Una MENTE ESTESA
di Rupert Sheldrake
Dov’è localizzata la nostra mente? Ci hanno insegnato a credere che sia dentro la nostra testa, che
l’attività mentale non sia altro che attività cerebrale. Alcune prove sperimentali descritte in
quest’articolo suggeriscono che la nostra mente si estenda ben oltre il cervello; estendendosi
attraverso dei campi che ci collegano al nostro ambiente e gli uni agli altri. Se la nostra mente si
protrae oltre il nostro cervello, proprio come sembra fare, e si connette con altre menti, proprio
come sembra fare, allora fenomeni come la telepatia e la sensazione di essere osservati sembrano
normali e non paranormali come si continua a definirli
scienzaeconoscenza.it – 19-8-2008
I campi mentali sono radicati nel cervello, proprio come i campi magnetici che circondano un magnete
sono radicati nel magnete stesso, o come i campi di trasmissione attorno ai telefoni cellulari sono
radicati nel telefono e nella sua attività elettrica interna. I campi mentali inoltre si estendono
attorno al cervello allo stesso modo in cui i campi magnetici si estendono attorno ai magneti, ed i
campi elettromagnetici attorno ai telefoni cellulari.
I campi mentali ci aiutano a spiegare la telepatia, la sensazione di essere osservati ed altre
capacità molto diffuse ma tuttora prive di spiegazione. Soprattutto, i campi mentali sono alla base
della normale percezione quale parte essenziale della vista.
Immagini Fuori della nostra Testa
Guardatevi attorno. Le immagini che vedete sono dentro al vostro cervello? O sono al di fuori di voi
– proprio dove sembrano essere?
Secondo la teoria convenzionale, c’è un processo a senso unico: la luce entra, ma niente è
proiettato all’esterno. Il movimento verso l’interno della luce è abbastanza familiare. Se guardate
questa pagina, la luce riflessa si muove dalla pagina attraverso il campo elettromagnetico dentro ai
vostri occhi. Le lenti dei vostri occhi focalizzano la luce per formare immagini capovolte sulla
retina. Questa luce che cade sui bastoncelli e sui coni della retina provoca dei cambiamenti
elettrici al loro interno, che danno luogo a cambiamenti caratteristici nei nervi della retina
stessa. Gli impulsi nervosi si muovono lungo i nervi ottici fino al cervello, dove provocano forme
complesse di attività elettrica e chimica. Fin qui, tutto bene. Tutti questi processi possono
essere, e sono stati, studiati in dettaglio da neurofisiologi ed altri esperti della vista e
dell’attività cerebrale.
Poi succede qualcosa di molto misterioso. Si fa esperienza consapevole di quello che si sta
guardando, la pagina che vi sta di fronte. Si diventa consapevoli anche delle parole stampate e del
loro significato. Dal punto di vista della teoria standard, non c’è alcun motivo per cui si dovrebbe
esserne consapevoli. I meccanismi cerebrali dovrebbero procedere bene lo stesso senza la
consapevolezza.
Ne consegue un altro problema. Quando vedete questa pagina, non sperimentate la vostra immagine di
essa come fosse dentro al cervello, dove dovrebbe essere. Sperimentate invece la sua immagine a
circa sessanta centimetri di fronte a voi. L’immagine è fuori dal vostro corpo.
La teoria standard, nonostante tutta la sua fisiologica sofisticazione, non ha alcuna spiegazione
per la vostra esperienza più immediata e diretta. Tutta la vostra esperienza dovrebbe essere dentro
al cervello, una specie di reality show virtuale dentro la vostra testa. Questo significa che il
vostro cranio deve trovarsi al di là di qualsiasi cosa che state vedendo: se state guardando il
cielo, il vostro cranio deve essere oltre il cielo! Per quanto appaia un’idea assurda, sembra essere
un’implicazione necessaria della teoria mente-nel-cervello.
L’idea che propongo è così semplice che è difficile da cogliere. La vostra immagine di questa pagina
è esattamente dove sembra essere, di fronte ai vostri occhi, non dietro. Non è dentro al vostro
cervello, ma fuori.
Così la visione implica sia un movimento della luce verso l’interno, sia una proiezione all’esterno
di immagini. Attraverso i campi mentali la nostra mente si protende per toccare quello che stiamo
guardando. Se guardiamo una montagna a dieci miglia di distanza, la nostra mente si protende per
dieci miglia. Se guardiamo le stelle lontane, le nostre menti si protendono nei cieli, letteralmente
per distanze astronomiche.
La Sensazione di Essere Osservati
A volte quando guardo qualcuno da dietro, lui o lei si volta e guarda dritto verso di me. E talvolta
mi volto all’improvviso per scoprire che qualcuno mi sta fissando. Le statistiche dimostrano che
oltre il 90% delle persone hanno avuto esperienze come queste. La sensazione di essere osservati non
dovrebbe avvenire se l’attenzione è tutta dentro la testa. Ma se si protende all’infuori e ci
collega a quello che stiamo guardando, allora il nostro guardare potrebbe avere un effetto su quello
che guardiamo. È solamente un’illusione, o esiste veramente la sensazione di essere osservati?
Questa questione può essere esplorata con esperimenti semplici e poco costosi. Si lavora a coppie.
Una persona, il soggetto, si siede voltando la schiena all’altro, indossando una benda. L’altra
persona, l’osservatore, si siede dietro al soggetto, e in una serie casuale di esperimenti guarda o
il collo del soggetto, o distoglie lo sguardo e pensa a qualcos’altro. L’inizio di ciascun
esperimento è segnalato da un clic o da un bip meccanico. Ogni esperimento dura circa dieci secondi
ed il soggetto indovina dicendo guarda o non guarda.
Finora sono stati fatti più di 100.000 esperimenti, ed i risultati sono notevolmente positivi ed
altamente significativi statisticamente, con probabilità che sia casuale di quadrilioni a uno. La
sensazione di essere osservati funziona anche quando si guarda la gente attraverso una TV a circuito
chiuso. Anche gli animali sono sensibili all’essere osservati dalle persone, e le persone dagli
animali. Questa sensibilità agli sguardi sembra molto diffusa nel regno animale e potrebbe essersi
evoluta nel contesto delle relazioni predatore-preda: un animale che si fosse accorto quando un
predatore nascosto lo stesse osservando avrebbe avuto una probabilità migliore di sopravvivere di un
animale senza questo senso.
Telepatia
Le persone istruite sono state educate a credere che la telepatia non esista. Alla stregua di altri
cosiddetti fenomeni psichici, la telepatia è respinta come un’ illusione. La maggior parte delle
persone che aderiscono a queste opinioni, cosa che facevo anch’io, non lo fanno sulle basi di un
attento esame delle prove. Lo fanno perché c’è un tabù sul considerare seriamente la telepatia.
Questo tabù è correlato al paradigma prevalente o modello della realtà nella scienza istituzionale,
cioè alla teoria della mente-dentro-il-cervello, secondo la quale la telepatia ed altri fenomeni
psichici, che sembrano implicare misteriose specie di ‘azioni a distanza’, non possono assolutamente
esistere.
Questo tabù risale come minimo all’Illuminismo, alla fine del diciottesimo secolo. Ma questo non è
luogo per esaminarne la sua storia (che esamino in The Sense of Being Stared at (>>>La mente
estesa)). Piuttosto voglio riassumere alcuni esperimenti, che suggeriscono che la telepatia non solo
esiste, ma che è una parte usuale della comunicazione animale.
Animali Domestici Psichici
Mi sono inizialmente interessato al soggetto della telepatia circa quindici anni fa, e cominciai a
cercarne delle prove negli animali che conosciamo meglio, cioè gli animali domestici. Presto iniziai
a trovare numerose storie di proprietari di cani, gatti, pappagalli, cavalli ed altri animali che
insinuavano che questi animali sembravano capaci di leggere la loro mente e le loro intenzioni.
Attraverso annunci al pubblico mi sono costruito un’ampia banca dati di questo tipo di storie, al
momento contenente oltre 3.500 casi. Queste storie si suddividono in varie categorie. Ad esempio,
molti proprietari di gatti affermano che il loro animale sembra intuire quando hanno intenzione di
portarlo dal veterinario, ancora prima che abbiano tirato fuori la gabbietta o manifestato qualsiasi
apparente indizio della loro intenzione. Alcuni sostengono che i loro cani sanno quando li
porteranno a fare una passeggiata, anche quando sono in un’altra stanza, senza essere visti o
sentiti, e quando la persona sta solamente pensando di portarli a fare una passeggiata. Certamente,
nessuno pensa che questo comportamento sia sorprendente se succede in un orario di routine, o se i
cani vedono la persona che si prepara ad uscire, o sentono la parola andiamo. Deducono che sia
telepatico perché sembra succedere in assenza di tali indizi.
Una delle affermazioni più comuni e più testabili sui cani e sui gatti è che sanno quando i loro
proprietari stanno tornando a casa, in alcuni casi anticipando il loro ritorno di dieci minuti o
più. Nelle statistiche di famiglie scelte a caso in Gran Bretagna e in America, i miei colleghi ed
io abbiamo trovato che circa il 50% di proprietari di cani ed il 30% di proprietari di gatti credono
che i loro animali anticipino l’arrivo di un membro della famiglia. Attraverso centinaia di
esperimenti videoregistrati, i miei colleghi ed io abbiamo dimostrato che i cani reagiscono alle
intenzioni dei loro proprietari di tornare a casa anche se sono distanti parecchie miglia, anche
quando ritornano ad orari casuali, ed anche quando viaggiano con veicoli insoliti come i taxi. La
telepatia sembra la sola ipotesi che possa rendere conto dei fatti.
Telepatia Telefonica
Nel corso della mia ricerca sui poteri senza spiegazioni degli animali, ho sentito di molti cani e
gatti che sembravano anticipare le chiamate telefoniche da parte dei loro padroni. Ad esempio,
quando il telefono squilla nella famiglia di un noto professore dell’Università di California a
Berkeley, sua moglie sa quando suo marito è dall’altra parte del telefono perché Whiskins, il loro
gatto argentato, corre al telefono e raspa il ricevitore con le zampe. «Molte volte riesce a
staccare la cornetta ed emette miagolii di apprezzamento che sono chiaramente udibili da mio marito
all’altro capo – afferma – Se qualcun altro telefona, Whiskins non ci fa caso». Il gatto risponde
anche quando telefona da viaggi sul campo in Africa o Sud America.
Questo mi ha portato a riflettere che io stesso ho avuto tale esperienza, in quanto, senza alcun
apparente motivo, avevo pensato a delle persone che poco dopo hanno chiamato. Ho chiesto alla mia
famiglia e agli amici se avevano mai avuto questo tipo di esperienza, e presto ho scoperto che la
maggior parte la conosceva molto bene. Alcuni dissero che sapevano quando la loro madre o il
fidanzato o un’altra persona significativa stava chiamando perché il telefono aveva un suono
diverso!
I miei colleghi ed io abbiamo scoperto, attraverso sondaggi approfonditi, che la maggior parte della
gente ha apparentemente avuto esperienze telepatiche con le telefonate. Questo è in realtà il tipo
più comune di telepatia apparente nel mondo moderno.
È tutta una questione di coincidenza, e memoria selettiva, dove la gente si ricorda solo quando
qualcuno a cui stavano pensando ha telefonato, e dimentica tutte le volte che si sono sbagliati? La
maggior parte degli scettici presume che questo sia il caso, ma fino a poco tempo fa non c’era mai
stata alcuna ricerca scientifica sull’argomento.
Ho messo a punto un semplice esperimento per testare la telepatia telefonica. I partecipanti
ricevono una chiamata da quattro diverse persone ad un’ora prestabilita, ed essi stessi scelgono le
persone che chiamano, di solito amici intimi o membri della famiglia. Per ciascun test, la persona
che chiama è scelta a caso dallo sperimentatore gettando un dado. Il partecipante deve dire chi è
che chiama prima che la persona parli. Se la gente stesse solamente indovinando, dovrebbero essere
esatti una volta su quattro, o il 25% delle volte.
Abbiamo sinora eseguito più di 800 prove di questo tipo, e la percentuale media di successo è del
42%, molto significativamente al disopra del livello casuale del 25% con astronomiche probabilità
contro la casualità (10 a 1).
Abbiamo anche effettuato una serie di prove in cui due dei quattro chiamanti erano familiari, mentre
gli altri due erano estranei, i cui nomi erano noti ai partecipanti, ma che non avevano mai
incontrato. Con i chiamanti familiari, la percentuale di successo fu del 56%, altamente
significativa statisticamente. Con gli estranei fu al livello della casualità, in accordo con
l’osservazione che la telepatia tipicamente si manifesta tra gente che condivide legami emotivi o
sociali.
Inoltre, abbiamo trovato che questi effetti non diminuiscono con la distanza. Alcuni dei nostri
partecipanti erano dall’Australia o dalla Nuova Zelanda, ed essi potevano ugualmente identificare
chi stava chiamando sia che fosse dall’altro capo del mondo o solo ad alcune miglia di distanza.
Menti Estese
Gli studi di laboratorio di parapsicologi hanno già dato prove statisticamente significative per la
telepatia. Ma la maggior parte delle ricerche di laboratorio ha prodotto effetti piuttosto deboli,
probabilmente perché la maggior parte dei partecipanti e trasmittenti erano estranei gli uni agli
altri, e la telepatia normalmente dipende dai legami sociali.
I risultati degli esperimenti sulla telepatia telefonica danno effetti più marcati e più ripetibili
perché coinvolgono persone che si conoscono bene. Ho anche scoperto che ci sono sorprendenti legami
telepatici tra le madri che allattano ed i loro bambini. Ugualmente, le reazioni telepatiche degli
animali domestici ai loro proprietari dipendono da forti legami sociali.
Voglio dire che questi legami sono aspetti dei campi che collegano assieme membri di gruppi sociali
(che definisco campi morfici) e che agiscono da canali per il trasferimento di informazioni tra
membri separati del gruppo. Telepatia letteralmente significa sentire da lontano, e tipicamente
implica la comunicazione di bisogni, intenzioni e pericolo. A volte le reazioni telepatiche sono
sperimentate come sensazioni, talvolta come visioni o il sentire delle voci, e talvolta nei sogni.
Molte persone ed animali domestici hanno reagito quando coloro ai quali erano legati hanno avuto un
incidente, o stavano morendo, anche se questo succede a molte miglia di distanza.
C’è un’analogia di questo processo nella fisica quantistica: se due particelle sono state parte
dello stesso sistema quantistico e sono separate nello spazio, queste mantengono una misteriosa
connessione. Quando Einstein si rese conto per la prima volta di questa implicazione della teoria
quantistica, pensò che quest’ultima fosse sbagliata perché implicava quello che chiamava una
sconcertante azione a distanza.
Gli esperimenti hanno dimostrato che la teoria quantistica ha ragione e che Einstein ha torto. Un
cambiamento in una parte separata di un sistema può avere un effetto sull’altro istantaneamente.
Questo fenomeno è conosciuto come non-località o non-separabilità quantistica.
La telepatia, come la sensazione di essere osservati, è paranormale solo se definiamo come normale
la teoria che la mente è ristretta al cervello. Ma se la nostra mente si protrae oltre il nostro
cervello, proprio come sembra fare, e si connette con altre menti, proprio come sembra fare, allora
fenomeni come la telepatia e la sensazione di essere osservati sembrano normali. Non sono affatto
sconcertanti e strani, ai margini della psicologia umana anormale, ma sono parte della nostra natura
biologica.
Certo, non sto dicendo che il cervello sia irrilevante per la nostra comprensione della mente. È
molto rilevante, e recenti progressi nella ricerca sul cervello hanno molto da dirci. La nostra
mente è centrata nel corpo, e nel nostro cervello in particolare. Però, non è limitata al nostro
cervello, ma si estende ben oltre. Questa estensione avviene attraverso i campi della mente, o
campi mentali, che esistono sia all’interno che oltre il cervello stesso.
L’idea della mente estesa dà più senso alla nostra esperienza rispetto alla teoria della
mente-nel-cervello. Soprattutto, ci libera. Non siamo più imprigionati entro il limitato raggio del
nostro cranio, le nostre menti separate ed isolate le une dalle altre. Non siamo più alienati dai
nostri corpi, dal nostro ambiente e dalle altre persone. Siamo interconnessi.
Per gli ultimi esperimenti su quello che fu definito in modo critico da Einstein “uno troppo
sconcertante fenomeno a distanza” (per essere vero – aggiungo io) >>>ecco il link. Si comincia ad
ammettere ufficialmente che questo potrebbe essere uno dei rari casi (finché non scopriremo gli
altri… ) in cui Einstein ha avuto torto. E il fenomeno dell’entanglement trova ulteriore conferma
Rupert Sheldrake è un biologo di fama mondiale e autore di molte pubblicazioni. Tra le sue ricerche
fondamentali si pone quella su i campi morfici o morfogenetici. Membro dell’Istituto di Scienze
Noetiche, vicino a San Francisco, vive a Londra. Il suo sito web è www.sheldrake.org (l’articolo
sopra è stato pubblicato su gentile concessione di Rupert Shaldrake). Su questo stesso sito si
trovano istruzioni dettagliate su i vari esperimenti “dell’essere osservati”.
Approfondimenti
Rupert Shaldrake – I poteri straordinari degli animali. Mondadori, Milano, 2000.
– Dean Radin – The Conscious Universe (N.d.T.: L’Universo Cosciente), Harper, San Francisco, 1997)
(vedi bookshop se esiste versione italiana)AAltre pubblicazioni dell’autore in lingua italiana
La rinascita della natura . Corbaccio, Milano, 1993
Sette esperimenti per cambiare il mondo, Corbaccio, Milano, 1995.
L’ipotesi della causalità formativa. Red, Como, 1998
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