UNO SCOTTANTE APPUNTAMENTO!…

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UNO SCOTTANTE APPUNTAMENTO!…

seconda monografia del corso Sadhana

Domandarono a Buddha: ”Tu, cosa insegni?… Cosa sei venuto a fare, tra di noi?”

“Io insegno il dolore e il metodo per sfilarsi via da esso!”

Non solo è probabile che voi tutti giungiate a fare scricchiolare e a ridurre in mille pezzi la falsa messa in scena di un Uomo Divino, ricco di poteri misteriosi, disceso dal cielo ed accompagnato da mantra magici e potenti ed avvenimenti inesplicabili; ma che siate risvegliati da un fitto sonnambulismo mentale, da quanto imparerete in queste monografie.
Benché preparato alle qualità di Istruttore del mondo da centinaia di incarnazioni precedenti la sua ultima vita, Egli era, comunque, un uomo dalle qualità potenziali possedute da ognuno di noi.

E il dolore che insegnò ad estirpare via non si riferiva solo a quello, atroce, in cui alcuni manigoldi gettarono, con la guerra, milioni di persone e di soldati – vittime e combattenti – ma giungeva, nei suoi fitti chiaroscuri, ad abbracciare anche le minute ed istintive reazioni di chi – ad esempio – non avrebbe accettato la vostra presenza, o vi avrebbe potuto gratificare di cattive comprensioni, e così via.
Insomma, l’arco della sofferenza in cui viviamo è stato analizzato a fondo dalla Dottrina di Buddha, e relegato in un angolo; dove la costruzione delle nostre difese ad esso ce lo potrà fare osservare, mentre ci scivola addosso, come l’olio su di una roccia levigata.
Si tratta, ovviamente, di un metodo: ossia, apprendere le Quattro Nobili Verità fondamentali della vita, l’Ottuplice Sentiero, ed uno speciale atteggiamento mentale (quello della meditazione Vipassana).

Ma, per raggiungere questo obiettivo, bisogna affrontare la conoscenza di alcune realtà basilari, o – ripeto – continueremmo a trascorrere questa vita, immersi in un sonnambulismo mentale.

Ne vogliamo parlare?

Ognuno di voi è fortemente inchiodato in strutture karmiche, che alimenta e che lo nutrono: la famiglia, il suo lavoro (o il non lavoro), le compagnie che frequenta, i suoi desideri, i suoi pensieri; ma, dimentica un appuntamento comune ad ogni essere della vita.

La morte…

Come, nelle sere invernali, andando a letto, noi ci tiriamo addosso, fino a sotto il mento, la morbida e calda coperta, così serriamo i vincoli, e li rafforziamo costantemente, con la struttura karmica di cui abbiamo parlato.
Il che, in ultima analisi – se non si tratta di rozzi ed istintivi attaccamenti – non è, in genere, sbagliato.
La famiglia, il lavoro, il nostro gruppo sociale, i desideri sono importanti ed essenziali, nella vostra reincarnazione. E costituiscono le uniche leve che creano i destini. Non dimenticatevi l’antico assioma:
“I semplici pensieri creano le azioni, le azioni producono un’abitudine, le abitudini impostano il carattere ed il carattere genera l’intera nostra sorte”.

Il criceto si rifugia nella ruota della sua gabbietta, facendola girare, ed anche noi ci troviamo inquadrati nel volano delle nostre abitudini e nella gabbia di una limitata incarnazione, e non ci rendiamo conto che questa prigione è relegata in un più vasto appartamento, composto da molte stanze spaziose (fisiche o invisibili)..

Uno di questi “ambienti” (che non vediamo, in genere) ha uno snodo che separa la nostra vita dalla morte.
Lo sapete e vi rendete conto che la vostra esistenza si interromperà all’improvviso, ed ogni vostra proprietà, ogni vostro ascendente sulle cose crollerà, come un castello di carte, lasciandovi soli e sbigottiti, in un primo vuoto assoluto?
Viene a ricordarcelo il saggio proverbio: ”Siamo nati nudi e moriremo nudi”..

Ovviamente, i Poteri Superiori vi verranno incontro ed avrete degli aiuti predisposti a ciò; ma, avete già assistito al fenomeno. L’individuo, uomo o donna che sia, chiude gli occhi, ed abbandona la terra. Lascia tutto, compresa la sua borsetta, che è appoggiata in un angolo della stanza, o il portafogli, con il libretto di assegni …

Il nostro è simile ad un viaggio in treno, tra i magnifici monti nevosi della Transilvania. Assistiamo allo stupendo panorama, che sfila davanti ai viaggiatori, oltre il finestrino; apprendiamo la lezione della bellezza, dell’estetica, dell’armonia; ma, non illudiamoci che i monti innevati siano di nostra proprietà, o che ci attendano, fino a che noi non ci si impadronisca di loro.
Il treno rappresenta il periodo, lungo o corto, della nostra reincarnazione; i monti imbiancati di neve, invece, le centinaia di esperienze che la Divinità Planetaria ci offre.

E, a questo punto, ci si ricordi dell’insegnamento di Sri Lahiri Mahasaya (il Maestro del Guru di Yogananda Paramahansa):
“Sappi che tu non appartieni a nessuno, e nessuno appartiene a te… “
Volete, quindi, soffrire, come degli imbambolati, durante il fenomeno morte (prossima, o lontana)? O prepararvi alla gioia spirituale di una conoscenza del metafisico, simile a quella di Yoganandaji, che dimostrò, in tanti episodi della sua biografia, che la morte è solo gioia, acquisizione e nirvana?

Colgo l’occasione per rammentarvi che ogni atto meditativo che avete compiuto, o compirete – ogni buona respirazione tranquillizzante e ritmica (sia da seduti, che mentre camminate), ogni pensiero positivo, ecc.. vi trasforma, lentamente ma indiscutibilmente, in NIRVANA VIVENTI. Ossia, a somiglianza di Yogananda Paramhansa, in discepoli della Luce, i quali vivono contemporaneamente nel mondo mentale ed energetico (quello della cosiddetta morte), e nel mondo materiale.
Il vostro cuore è grande, ricordatevelo! Emettete raggi di amore e di aiuto a tutto ciò che esiste, perché l’amore è il più potente lenitivo che possa esistere, ed è l’unguento occulto di ogni perfetta guarigione.

Parleremo del mondo della morte, durante i corsi della lista (di cui, codesto, è uno), ed imparerete a realizzare il vostro io radiante!
O, per lo meno, saprete come stanno veramente le cose!
Il mio più ardente desiderio è che tu… tu che mi leggi, divenga gradualmente felice, immergendoti nella Verità, che rende liberi.
Questo è l’obiettivo vero di ogni istruttore spirituale.
Osserviamo , da un lato immaginifico, ogni scaglia di quel nocchiero ignorato, che viene chiamato karma.
Forse pochi ne conosceranno il suono descrittivo che ne farò.

Come scrissi:

“I semplici pensieri creano le azioni, le azioni producono un’abitudine, le abitudini impostano il carattere ed il carattere genera l’intera nostra sorte”
Noi siamo un carretto che sale faticosamente le pendici del Sentiero evolutivo, creando e trasportando esperienze di vario genere nel suo capiente dorso: fanciullezza, adolescenza, maturità, vecchiaia … e, nel frattempo, cigolano le ruote del carretto. Cigolano nel nutrirsi di ogni giro di ruota; rumoreggiano.
L’eco del karma risuona ad ogni rotazione dei nostri volani, e non ci abbandona un attimo, Il karma è il nostro fido compagno vivente, che accresce e si dissolve (con i futuri suoi risultati) ad ogni istante della nostra vita.

E’ composto, il tuo karma, di due semplici atti

E’ simile alle tue calzature che, quando cammini sul lembi di spiaggia bagnata, ognuna di esse si incide sulla terra carezzata dalle onde, disegnando una salda orma; ossia, il primo aspetto di ogni tua azione.
Hai dato una gioia a qualcuno?…Hai, allora. per il momento calcato, un’azione molto positiva fuori di te e disegnato un primo sigillo del karma sulla sabbia dell’esistere.

Ma, attento! Se guardi bene, la risacca della prossima onda sta implacabilmente scivolando verso la spiaggia e va, subito, a coprire il solco. Si tratta della seconda parte del karma, si tratta del “colpo di ritorno” irrefrenabile, di cui forse ti eri dimenticato
E se le energie che avrai trasmesso, consapevole oppure no, nella prima traccia sabbiosa saranno ricche di bontà, la risposta gorgogliante dell’onda che sopravviene ti porterà gioia, avvenimenti di felicità acuta per te.
Dovrai bere in una coppa di dolore, se invece l’orma risuonerà di odio e malignità!

Sì, il mondo dell’aldilà è reso radioso e portatore di felicità, sin dalla prima entrata che riusciamo ad individuarlo….Niente più dolori fisici, improvviso contatto con chi credevamo perduti per sempre, bellezze inimmaginabili di una natura mai intuita, creature da favola…. e Luce, Luce, Luce!

Ci sono molte descrizione da parte di coloro che, per poco, lo hanno visitato, e le loro incantevoli descrizioni hanno sempre stupito tutti, quando essi rientravano da un coma non definitivamente mortale.
Io stesso – e ne ho scritto in lista – ho avuto il dono di oltrepassare il velo, e vi posso garantire che non potreste vivere un’esperienza più inebriante..

Le apparizioni angeliche, le visioni di santi, quel che percepiscono i veggenti, i miracoli e quasi tutto ciò che profuma del più acceso spiritualismo proviene dal mondo “oltre il velo”.
A cosa serve, allora, meditare, a cosa l’introspezione e il sostenuto silenzio mentale di ricercatori come voi?
Ciò sdrucisce, lentamente, la rete che separa il piano Yinn (astrale) da quello fisico quotidiano YANG (materiale).
Ma, il nostro cuore miracoloso, che può abbracciare ogni realtà oscura con la sua luce interiore – se solo a ciò lo allenassimo – può sin in questo momento, e partendo da lì, dove vi trovate, il nostro cuore può immediatamente fondersi con la luce del cuore di ogni defunto.

Come afferma la fisica moderna:

” Non esistono distanze tra due particelle che hanno avuto un contatto precedente. Potremmo allontanare ognuna di esse con miliardi e miliardi di chilometri di lontananza, eppure loro resterebbero congiunte da una traccia magnetica indissolubile”
Io fui affranto dalla morte della mia mamma, anni fa… Mi sentii solo ed abbandonato. Ma, con il tempo, con la disciplinata osservazione dei metodi telepatici che utilizzava Yogananda Paramahansa, con il meditare al centro del mio cuore riuscii a percepire il palpito di quella dolcissima e calda onda che è, oggi, mamma. Ella, con gli altri “trapassati”, si trova oltre il tempo e lo spazio, e si manifesta come una amorevole increspatura di caldo spazio imperituro; un’onda in cui esprime la sua voce risvegliata, in cui mi incoraggia, in cui mi dice di pazientare perché stiamo per incontrarci ancora. Ovviamente, il corpo fisico non esiste; ma, come disse il Guru di Yoganandaji, quando gi apparve, dopo morte: ”Figlio, ho condensato con atomi materiali la mia forma e tu, ora, mi vedi come ero”.
Nel mio caso, mamma non lo ha condensato (probabilmente non lo sa fare)…Però giuro davanti a tutti voi che io e lei siamo connessi costantemente in un infuocato abbraccio, che l’ho rintracciata nelle Onde del Mare Spirituale del dopo morte, e che mi ha insegnato quanto l’ immortalità esiste!

Sto parlando di un ”silenzio sonoro”; non di un bieco spiritismo!

Cercali anche tu, che piangi sempre il tuo papà, il tuo figlio, la tua mamma ed un tuo caro. Mi si strazia il cuore osservando una piccola parte di ciò che i nostri grandi Insegnanti conoscono a menadito – l’invisibile, ma che resta proibito alla più gran parte di voi.
Inizia a raccoglierti mentalmente, in un punto sereno e silenzioso della tua camera, ogni giorno; e fa pulsare il tuo cuore e la tua attenzione telepatica verso la direzione dell’”oltre velo”….
Fallo, sino a quando non sentirai all’improvviso un liquoroso calore che te lo riempie di gioia e di riconoscenza.
Credimi!
Sarà la loro risposta!
Ti garantisco che migliaia di uomini e donne lo hanno fatto nei passati millenni e che molti di essi continuano a farlo al giorno d’oggi…
E possano coloro che la vita ti ha strappato così brutalmente dal fianco, tornare a fare sorridere il tuo animo!

(Continua)

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