Tracce per un ateo

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Tracce per un ateo

di Claudio Capolino

Il problema che molti si pongono è quello di scoprire, in qualche piega ignota, l’impronta di una
vita superiore.

Quasi tutti i credenti accettano con obbedienza i dogmi delle loro chiese. E con devozione, i loro
libri sacri. La fede e la preghiera coagulano il sentimento di milioni di anime che professano il
loro credo in centinaia di lingue diverse sparpagliate per il mondo.

Ma c’è anche l’ateo, che spazia tra categorie diverse: nichilista per tradizione o convinzione
filosofica, fino arrivare alla pigrizia intellettuale di chi evita porsi problemi, i quali a parer
suo non li riguardano affatto.

Certo, a volte è difficile accettare che quanto hanno scritto degli uomini come noi tanti secoli fa,
porti un sigillo di garanzia assoluta.

Quanto si racconta del Cristo risale a due mila anni addietro. Di Buddha e Confucio ci rimontiamo a
cinque secoli ancora prima. I grandi profeti appartengono tutti all’inizio di tempi remoti e quanto
ci hanno tramandato non è mai stato scritto dalla loro mano. Soltanto riferito.

E ahimè, “il per sentito dire”, non sempre risulta del tutto affidabile.

Il problema non si presenta, invece, se ribaltiamo la situazione e prospettiamo la questione alla
luce più vicina ai nostri giorni.

Penso a Padre Pio di Pietrelcina, il frate delle stigmate; che pochi giorni prima di morire
sparirono senza lasciare traccia. Il suo medico curante é ancora vivo, pertanto anche la sua
testimonianza, peraltro accuratamente documentata.

Lo stesso Papa Wojtyla, quando era ancora vescovo di Cracovia, gli scrisse pregandolo di intercedere
a favore di una sua amica gravemente malata, miracolo che Padre Pio realizzò e commentando con un
altro frate, disse: -“A questo non si può dire di no… arriverà lontano!”

A seguito ce ne furono tanti altri, scientificamente documentati.

Ecco che oltre ai fatti prodigiosi, abbiamo anche i testimoni. Attestati autorevoli e prove
schiaccianti di fatti veramente accaduti, seppur avvolti nel più profondo mistero.

Piaccia o no ai scettici di professione, sia la scienza che la medicina ufficiale hanno dovuto
riconoscere la loro impotenza o incapacità di spiegare certi fenomeni, legittimando nel contempo la
loro esistenza.

Allora…

L’Italia è la terra dei Santi e innumerevole la produzione taumaturgica avvenuta nei secoli. Poi c’è
Lourdes e Fatima, con le proprie testimonianze prodigiose…

Per non parlare dell’India, terra spirituale fin da lontane epoche.

Come se non bastasse queste persone eccezionali baciate dalla provvidenza non si limitavano a
guarire. Padre Pio fu visto levitare in più occasioni e sono famosi i suoi casi di bilocazione.
Pure Therese Neumann aveva le stigmate, ma nessuno poté mai spiegare come mai da anni rinunciasse a
ogni tipo di alimento. La stessa chiesa non formulò mai alcuna interpretazione seppure la santa
cattolica di Baviera vivesse sotto la “protezione” del vescovo locale.

Anche Giri Bala, la santa di Bengala faceva a meno di ogni sorta di alimento.

Paramhansa Yogananda entrò in mahasamadhi (lascito del corpo fisico in piena consapevolezza) il 7
marzo 1952 appena concluso il suo discorso tenuto durante il banchetto in onore di E. E. Binay R.
Sen, ambasciatore d’India.

E’ scritto che questo grande Maestro dimostrò il valore dello yoga non solo in vita, ma anche nella
morte. Settimane dopo la sua dipartita, il suo volto era immutato e risplendeva del lustro divino
dell’incorruttibilità, come fa fede la testimonianza di Mr. Harry T. Rowe, direttore del cimitero di
Forest Lawn.

Che dire delle innumerevoli produzioni miracolose viste in diretta e filmate da migliaia di persone,
dell’odierno Sathya Sai Baba, avvento il suo già profetizzato nelle Upanishad millenni fa; nel Shuka
Nadi, altro testo sacro indù che si remonta al 3.143 prima dell’era cristiana; da Giovanni
nell’Apocalissi (cap. IXX); da Maometto 1.400 anni fa; da Nostradamus, ovviamente; dal profeta
siriano Bab nel 1845; dal famoso annuncio di Aurobindo, il grande maestro spirituale indù; da
Malachia, il primate d’Irlanda nel 1132. E per ultimo, niente di meno che dal Papa buono: Angelo
Roncalli che fu Giovanni XXIII.

Gli esempi, certamente, non mancano, anzi…

Perfino certi posti conservano un mistico fascino ed è sufficiente fare un salto ad Assisi per
sentire sulla propria pelle la sua sacralità ancora intatta, dopo i secoli trascorsi.

Ma com’è che il mistero manifestatosi in attestati così prodigiosi non ha spazzato definitivamente i
residui di miopia spirituale in seno a molti uomini?

Sarà forse perché la chiesa, specialmente quella cattolica, é feconda nel partorire santi ma poco
proclive ad entrare nelle viscere del soprannaturale?

Preferisce che la gente si accontenti del dogma e non si ponga domande…

Perché…?

Perché non saprebbe rispondere… o per preservare meglio l’autorità della medesima?

E per quale motivo si inchinano così di rado di fronte a Maestri o Profeti, appartenenti a un
credo diverso…

Dobbiamo credere all’infallibilità del Papa quando egli stesso ha dovuto chiedere l’intervento di
una grazia a un semplice fraticello?

A questo punto se ci sono degli atei in giro, anche la chiesa ha le sue belle responsabilità.

E le prove a questo punto, meglio cercarcele da soli. Anche se abbiamo visto che ci sono.
Dappertutto.

Neppure le testimonianze mancano.

Di fronte a tali evidenze non dovrebbe essere così difficile, per un semplice processo di estensione
più logica che mistica, acconsentire le stesse capacità sovrumane rilevate tra i santi dei nostri
giorni, anche ai Profeti di antica data.

Perfino a un razionalista onesto basterebbe un solo miracolo, uno solo, per ammettere la validità
dei fenomeni inspiegabili se debitamente documentato.

Anche nel nostro piccolo, la conoscenza funziona così: basta assaggiare il miele una sola volta per
riconoscere poi le sue caratteristiche e sapore.

E i sacri testi grondano di nettare ambrato e sono prodighi di consigli per conoscere e sperimentare
la vita dei piani superiori, quella che i Maestri di tutti i tempi sono venuti a promulgare.

Da Hermete Trismegisto, nel lontano Egitto e ancora prima, ci sono tracce dappertutto fino arrivare
ai nostri giorni.

Basta cercarle.

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