Un altro circuito cerebrale all’origine della paura

pubblicato in: AltroBlog 0
Un altro circuito cerebrale all’origine della paura

06 settembre 2016

L’elaborazione della memoria di eventi che provocano paura non avviene solo nell’amigdala in seguito
agli stimoli inviati dalla corteccia sensoriale. La scoperta di un circuito che invia informazioni
in senso inverso, dall’amigdala alla corteccia sensoriale, mostra che anche quest’ultima partecipa
attivamente alla formazione di quei ricordi (red)

da lescienze.it

Un nuovo circuito neurale del sistema cerebrale della paura è stato scoperto da un gruppo di
ricercatori dell’Istituto di neuroscienze dell’Accademia nazionale delle scienze cinese a Shangai.
Descritto su “Nature Neuroscience”, il circuito è essenziale per recuperare i ricordi formati nel
corso di precedenti esperienze negative.

Saper imparare il legame fra certi stimoli ambientali e un successivo evento negativo è fondamentale
per la sopravvivenza, ed è noto che una parte dell’amigdala, la cosiddetta amigdala laterale, ha un
ruolo primario nella formazione della memoria di eventi minacciosi. L’amigdala, o più precisamente
la parte detta amigdala laterale, forma queste memorie sulla base dei segnali inviati dalla
corteccia sensoriale, che è preposta alla decifrazione di suoni, sapori, odori, forme e luoghi.

Il circuito ora scoperto da Yang Yang e colleghi con una serie di esperimenti sui topi segue invece
un percorso inverso: invia segnali dall’amigdala alla corteccia sensoriale.

L’aspetto rilevante della scoperta non è però l’esistenza di un simile circuito di feedback, ma il
fatto che, se viene bloccato, non è più possibile recuperare la memoria di un evento minaccioso: lo
stimolo che preannunciava un evento negativo non è più associato a quell’evento.

Ciò significa che la corteccia sensoriale non si limita a fornire gli input all’amigdala laterale,
che poi provvede alla creazione della memoria dell’evento negativo, ma partecipa attivamente alla
formazione e/o al richiamo di questo tipo di ricordi. L’esatta funzione e i meccanismi di questo
nuovo circuito sono però ancora tutti da studiare.

Un aspetto sorprendente della scoperta – osserva in un commento all’articolo Bo Li, neuroscienziato
al Cold Spring Harbor Laboratory – è che il circuito sia stato scoperto solo ora, malgrado di
decenni di studi del sistema cerebrale della paura.

La ragione è che si sviluppa attraverso la formazione di nuovi minuscoli bottoni sinaptici e spine
dendritiche (le strutture che permettono la comunicazione fra i neuroni) in occasione delle
esperienze paurose. E individuare queste piccolissime strutture è divenuto possibile solo grazie a
tecniche molto avanzate, dalla microscopia elettronica a due fotoni all’optogenetica.

Via via che si sviluppano nuovi metodi di indagine, insomma, il cervello svela livelli di
complessità sempre maggiori.

nature.com/articles/doi:10.1038/nn.4370

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *