di Marcella Danon
La volontà non si studia, ma si esperimenta, si allena, si rafforza. Noi
tutti abbiamo una volontà, ma spesso non lo sappiamo e non la utilizziamo,
se non sporadicamente.
Dietro la parvenza di benessere diffuso della società contemporanea si
nasconde un crescente senso di disagio causato dalla attuale grande
sproporzione tra “i poteri esterni” e “i poteri interni” dell’uomo: siamo
capaci di scendere nelle profondità dell’oceano e di lanciarci nello spazio,
ma siamo ignoranti di quanto avviene in noi stessi; controlliamo grandi
masse di energia elettrica con il movimento di un dito, ma siamo incapaci di
gestire le nostre emozioni, impulsi e desideri.
Per non diventare schiavi, ma padroni di quanto abbiamo conquistato sinora
dal punto di vista scientifico e tecnologico, occorre colmare rapidamente il
divario tra “fuori e dentro”, sviluppando le facoltà interiori, acquisendo
nei confronti delle funzioni psichiche (impulso, sensazione, emozione,
pensiero, immaginazione, intuizione e volontà), la stessa dimestichezza e
capacità di gestione che abbiamo raggiunto nei confronti del mondo esterno.
Tra i poteri interiori da risvegliare e attivare, fondamentale è l’enorme
forza della volontà umana. La volontà ha la funzione di decidere che cosa si
deve fare e quella di usare tutti i mezzi necessari per realizzare ciò che
ha deliberato, perseverando nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà.
Occupa un posto centrale nella personalità dell’uomo, è in intima relazione
con il centro del suo essere, il suo vero io.
Il concetto di volontà è stato molto frainteso dopo l’abuso nella ben nota
età vittoriana, in cui era diventato sinonimo di capacità di repressione dei
propri istinti. Oggi per volontà si intende la capacità di percepirsi come
“soggetto vivente”, dotato del potere di scegliere, di costruire rapporti,
di operare cambiamenti nella propria personalità, negli altri, nelle
circostanze.
La volontà non si studia, ma si esperimenta…
La volontà non si studia, ma si esperimenta, si allena, si rafforza. Noi
tutti abbiamo una volontà, ma spesso non lo sappiamo e non la utilizziamo,
se non sporadicamente.
Un primo passo è rendersi conto che “la volontà esiste”, che esiste la
libertà di agire, senza più dover limitarsi a reagire agli stimoli e
condizionamenti ambientali.
Un secondo passo è l’esperienza di “avere una volontà”, di fare uso, in
prima persona, di questo margine di libertà, proprio della natura umana.
Sicuramente a tutti è successo e anche più di una volta: ad un certo
momento, forse nel mezzo di una crisi, o di un pericolo, si ha viva ed
inconfondibile l’esperienza della volontà, della sua realtà, della sua
natura.
Non è un concetto, è un’esperienza, in cui si rivela qualcosa che sentiamo
venire dal centro interno del nostro essere, in cui sentiamo di “esserci”
intensamente, interamente. In questi momenti è l’essenza stessa della nostra
natura che si rivela, sino a farci riconoscere, a poco a poco, che non solo
abbiamo una volontà, ma noi stessi “siamo volontà”.
La nostra più vera natura, di esseri umani, è quella di esseri dotati della
libertà di contribuire alla creazione della realtà individuale e
circostante. Diventare consapevoli di questo immenso potere di cui siamo
tutti dotati è l’antidoto più sicuro contro il rischio di diventare
insignificanti pedine di un gioco condotto da altri, e forse addirittura da
quelle stesse forze esterne che abbiamo l’illusione di dirigere.
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