Un incredibile numero di punti di vista storici, e non, sulla reincarnazione

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Un incredibile numero di punti di vista storici, e non, sulla reincarnazione

autore sconosciuto

OVIDIO, poeta latino (43 a. C.-17 d. C )
«… La cosiddetta morte è solo il rivestirsi di una cosa vecchia in
nuova forma e abito… È lo spirito disincarnato vola qua e là…
gettato da una dimora all’altra.
L’anima è sempre la stessa, solo la forma è perduta».

VIRGILIO, poeta latino (70-19 a.C)
«Tutte queste anime, trascorsi mille anni, un Dio le chiama in folta
schiera sulle acque del Lete… Così che, smemorate della trascorsa
vita, tornino a visitare i regni
della Terra, sotto la volta del cielo, desiderose di avere un corpo vivente».

CICERONE, scrittore, oratore e politico romano (106 43 a. C)
«Altra possente prova che gli uomini conoscono molte cose prima della
nascita è la loro capacità, nella tenera infanzia, di afferrare fatti
innumerevoli con una rapidità che dimostra come essi non ricevano
questi fatti dentro di loro per la prima volta, ma li ricordino e li
richiamino alla mente».

EMPEDOCLE, filosofo e statista greco (circa 490-430 a. C.)
«Io una volta fui ragazzo e ragazza, cespuglio e uccello, e muto pesce
nelle onde. La Natura cambia tutte le cose, avvolgendo le anime in
strane tuniche di carne. Le più degne dimore per le anime degli
uomini».

PLATONE, filosofo greco (427-347 a.C)
«O giovane… sappi che se divieni peggiore andrai in un’anima
peggiore, e in un’anima migliore se migliorerai, e in ogni successione
di vita e di morte farai e soffrirai
ciò che il simile ha del simile. Questa è la giustizia celeste…».

PITAGORA, filosofo greco (571-497 a. C)
«Il ritorno e il karma sono necessari per lo sviluppo dell’anima».

PLOTINO, filosofo neoplatonico (205-270 d. C.)
«Quando avviene l’uccisione di un personaggio in un dramma, l’attore
cambia il suo trucco ed entra in una nuova parte. Naturalmente
l’attore non è stato veramente
ucciso; ma, se morire è solo cambiare corpo come l’attore cambia
costume, o anche uscire dal corpo come l’attore esce dalla scena
quando non ha più nulla da dire o da fare, cosa c’è di tanto pauroso
in questa trasformazione degli esseri viventi l’uno nell’altro? Le
uccisioni, la morte… tutto deve apparirci come lo spettacolo del
cambiamento delle scene a teatro… [Sul palcoscenico] ogni uomo ha il
suo posto, un posto che si conviene al giusto come al malvagio: …là
parla e agisce, nella bestemmia e nel delitto come in ogni forma di
bontà; perché gli attori portano in questa commedia quello che erano
prima che la commedia fosse messa in scena…».

JALALU’L-DIN RUM, poeta mistico persiano (1207-1273)
«Morii come minerale e divenni una pianta; morii come pianta e divenni
animale; morii come animale e fui uomo. Perché dovrei temere? Quando
diminuii morendo? E tuttavia, ancora una volta morirò come uomo per
elevarmi con gli angeli benedetti; ma anche lo stato di angelo
supererò…».

PARACELSO, medico e alchimista svizzero (1493-1541)
«…Ogni essere umano ha le sue proprie tendenze: queste tendenze
appartengono al suo spirito e indicano il suo stato in cui esisteva
prima di nascere… Distrutto questo corpo, se ne crea un altro con
proprietà simili o superiori».

GIORDANO BRUNO, filosofo, poeta e commediografo italiano (1548-1600)
«Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali… I Cattolici
insegnano che non passano da un corpo in un altro, ma vanno in
Paradiso, nel Purgatorio o nell’Inferno. Ma io ho ragionato
profondamente e, parlando da filosofo, poiché l’anima non si trova
senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un
altro, o passare da un corpo all’altro.
Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo
l’opinione di Pitagora…».

VOLTAIRE, filosofo e scrittore francese (1694-1778)
«La dottrina della metempsicosi non è, soprattutto, né assurda né
inutile… Non è più sorprendente essere nati due volte che una sola;
tutto in natura è risurrezione» .

BENJAMIN FRANKLIN, statista, scienziato e filosofo americano (1706-1790)
«Quando vedo che niente si annulla e nemmeno una goccia d’acqua va
distrutta, non posso sospettare l’annichilamento delle anime, né
credere che Dio voglia
sopportare la distruzione giornaliera di menti già fatte, che adesso
esistono, e darsi la continua pena di farne delle nuove. Così,
trovandomi a esistere nel mondo, credo che, in una forma o nell’altra,
esisterò sempre… Non faccio obiezioni a una nuova edizione di me
stesso, sperando tuttavia che gli errata dell’ultima edizione possano
essere corretti».

GOTTHOLD EPHRAIM LESSING, scrittore e filosofo tedesco (1729-1781)
«…Perché non dovrei tornare su questa terra tutte le volte che sia
in grado di acquistare nuova conoscenza e nuovo potere? Raggiungo
forse, in un solo soggiorno,
tante cose da rendere inutile il mio ritorno? No certo!… O forse
perderei troppo tempo? Perdere tempo! Che bisogno ho di affrettarmi?
Non possiedo forse tutta l’eternità?».

JEAN PAUL RICHTER, scrittore tedesco (1763-1825)
«Perché non accettare questa teoria [della reincarnazione] e godere
pienamente una luce che un Platone, un Pitagora e intere nazioni ed
epoche non hanno disdegnato?. .. L’anima torni pure quante volte
desidera. Certo, la Terra è abbastanza ricca per concederle nuovi
doni, nuovi secoli, nuove regioni, nuove menti, nuove scoperte e
speranze».

GEORGE W.F.HEGEL, filosofo tedesco (1770-1831)
«Lo spirito, consumando l’involucro della sua esistenza, non passa
semplicemente entro un altro involucro, né risorge ringiovanito dalle
ceneri della sua precedente forma; ne esce esaltato, glorificato, come
spirito più puro… La vita dello spirito sempre presente è un circolo
di progressive incarnazioni che, viste sotto un altro aspetto,
appaiono passate».

FRIEDRICH VON SCHLEGEL, filosofo tedesco (1772-1829)
«…L’uomo, quale è adesso, è troppo imperfetto, troppo materiale per
pretendere quel più alto tipo di immortalità. Egli deve ancora entrare
in forme e sviluppi terreni, sebbene più raffinati e trasfigurati,
prima di poter direttamente partecipare alla gloria eterna del divino
mondo della luce… L’idea della metempsicosi, accolta dal misticismo,
è notevole in se stessa per la sua antichità… Essa non permette che
l’anima passi alla piena libertà prima di essersi incarnata in molti
corpi».

CHARLES FOURIER, filosofo ed economista francese (1772-1837)
«… Nei periodi in cui è libera dal corpo umano, l’anima rivive
immediatamente nella grande anima del mondo, di cui è parte
integrante, e disdegna la vita presente,
come al momento del risveglio noi cerchiamo di dimenticare o di
ricordare un sogno a seconda che sia stato piacevole o spiacevole.. .
Dopo un periodo trascorso nella grande anima, le anime vanno a dormire
e rinascono sulla Terra in un nuovo corpo… Alcuni individui
eccezionali. .. ricordano la loro passata esistenza».

HONORÉ DE BALZAC, romanziere francese (1799-1850)
«Un’intera vita è necessaria per ottenere le virtù che annullino gli
errori della vita precedente. Le virtù che acquistiamo, sviluppandosi
lentamente entro di noi,
sono gli invisibili legami che collegano ogni nostra esistenza alle
altre: esistenze che solo lo spirito ricorda, perché la materia non ha
memoria per le cose spirituali».

ALBERT SCHWEITZER, fisico, ecclesiastico, musicista tedesco (1875-1965)
«L’idea della reincarnazione contiene una molto confortante
spiegazione della realtà per mezzo della quale il pensiero indiano
sormonta difficoltà che sfidano i pensatori europei».

CARL GUSTAV JUNG, psichiatra svizzero (1875-1961)
«La rinascita, nelle sue varie forme di reincarnazione, resurrezione e
trasformazione, è un’affermazione che deve essere contata tra le prime
affermazioni dell’uomo».

CAMILLE FLAMMARION, astronomo francese (1842-1925)
«Se l’anima sopravvive all’organismo fisico, essa esisteva prima di
questo organismo; dietro di noi c’è la stessa eternità che si stende
dinanzi a noi… Ognuno di noi
entra in questo mondo con attitudini particolari, la cui origine non
si trova nell’ereditarietà» .

JOHANN WOLFGANG GOETHE, scrittore tedesco (1749 1832)
«Sono certo che, come mi vedete, ho già vissuto cento volte, e spero
anche di tornare ancora cento volte».

ARTHUR SCHOPENHAUER, filosofo tedesco (1788-1860)
«Se un asiatico mi domandasse la definizione dell’Europa, sarei
obbligato a rispondere: è quella parte del mondo infestata
dall’incredibile illusione che l’uomo sia
stato creato dal nulla e che la sua nascita sia la sua prima venuta nella vita».
«Le qualità innate che troviamo in un uomo e mancano in un altro non
sono il grazioso regalo di qualche divinità sconosciuta, ma il frutto
delle azioni personali di ogni uomo in un’altra vita».

IMMANUEL KANT, filosofo tedesco (1724-1804)
«Se potessimo scorgere noi stessi e gli altri oggetti quali essi sono
in realtà, ci vedremmo in un mondo di nature spirituali: la comunità
alla quale apparteniamo, che non ha avuto inizio con la nostra
nascita, né avrà fine con la morte del nostro corpo».

FEDERICO IL GRANDE, re di Prussia (1712-1786)
«So che, dopo la mia morte, la parte più nobile di me non cesserà di
vivere. Anche se nella mia vita futura non sarò re, tanto meglio:
sopporterò minore ingratitudine» .

ELISABETTA D’AUSTRIA, imperatrice (1837-1898)
«Dante e gli altri grandi sono anime che, da un’epoca lontanissima,
sono ritornate nuovamente sulla Terra per continuare l’opera e
anticipare il perfezionamento di coloro che devono venire…».

ALBERT EINSTEIN, fisico d’origine tedesca (1879-1955)
«Il Buddhismo è l’insieme sistematico di idee che meglio si adatta
all’uomo d’oggi, l’unica via per la conoscenza e l’autoconoscenza
individuale».

GIUSEPPE MAZZINI, uomo politico italiano (1805-1872)
«Voi credete che l’anima possa passare d’un balzo dall’umana esistenza
alla somma beatitudine o andar d’un balzo sommersa nell’assoluta
irrevocabile perdizione: noi crediamo il periodo umano troppo lontano
dal sommo ideale, troppo guasto d’imperfezione, perché la virtù della
quale siamo capaci quaggiù possa d’un tratto meritare di raggiungere
il vertice della scala che guida a Dio. Noi crediamo in una serie
indefinita di reincarnazioni dell’anima, di vita in vita, di mondo in
mondo, ciascuna delle quali rappresenta un miglioramento
nell’interiore» .

MAURICE MAETERLINCK, scrittore belga (1862-1949)
«Non vi fu mai più bella, più giusta, più pura, più morale, più
feconda e consolante e, in certa misura, più probabile fede di quella
della reincarnazione. Essa sola,
con la sua teoria delle espiazioni e delle purificazioni successive,
riesce a spiegare tutte le diseguaglianze fisiche e intellettuali,
tutte le iniquità sociali, tutte le ripugnanti ingiustizie del fato».

MOHANDAS K. GANDHI, uomo politico indiano (1869-1948)
«Non posso pensare a una inimicizia permanente fra l’uomo e l’uomo e,
credendo, come credo, nella teoria della rinascita, vivo nella
speranza che, se non in questa nascita, in qualche altra potrò
stringere tutta l’umanità in un amichevole abbraccio».

GEORGE SAND, scrittrice francese (1803-1876)
«Siamo gettati in questa vita come in un alambicco, dove, dopo una
precedente esistenza che abbiamo dimenticato, siamo destinati a essere
rifatti, rinnovati, temprati dalle sofferenze, dalle lotte, dalla
passione, dalla malattia, dal dubbio, dalla morte. Noi sopportiamo
tutti questi mali per il nostro bene, per la nostra purificazione e,
per così dire, per renderci perfetti».

RALPH WALDO EMERSON, filosofo, saggista e poeta americano (1803-1882)
«L’anima è un’emanazione della Divinità, una parte dell’anima del
mondo, un raggio della sorgente di luce. Viene dall’esterno nel corpo
umano, come in una dimora
temporanea, ed esce nuovamente da esso; vaga nelle regioni eteree,
torna a visitarlo… passa in altre dimore, perché l’anima è
immortale».

WALT WHITMAN, poeta americano (1819-1892)
«…E calcolando la vostra vita, siete il residuo di molte morti;
certo, io stesso sono morto già diecimila volte…».
«E guarderò ancora fra una o due ventine di secoli, e incontrerò il
vero padrone di casa perfetto e illeso in ogni sua parte come me
stesso…».

EDGAR ALLAN POE, scrittore americano (1809-1849)
«È ozioso dire che non sono vissuto in precedenza, che l’anima non ha
avuto un’esistenza anteriore… Lo negate? Non discutiamo l’argomento.
Convinto io stesso, non cerco di convincere».

ROBERT BROWNING, poeta inglese (1812-1889)
«Mai, negli anni che mi restano, dipingerò o scolpirò. Questa mia vita
mi concede solo i versi… Altre altezze raggiungerò in altre vite, se
Dio vorrà».

RICHARD WAGNER, compositore tedesco (1813-1883)
«In confronto con la reincarnazione e il karma, tutte le altre
concezioni appaiono frivole e anguste».

LEV TOLSTOJ, scrittore russo (1828-1910)
«Le opere della vita precedente danno un orientamento alla vita
attuale; questo è ciò che gli Indù chiamano karma».
«I sogni della nostra esistenza presente sono l’ambiente in cui
elaboriamo le impressioni, i pensieri, i sentimenti di una vita
precedente.. .».

LOUISE MAYALCOTT, scrittrice americana (1832-1888)
«Penso che l’immortalità sia il passaggio dell’anima attraverso molte
esperienze di vita, e ciò che è stato schiettamente vissuto, usato e
imparato, aiuti la vita successiva divenendo più ricco, felice e
alto».

PAUL GAUGUIN, pittore francese (1848-1903)
«L’anima, dimorando temporaneamente in un particolare organismo, vi
sviluppa le sue qualità animali… e quando questo organismo finisce,
l’anima, sopravvivendo,
diviene un germe qualificato a salire di metamorfosi in metamorfosi
verso una vita generale… salendo di gradino in gradino… come nella
parabola della scala di Giacobbe, che saliva dalla terra al cielo…
[Alla fine] tutti gli uomini diverranno dei Buddha».

ARTHUR CONAN DOYLE, romanziere inglese (1859-1930)
«Quando ci si pone la domanda “dove eravamo prima di essere nati?”,
abbiamo una risposta
precisa nel sistema del lento sviluppo per incarnazione, con lunghi
intervalli di riposo dello spirito fra l’una e l’altra incarnazione.
..».

GUSTAV MAHLER, compositore tedesco (1860-1911)
«Tutti noi torniamo: questa certezza dà un significato alla vita e non
ha alcuna importanza il fatto che in una incarnazione successiva si
ricordi o non si ricordi la vita
precedente. Quello che conta non è l’individuo e il suo benessere, ma
la grande aspirazione al perfetto e al puro che avanza in ogni
incarnazione» .

HENRY FORD, industriale americano (1863-1947)
«Ho adottato la teoria della reincarnazione quando avevo ventisei
anni. Fu come se avessi scoperto il piano dell’universo. .. Non ero
più schiavo delle lancette dell’orologio. Il genio è esperienza.
Alcuni sembrano pensare che sia un dono o un talento, ma è il frutto
di una lunga esperienza di molte vite».

RUDYARD KIPLING, scrittore inglese (1865-1936)
«Quando considero le mie incarnazioni, in ogni razza ed età, faccio le
mie genuflessioni agli dei…».

HERMANN HESSE, scrittore tedesco (1877-1962)
«Sono già morto di tutte le morti, e devo ancora morire di tutte le
morti… Ancora molte volte mi cercherete dalla morte alla nascita
nella penosa via delle creazioni,
sulla gloriosa via delle creazioni».

ALDOUS HUXLEY, scrittore e saggista inglese (1894-1963)
«La teoria della reincarnazione ha le sue radici nel mondo della
realtà, come l’evoluzione, e non potrà essere respinta che da
pensatori avventati».

KAHLIL GIBRAN, poeta libanese (1883-1931)
«Brevi sono stati i miei giorni fra voi… ma, per quanto la morte
possa nascondermi, …io tornerò con la marea… Sappiate dunque che
tornerò dal grande silenzio…
Non dimenticate che sarò ancora tra voi… Una breve interruzione, un
momento di riposo sul vento e un’altra donna mi porterà».

THOMAS EDISON, inventore americano (1847-1931)
«L’unica sopravvivenza che posso concepire è di ricominciare un altro
ciclo sulla Terra».
«Non dubito nemmeno per un istante che una vita produca un’altra vita».

ÉDOUARD SCHURÉ, poeta e letterato francese (1841-1929)
«La dottrina della reincarnazione dà una ragion d’essere, secondo la
giustizia e la logica eterna, ai mali spaventosi come alle felicità
più desiderate. L’idiota ci
sembrerà spiegabile, se pensiamo che la sua imbecillità, di cui ha
semi-coscienza e di cui soffre, è la punizione d’un suo uso criminoso
dell’intelligenza in altra vita».

SOMERSET MAUGHAM, scrittore inglese (1874-1965)
«Ho trovato solo una spiegazione al problema del male che piacesse
egualmente alla mia sensibilità e alla mia immaginazione: ed è la
dottrina della trasmigrazione
delle anime».

DAVID HERBERT LAWRENCE, scrittore inglese (1885-1930)
«Ciò che è in cielo può tornare in terra».

HENRY MILLER, scrittore americano (1981-1980)
«Prima di conoscere la teoria della reincarnazione, ero solito
biasimare la mia famiglia, la società, mia moglie… Ora so con
chiarezza che non devo biasimare nessun
altro che me stesso. Adesso sono libero, nessun altro è responsabile» .

HERMANN OBERTH, ingegnere e fisico tedesco (1894-1989)
«L’anima si serve del corpo per fare le sue esperienze, e
l’insegnamento dura oltre la morte, nell’aldilà, valutando i ricordi
della vita vissuta, così che in una vita
successiva noi possiamo imparare più facilmente e meglio quello che in
precedenza sapevamo in modo imperfetto».

ARNOLD SCHONBERG, compositore austriaco (1874-1951)
«So di continuare un cammino spirituale iniziato in epoca remota:
prima della nascita di Gesù ero predicatore in Palestina».

Nel nostro secolo:
Ci limitiamo, anche in questo caso, a una selezione. Sarebbe
lunghissimo l’elenco dei personaggi del nostro tempo che hanno
testimoniato la loro credenza nella dottrina delle rinascite, spesso
collegandosi al Buddhismo o all’Induismo.

EMILIO SERVADIO, psicoanalista (1904-1995)
«Al termine del nostro ciclo di esistenze ciascuno di noi è come
un’onda che entra nel mare. Io credo in questa visione vedanta,
secondo cui la scintilla divina che è in noi è destinata a entrare nel
Tutto, nel Dio assoluto, l’Atma».

PETER SELLERS, attore inglese (1925-1980)
«So di aver vissuto molte altre vite. Nell’interpretare i personaggi
dei miei film, molto spesso sento di ispirarmi a esperienze ed
emozioni che mi tornano alla memoria da altri tempi, da mie precedenti
incarnazioni» .

FEDERICO FELLINI, regista (1920- 1993)
«So di aver avuto altre vite in passato. Nelle ultime sono stato un
buffone, sì, un clown, di quelli che andavano nelle piazze a far
ridere la gente. Come in questa vita
del resto…».

ERICH FROMM, Psicoanalista tedesco (1900 1980)
«Ho fatto la conoscenza del Buddhismo verso il 1926 e per me è stata
una delle più alte esperienze. n mio interesse per il Buddhismo è
sempre rimasto vivissimo,
anzi, è andato aumentando grazie allo studio dello Zen».

MIA MARTINI, cantante (1947-1995)
«Molte mie paure, molti miei terrori li ho capiti e superati quando,
attraverso vie esoteriche, ho scoperto d’aver vissuto una tragica
esperienza di morte in una vita
precedente».

CARLO COCCIOLI, scrittore
«Credo nell’altissima dottrina del karma. Siamo le conseguenze, i
figli delle nostre azioni. Causa-effetto. Azione, reazione. Tutto ciò
presuppone, evidentemente, un
oceano di esistenze anteriori a quella che viviamo ora. L’idea del
karma attenua un poco il supremo orrore dell’universo» .

KARLHEINZ STOCKHAUSEN, compositore tedesco
«Sono sicuro di aver già vissuto qualche vita nel passato. In
Giappone, in India. Chissà quando ho davvero scoperto l’arte del tè,
dei fiori, del teatro No e Katakali».

GLENN FORD, attore americano
«Non chiedetemi come lo so, ma è così. Sono stato un cavaliere
francese nel Seicento e un insegnante scozzese di pianoforte nel
Settecento».

ALBERTO BEVILACQUA, scrittore e regista
«La nuova fisica spiega la periodicità del rifarsi delle vite. Afferma
che non esiste una sola resurrezione finale dell’energia, ma
molteplici. È una teoria che si chiama
tecnica delle resurrezioni successive, che coincide con alcune delle
intuizioni fondamentali del Buddhismo e le avvalorano. E spiegano
anche la reincarnazione» .

FRANZ BECKENBAUER, calciatore tedesco ex campione del mondo
«In una vita futura spero di rinascere donna. Sono stato prima una
pianta, poi un animale. Come donna, avrò la grande gioia di partorire
bambini».

ROBERTO BAGGIO, calciatore
«La fede buddhista e la preghiera mi hanno permesso di capire i miei
difetti e, di conseguenza, mi hanno aiutato a combatterli. .. Ora
riesco a tirar fuori il meglio di me: forza, energia, concentrazione,
entusiasmo, creatività. Adesso faccio tutto con ‘valore’».

CATHERINE SPAAK, attrice francese
«La sensazione d’esser già vissuta a Roma l’ho avuta appena arrivai la
prima volta in questa città: un clamoroso fenomeno di déjà-vu. I testi
buddhisti sono da tempo una delle mie letture preferite. Mi sono
sottoposta anche a degli esperimenti in leggero stato di ipnosi per
sapere chi ero nella mia vita precedente. Ho rivissuto una situazione
di morte, ma non voglio parlarne».

BERNARDO BERTOLUCCI, regista
«All’inizio degli anni Sessanta, Elsa Morante mi regalò una biografia
del poeta e santo tibetano Milarepa. Il mio interesse al Buddhismo
risale ad allora. Nel 1991,
l’incontro col Dalai Lama mi folgorò. Ai miei occhi il Buddhismo è
qualcosa di estremamente importante, ed è giusto diffondere il suo
pensiero».

FAYE DUNAWAY, attrice americana
«La filosofia orientale mi ha sempre attratta. Poi ho scoperto che in
una mia vita precedente sono vissuta in Oriente».

LEONARD COHEN, cantautore e scrittore canadese
«Il Buddhismo dà tutte le risposte. E tutte le indicazioni per non
produrre più karma negativo».

RICHARD GERE, attore americano
«È stato determinante il mio incontro con il Dalai Lama e col
Buddhismo. Ha cambiato la mia vita. Mi ha aiutato a liberarmi dei
sensi di colpa che mi portavo dentro sin dalla nascita. Dentro ognuno
di noi c’è un’enorme quantità di dolore. Nel Buddhismo non esiste un
inizio per la sofferenza, ma esiste un modo per porvi fine. Ora io
sono un uomo più sereno e in pace col mondo».

LILIANA CAVANI, regista
«Il Buddhismo è come un cannocchiale che permette di avere una
percezione diversa della realtà e di allargare le proprie conoscenze».

TINA TURNER, cantante americana
«Convertendomi al Buddhismo ho cominciato a conoscermi e a credere in
me stessa. Per via medianica conosco una mia vita passata. Mi sono
recata apposta in Egitto, nella terra dei Faraoni, sulle tracce di
Hatshepsut, figlia di un faraone vissuto 1500 anni prima di Cristo. Le
sue vicissitudini ricordano molto da vicino quelle che ho sopportato
io in questa vita».

MILVA, cantante
«Sono credente e credo anche nella reincarnazione. Sono sicura di aver
avuto altre vite».

GIORGIO ALBERTAZZI, attore
«So di avere avuto più vite. E potrei parlare a lungo di tutte le mie
esperienze in campo esoterico».

OLIVER STONE, regista americano
«Io sono sia cristiano sia buddhista. Il Buddhismo è una filosofia di
vita, assai più che una religione».

FRANCO BATTIATO, musicista
«Da anni studio le dottrine orientali. Nella mia opera Gilgamesh ho
narrato la storia del sovrano assiro-babilonese che muore e poi si
reincarna nella persona di un
sufi del periodo di Federico II».
«L’inconscio ci comunica coi segni i frammenti di verità sepolta:
quando fui donna o prete di campagna o un mercenario o un padre di
famiglia» (Dalla canzone “Il Café de la Paix”).

SHIRLEY MACLAINE, attrice e scrittrice americana
«Tutti noi partecipiamo al nostro stesso dramma karmico, da una vita
all’altra. La vita, infatti, non è altro che un lungo processo
d’apprendimento; se solo riuscissimo a considerarla da questo punto di
vista, riusciremmo ad assorbire con molta disinvoltura quelle che ai
nostri occhi miopi potrebbero sembrare solo delle sofferenze, magari
gratuite».

OMBRETTA COLLI, attrice ed eurodeputata
«Nella mia vita precedente sono vissuta in Egitto. Ho avuto
l’esperienza del dejà-vu anni fa, visitando per la prima volta
l’Egitto e le piramidi: conoscevo tutto in
precedenza con esattezza matematica».

SUSANNA TAMARO, scrittrice
«Non a caso, nel mio romanzo ‘Va’ dove ti porta il cuore’ si parla di
reincarnazione. Credo fermamente in questa dottrina. Senza che nessuno
me ne parlasse, fin
dall’infanzia ho avuto la netta sensazione d’essere già venuta su
questa terra. Mi sentivo smarrita, mi chiedevo dove fosse la casa
dov’ero cresciuta. Dicevo che il mio nome non era Susanna; se mi
chiamavano, non rispondevo, mi facevo chiamare con un altro nome, un
nome straniero. Col passar degli anni, quella lontana sensazione
infantile è diventata lucida certezza. Ci ho riflettuto a lungo, ho
letto libri, testimonianze. Uno psicanalista indiano mi ha spiegato
che questi ricordi affiorano nei bambini che nella vita precedente
sono morti prima del tempo, di morte violenta. È un’ipotesi che
ritengo attendibile».

Inoltre:
Più in breve, altri personaggi importanti legati in vario modo al
mondo esoterico e alla dottrina della reincarnazione:

FERDINANDO PESSOA, il noto scrittore portoghese, credeva nella
successione delle vite, ed era appassionato studioso di Teosofia.

JACK KEROUAC e ALLEN GINSBERG, noti esponenti della beast generation,
scrissero libri sul Buddhismo e sulle credenze orientali.

CAT STEVENS, cantante e compositore pop inglese, si è convertito
all’Islamismo, assumendo il nome di Yusuf Islam, e ha musicato versi
del Corano nell’album ‘La vita dell’ultimo profeta’.

ARTURO TOSCANINI e GEORGE SMITH PATTON, il primo grande direttore
d’orchestra, il secondo famoso generale, sono stati citati in una
trasmissione radiofonica per il loro vivo interesse verso la dottrina
della reincarnazione.

CHARLES DICKENS e BORIS PASTERNAK, hanno espresso chiaramente nei loro
più famosi romanzi (David Copperfield e Il Dottor Zivago) il concetto
di reincarnazione.

DAVID BOWIE, cantante-attore inglese, ha espresso anche in alcune sue
composizioni la sua adesione alle religioni orientali.

MICHELANGELO ANTONIONI, grande regista, è in stretto contatto col
maestro orientale Mayi Chid Vilasananda. E sua moglie, Enrica Fico,
tiene corsi di meditazione trascendentale.

CAROLYN CARLSON, danzatrice americana, da trent’anni studia il Sufismo
e le altre dottrine orientali.

Conclusione:
«E se non fosse così?», può domandarsi qualcuno. Se la dottrina delle
rinascite fosse soltanto un’ipotesi, una delle tante?
Domanda legittima. Ma proviamo a escludere questa ipotesi per
ritornare al concetto dell’unica vita. Che succederebbe? Che senso
avrebbe l’esistenza? Lo vediamo ogni giorno ascoltando le riflessioni
di molti vegliardi che fanno il bilancio della loro vita, o leggendo
le numerose inchieste sulla terza età.
Nell’ottanta per cento dei casi, gente che al termine dei suoi giorni
si sente tradita dalla vita: l’avvilimento della giovinezza perduta,
delle forze che mancano, della
mente offuscata, del corpo avvizzito, della solitudine,
dell’emarginazione, dell’impotenza.
Con la segreta paura della morte incombente, del nulla. Va un po’
meglio per chi crede nell’aldilà e nell’incontro con Dio. Ma anche tra
costoro, nella maggioranza dei casi, il bilancio è fallimentare.
Provano la profonda amarezza dei loro errori, delle loro imperfezioni,
della infinita distanza tra quanto hanno fatto e quanto avrebbero
dovuto fare secondo coscienza. E anche loro temono l’incognita del
giudizio divino: Paradiso? Purgatorio? Inferno?

C’è poi una minoranza del dieci per cento che, dotata di grande
talento creativo, si sente più forte di fronte alla morte: sa di
lasciare una propria traccia nel mondo:
capolavori in musica, pittura, letteratura, teatro, architettura.
Oppure grandi imprese politiche, grandi scoperte scientifiche. Ma
anche tra costoro non mancano quelli che, avendo usato l’arte o la
mente solo per ingigantire se stessi, non si rassegnano all’idea che
il sipario si chiuda sugli applausi (e temono pure loro, segretamente,
le ipotesi più minacciose: il Nulla, il Purgatorio, l’Inferno).

Rimane la percentuale ancora minore di chi, dotato di grandi virtù e
qualità morali, può dire in piena coscienza di averle utilizzate al
meglio per il bene degli altri:
lascia dietro di sé un prezioso patrimonio d’affetti, di insegnamenti,
la realizzazione di opere umanitarie.
Costoro non temono la morte, molti anzi le sorridono sapendo che li
ricongiunge con il loro amato Signore Iddio, il Padre Celeste. Sono
gli Iniziati. Possono chiamarsi San Francesco o Gandhi, Teresa di
Calcutta o Sai Baba, oppure non avere nome, essere l’umile santa
sconosciuta della porta accanto, non importa. Sono l’élite
privilegiata. Eppure, anche tra loro c’è talvolta il privilegiato
cattolico che, stupito dei doni gratuiti ricevuti da Dio fin dalla
nascita, si domanda perché Iddio li abbia riservati a lui e non ad
altri. E in qualche caso è proprio questa riflessione che gli fa
scoprire la teoria equanime del karma.
Per tutti gli altri, ripetiamo, il bilancio della vita è disperante. È
molto difficile per loro trovare una logica nel breve e unico
soggiorno sulla Terra. Chi poi è stato
perseguitato dalla sventura, da atroci sofferenze, o spinto dagli
eventi verso il Male, finisce la sua vita col senso totale del vuoto.
Sono i nichilisti, i negatori di un Dio ingiusto che possono approdare
al suicidio o ricorrere alla droga come fuga dall’assurdo
esistenziale.

Qualcuno obietterà: se costoro pensassero alla misericordia di Dio, al
Purgatorio che può redimerli, sarebbero salvi. Può essere. Ma è quasi
fatale che chi ha subito tante ingiurie dalla sorte rimanga un tenace
bestemmiatore che non crede più in nulla e men che meno in un
Purgatorio dove l’aiuto divino è accompagnato da secoli o millenni di
severe punizioni. «Non è con le punizioni (post-mortem, aggiungiamo
noi) che si può correggere chi sbaglia», dicono illustri pedagoghi.
È molto più logico pensare che possiamo rimediare ai nostri errori se
l’amoroso Padre Celeste ci offre la chance di tornare altre volte su
questa terra, finché noi stessi, con azioni più meritorie, avremo
rinnovato il nostro cuore. Come dice Sai Baba:

Si rinasce per questo: per imparare ad amare.

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