Un’esperienza che precede la vita
Gli editoriali di Back to Godhead
Le esperienze di morte apparente cambiano le persone e spesso le portano ad iniziare una sincera
ricerca spirituale. Ma questo succede solo a persone che sono estremamente vicine alla morte che
tornano alla vita e parlano di quello che hanno vissuto. Quindi la maggior parte di noi non riceverà
il beneficio che si può ottenere da un’esperienza così traumatica per iniziare di botto la vita
spirituale. Il Movimento per la coscienza di Krishna offre un’alternativa: un’esperienza che precede
la vita.
Krishna nella Bhagavad-gita insegna che la vita esiste al livello dell’anima. Il corpo è sempre
morto; mostra i sintomi della vita solo quando l’anima è presente. Così, parlando francamente, una
vita centrata sul corpo e su tutto quello che lo circonda non è assolutamente la vera vita. La vita
cosciente di Krishna offre la possibilità di avvicinarsi alla vera vita dell’anima, libera dalle
catene della materia. A differenza di alcune tradizioni religiose, il Movimento per la coscienza di
Krishna non afferma che i suoi membri verranno salvati semplicemente perché ne fanno parte. La
coscienza di Krishna comporta la pratica di vivere come le anime che si trovano eternamente in
compagnia di Dio. La vita nel mondo spirituale è la vera vita. Noi ci avviciniamo a quella vita
attraverso delle azioni che rispecchiano quelle che avvengono lì.
Qualcuno potrebbe dire che la vita cosciente di Krishna qui sulla Terra è un’esperienza di vita
totale, ma i nostri corpi limiteranno sempre quello che possiamo replicare della vita delle anime
liberate del mondo spirituale. Nel Brihad-Bhagavatamrita Sanatana Goswami dà una vivida descrizione
di Vaikuntha, quella parte del mondo spirituale dove Krishna, nell’aspetto di Narayana, viene
adorato come un re, cioè con totale rispetto e sfarzo illimitato. Una particolarità stupefacente di
Vaikuntha è che lì le anime che vi si trovano possono assumere tutte le forme che desiderano per
servire il Signore e in qualsiasi forma i residenti di Vaikuntha possono muoversi da un luogo
all’altro a proprio piacimento e compiere molte altre cose impossibili per noi.
Che ce ne rendiamo conto o meno, le azioni che compiamo in questo mondo rivelano che noi aspiriamo
naturalmente a una vita completamente libera, ma questa libertà completa è disponibile solo nel
mondo spirituale, un luogo che raggiungono solo coloro che non abusano della loro libertà. Essi
possono fare quello che vogliono perché, avendo risvegliato il loro innato amore per Dio, vogliono
solo soddisfarLo e pensano ad infiniti modi per compiacerLo. In coscienza di Krishna spesso ci
riferiamo a vari livelli di perfezione. Così sembra che nulla possa superare Vaikuntha, ma il mondo
spirituale che si trova oltre esso, in particolar modo Goloka Vrindavana, la dimora del Signore,
Krishna, dà modo di avere una libertà ancora maggiore.
I genitori di Krishna sono liberi di punirLo, le Sue fidanzate sono libere di rifiutare le Sue
avances, i Suoi amici sono liberi di giocare con Lui alla lotta e di sconfiggerLo durante i loro
giochi. La libertà del mondo spirituale scaturisce dall’amore puro e dal servizio disinteressato. In
questo mondo la cultura della coscienza di Krishna fa assaporare il gusto di quella libertà. Nel
presentare gli insegnamenti di Krishna, Srila Prabhupada invitava sempre le persone a stare con i
devoti di Krishna e ad avvantaggiarsene in tutti i modi possibili per sperimentare la felicità della
vera vita, che è la vita dell’anima.
Nagaraja Dasa, da Back to Godhead settembre-ottobre 2004
(da Movimento ISKCON di Marzo-Aprile 2005)
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