di Anonimo
parte 3
– Come fare per evolversi –
È ovvio che ci sono molte strade per elevarsi spiritualmente, comunque in
linea di massima cerca di connetterti con quella parte di te che consideri
la migliore.
Sto parlando del tuo bambino interno, quello buono, semplice come un bimbo e
santo.
Questa parte ha a che vedere con Dio o con la Mente (usa l’espressione che
ti crea meno contraddizioni). È una sua localizzazione. Devi tornare a
essere quella!
Ti porterai dietro la tua esperienza, questo è vero, ma devi tornare a quel
livello di genuinità.
Per far questo aiutati leggendo le vite dei santi: San Francesco, Yogananda,
ecc.
Poi cerca di contattare i santi o il divino (non c’è dicotomia). Desideralo,
cerca di avvicinarli e di avvicinarti a loro. La Grande Mente, in cui tutti
siamo, è come un contenitore in cui noi siamo un po’ sparsi; con il pensiero
possiamo avvicinarci a quella parte più luminosa, che chiamiamo divino.
Quindi cerca di immaginarti nell’andare verso la luce e che questa consumi
ed illumini tutto il buio che hai intorno, finché non sarai luminoso, dentro
e fuori… ogni giorno di più.
Fallo con gli occhi chiusi. Questa è meditazione (una forma). Chiedi con
genuinità di essere lì, di essere aiutato ad avvicinarti e ad incontrare gli
esseri spirituali.
Più sei vicino alla luce, meno sei nelle tenebre e pian piano comprenderai e
sperimenterai il nettare della beatitudine. Allora tutto si fa chiaro. Si
presenteranno a te le guide luminose e le riconoscerai per la indicibile
sensazione di beatitudine che percepirai. Solo loro la possono emanare!
Cerca di comportarti genuinamente. Il tuo pensiero deve essere dritto, non
contorto (…come un bambino). Vuoi qualcosa… prendila (se puoi), non
tentennare. Così se qualcosa sai che è male (dentro di te qualcosa te lo
dice…), rinunciaci e basta, non tentennare.
Abbi il coraggio di seguire quella sottile voce che è dentro di te (in
realtà spesso non è una voce, ma un qualcosa di chiaro e pulito che si trova
in fondo al nostro cuore).
Se hai sbagliato te ne accorgerai e imparerai. Se continui a tentennare, non
lo saprai mai, perché alla fine sarai sporco delle tue contraddizioni e non
le distinguerai più dagli errori. Lo stesso vale per il senso di colpa .
Cerca di vederti come parte del cosmo, del tutto, di Dio. Tu sei una cellula
di questo grande corpo che collabora con le cellule che gli stanno affianco,
aiutale disinteressatamente. Mai una cellula ucciderebbe un’altra dello
stesso corpo: una cancrena non gli farebbe bene! È da qui che nascono le
leggi (comandamenti) da seguire… tratta gli altri come tu stesso vorresti
essere trattato.
In sintesi cerca di fare un po’ di silenzio mentale e pulizia nella tua
mente e nella tua vita.
Solo nel silenzio mentale percepirai gli altri mondi.
Questo che ti dico è detto in tutte le religioni. Se vuoi scegli quella che
preferisci, ma attento a non farti confondere dagli estremismi nati in
particolari momenti in cui esse si volevano distinguere dalle altre.
Cerca ciò che unisce le religioni e non ciò che le divide. I santi che le
hanno fatte nascere parlavano della stessa cosa, avevano percezioni simili.
Solo dopo i seguaci hanno cominciato a fare distinzioni su ogni parola
detta…
Se ti piace leggiti libri, fai corsi, ecc. Ma la cosa più importante è che
tu agguanti la preda spirituale e non la molli più finché non hai avuto le
tue percezioni in modo da sapere quello che ti preme!
Devi considerare che questo processo lo puoi chiamare purificazione,
purificazione dalle costruzioni mentali che abbiamo fatto a partire, e a
volte per proteggere, quel qualcosa di puro che abbiamo nel cuore.
Scoprirai che quando cerchi di tornare a essere puro, ricorderai che hai
cercato di proteggere questa tua purezza dagli altri, che non avrebbero
capito o ti hanno ferito, ecc.
Così abbiamo costruito uno schermo su cui proiettiamo quello che vogliamo
far vedere di noi stessi agli altri. Dopo un po’ abbiamo finito per crederci
anche noi stessi a quelle proiezioni e… abbiamo dimenticato chi veramente
siamo.
Solo nei momenti migliori di una storia d’amore, o quando abbiamo un figlio,
quella nostra parte pura si riaffaccia…. E dopo un po’ la riseppelliamo
un’altra volta. E l’amore si smorza!
Questo scudo, questo schermo, è una parte sostanziale dell’Ego, cioè
dell’idea che noi abbiamo di noi stessi. A cui puoi aggiungere tutto quello
che credi della vita, le tue esperienze, le cose come le vedi tu, ecc.
Questo Ego ad un certo punto della vita si cristallizza e non lascia entrare
più nulla… e ti soffoca l’anima!
In definitiva, la purificazione è sciogliere questo Ego e tornare semplice e
genuino, aperto di nuovo alle esperienze e a capire l’immensità della
manifestazione.
Ma il lavoro è grosso! Devi sfogliarti pian piano come una cipolla sino ad
arrivare alla tua essenza.
Comunque ad una certo punto cominci a vedere le cose più chiaramente e
questo lavoro diventa un piacere perché ti aiuterà a comprendere come si
sono costruite le tue idee su te stesso e sulla vita attraverso le tue
esperienze. Ed allora capirai che lo stesso succede anche agli altri e
comincerai a comprenderli sempre più. Le barriere tra te e gli altri si
assottiglieranno e capirai come si può amare tutti quanti senza distinzione
(anche i peggio). E potrai quindi anche aiutarli.
Buon lavoro!
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I diversi cammini
All’interno dell’induismo (ma in qualche modo anche nel buddismo) esistono
varie strade per arrivare alla Verità che esemplificano tutti i percorsi
evolutivi. A grandi linee possiamo riassumere in queste categorie:
Bhakti yoga – la strada della devozione a Dio visto come Persona Suprema
Karma yoga – la strada dell’azione, svuotata di intenti personali (dell’ego)
e offerta solo a ciò che Dio vuole
Jnana yoga – la strada della comprensione intellettuale che utilizza però
strumenti superiori di conoscenza intuitiva
Raja yoga – la strada delle tecniche metafisiche energetiche
Yoga vuol dire unione o comunione e si intende con il divino.
Comunque è raro che una persona pratichi uno solo di questi cammini. Il più
delle volte ne utilizzerà una miscela con la predominanza di uno in
particolare.
Lasciare ad ognuno il suo cammino è il modo più elevato e sociale di
rapportarsi all’altro.
Dio si può inoltre concepire e raggiungere in modo impersonale (come fanno i
buddisti, i sikh), ma anche in modo personale (come fanno tutti quelli che
hanno una idea di Dio come persona, cristiani compresi). Uno di questi due
modi dovrebbe essere scelto sulla base della predisposizione dell’individuo.
Ad esempio ad una persona con tendenze emotive, o con un particolare bisogno
di compensare necessità emozionali, viene consigliata una via (o una
meditazione) in cui ci sia una immagine di Dio (la Persona). A chi ha
tendenze mentali, ma anche il cuore sciolto, invece si propone di
raggiungere Dio in modo impersonale, la via più alta, ma anche la più
difficile. Saremo pronti?
Anche il buddismo tibetano si approccia al divino in questo modo: con un
pantheon di divinità che, come nel caso induista, rappresentano le diverse
qualità del divino, del tutto impersonale. Questo è alla base del Tantra
buddista.
L’approccio impersonale è invece caratteristica di tecniche più avanzate
come lo Dzog-Che, l’Advaita Vedanta.
Sembra comunque che ognuno di noi debba seguire quella strada a lui più
consona. Non tutti partiamo dallo stesso punto in questa vita. Ed è anche
per questo ad esempio che i buddisti sono così tolleranti, perché
comprendono che ognuno debba fare il percorso adatto al proprio particolare
momento.
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– Un Giorno Morirò –
Sono già nato e morto molte volte e questa vita non è certo
tra le più difficili… sebbene forse sia delle più complicate… ma…
Se proprio ci tieni a salire…
la fatica si farà sentire…
solo che una volta arrivato…
scoprirai che già c’eri stato!
Rientrare appieno nel divino
è come essere un bambino
che gioca, ride, mangia e beve
nelle braccia di suo Padre
Se un bimbo smette di giocare
e vuol qualcosa da mangiare,
solo deve ricordarsi
di richiederlo alla Madre
e senza neanche preoccuparsi
di come questo si farà,
stai tranquillo, è stato detto!
…il tuo cibo arriverà!
¡ Muzuke !
continua…
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