strutture basate sulle onde. Di nuovo, sia A1 che A2 si comportano come fluidi che
ruotano continuamente l’uno accanto all’altro con un movimento contrario e possono agire come un
fluido unificato quando la pulsazione vibratoria li attraversa. Quindi,

Le pulsazioni continue dell’oscillatore centrale producono impulsi-onda sferici o increspature (onde
di torsione) che si muoveranno attraverso il corpo collettivo di etere formato da A1 e A2.

Questi impulsi-onde di torsione, poi, raggiungono il limite esterno della Sfera Universale

Una volta che gli impulsi raggiungono questo limite vi rimbalzano sopra.

Allora esse vengono riflesse direttamente indietro verso il centro esatto della Sfera Universale.

Il prossimo punto che dobbiamo vedere è questo:

Il Grande Sole Centrale pulsa ovviamente più in fretta del tempo che occorre agli impulsi sferici
per arrivare al limite esterno ed essere riflessi indietro.

Impulsi multipli viaggiano attraverso il mezzo collettivo di A1 e A2 in sequenze di tempo uniformi,
dato che il Grande Sole Centrale pulsa ad una frequenza ritmica stabile.

Gli impulsi sferici diretti all’esterno si scontrano con gli impulsi sferici diretti verso l’interno
in varie aree stratificate della Sfera, mentre continuano i loro schemi stabili di movimento.

Questi impulsi onda che si scontrano, formano “onde stabili” perfettamente sferiche, che rimangono
immobili, nello stesso posto, ed esistono in uno stato di equilibrio.

Le “onde stabili” multiple, allora, si annidano intorno al Grande Sole Centrale, dando un aspetto
stratificato, a cipolla, alla struttura di energia vibrazionale dell’Universo. Il Grande Sole
Centrale sarà nel centro, e gli strati delle onde stabili sferiche si estenderanno fino
all’estremità dell’Universo.

6.12 – CONOSCENZA SCIENTIFICA ANTICA PRESERVATA NUOVAMENTE IN FORMA SIMBOLICA

Questa struttura universale di “sfere nidificate” è una caratteristica chiave della scienza
esoterica, come spiegò Manly Palmer in Secret Teachings [Dottrine segrete]:

La comune cipolla era venerata dagli Egizi come simbolo dell’universo, perché i suoi anelli e strati
rappresentavano i piani concentrici in cui era suddivisa la creazione, secondo i Misteri Ermetici
(dalle visioni e insegnamenti di Ermete).

In effetti il concetto di una serie di “sfere nidificate” che condividono tutte un’asse comune è
stata codificata segretamente in tutto il mondo, nella mitologia antica, facendovi riferimento come
all'”Albero Cosmico” o “Albero del Mondo”. Nel nostro volume precedente abbiamo dimostrato come
l’Albero del Mondo sia l’unico insegnamento antico predominante attraverso la mitologia di tutto il
mondo, emergendo letteralmente in quasi tutte le culture antiche che siano state studiate, dai Maya
ai Cinesi, ai Siberiani, fino agli Egizi, agli Scandinavi e ai Celtici. Esaminate la Figura 6.3 che
è un’immagine della dea Shinto di nome Quan Yin:

Studiando questa immagine di Quan Yin possiamo vedere chiaramente che il suo corpo era atto ad
illustrare l’asse di un toro sferico e che gli strati multipli delle “sfere concentriche” la
circondano. Inoltre, il suo elaborato copricapo mostra che il vortice di energia di A2 si allunga
verso l’alto formando un piccolo cono, mentre dietro di esso si vede il cono di A1, più ampio, che
si muove nella direzione opposta.

La figura 6.4 è la raffigurazione, fatta da Manly Palmer Hall, della leggenda Scandinava dell’albero
della vita, noto come “Yaggdrasil”. Benché questo disegno non illustri in maniera adeguata ogni
concetto, in particolare quello dei “rami dell’albero” che in realtà sono sfere inserite una dentro
l’altra, possiamo vedere chiaramente il toro sferico nascosto descritto dalla leggenda.

La leggenda dello Yaggdrasil è particolarmente rilevante per via del serpente che si dice strisci
intorno alla base dell’albero. Questa è una evidente illustrazione dell’azione mulinante del
movimento a vortice di A2 mentre accelera verso il centro della Sfera. Proseguendo in questo
capitolo, vedremo che questa immagine rivela anche altri segreti. Nel nostro volume precedente,
abbiamo congetturato che la prevalenza di questo mito nel mondo intero sia dovuta ai tentativi dei
veggenti umani di spiegare visivamente le strutture energetiche a toro sferico dell’Universo di cui
erano stati testimoni viaggiando fuori dal corpo.

6.13 – OGNI SFERA DELLA “NIDIFICAZIONE” HA UN DIVERSO LIVELLO DI DENSITÀ ETERICA

Dunque, campi di energia sferica si formerànno strato dopo strato fra “l’oscillatore centrale” e i
limiti esterni della sfera conosciuta dell’Universo. Queste “onde stazionarie” si nidificheranno
insieme proprio come gli strati di una cipolla, e le interazioni di A1 e A2 sulle loro superfici
esterne formeranno piccole quantità di plasma luminoso, in genere troppo debole per essere rilevato
visivamente. Più importante, poiché lo schema di interferenza delle onde è diverso per ogni sfera,
ognuna di queste sfere concentriche avrà una densità eterica diversa.

Ovviamente c’è più forza e più potere energetico quando una pulsazione viene provocata verso
l’esterno rispetto all’oscillatore centrale, che non quando essa ha fatto tutto il percorso fino al
limite esterno della sfera e ritorno. Poiché l’impulso causa continuamente la collisione dei campi
bolla, si perde una grande quantità di energia. Quindi le aree con densità eterica più alta saranno
verso il centro della sfera, poiché queste aree avranno la forza più potente, più energeticamente
pressante verso l’esterno, controbilanciata dalla forza minore e poco energeticamente pressante
verso l’interno.

Di conseguenza, le aree sferiche più vicine al limite estremo della sfera avranno la minore densità,
poiché il tira-e-spingi delle onde sferiche sarà pressoché uguale, riducendo così la quantità di
compressione e di pressione.

Quindi, le sfere che sono più vicine all’oscillatore centrale avranno la densità e la pressione più
alta e diminuiranno continuamente di densità man mano che ci spostiamo verso il limite esterno.

6.14 – NUMERO TEORICAMENTE INFINITO DI LIVELLI DI DENSITÀ

La prossima chiave è comprendere che teoricamente esiste un numero infinito di sfere diverse, tutte
concentriche, similmente alla formazione di un frattale. Tuttavia esse sono ben organizzate a
strati, così che la loro struttura infinita non risulta immediatamente ovvia. Se abbiamo sette
densità principali, che formano sette sfere principali, allora all’interno di ognuna di quelle
densità ci sono sette strati di sotto-densità, e dentro ogni sotto-densità ci sono sette strati di
sotto-sotto-densità, e così via. Quindi c’è una trasformazione fluente dalla densità più elevata al
centro della sfera, verso la densità più bassa al limite esterno, poiché ci sono cambiamenti
graduali infiniti attraverso tutti i livelli armonici concentrici. Le recenti scoperte legate alle
formazioni dei frattali hanno mostrato che la “recursività* infinita” è una delle proprietà
fondamentali dell’Universo. Diminuendo sempre più la dimensione e la portata, si continuano a vedere
emergere le medesime strutture. Più è sofisticata la strumentazione, più accurata può diventare la
misurazione. Questo si può fare anche con lo studio del suono o del colore.

* recursivo = la determinazione di una successione di elementi (come numeri o funzioni) per mezzo di
operazioni su uno o successivi elementi secondo una regola o formula basata su un numero finito di
passi successivi.

Nonostante l’infinità di sub-livelli all’interno di ogni densità principale, man mano che ci
spostiamo nel livello dell’Ottava c’è di nuovo Unità e singolarità. Pertanto è importante ricordare
che c’è un tetto massimo a cui possono arrivare questi livelli vibratori. Essi sono infiniti
all’interno dei parametri dell’Ottava, ma non si può uscire da quei parametri principali. L’Ottava è
una legge fondamentale delle armoniche e della vibrazione, osservata nello studio della musica. Di
questo si è parlato in modo più approfondito nei volumi precedenti.

6.15 – I CAMBIAMENTI QUANTIZZATI DEL PESO VENGONO SPIEGATI

Adesso abbiamo le informazioni che ci occorrono per spiegare una delle osservazioni più anomale di
Kozyrev, cioè che l’aumento o la diminuzione del peso di un oggetto si verifica sempre a certi
intervalli quantizzati. Partendo da una prospettiva in cui tutti i livelli di densità eterica sono
visibili, uno spostamento di energia da una densità a un’altra potrebbe sembrare soltanto simile ad
un cambiamento di geometria, colore o suono. Tuttavia, ai nostri organi sensori e agli strumenti di
terza densità, quando un oggetto si sposta verso una densità più elevata esso sembra scomparire,
proprio come fece l’iridio monoatomico di David Hudson una volta raggiunti gli 850° C.

Torniamo ora al modello di Kozyrev. Nel caso delle molecole, quando il peso aumenta, stiamo avendo
un ingresso di energia a densità più elevata che diventa materia, e quando il peso diminuisce una
parte dell’energia-materia viene spostata in una dimensione più alta. Gran parte di questa azione si
svolge nel nucleo (oscillatore centrale) dell’atomo, poiché è la che risiede la maggior quantità di
“massa”. Perciò, quello che a noi sembra un aumento o una diminuzione fluida del peso di un oggetto,
implicherà sempre una discreta quantità di livelli di energia sferica sia che essa si sposti verso
una densità più elevata, sia che rifluisca da una densità più alta nella nostra. In ogni caso,
mentre la composizione di energia delle singole sfere cambia, esse appariranno o scompariranno
spontaneamente dalla nostra densità. Ecco perché vediamo aumenti o diminuzioni di peso “quantizzati”
negli esperimenti di Kozyrev.

6.16 – AUMENTO GRADUALE DEI LIVELLI DI DENSITÀ MENTRE LA SFERA EVOLVE

Un altro fattore interessante, che dovremmo considerare, è che fino ad un determinato punto di
espansione massima l’oscillatore centrale acquisirà continuamente quantità maggiori di A1 e A2,
formando ulteriore plasma luminoso e incrementando, quindi, la propria dimensione fisica. Mentre
aumenta la dimensione fisica dell’oscillatore centrale, le aree di maggiore densità si
allontaneranno sempre più dal centro, come increspature in espansione sulla superficie di uno
stagno. Se ipotizziamo che il limite estremo della Sfera sia sotto pressione costante e non possa
aumentare di misura, allora possiamo immaginare che l’intera area interna della sfera acquisisca col
tempo un livello di densità eterica ed una compressione sempre più elevati.

Infatti, alla fine, tutta l’energia di A1 e A2 a disposizione dentro la Sfera si consumerà, nel
momento in cui viene raggiunta la massima densità eterica, e le forze di tipo gravitazionale avranno
il sopravvento. Allora l’energia eterica a tutti i livelli di densità comincerà a collassare
rapidamente verso il centro. Questo è il passaggio verso l’Unicità che le tradizioni esoteriche
insistono sia avvolto nel mistero, in maniera analoga ai concetti relativi ad un buco nero, in cui
non c’è né spazio né tempo. Si ritiene che alla fine l’interno Universo debba crollare su questo
punto di singolarità e questa rappresenterebbe la conclusione del cammino evolutivo per questo
Essere Supremo.

6.17 – EVOLUZIONE STELLARE

Questo processo di espansione e contrazione può essere osservato nell’evoluzione delle stelle, in
cui esse partono come piccoli oggetti simili al Sole e aumentano continuamente di misura. Questo
viene abitualmente spiegato col fatto che le stelle consumano quantità maggiori del loro carburante
nucleare, espandendosi, quindi, mentre la loro pressione si riduce, ma ciò combacia perfettamente
con il modello nuovo. Man mano che le stelle si ingrandiscono, il loro colore passa dal giallo
all’arancio fino al rosso ed esse, alla fine, diventano “giganti rosse”. Una volta che il nostro
Sole diventa una gigante rossa, esso avrà inghiottito tutti i pianeti nella loro posizione attuale.
Una volta che la gigante rossa raggiunge la sua massima dimensione essa collassa, e questo
improvviso movimento di energie che implodono forma subito un lampo brillante di luce bianca, noto
come supernova. Dopo che si è verificata la supernova, rimane una piccolissima area di materia molto
compressa, nota come nana bianca, che alla fine si raffredda ulteriormente fino a diventare una nana
scura. Nei modelli convenzionali si calcola che un cucchiaino di materia di una nana bianca pesi più
dell’intera Terra.

È interessante anche pensare al fatto che il nostro Sistema Solare è posizionato proprio vicino al
limite esterno della Galassia Via Lattea. Può essere che una sfera di energia a densità più elevata
in espansione si stia formando adesso nella nostra area, vicino al bordo della Galassia? Nel
Capitolo Otto analizzeremo i dati scientifici puri, ottenuti dalle prove di osservazione, che mostra
che queste “sfere concentriche” di densità di energia esistono a livello di galassia, e nel Capitolo
Nove discuteremo come un tale cambiamento apparente nella densità dell’ambiente locale interstellare
(LISM) stia influenzando il nostro Sistema Solare adesso.

6.18 – L’INTERO UNIVERSO RUOTA

Il prossimo punto importante, in questo capitolo, è comprendere che l’intero Universo deve
necessariamente ruotare. Ciò si basa sulla nostra semplice premessa che A1 ruota più velocemente di
A2. Mentre si crea materia nell’Universo, essa viene tutta influenzata dall’energia extra di A1.
Sappiamo già che il movimento di rotazione esiste a livello quantico, interplanetario e galattico,
quindi, basandoci sul principio del frattale, dovremmo vederlo anche nell’Universo. Nel prossimo
capitolo analizzeremo le prove scientifiche a sostegno di questo argomento.

6.19 – NELLA SFERA SI FORMA UN DISCO PIATTO DI MATERIA ESPULSA

Il prossimo punto spiega perché la materia assumerà la forma di un disco “piatto” nell’Universo,
così come nelle galassie. È estremamente importante per il lettore, a questo punto, capire questo:

la più grande quantità di pressione nell’intera Sfera Universale sarà il flusso verso l’interno di
A1 e A2 lungo l’asse nord-sud. Ciò significa anche che da una prospettiva di geometria pura, la
minor quantità di pressione sarà lungo il piano eclittico, cioè l’area piatta che si estende lungo
l’Equatore della Sfera Universale, in maniera perfettamente orizzontale. Il fisico Dr. O. E. Wagner,
che ha sviluppato anche un modello cosmologico eterico, si riferisce a questa zona di bassa
pressione come ad una “zona di cancellazione”.

Le regioni di maggiore pressione che sono sopra e sotto questo piano ellittico premeranno su di esso
dalla cima e dal fondo, creando una zona di compressione non dissimile dalla linea piatta che si
forma tra l’olio e l’acqua quando sono in uno stato di riposo. Il Dr. O. E. Wagner la definisce
“interferenza distruttiva”.

Quest’area di bassa pressione viene infine riempita di materia che viene gettata fuori dal Grande
Sole Centrale. Il processo di eiezione nel Grande Sole Centrale è causato anche dal fatto che c’è
più pressione ai suoi poli nord e sud che non lungo il suo equatore:

L’energia implodente del vortice di energia di A1 e A2 fa sì che sulla cima e sul fondo del Grande
Sole Centrale, si formi una pressione più alta di quella lungo l’equatore.

Noi ricordiamo che l’intera struttura combinata di A1 e A2 nella Sfera Universale è in uno stato di
rotazione, con A1 che si muove leggermente più veloce di A2. Ciò significa che anche tutta
l’energia-materia che si forma ruoterà. Perciò, dato che l’intera Sfera Universale ruota ed esiste
una zona di bassa pressione lungo il piano ellittico, si crea una forza centrifuga che schizza verso
l’esterno, così come le gocce d’acqua schizzano via dal corpo di un cane bagnato che si scuote per
asciugarsi.

Il Grande Sole Centrale continua le sue pulsazioni simili al respiro, mentre ruota e viene compresso
sempre più fortemente dalla cima e dal fondo, rispetto alla regione equatoriale.

Come risultato di questo sistema, un po’ della sua energia-materia combinata di A1 e A2 viene
rilasciata a getti dalla regione equatoriale.

Queste eruzioni di energia-materia, poi, schizzano fuori lungo la zona di bassa pressione
dell’eclittica, irradiandosi in forma di spirale, con una struttura simile ai bracci di una
galassia.

Se l’intera Sfera Universale non ruotasse, allora potremmo aspettarci di vedere raggi in linea retta
lungo il piano eclittico, come sentieri di energia. Tuttavia, “l’induzione” che si crea con la
rotazione dell’intera Sfera Universale fa sì che questi raggi si curvino in una struttura
spiraliforme, proprio come appaiono i bracci di una galassia.

Le forze geometriche, come i quattro nodi che circondano il centro dell’ottaedro, possono causare le
eruzioni in due modi:

û attraverso l’intero equatore del Grande Sole Centrale nello stesso momento. Questo forma
anelli rotanti che si bilanceranno in una determinata posizione orbitale. Oppure,

û da singole aree lungo l’equatore. Se viene rilasciato un getto da un nodo nella struttura
geometrica di energia, come uno dei quattro nodi all’equatore dell’ottaedro, allora si formano delle
sfere più piccole di materia, che presto duplicheranno il comportamento del Grande Sole Centrale.

Una volta che le nuove sfere sono state lanciate nel piano ellittico, si applicano le “leggi”
standard:

Le energie ruotanti in senso opposto di A1 e A2, nelle sfere più piccole eiettate, vengono dunque
compresse dalla pressione circostante.

Questo fa sì che esse implodano ed esplodano ritmicamente allo stesso modo del Grande Sole Centrale,
così anch’esse formano degli oscillatori centrali.

Da lì ognuna delle sfere più piccole duplica al suo interno il preciso modello dell’intero
Universo, con tutti i comportamenti fondamentali sopracitati.

Queste nuove forme appariranno come stelle, ma in realtà, a questo stato, sono proto-galassie.

Ora, se torniamo alla figura 6.4, l’illustrazione di Hall dell’albero Yggdrasil, vediamo che questa
leggenda ha catturato anche l’importanza del piano eclittico, mostrando entrambi gli anelli e i
corpi solidi. Anche molte, molte altre leggende descrivono questo piano eclittico, di cui abbiamo
trattato nel Capitolo 15 del volume precedente.

6.20 – LA STRUTTURA FRATTALE DELL’UNIVERSO

Quindi, mentre il Grande Sole Centrale rilascia sempre più la sua pressione di energia-materia lungo
il piano ellittico, quantità incalcolabili di nuove “stelle primordiali” schizzano fuori lungo
percorsi spiraliformi, formando i bracci di una gigantesca Super Galassia, che è il nostro Universo.

Ognuna di queste stelle primordiali ripeterà allora lo stesso schema, formando galassie provenienti
dai loro oscillatori centrali.

Dentro ognuna di queste galassie, alla fine, si formeranno miliardi di stelle secondo lo stesso
procedimento.

Ognuna di queste stelle agisce secondo il medesimo modello e gradualmente proietta nuovi pianeti
lungo i loro piani ellittici.

I nuovi pianeti creati finiscono per seguire lo stesso modello, proiettando lune e anelli lungo i
loro piani eclittici.

Nel frattempo, con suddivisioni armoniche dell’energia sempre più piccole, il mondo quantico si
muove continuamente intorno secondo gli stessi principi, come si è visto nella fisica di Johnson e
nei relativi modelli eterici.

Quindi, in definitiva, ogni atomo è un perfetto ologramma della Sfera Universale, che ci mostra che
l’Universo è strutturato su un principio di frattale completo.

Si è visto che ogni atomo, ogni corpuscolo, ha all’interno la stessa forma dell’intero universo –
dentro la sua STESSA struttura. (Edgar Cayce – Lettura 281-024 29/06/35)

Una conseguenza ovvia di questa linea di pensiero è che i pianeti sono nati dal Sole, piuttosto che
essersi condensati partendo da una nebulosa di gas e polvere. Gli scettici ribatteranno prontamente
che questo modello di formazione planetaria contraddice molti dei punti vista scientifici
prevalenti. Eppure, questo modello di formazione planetaria incentrato sul Sole, risolve molti
paradossi del modello attuale, come il fatto che sono necessarie almeno due esplosioni di supernove
vicine, perché il modello funzioni, ma non ci sono prove che si siano verificate simili esplosioni
nei paraggi (Grandpierre, 2000). Questo modello è presentato dalla cosmologia del Dr. Walter Russel,
da quello dei Veda, da molti studiosi Russi e da altri non ancora visionati dall’autore. Esso risale
anche ad una famosa tesi del 18° secolo di Immanuel Kant, sulla quale dissertò ulteriormente Pierre
Simon de Laplace.

La scienza ufficiale non diede molto credito a questo concetto di formazione planetaria, quando
James Clerk Maxwell provò in seguito che la gravità era decisamente troppo debole per ammassare
anelli espulsi dal Sole facendoli diventare pianeti. Tuttavia, qui dobbiamo ricordare che stiamo
trattando con forze ben oltre quelle della gravità, e che la geometria coinvolta può far sì che
emergano esplosioni di energia in determinate aree dell’equatore della stella. Qui noteremo
brevemente che il lavoro di Geoffrey Hardy intitolato Genesis Continuous presenta una forte
evenienza che i modelli di formazione planetaria esistenti non siano corretti, e che i pianeti
debbano in effetti essere espulsi dalla stella genitrice. Per esempio, i pianeti gassosi
semplicemente non hanno abbastanza tempo per raccogliere la loro atmosfera nei modelli convenzionali
di formazione planetaria. Anche il lavoro di Richard Pasichnyk presenta il caso dei pianeti che
nascono dal Sole. Il peso dell’evidenza non può essere ignorato, benché noi lasciamo alla
discrezione del lettore l’analisi di questi materiali.

Questo modello di evoluzione planetaria si dimostrerà molto importante nei prossimi capitoli, quando
discuteremo l’evoluzione delle specie sulla Terra.

6.21 – L’UNIVERSO E’ UN ORGANISMO AUTO REPLICANTE

Non dovrebbe essere troppo difficile a questo punto, per noi, vedere che l’Universo stesso è un
Supremo Essere Vivente e che esso crea una progenie formata a sua immagine. Benché questo modello
sia un po’ complesso, il comportamento dei campi di energia sferici dell’Universo ci mostra le
qualità basilari di un organismo auto replicante.

Quindi la prossima domanda è “Dove vediamo all’opera questi campi di energia?” Se questo modello è
vero, allora dev’esserci una gran quantità di prove a dimostrarlo. Nel prossimo capitolo passeremo
in rassegna le prove cosmologiche che mostrano questo modello all’opera. Su ogni livello di misura
vedremo la Sfera, i campi di energia che ruotano in senso opposto, l’asse centrale della sfera,
l’Oscillatore Centrale, le “sfere concentriche” di densità di energia variabile e la materia espulsa
lungo il piano ellittico a forma di disco. Tratteremo ognuno di questi livelli di misura
separatamente, in modo da organizzare al meglio le informazioni e permetterci di osservare una
visione completa Unificata del Cosmo Divino.

RIFERIMENTI:

1. Crane, Oliver et al. Central Oscillator and the Space-Time Quanta Medium. Universal Expert
Publishers, June 2000, English Edition. ISBN 3-9521259-2-X. URL: www.rqm.ch/engl/book.htm

2. Deen, Glen. The Physics of an Episodic Quantized Redshift. March 26, 2001. URL:
home1.gte.net/res00bfl/Redshift_Physics.htm

3. Grandpierre, Attila.

4. Hardy, Geoffrey. Genesis Continuous. URL: www.crash.ihug.co.nz/~hardy/gconsyn.html

5. Pasichnyk, Richard. The Living Cosmos. 2000. URL: www.livingcosmos.com

6. Russell, Walter. The Universal One. URL: www.philosophy.org

7. Steer, William Andrew. Sonoluminescence. (Sphericity) 1998. URL:
www.ucl.ac.uk/~ucapwas/sl/sono.html

8. Wilcock, David. Convergence III. April, 2001. URL: ascension2000.com/ConvergenceIII/

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Originale in inglese:
www.divinecosmos.com/index.php?option=com_content&task=view&id=100&Itemid=36

Tradotto da Nicoletta e Andrea per Stazione Celeste stazioneceleste.it

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