di Jon Kabat Zinn
Tratto da: “Vivere momento per momento”
Una visione del mondo in trasformazione
Conoscenze utili
Se vuoi che la pratica della meditazione metta radici nella tua vita e fiorisca, devi sapere perché
pratichi. Altrimenti come riuscirai a sostenere il non fare, in un mondo in cui solo il fare sembra
avere valore? Che cosa ti indurrà ad alzani presto la mattina per stare seduto a osservare il tuo
respiro, mentre tutti gli altri se ne stanno al calduccio a letto? Che cosa ti indurrà a dedicare un
certo tempo a ‘essere soltanto’, mentre gli ingranaggi del mondo girano e i tuoi impegni e le tue
responsabilità ti chiamano? Che cosa ti stimolerà a portare la consapevolezza in ogni attività della
tua vita quotidiana, momento per momento?
Per sostenere il tuo impegno e mantenere la freschezza della tua pratica di meditazione nel corso
dei mesi e degli anni, è importante sviluppare una visione personale, che guidi i tuoi sforzi e nei
momenti critici ti ricordi il valore di questo insolito cammino. A volte questa visione sarà il solo
appoggio di cui disporrai per mantenere viva la tua pratica.
In parte, questa visione nascerà dalle circostanze specifiche della tua vita, dai tuoi valori e
dalle tue convinzioni. In parte essa emergerà dalla tua esperienza di meditazione, dalla
disponibilità a imparare da ogni cosa: dal tuo corpo, dai tuoi atteggiamenti, dalla tua mente, dal
tuo dolore, dalla tua gioia, dagli altri, dai tuoi errori, dai tuoi insuccessi, dai tuoi successi,
dalla natura; in breve, da ogni momento che vivi.
Se coltivi la consapevolezza, non c’è una sola esperienza della tua vita che non possa insegnarti
qualcosa, rispecchiando la tua mente e il tuo corpo.
Ma un altro elemento della tua visione verrà dalla tua conoscenza del mondo, e da dove e come ti
vedi situato in esso. Se la tua salute è una parte importante di ciò che ti spinge alla pratica
della meditazione, conoscere e rispettare il tuo corpo, valutare ciò che la medicina può o non può
fare per te, comprendere l’influenza della mente sulla salute e sulla malattia saranno elementi
importanti della tua visione. La solidità della tua visione dipenderà, in larga misura, da ciò che
sai e da quanto sei disposto a imparare in questo campo.
Proprio come la pratica della meditazione, questo apprendimento richiede un costante impegno a
ricercare e una continua disponibilità a modificare i tuoi punti di vista, mano a mano che incontri
nuove conoscenze e raggiungi nuovi livelli di comprensione e di sensibilità. Nella clinica per lo
stress incoraggiamo i nostri pazienti ad approfondire la conoscenza del loro corpo, e dell’influenza
che la loro mente ha sul loro stato di salute, come un aspetto fondamentale della loro avventura di
crescita e guarigione. Lo facciamo illustrando brevemente le trasformazioni che la ricerca e il
pensiero scientifico recenti stanno introducendo nella pratica della medicina, ed esplorando le
implicazioni di questi sviluppi per la nostra vita e per la nostra pratica di meditazione.
– Unità corpo-mente –
La clinica per lo stress appartiene alla divisione di medicina comportamentale del Medicai Center,
Università del Massachusetts.
La medicina comportamentale è una nuova corrente della medicina, che sta rapidamente espandendo le
concezioni tradizionali di salute e malattia. Il nuovo punto di vista da essa introdotto, stimola
l’emergere di una più ampia visione della medicina in generale, una visione che riconosce la
fondamentale unità di mente e corpo. La medicina comportamentale riconosce la necessità che i
pazienti, ove possibile, partecipino attivamente alla cura della propria salute, imparino a
conoscerla, a conservarla e a migliorarla.
Essa ritiene molto importante una più efficace comunicazione fra pazienti e medici, in modo che i
primi siano in grado di comprendere, tanto a fondo quinto lo desiderano, ciò che i medici dicono
loro, che siano a loro volta contesi dai medici e che i loro bisogni siano riconosciuti e
rispettati.
In questo spirito, presentiamo ai partecipanti al corso per la riduzione dello stress certi sviluppi
della medicina comportamentale, di modo che possano meglio comprendere quello che viene loro
richiesto nella clinica e perché.
Forse lo sviluppo più importante in medicina comportamentale è il riconoscimento del fatto che non
possiamo più pensare la salute e la malattia come caratteristiche che appartengono separatamente al
corpo o alla mente, perché corpo e mente sono strettamente connessi.
La nuova prospettiva considera di fondamentale importanza pensare in termini di totalità e di
interconnessione^ e osservare attentamente le interazioni fa corpo, psiche e comportamento sia nella
ricerca sia nella pratica terapeutica Essa ritiene che la scienza medica non riuscirà mai a
descrivere un processo dinamico complesso come la salute o una malattia cronica, senza prender» in
esame il funzionamento di tutto l’organismo, anziché limitarsi all’analisi di singole parti e
organi, per quanto importante possa essere il loro ruolo.
La medicina, oggi, riconosce sempre più l’influenza sulla salute dello stile di vita, delle tendenze
di pensiero ed emotive, delle relazioni e dei fattori ambientali. Il nuovo modello abbandona la
visione di corpo e mente corvè realtà fondamentalmente separate, e cerca invece di articolare una
visione molto più ampia di ciò che chiamiamo corpo’, mente’, salute’ e ‘malattia’.
Il nuovo paradigma
Questa trasformazione della medicina viene a volte descritta come un ‘cambiamento di paradigma’, un
passaggio da una visione complessiva del mondo a un’altra. Non c’è dubbio che non solo la medicina,
ma anche la scienza nel suo !insieme stia attraversando una simile trasformazione, mano a mano che
le implicazioni delle rivoluzioni concettuali avvenute nel corso di questo secolo, vengono meglio
comprese e assorbite.
In gran parte, il nostro modo di pensare la realtà fisica nel contesto del vivere quotidiano (le
nostre implicite assunzioni riguardo al mondo, al nostro corpo, alla materia e all’energia) è basato
su una visione scientifica obsoleta, che risale essenzialmente a trecento anni fa. La scienza sta
oggi introducendo modelli più sottili e globali, più capaci di rispecchiare la nostra attuale
comprensione dell’interconnessione di spazio e tempo, materia ed energia, mente e corpo, e perfino
cosmo e coscienza.
In questa parte del libro incontrerai alcuni di questi nuovi modi di pensare il mondo in termini di
totalità e di interconnessione, e le loro implicazioni per la medicina e per la salute. Seguiremo
due fili conduttori principali, intimamente legati fra loro e alla pratica della meditazione.
Il primo ha a che fare con la nostra capacità di vedere. Nel prossimo capitolo esamineremo più da
vicino il modo in cui vediamo (o non vediamo) le cose, e il modo in cui le pensiamo e ce le
rappresentiamo. Questo influisce direttamente sul modo in cui vediamo i nostri problemi e sulla
nostra capacità di affrontare lo stress e la malattia. Esploreremo i concetti di totalità e
interconnessione e la loro importanza per la salute e per la guarigione, tema su cui ritorneremo
nell’ultimo capitolo di questa parte.
Il secondo filo conduttore è un’esposizione della nuova prospettiva che la medicina comportamentale
sta sviluppando. Esso riguarda le interazioni di corpo e mente, la loro influenza sulla salute e le
implicazioni di questa nuova concezione per la pratica terapeutica e per una più profonda
comprensione del significato stesso di guarire’.
Nell’insieme, i due filoni possono contribuire ad ampliare la tua visione della pratica di
meditazione. Essi suggeriscono che, sia l’attenzione alla tua personale esperienza sia la conoscenza
degli sviluppi della ricerca medica, possono dare un contributo al tuo processo di guarigione.
Tuttavia, se le informazioni presentate in questa parte del libro vengono assimilate solo dalla tua
mente pensante, esse ti saranno di scarsa utilità pratica.
Questa parte e la successiva, sullo stress, vogliono soprattutto stimolare un maggiore interesse e
apprezzamento per la squisita bellezza e complessità del tuo corpo, e per la sua straordinaria
capacità autoregolarsi e di guarirsi. Esse non si propongono di fornire un quadro dettagliato di
discipline specializzate, ma piuttosto di espandere la tua visione di te stesso come essere
pensante, senziente e interagente, e del tuo rapporto con il mondo.
Mi auguro che le informazioni presentate in queste pagine possano aiutarti a sviluppare una maggiore
fiducia nel tuo corpo e nella tua mente, e una più chiara visione delle motivazioni per
intraprendere una pratica di meditazione; una visione che ti sostenga nell’uso del potere di
guarigione della consapevolezza, nella tua vita.
– Interconnessioni –
Hai mai guardato un cane vedendolo in tutta la sua caninità? Un cane è una realtà miracolosa, se lo
vedi veramente. Che cos’è? Da dove è venuto? Dove va? Che cosa fa qui? Perché ha questa forma? Com’è
la sua visione delle cose? Quali sono i suoi sentimenti?
I bambini tendono a vedere le cose in questo modo. La loro visione è fresca. Incontrano le cose come
se fosse sempre la prima volta. La nostra visione a volte è stanca. Vediamo ‘solo un cane’. ‘Se ne
hai visto uno, li hai visti tutti’. Perciò vediamo a malapena.
Vediamo più attraverso i nostri pensieri e le nostre opinioni che i nostri occhi I pensieri sono un
velo che ci impedisce di guardare il mondo con occhi limpidi. Ciò che entra nel campo visivo viene
identificato dalla mente pensante e immediatamente inquadrato: un cane’. Questa mente ci impedisce
di vedere il cane nella sua totalità: essa elabora e classifica rapidamente il segnale cane’, e poi
passa subito a elaborare nello stesso modo la percezione o il pensiero successivo.
Ci sono molti modi di guardare una cosa o un evento o un processo. Un cane è solo un cane: in un
certo senso non ha niente di speciale. Ma nello stesso tempo è straordinario, perfino miracoloso.
Tutto dipende da come lo guardi. Possiamo dire che è, nello stesso tempo, ordinario e straordinario.
Quando l’atteggiamento della tua mente cambia emergono nuove possibilità. Anzi, tutto ti appare
sotto una luce nuova quando riesci a vedere le cose simultaneamente a vari livelli, quando riesci a
vedere la totalità e l’interconnessione assieme all’individualità e alla separazione. Il tuo
pensiero si allarga. Questa può essere un’esperienza profondamente liberatoria. Può portarti al di
là delle tue preoccupazioni personali Può far emergere una prospettiva più ampia. Sicuramente
cambierà il modo in cui ti rapporti al cane.
Quando osservi le cose attraverso la lente della consapevolezza, durante la pratica della
meditazione o nella vita quotidiana, invariabilmente cominci ad apprezzarle in modo nuovo, perché le
tue stesse percezioni cambiano. Esperienze ordinarie ti possono improvvisamente apparire
straordinarie. Questo non significa che smettano di essere anche ordinarie: ciascuna di esse
continua a essere semplicemente quello che è. Solo che tu ora la cogli maggiormente nella sua
pienezza.
Prendiamo ancora una volta come esempio il mangiare. Mangiare è un’attività ordinaria: lo facciamo
continuamente, di solito senza grande consapevolezza e senza pensarci particolarmente.
II processo con cui ciò avviene è organizzato e regolato, a ogni livello, in maniera squisita: a
cominciare dall’attività della lingua, che permette la masticazione tenendo il cibo fra i denti,
passando dalla catena di processi biochimici che scompongono il cibo e lo assorbono nell’organismo
per fornire energia e ricostruire cellule e tessuti, fino all’eliminazione dei prodotti di scarto,
in modo da evitare l’accumulo di tossine e lisciare il corpo in equilibrio metabolico e biochimico.
In realtà, tutto ciò che il IUO corpo fa normalmente è meraviglioso e straordinario, anche se forse
non ci pensi mai. Camminare è un altro buon esempio. Se sei mai stata nell’impossibilità di
camminare, sai quanto sia una cosa preziosa e miracolosa. È una capaciti straordinaria. E non meno
straordinari sono il vedere e il parlare, il pensare e il respirare, e qualsiasi altra attività del
tuo corpo. Se ci pensi un attimo, ti renderai conto che il tuo corpo compie innumerevoli miracoli,
che tu dai normalmente per scontati. Quando è stata l’ultima volta che ‘hai pensato allo
straordinario; lavoro che fa il tuo fegato, per esempio? È l’organo interno più grosso
del corpo e mantiene l’armonia metabolica, realizzando otta’ntamila reazioni enzimatiche al secondo
Lewis Thomas, rettore del Memo-Kettering Cancer Center, ha scritto nel suo libro The Lives of a Celi
(La vita di una cellula) che preferirebbe trovarsi al posto di pilotaggio di un 747, pur non sapendo
nulla di aerei. che a dirigere il funzionamento del proprio fegato. E che dire del tuo tuo cuore,
del cervello e di tutto il resto del sistema nervoso? E che dire della capacità che i tuoi occhi
hanno di vedere, le tue braccia e le tue gambe di muoversi come vuoi, i tuoi piedi di sostenere il
corpo in equilibrio? Tutte queste funzioni sono straordinarie II nostro benessere dipende, in ogni
momento, dal funzionamento integrato di’ nostri organi di senso, dei muscoli e dei nervi, delle
cellule, degli e dei vari sistemi di organi. Il nostro corpo è un ‘universo’ in sé, composto da
oltre dieci milioni di milioni di cellule, tutte derivate da una sola, organizzate in organi,
sistemi e strutture, con un’intrinseca capacita di autoregolarsi globalmente e di mantenere
l’equilibrio e l’ordine interno. Si auto-organizza e si auto-guarsice.
Il corpo mantiene il suo equilibrio interno grazie a un insieme di circuiti di feedback,
delicatamente calibrati, che collegano fra loro tutti gli aspetti dell’organismo. Per esempio,
quando fai uno sforzo, magari correndo o salendo le scale, il tuo cuore automaticamente pompa più
sangue, fornendo ai muscoli più ossigeno per permettere loro di far fronte al fabbisogno
accresciuto. Quando lo sforzo è finito, la portata del cuore torna al livello normale e i muscoli si
rilassano. Se lo sforzo è durato un certo tempo, esso può aver generato parecchio calore: questo ti
fa sudare, perché così il corpo si raffredda. Se sudi parecchio, ti viene sete e bevi: in questo
modo il corpo si assicura che il fluido perduto venga ripristinato. Tutti questi sono processi di
regolazione interconnessi, governati da circuiti di feedback.
Tali interconnessioni sono intrinseche ai sistemi viventi. Quando la pelle è lacerata, vengono
emessi segnali biochimici che attivano i processi cellulari di coagulazione del sangue, in modo da
arrestare l’emorragia e rimarginare la ferita Quando nel corpo è in atto un’infezione da
microorganismi, quali batteri o virus, il sistema immunitario si mobilita per isolarli e
neutralizzarli.
Se qualcuna delle nostre cellule, a causa di un difetto nei circuiti di feedback che ne controllano
la crescita, diviene cancerosa, un sistema immunitario sano mobilita certi particolari linfociti
detti natural killer, capaci di riconoscere i mutamenti strutturali sulla superficie delle cellule
cancerose e di distruggerle prima che possano far danno.
Se l’interconnessione è importante per l’integrità fìsica e la salute del corpo, essa non è meno
importante psicologicamente e socialmente. I sensi ci permettono di collegarci con la realtà
esterna, oltre che con i nostri stati interni. Le informazioni che ci forniscono sull’ambiente e
sulle persone, ci permettono di formarci un’impressione coerente del mondo, di funzionare in uno
spazio psicologico’, di imparare, di ricordare, di ragionare.
Perciò l’organizzazione del corpo consente l’instaurarsi di un ordine psicologico, che nasce da
quello fisico e nello stesso tempo lo contiene. A ciascun livello del nostro essere, incontriamo una
totalità che è a sua volta immersa in una totalità più ampia.
La rete di interconnessioni va al di là della nostra psiche individuale. Pur essendo ciascuno di
noi, individualmente, una totalità, apparteniamo anche a una totalità più ampia, siamo collegati
attraverso la nostra famiglia, gli amici, le persone che incontriamo, alla società, all’umanità nel
suo insieme e, in senso ultimo, alla totalità della vita sul pianeta.
Alcune di queste connessioni le percepiamo con i nostri sensi e con le nostre emozioni; altri, con
più vasti cicli naturali ci sono noti solo attraverso il ragionamento scientifico. (Benché vada
detto che le comunità tradizionali hanno sempre conosciuto e rispettato, a loro modo, queste
interconnessioni.)
Per fare solo qualche esempio, dipendiamo dallo strato di ozono nell’atmosfera, che ci protegge da
radiazioni ultraviolette letali; dipendiamo dalle foreste pluviali e dagli oceani, che riciclano
l’ossigeno che respiriamo; dipendiamo da un livello relativamente stabile di anidride carbonica
nell’aria, che ammortizza le variazioni globali di temperatura.
Una teoria scientifica, l’ipotesi Gaia’, propone di considerare tutto quanto il pianeta come un
organismo vivente autoregolantesi, e prende il nome dalla dea greca della terra, Gaia. Questa
ipotesi reintroduce, su basi scientifiche, una visione essenzialmente condivisa da tutte le culture
tradizionali, in cui gli esseri umani sono interconnessi e interdipendenti con tutti gli esseri e
con la terra stessa.
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