Una nuova terapia potrebbe curare l’acufene?

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Una nuova terapia potrebbe curare l’acufene?

Fischi, ronzii, sibili molto fastidiosi: sono i sintomi dell’acufene, un disturbo dell’udito per il
quale manca una terapia risolutiva. Adesso è stata sperimentata una cura promettente.

21 OTTOBRE 2020 | GABRIELE FERRARI

L’acufene è uno dei disturbi dell’udito più diffusi: colpisce dal 10 al 15% della popolazione
mondiale, eppure ancora non si sa esattamente da che cosa sia provocato. Probabilmente ne avete
sentito parlare come di un “fischio all’orecchio”, ma in realtà è una condizione complessa, che si
manifesta in modi diversi da persona a persona, motivo per il quale è difficile trovare una cura
definitiva per tutti i pazienti.

STIMOLAZIONE ELETTRICA. Per combattere questi “rumori fantasma” molto fastidiosi e a volte
invalidanti è stata sperimentata con successo, su un ampio campione di persone sofferenti di
acufene, una nuova terapia che prevede la stimolazione elettrica della lingua: i risultati sono
stati pubblicati su Science Translational Medicine.

Non è ancora chiaro che cosa causi l’insorgere dell’acufene, né come mai in certi casi scompaia dopo
un periodo di tempo mentre in altri si trasformi in una patologia cronica. Anche la natura del
disturbo varia da persona a persona: c’è chi sente (a un solo orecchio o a entrambi) ronzii, chi
fischi, chi sibili, chi un rumore come di risacca.

FISCHI, RONZII, SIBILI. Quello che accomuna tutti questi casi è che non esiste in apparenza una
sorgente interna al corpo che possa generare questi rumori in maniera costante; eppure, chi soffre
di acufene li sente e, nei casi più gravi, questo disturbo acustico può essere invalidante perché
può provocare insonnia, depressione, ansia e stress.

Una volta fatta una diagnosi precisa, lo specialista tende ad alleviare i sintomi con terapie di
tipo farmacologico, strumentale (fisioterapia) e psicoterapeutico che aiutano il paziente a
convivere con l’acufene. La nuova terapia proposta dall’azienda irlandese Neuromod Devices Limited
prevede, invece, l’utilizzo incrociato di due categorie di stimoli.

DISTRARRE IL CERVELLO. Ogni trattamento dura 30 minuti e utilizza due strumenti: da un lato ci sono
un paio di auricolari che riproducono un mix di melodie e di rumori bianchi (pioggia, mare, aereo,
phon, aspirapolvere, ecc.), dall’altro una “linguetta” (va tenuta in bocca) che produce impulsi
elettrici per stimolare la lingua del paziente. In questo modo, secondo gli esperti, si
addestrerebbe il cervello a ignorare l’acufene, facendolo concentrare su altri stimoli acustici.

Questa terapia prevede due sedute al giorno di 30 minuti per quattro mesi. Fino ad oggi, è stata
sperimentata su un campione di 326 persone, quasi il 90% delle quali hanno riportato un calo nella
gravità del loro acufene, con effetti benefici che si sono prolungati anche per un anno.

EFFETTO PLACEBO? Questa nuova cura verrà testata un’altra volta per escludere eventuali falsi
positivi dovuti all’effetto placebo, uno dei rischi più comuni legati alle terapie contro l’acufene.
Ma se i dati dovessero essere confermati, sarebbe un’ottima notizia per tutti coloro che soffrono di
questo disturbo.

da focus.it

www.neuromoddevices.com/

stm.sciencemag.org/content/12/564/eabb2830

www.amadeux.net/sublimen/articoli/acufeni_tinnitus_trt.html

Musica e Rumori

www.sublimen.com/store/art/tinnitus-ts01

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