Vasana e forza di volontà

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Vasana e forza di volontà

ISPIRATO DAL TESTO DI MARCO FERRINI: IL RUOLO DELLA VOLONTÀ

Secondo la psicologia indovedica, la dimensione inconscia non ha pareti delimitanti, è pressoché
infinita, e caratterizzata fondamentalmente da due livelli: il primo costituito dall’inconscio
personale e l’altro, molto più profondo, costituito dall’inconscio collettivo.
Abbiamo già descritto il processo attraverso cui da una semplice percezione sensoriale si dipanino
poi una serie di reazioni interne che attraverso vari filtri determinino il costituirsi di samskara
e di conseguenti vritti.
Tali onde energetiche (vritti) sono governate da leggi di attrazione e somiglianza e verranno quindi
accorpate ad altre analoghe, andando a costituire nuove esperienze (samskara). La loro carica è
emotiva e di conseguenza, agglomerandosi, andranno ad aumentare la carica emotiva del samskara.
Maggiore sarà la carica emotiva del samskara, maggiore sarà la sua salienza ed il suo potere
condizionante per l’individuo.

L’interazione fra samskara darà origine alle vasana, tendenze inconsce che determineranno il
comportamento e l’azione del singolo individuo.
A seconda della tipologia dei samskara immagazzinati: che siano dello stesso segno o di segno
opposto, del numero prevalente o di una particolare rilevanza emotiva di un tipo di essi sull’altro,
la risultante (vasana) che emergerà da questa lotta, avrà le caratteristiche dell’una o dell’altra
tipologia.
Ogni nuova esperienza compiuta anche se dà origine ad nuovo samskara, non determina una tendenza
nell’immediato, o meglio, non ne determina una sufficientemente forte da contrastare da subito
tendenze agite e rafforzate per tutta una vita e oltre.

Facciamo un esempio concreto: Gino ha appena appreso un insegnamento, Gino è entusiasta
dell’insegnamento che ha appreso e tenta di metterlo in pratica, ma non riuscirà a metterlo in
pratica così come lo ha ricevuto, perché tutti gli altri samskara contrari non lo permetteranno,
questi rappresentano infatti le pre-cognizioni, i pre-concetti e anche i pregiudizi che inibiranno
Gino quando vorrà mettere in pratica il bell’insegnamento che ha ricevuto, inducendolo magari a
pensare di non essere capace a farlo. Tale considerazione non è affatto vera, ma potrebbe apparire
come la giustificazione razionale del fatto che nonostante l’entusiasmo di Gino per il nuovo
insegnamento, la vasana che agirà nel pratico, sarà la risultante dell’interazione fra il nuovo
samskara acquisito e tutto il materiale psichico inconscio precedentemente accumulato.

L’esempio appena descritto non è tuttavia il caso più comune: nella maggior parte dei casi, infatti,
le tendenze degli individui, intese proprio come gusti e atteggiamenti quotidiani, hanno un
andamento piuttosto lineare. Il motivo di ciò è da ricercarsi nel fatto che sono i samskara degli
individui a dirigere le loro scelte di vita, e queste ultime, sotto forma di nuove esperienze, vanno
a rinforzare i samskara che le hanno prodotte, i quali a loro volta avranno ancora maggiore
influenza nell’orientare ulteriori scelte e dalle stesse, trasdotte in azioni, saranno nuovamente
rinforzati, il tutto in un circolo senza fine dove le rotture radicali appaiono molto rare.
Il fondamento del carattere, chiamiamolo pure temperamento, produce quell’umore, e produce quelle
emozioni in quel soggetto. Certo, facendo gradualmente nuove esperienze, differenti esperienze, si
modifica il temperamento si modifica l’umore, e si modificano le emozioni.

da www.csbcounseling.org/

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