Un gene per curare l’epilessia
di: Silvio Garattini / Ist. Mario Negri
Una sostanza veicolata nel cervello tramite un virus non patogeno potrebbe essere in grado di
inibire gli attacchi epilettici. Questo è quanto risulta da uno studio condotto da scienziati
dell’Istituto Mario Negri di Milano in collaborazione con l’Università di Auckland (Nuova Zelanda) e
con l’Università di Innsbruck (Austria) e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The
Journal of Neuroscience.
Il gene che codifica per il neuropeptide Y è stato sostituito al patrimonio genetico di virus non
patogeni e questi sono stati a loro volta iniettati nell’ippocampo di ratti. Alcune settimane più
tardi il cervello dei ratti aveva prodotto quantità considerevoli di neuropeptide Y e si è
riscontrato che questa sostanza ha ridotto notevolmente (-75%) il numero di convulsioni in animali
epilettici.
I vettori virali sono una tecnica sviluppata di recente che consente il trasferimento di geni
esogeni nel sistema nervoso centrale e favorisce un’espressione di lunga durata di questi geni e
un’ampia distribuzione nel tessuto circostante. Queste procedure non sono ancora finalizzate per
essere utilizzate su esseri umani, ma il successo dell’esperimento è un passo avanti molto
importante per il possibile sviluppo di un nuovo approccio nel trattamento dell’epilessia
farmacoresistente.
La dottoressa Annamaria Vezzani, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Mario Negri, ha
sottolineato la grande sorpresa dei ricercatori nel constatare l’efficacia e la durata dell’azione
antiepilettica di questo gene. Questo studio suggerisce che il trasferimento di geni tramite vettori
virali potrebbe costituire un metodo per prevenire gli attacchi epilettici in malati per cui altri
tipi di terapie non sembrano funzionare e che andrebbero comunque incontro a un trattamento
chirurgico.
Per ulteriori informazioni:
Dr.ssa Isabella Bordogna
Ufficio Stampa – Istituto Mario Negri
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