di Osho
Tratto da: Osho: YAA_HOO! The Mystic Rose
Meditazione: la prima e ultima libertà. – Parte 3 cap.2
Il simbolo della Rosa Mistica, rappresenta la crescita suprema dell’uomo: se un uomo si prende cura
del seme che viene alla luce con lui, se gli dà il terreno adatto, la giusta atmosfera e le giuste
vibrazioni, se percorre il sentiero giusto, lungo il quale il seme può iniziare a germogliare,
allora consegue quella crescita suprema, di cui la rosa mistica è il simbolo, allorchè il suo essere
si apre a fioritura e dischiude tutti i suoi petali, sprigionando la sua squisita fragranza.
Ho creato una nuova terapia meditativa. La prima parte sarà la risata: si deve semplicemente ridere
senza ragione, per tre ore. Scavando per tre ore vi sorprenderete di quanti strati di polvere si
sono accumulati sopra il vostro essere. La risata li taglierà come un colpo di spada. Per sette
giorni senza interruzione, per tre ore al giorno… non potete immaginare quale trasformazione
avverrà nel vostro essere.
A quel punto viene la seconda parte: le lacrime La prima parte rimuove tutto ciò che blocca in voi
la risata – tutte le inibizioni frutto del passato dell’umanità, tutte le repressioni. Vengono
spazzate via, portando in voi una nuova dimensione.
Tuttavia, dovete scendere ancora qualche gradino per raggiungere il tempio del vostro essere, poichè
avete represso tristezza, disperazione, ansie, lacrime in misura immensa. Esse sono sono lì, vi
ricoprono e distruggono la vostra bellezza, la vostra grazia, la vostra felicità.
Nei tempi antichi, in Mongolia, si credeva che qualsiasi sofferenza veniva repressa, in ogni
vita…. e il dolore viene represso, perchè nessuno lo desidera.
Tu non vuoi soffrire, per cui lo reprimi, lo eviti, volti il tuo sguardo altrove. Ma il dolore
rimane.
In Mongolia si credeva – ed io sono pienamente d’accordo – che quel dolore si accumula dentro di
te, vita dopo vita, fino a diventare una dura scorza fatta di sofferenza. Queste ferite e queste
cicatrici si sono sviluppate in molte vite. Non sono parte del corpo, stanno circondando la tua
consapevolezza e devono essere rilasciate. Ecco perchè tutti i santi e tutti i saggi hanno
continuato a dirti – gridando – “Entra in te stesso!”. Ascolti, ma non lo fai. C’è un motivo per cui
non lo fai. Sai che se entri in te stesso incontrerai il dolore; entrando in te stesso incontrerai
l’infelicità, la sofferenza, l’agonia. E’ meglio restarne al di fuori, occupato e impegnato.
Quindi per sette giorni, puoi permetterti di piangere, piangere senza alcuna ragione – le lacrime
sono lì pronte a uscire. Le hai trattenute.Ora non trattenerle.
Alla fine, la terza parte è la testimonianza: L’Osservatore sulla Collina.
Dopo la risata e le lacrime, resta solo un silenzio di testimonianza. La testimonianza da sola è
automaticamente repressiva. Il pianto si ferma quando ne sei il testimone, si assopisce. Questa
meditazione prima si libera della risata e del pianto, in modo che non c’è niente da reprimere nel
tuo essere testimone. Allora l’essere testimone apre semplicemente un cielo puro.
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