Todeschini e la Scienza Unitaria del Creato 1

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Todeschini e la Scienza Unitaria del Creato 1

MarcoTodeschini-scienziato
(1899-1988)

Todeschini e la Scienza Unitaria del Creato
(di Marisa Uberti)

Premessa

Marco Todeschini nacque a Valsecca, in provincia di Bergamo, il 25 aprile 1899. Tra l’altro mi sono
recata recentemente in questo piccolo paesino, situato nella Valle Imagna, dove ho potuto visitare
la piazza a lui intitolata, il piccolo cimitero dove volle essere sepolto, e il monumento
celebrativo che lo ricorda.

Orfano della madre dalla nascita, venne mandato ancora bambino in collegio a Casalmaggiore, dove vi
rimase fino all’età di 17 anni, anno in cui entrò nell’esercito come ufficiale del Genio e pilota
aviatore. Si laureò in ingegneria meccanica ed elettronica al Politecnico di Torino.

Nella sua vita di studioso si specializzò e si diplomò in vari rami della fisica e della
fisioneurologia ed insegnò come Professore Ordinario di meccanica razionale ed elettronica al
biennio di Ingegneria Superiore STGM in Roma oltre ad essere stato docente di Termodinamica
all’Istituto Tecnico Industriale Paleocapa di Stato in Bergamo.

Negli attrezzatissimi laboratori del Centro Studi di Pavia, realizzò varie invenzioni e compì una
classica serie di ricerche teoriche e sperimentali giungendo a scoprire le modalità con le quali si
svolgono e sono collegati tra loro i fenomeni fisici, biologici e psichici, di cui determinò le
precise relazioni matematiche reciproche e di assieme coordinandoli tutti in una scienza universale
denominata appunto perciò “PsicoBioFisica”.

Egli lavorò per tutta la vita alla sua originale teoria fisica unitaria, che chiamò “Teoria delle
Apparenze”, o anche “Psicobiofisica”. In contrapposizione alle tesi della relatività einsteniana,
viene rivalutato il concetto di “etere”, ovvero di un fluido sottilissimo responsabile di ogni moto
e fenomeno dell’universo, dal mondo atomico alla cosmologia, comprese anche le realtà biologiche e
psichiche.

Marco Todeschini visse gli ultimi anni della sua vita a Bergamo, dove morì il 13 ottobre 1988, dopo
aver manifestato il volere di riposare nel suo paese natale, Valsecca, dove la sua lapide dice :”
Visse la sua vita per la scienza universale”.

Le teorie

Non è certo impresa facile riassumere gli studi trentennali di questo scienziato, che fece oltre 830
scoperte, comprese soprattutto negli anni tra il 1914 e il 1946.Ma cercherò di fare del mio meglio
per far conoscere questo nostro ricercatore italiano, contemporaneo di Einstein.

La Scienza si è sempre orientata in un labirinto aggrovigliato di Sapere umano, attraverso i secoli,
seguendo o le teorie dei filosofi o quelle degli scienziati in cui i fenomeni vengono da sempre,
pertanto, fatti basare su due ipotesi principali tra loro nettamente contrastanti: il ‘pieno’ e il
’vuoto’.

Chi ammette la prima ipotesi, accetta che le masse materiali dell’universo siano immerse in un
fluido detto “etere” nel quale possono prodursi vortici e onde, come in uno stagno d’acqua. Cartesio
spiegò su questa ideologia il sistema solare come un gigantesco vortice etereo in cui i pianeti
sarebbero immersi e costretti a rivoluire intorno all’astro centrale, il Sole. Fresnel spiegò la
natura ondulatoria della luce come un vibrare di tale mezzo fluido e più tardi Herz dimostrò che
anche l’elettromagnetismo confermava l’ipotesi che lo spazio fosse pieno di un mezzo vibrante
fluido(poiché si propagava per oscillazione).Marconi successivamente applicò a questo concetto la
telefonia senza fili.

Chi appoggia la teoria di uno spazio ‘vuoto’, ammette che non vi sia assolutamente nulla attorno
alle masse materiali dell’universo. In base a questa accezione, Newton spiegò come i corpi celesti
potessero muoversi all’infinito perché non erano frenati da resistenze. Per farla breve, nel 1927 la
scienza era giunta ad un bivio inammissibile: circa il 60% dei fenomeni si poteva spiegare solamente
con l’ipotesi del pieno(etere)e il rimanente 40% solamente con l’ipotesi del vuoto. Scienziati
tentarono progressivamente di risolvere l’antitesi che metteva in crisi la scienza. Heisemberg, ad
esempio, fondava una teoria esclusiva per l’atomo(quantistica) con la quale si allontanava da quanto
postulava Newton, e Schrodinger ammetteva un’onda astratta legata alla probabilità di trovare un
corpuscolo in un determinato luogo, togliendo a questa onda un substrato fisico e quindi si
rinunciava a spiegare come la vibrazione energetica si trasmette nello spazio vuoto e perché
mantiene la stessa frequenza della sorgente che lo emette.

Una scienza che non sa spiegare i fenomeni e non ne sa ricavare le leggi, non è più scienza, diceva
Todeschini.

Analizzando il fatto che né l’una né l’altra ipotesi (etere o vuoto) potevano portare a spiegazioni
unitarie, dedusse che si dovesse trovare una terza ipotesi. In base a ciò, sviluppò un concetto
molto interessante partendo dal presupposto che lo spazio non è da considerarsi una semplice
“estensione geometrica” ma con una densità costante e dotato di mobilità come un fluido gassoso o
liquido, e che alla luce di questo si potevano spiegare qualitativamente e quantitativamente i
fenomeni naturali.

Gli scienziati, ammettendo uno spazio vuoto suscettibile di curvature variabili e sede di forze, gli
hanno in effetti attribuito tutte le caratteristiche dinamiche di uno spazio fluido mobile e denso
come quello concepito da Todeschini e la sua equipe. Egli infatti ha dimostrato che uno spazio
vuoto, in cui ogni punto è reso inerte per applicazione di forze da parte del mondo spirituale(che
potremo chiamare Intelligenza Universale),si comporta come uno spazio pieno avente densità costante,
proprio come ogni altra sostanza materiale.

In poche parole,lo spazio privo di qualsiasi particella subatomica che noi riteniamo vuoto assoluto,
per il fatto stesso di essere sede in ogni suo punto di “forze” oscure(intelligenti o spirituali o
divine) diventa inerte, assume una massa, una certa densità, al pari della materia ovvero oppone
resistenza ad essere posto in movimento o ad essere ritardato se già in movimento, così come si
comporta lo spazio pieno.

Todeschini quindi ammette l’esistenza di uno spazio tridimensionale, fluido e denso e
incompressibile. In base a questo, è giunto a postulare 10 equazioni generali (riportate a lato),
che contemplano tutti i movimenti dello spazio, nel quale si identificano i vari fenomeni naturali.

La meccanica con cui si verificano nel microcosmo(corpo umano)è la stessa del macrocosmo(universo).

Ha confermato sperimentalmente questi risultati, basandosi sul fatto che lo spazio fluido nelle sue
azioni contro i corpi in esso immersi, è da considerarsi come un qualsiasi altro fluido, ad esempio
l’acqua, salvo la loro diversa densità.

Lo spazio fluido ha, infatti, e secondo Todeschini, una densità pari a 9 x 10 elevato alla ventesima
volte inferiore a quello dell’acqua(che è circa uguale a 1).

Nessun fenomeno esiste se non è generato da un ‘movimento’ nello spazio in quanto sia la forza, la
luce, il calore, il suono, il sapore,l’odore, ecc. sono sensazioni che sorgono esclusivamente nella
nostra psiche allorchè quei movimenti di spazio incidono sui nostri organi di senso.

Ad ogni fenomeno fisico, costituito da un particolare moto nello spazio, corrisponde uno speciale
fenomeno psichico costituito dalla sensazione suscitata dalla psiche allorchè quei movimenti di
spazio incidono sui nostri organi di senso.

Ad esempio, il suono è un fenomeno fisico se si considera la vibrazione atmosferica che lo produce,
è invece un fenomeno psichico se si considera la vibrazione acustica che tale vibrazione produce
nella nostra psiche allorchè viene a colpire la membrana del timpano dei nostri orecchi. Per il
fatto che noi percepiamo direttamente il suono e non la vibrazione atmosferica che l’ha prodotto,
siamo più certi dell’esistenza del primo, che è un fenomeno psichico, che della seconda, che è un
fenomeno fisico.

Se noi vediamo, è perché la nostra psiche trasforma in luce le vibrazioni buie in arrivo dagli occhi
al cervello…Tali sensazioni, se sono irreperibili nel mondo fisico, corpo umano compreso, vuol dire
che non vi occupano spazio, sono ‘immateriali’, però sono attività di una psiche che deve essere di
natura spirituale e che Todeschini identifica con l’ “anima”. Se le vibrazioni che giungono al
cervello tramite linee nervose venissero ricevute da una mente “materiale”, questa non farebbe che
vibrare e trasmettere gli urti ricevuti, mentre essa li trasforma in sensazioni immateriali.

In questa maniera, è pacifica l’esistenza dell’anima umana.

da digilander.libero.it/Marisau/marcotodeschini.htm

continua…

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