Ti suggerisco una splendida preghiera… – Osho

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Ti suggerisco una splendida preghiera…

di Osho

Non c’è nessuno che ascolta le tue preghiere. La tua preghiera non è
altro che un monologo; preghi il cielo

vuoto. Nessuno ti ricompenserà per le tue orazioni, ricor­dalo. Se hai
veramente compreso cos’è la preghiera, la preghiera stessa sarà la
ricompensa. Non c’è altro che ti possa ricompensare: la ricompensa non
è nel futuro, non è nell’aldilà.

Ma la preghiera in sé è un fenomeno così bello che non può importarti
del futuro o di una ricompensa! L’idea di una ricompensa è solo
avidità. La preghiera è una ce­lebrazione tale, reca una gioia e
un’estasi cosí alte, che è in sé la ricompensa migliore. Non si prega
per paura né si prega per avidità. Si prega perché pregare è una
gioia. Non ci si preoccupa neppure se Dio esiste o meno.

Se ti piace danzare, non ti domandi se esiste o meno un Dio. Se ti
piace danzare, danzi e basta; non ti preoccupi se qualcuno in cielo
vede la tua danza. Non ti chie­di se le stelle e il sole e la luna ti
ricompenseranno per la tua danza. La danza in sé è una ricompensa
sufficiente. Se ti piace cantare, canti, non importa se qualcuno ti
ascolta.

E lo stesso vale per la preghiera. É una danza, è un canto, è musica,
è amore. Ne gioisci ed è sufficiente. La preghiera è lo strumento e la
preghiera è il fine. Il fine e il mezzo non sono separati: solo allora
saprai cos’è la preghiera.

Quando dico preghiera, intendo apertura verso Dio. Non è che tu debba
dire qualcosa, non devi chiedere nulla, è un semplice aprirsi,
cosicché se Lui vuole donare qualcosa, tu sei pronto. Una profonda
attesa, ma priva di desideri-

Oh, ecco cosa occorre. Una attesa vibrante, come se da un momento
all’altro dovesse accadere qualcosa. Fremi per quel che l’ignoto ti
potrà portare, ma non hai nessun desiderio. Non ti aspetti che succeda
qualcosa in particolare. Se hai una richiesta, la preghiera ne è
contaminata.

Quando non chiedi nulla, quando rimani semplicemen­te in silenzio, e
tuttavia sei aperto, pronto a qualsiasi cosa, disposto perfino a
morire, quando sei in uno stato d’animo di semplice ricettività,
passivo, disponibile, allora la preghiera accade.

La preghiera non è qualcosa che si può fare, non ha nulla a che vedere
con l’agire. Non è un’azione o un’atti­vità, e una dimensione
dell’essere.

Se vuoi dire qualcosa, dilla. Ma ricorda che le tue pa­role non
avranno alcun effetto sull’esistenza. Toccheranno il tuo cuore, e
questo potrebbe essere un bene, ma la preghiera non cambierà mai le
intenzioni di Dio. Può cam­biare te, ma se non ti trasforma, allora è
solo un truc­chetto. Puoi continuare a pregare per anni, ma se non ti
trasforma, lasciala perdere, è spazzatura. Liberatene.

La preghiera non cambierà Dio. Tu pensi sempre che, pregando, Dio
cambierà idea, sarà pù accondiscendente, si accorgerà un po’ di te.
Non c’è nessuno che ti ascolta, Questo cielo infinito può essere con
te solo se tu sei con lui: non c’è altro modo per pregare.

Io vi suggerisco anche dii pregare, ma la preghiera dovrebbe essere un
semplice fenomeno di energia; non un fenomeno del tipo « iI
devoto-e-Dio », bensì un fenomeno di energia.

Tutte le meditazioni sono un’attesa, ogni pre­ghiera è pazienza
infinita. L’essenza della re­ligione consiste nel non permettere alla
men­te di crearvi ulteriori problemi. Se dite alla mente di aspettare,
la meditazione accade. Se riuscite a persuadere la mente ad
attende­re, sarete in preghiera, perché attendere significa assenza di
pensiero. Significa sedersi sem­plicemente sulla riva, senza farsi
coinvolgere dal fiume. Cosa puoi fare? Qualsiasi azione da parte tua
non farebbe che intorbidirlo. Proprio il tuo affrontare la corrente
creereb­be altri problemi, per cui aspetta.

La meditazione della preghiera

Meglio fare questa preghiera di notte, in una stan­za buia, e andare a
dormire immediatamente dopo; op­pure la si può praticare al mattino,
ma deve essere se­guita da quindici minuti di riposo. Questo riposo è
neces­sario, altrimenti ti sentirai ubriaco, in uno stato di torpore.

Questo fondersi con l’energia è preghiera. Ti trasfor­ma. E quando in
cambi, cambia l’intera esistenza.

Alza entrambe le mani al cielo, le palme rivolte verso l’alto, la
testa sollevata, e avverti semplicemente il fluire dell’esistenza
dentro di te.

Man mano che l’energia fluisce verso il basso avverti­rai nelle
braccia un leggero tremolio: sii simile ad una fo­glia nella brezza,
tremolante. Abbandonati, favorisci que­sta sensazione. Quindi lascia
che tutto il tuo corpo vibri di energia, e lasciati trasportare da
qualsiasi cosa accada.

Sentiti fluire ancora -una volta con la terra. La terra e il cielo, il
sopra e il sotto, yin e yang, maschile e fem­minile: fluisci, fonditi,
abbandonati completamente. Tu non sei più. Diventi uno… ti sciogli.

Dopo due o tre minuti, o quando ti senti completa­mente ricolmo,
piegati al suolo e bacia la terra. Sii sem­plicemente un veicolo
perché l’energia divina si riunisca alla terra.

Questi due stadi della meditazione devono essere ripe­tuti sette volte
in tutto, per sbloccare tutti i cbakra. Si possono ripetere più di
sette volte, ma se non li ripeti almeno sette volte, ti sentirai
irrequieto e non riuscirai a dormire.

E abbandonati al sonno in quello spazio di preghiera. Sprofonda
semplicemente nel sonno e l’energia rimarrà con te. Il suo fluire ti
seguirà anche nel sonno.

Questo ti aiuterà moltissimo, perché cosi l’energia ti circonderà
tutta la notte e continuerà a lavorare. Al matti­no ti sentirai più
fresco di quanto non ti sia mai sen­tito in passato, più vivo di
quanto non ti sia mai sentito. Ti sentirai pervaso da uno slancio, da
una vitalità nuovi, e per tutto il giorno avvertirai la presenza di
una ener­gia diversa, una nuova vibrazione, un nuovo canto nel cuo­re,
una nuova danza nel tuo passo.

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