UN SOFTWARE DALLA NASA PER SENTIRE LE PAROLE SILENZIOSE

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UN SOFTWARE DALLA NASA PER SENTIRE LE PAROLE SILENZIOSE

18/03/2004 10:49

WASHINGTON – Se non e’ telepatia, lo e’ quasi: la Nasa ha messo a punto un software per decifrare le
cosidette parole silenziose – cioe’ di fatto il pensiero – analizzando gli impulsi inviati in gola
dal cervello per controllare la parola.
Secondo l’agenzia spaziale americana, il metodo potra’ risultare utilissimo per gli astronauti,
coloro che lavorano in ambienti particolarmente rumorosi o anche gli handicappati.

Secondo l’ideatore del software, Chuck Jorgensen, ”chi utilizza questo sistema pensa le frasi e le
pronuncia talmente piano che risultano inaudibili, ma sia la lingua sia le corde vocali ricevono i
segnali dal cervello”.
L’equipe di Jorgensen ha scoperto che per captare gli impulsi occorre mettere una serie di piccoli
sensori sotto il mento e vicino al pomo di Adamo, che poi il software trasforma in parole udibili,
con una precisione del 92 per cento.

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I sensori riconoscono per adesso soltanto sei parole e dieci cifre

www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2004/03_Marzo/18/nasa.shtml

Nasa inventa un congegno che legge il pensiero

amesnews.arc.nasa.gov/releases/2004/04_18AR.html

E’ uno strumento che consente di interpretare i segnali vocali inviati dal cervello quando ancora
non sono diventati parola

WASHINGTON – Uno strumento capace di leggere il pensiero. O meglio: di interpretare le intenzioni
verbali di chi sta per parlare. La Nasa lo ha appena messo a punto e lo ha già provato, in via del
tutto sperimentale, per concludere che il sistema può funzionare anche se per adesso il marchingegno
riconosce soltanto poche parole.

COME FUNZIONA – Il «traduttore di pensieri» funziona riconoscendo i segnali nervosi che arrivano dal
cervello e che passano per la gola prima di diventare parole. Lui intercetta il tutto nel passaggio
dei segnali fra la lingua e le corde vocali, cioè prima

Il sistema sub-vocale
che le parole, appunto, arrivino all’orecchio umano, quindi senza il bisogno che vengano
pronunciate. I tecnici della Nasa per adesso non gli hanno dato nemmeno un nome: lo chiamano
semplicemente «sistema sub-vocale» e sperano di poterne fare un vero e proprio «interprete» della
parola. Per la verità ne vedono già anche l’utilizzo: sarebbe utile agli astronauti, alle persone
che lavorano in ambienti rumorosi, ai portatori di handicap o, più in generale, a chi ha problemi
con l’uso della parola.

SENSORI – Nella fase sperimentale i ricercatori hanno piazzato dei sensori su alcuni volontari nella
parte compresa fra il mento e il pomo d’Adamo: «Abbiamo scommesso tutto sui segnali biologici che si
producono quando si legge o quando si rimugina qualcosa nella propria testa, con o senza il
movimento delle labbra o del viso» racconta il dottor Jorgensen, del Centro di ricerca della Nasa di
Moffet field, in California. Per adesso i sensori riconoscono solamente sei parole e dieci cifre che
i ricercatori ripetono sub-vocalmente. il riconoscimento delle parole è stato corretto per 92 casi
su 100.

18 marzo 2004 – Corriere.it

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